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Autore: Lucy_lionheart    07/06/2011    1 recensioni
Prima classificata alla nona edizione del concorso "Diversi ma Uguali" -per il superamento delle barriere architettoniche- indetto dalla provincia di Grosseto.
" Se avessimo tutti le ali, le gambe non ci servirebbero a nulla, e allora io non sarei differente da voi. "
La guardi per un attimo. Un attimo solo prima che la tua mente inizi a progettare.

Firenze, seconda metà del tredicesimo secolo. Protagonisti di tale quadro sono una ragazza dal carattere forte e le gambe deboli e un giovane con una particolare inventiva di cui il mondo sentirà a lungo
parlare.
Genere: Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Studi sul Volo:
                               Il Paracadute.











<< Marina! >>
 Urli più forte, lanciando uno sguardo alla finestra posta molto più in alto di te. << Chi è? >> Un urlo femminile, armonioso, attraversa le inferriate arrivando alle tue orecchie. << Sono io, chi vuoi che sia!? >> Rispondi, mentre i passanti iniziano a guardarti, sussurrando parole come " Che maleducato " e simili a cui non fai naturalmente caso. << Leonardo? Se sei Leonardo sali! >> Dice lei, accorciando il discorso.
Sbuffi e apri la porta, salendo per le scale e arrivando in una camera. Quella non era casa tua, ma la conoscevi benissimo. E stessa cosa valeva per la ragazza seduta vicino alla finestra.
<< Dovresti essere più diffidente, se non fossi stato io? >>
Ti sorride, aggiustandosi una ciocca sfuggita alla crocchia di capelli biondo cenere. << Riconosco la tua voce da lontano. Per favore, aiutami. >> Ti tende le mani e tu, già conoscendo il significato di quel gesto, la prendi tra le braccia, fortunatamente è leggera. << Non tenermi così! >> Sbotta, rossa in viso. << Ne abbiamo già parlato, preferisco restare chiusa in casa che andarmene in giro in braccio ad un uomo! >>
Conosci quel discorso a memoria, ormai. << Marina, devi uscire a prendere aria! >> << E allora tienimi in collo! >> << Come i bambini? >> << Come i bambini. Si nota di meno, così. >> Conclude, lanciando un'occhiata alle gambe che non sente sue. Senza insistere te la posizioni sulla schiena e lei si lascia rigirare come una bambola, compiendo l'unica azione di stringersi al tuo collo con le braccia.
Scendete nella città, Firenze in quei giorni era una folla di passanti laboriosi che quasi correvano per le strade.
Tu e Marina vi conoscete da quando, nel 1462, tuo padre ti aveva portato in quella splendida città e subito era diventata la tua migliore amica, la protagonista dei tuoi primi ritratti. In ogni quadro lei era seduta o stesa; ma tu avresti sempre voluto disegnarla in piedi, con la mano a raccogliere il lungo vestito, improvvisando un giro di danza.
Non fai in tempo a definire il colore della veste che una botta alla spalla ti sveglia, seguita da un'esclamazione sorpresa di lei, che si stringe al tuo collo, quasi soffocandoti, per non cadere. << E state attenti! Vi sembra il modo di camminare per strada?! >> Sbotta l'uomo che hai urtato, andandosene senza neanche aspettare le vostre scuse.
 Lei sospira, già sai cosa sta per dire.
<< Torniamo a casa, ti prego >> << Non se ne parla, devi prendere aria! >> << Leonardo, ti prego! Io mi sento... a disagio. >> La sua voce s'incrina, mentre senti lo sguardo abbassarsi ancora di più di quanto già non lo sia. << Non hai motivo di esserlo! >> << Si che ce l'ho! Ne ho due, tanto per essere precisi! >> Quasi urla, mascherando quella disperazione che ha rivelato solo a te.
Perché lei? Perché Dio ha dato un male così grande ad una persona così bella?
Non aggiungi una parola di più, giri i tacchi e ti allontani, portandola via dalla folla, nell'unico posto in cui nessuno la può guardare.

<< Il signor Verrocchio non si arrabbierà se ci trova qua sul tetto, vero? >>. << Ma figuriamoci se ci vede!>>
Dal tetto della bottega si poteva vedere tutta Firenze, ma Firenze non poteva vedere voi, stesi sulle tegole rosse.
 << Se sei imbarazzata dal fatto che ti tenga in braccio, non ti devi preoccupare. Inventerò un qualcosa come... una cosa in cui potrai metterti a sedere, con le ruote, e ti spingerò da dietro.... anzi, no! Andrai da sola, ci vorrebbe un sistema di fili che facesse muovere le ruote e.... >> << In poche parole una carriola a molla? >> Dice, alzando un sopracciglio.
Sbuffi. << Una carriola a molla. Grazie per averle dato valore! >> Dici, sarcastico. Lei scoppia in una breve risata, prima che le labbra le si inclinino di nuovo verso terra.  
Volge gli occhi al cielo, sembra quasi che si fondano con esso. << Sarebbe bello essere tutti delle rondini, o delle colombe >> La guardi, cercando di arrivare da solo al perché di quella frase.
<< Se avessimo tutti le ali, le gambe non ci servirebbero a nulla, e allora io non sarei differente da voi. >>
La guardi per un attimo. Un attimo solo prima che la tua mente inizi a progettare.
*
Quanto tempo era che Leonardo non si faceva sentire? Tanto, troppo.
Ti mancava uscire con lui, ti mancava l'aria della città respirata con lui e salire sul tetto della bottega del suo maestro.
Era uno di quei momenti in cui desideravi poter camminare. Alzarti in piedi, correre da lui, dargli un sonoro ceffone, chiedergli perché fosse sparito nel nulla e abbracciarlo, contenta di averlo ritrovato.
Un rumore di passi ti fa sobbalzare; si stanno dirigendo verso camera tua! E ora come fuggire, come...
 Sospiri, sollevata, felice di vedere quella testa di ricci capelli castani spuntare dalla porta e venire verso di te.
<< Leonardo! >> Mille domande ti esplodono in testa, ma adesso vuoi sapere solo cosa tiene nell'enorme sacco che alza con una mano... e dove ti sta portando.
<< Leonardo! >> Esclami ancora, aspettando una sua risposta. << Qualunque cosa tu voglia chiedermi, no, non risponderò! Devi saper aspettare! >> << Ma-ma... >> << Silenzio, bischera! >> Sbuffi, incrociando le braccia e soffiando in risposta un altro insulto toscano.

Ti guardi intorno. Siete in alto; terribilmente in alto!
Per quale assurdo motivo ha voluto portarti su quel monte!? Perché faticare così tanto, quando potevate andare sul tetto della Bottega? Lo guardi dall'erbetta verde in cui ti ha appoggiato: sta aprendo il sacco.
Cosa ci sarà mai dentro?! Il nodo cede, la stoffa come esplode; nel sacco c'era... il sacco.
Un enorme lenzuolo con due pezzi più lunghi ai lati. In poche parole...
 << ... un pannolino gigante? >>
Si volta e ti guarda storto. << I tuoi paragoni sono sempre una gran soddisfazione >>. << Scusami, io non ho la tua fantasia. Cosa vorresti fare, me lo dici ora? >>. Ignorandoti si avvicina e ti prende nuovamente sulla schiena poi, con la stessa corda che teneva unito il " pannolino ", lega la tua vita alla sua, provocandoti un leggero imbarazzo. << Co-cosa fai? Perché questo nodo enorme?! >> Dici, indicando la corda che si è arrotolata fino ai vostri petti. Sei incollata a lui.
<< Tieniti stretta >> Fa sei passi indietro, due lembi della sua invenzione annodati ai pugni, lo sguardo dritto su... sulla fine della pendice...?
<< Adesso ti avvicinerò al tuo sogno! >> << No, fermo, no! Pazzo! >> Urli, intuendo le sue intenzioni, ma è troppo tardi, lui sta già correndo.
Il vuoto si avvicina, ancora, ancora, ancora, questo è l'ultimo passo, l'ultimo passo nel mondo dei vivi.
Urli, chiudi gli occhi.
E siete nel vuoto. Bè, se questa è la morte non è dolorosa come pensavi...
<< Apri gli occhi! >> << No, non voglio vedere l'inferno! >> << Scema, siamo vivi! >>.
Spalanchi le palpebre: la prima cosa che vedi è il pannolino gonfio sopra di te; la seconda, Leonardo, sorridente. La terza il vuoto sotto di voi. State camminando sul cielo. Anzi, no.
State volando.
Siete circondati dall'azzurro, istintivamente alzi una mano e sfiori una nuvola, che si dissolve nelle tue mani, lui scoppia a ridere.
<< Pensavi che fossero solide?! >> Non rispondi, arrossisci e basta. << Adesso arriva il bello! >> Sbuffa, nascondendo la preoccupazione. << Dobbiamo atterrare... >> Sussulti, mentre tutto il tuo coraggio si dissolve come le nubi e ti riattacchi al suo collo, quasi strozzandolo.
I suoi piedi sfiorano la vallata, s'intrecciano in tre passi fin troppo corti. << Ah! >> Non fa in tempo a lanciare una mezza imprecazione che cade a terra, sbattendo il viso nella sua stessa opera, e tu cadi, ovviamente, su di lui.
<< Leonardo! Tutto bene? >> << Benissimo! >> Ride, alzando il viso dalla stoffa. << Questo coso ci ha salvato la vita! >> Tossisci, sorpresa da quell'ultima affermazione. << Cioè... tu non sapevi se avrebbe funzionato?! >> << Certo che no. >> Ti risponde, con tutta la naturalezza del mondo e tu ti trattieni dal dargli uno schiaffo.
<< Scommetto che il tizio che devi sposare non farà mai nulla del genere. >> << Ah! >> Esclami, sollevandoti sui gomiti per osservarlo dall'alto. << L'hai fatto per ripicca? >>
Che dire, che vi piacevate non era una novità. Solo che, mentre lui te lo aveva detto chiaro e tondo fin dal principio, tu non avevi mai dato via libera ai tuoi sentimenti, perché eri stata promessa dalla nascita e non volevi illuderlo.
<< No >> Dice, avvicinandosi al tuo viso e facendo combaciare le vostre fronti.
<< L'ho fatto per vederti sorridere. Perché quando sorridi sei così bella che nessuno può pensare a qualcosa che non sia questo. >> Ti poggia un bacio sulle labbra e tu ti lasci sfiorare, fin troppo felice per la frase che ha pronunciato. In un attimo aveva fatto sparire tutta la paura verso gli altri. In un attimo sei diventata felice di essere te stessa.
<< Leonardo >> << Cosa? >> <<  La tua invenzione... credo che il nome perfetto per lei sia " Paracadute " >>




« Se un uomo ha un padiglione di pannolino intasato, che sia di 12 braccia per faccia e alto 12, potrà gittarsi d'ogni grande altezza sanza danno di sé. »
                                 
Leonardo Da Vinci 















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Salve ~
E che dire?
Con questa storia, l'anno scorso, sono riuscita a classificarmi prima al concorso "Diversi Ma Uguali", per l'abbattimento delle barriere architettoniche, sezione testo.
Il concorso prevedeva un racconto o una poesia rientrante nelle 5 pagine, testo giustificato, in Arial 11.
Adattandolo alla lettura su internet ho deciso di allineare tutto a destra, mandando più volte il testo a capo, in modo da rendere la lettura più agevole.
Sempre a causa del limite di tre pagine, mi è stato impossibile approfondire e descirvere, come in relatà avrei voluto (Dio solo sa quanti pezzi ho dovuto tagliare per stare precisa in quelle tre maledette pagine!)
Qui trovate scritto che, beh, non vi sto raccontando balle: http://www.0564news.it/notizia.asp?idn=8140 , io sono Barbara Giorgi!
Il sito non fa riferimento a concorsi "esterni", ma solo di quelli attinenti a siti web... se c'è qualche problema con la mia scelta di usare il grassetto nell'introduzione per segnalare la vittoria, ditemi e riparerò subito ♥
Il mio modo di scrivere è cambianto, rispetto a quello di un anno fa, ora che lo noto ☺
Spero che vi piaccia!
Leo è con voi ♥

Lancelot ~
   
 
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