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Autore: AlexDavis    07/06/2011    9 recensioni
Questa è una piccola shot che mi è venuta in mente lunedì notte verso le cinque dopo aver visto gli MMA.
Mi sono immaginata che cosa sarebbe successo se ci fossero Bella ed Edward agli MMA e cosa avrebbero fatto se avessero vinto il Best Kiss.
Mi farebbe piacere se la leggeste.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Ragazze, sono io. Contente? Vabbè, momento gasamento finito.
Ho scritto questa shot in onore degli MMA... sono ancora sconvolta per il bacio, povero il mio lupetto contaminato dal quel fetente di vampiro. Ma quando si decideranno quei due a darsi un bacio in pubblico? Bha...
Vabbè cmq torniamo a noi e a questa piccola shot.
Spero vi piaccia.
Buona lettura, girls.
xoxo Alex




Best Kiss...





2014. Mtv Movie Awards 2014.
Io, Isabella Swan, ero agli Mtv Movie Awards e non riuscivo ancora a capacitarmene. Io, che ero stata sempre una ragazzina anonima ed insignificante, quella sera indossavo un vestito favoloso di Armani e avevo passato due ore sotto le esperte mani di Hair staylist e Make up artist per trovarmi sul red carpet a farmi fotografare da decine e decine di fotografi che sbavavano come un grassone davanti ad una ciambella.
Se ci penso adesso mi viene da ridere ricordando come ci sono finita in quel mondo di fotografi e flash.
Era l’ultimo giorno dell’ultimo anno all’accademia di recitazione che frequentavo nella mia città, e quella sera avevamo il saggio. Avremmo messo su ‘Sogno di una notte di mezza estate’ di Shakespeare, una delle mie opere preferite. Mi era stato offerto il ruolo di Ermia la donna amata da Demetrio, ma innamorata di Lisandro. I miei genitori erano stati così orgogliosi di me ed io non potevo che gioirne, almeno tutti i sacrifici che avevano fatto per pagarmi la retta erano serviti a qualcosa.
Per quel ruolo provai giorno e notte, volevo essere perfetta per me e per loro e ci riuscii. Fui perfetta e ci fu una standing ovation tutta per me. 
Quando tornai nel backstage il mio insegnante di recitazione si avvicinò a me accompagnato da un uomo ed una donna dall’espressione austera e vestiti elegantemente.
<< Isabella, hai un minuto? >> mi chiese gentile e premuroso come suo solito.
Ero sudata e stanca, ma accettai dirigendomi con loro in un angolo appartato del corridoio.
<< Isabella, loro sono Jonathan e Amanda O’Kelly. >> mi disse indicandomeli.
Sorrisi e offrii loro la mano. << Isabella Swan, piacere. >>
<< Sono stati mandati qui da due produttori cinematografici abbastanza conosciuti nel mondo dello spettacolo  e sono rimasti piacevolmente colpiti dalla tua performance e… >>
Io avevo scollegato già il cervello alla parola ‘produttori discografici’.
<< Lei è disposta a partecipare ad un colloquio nella nostra sede di New York? >> mi chiese la donna, Amanda O’Kelly.
Dopo un attimo di sorpresa, sorrise. << Certo. Quando? >>
E da quel giorno è iniziata la mia carriera.
Da quel giorno sono passati quattro anni, sono cresciuta professionalmente e alle spalle ho già due film ed uno in produzione. E per questo che sono qui su un tappeto rosso con un paio di scarpe che mi stanno uccidendo e gli occhi pieni di flash fastidiosi.
<< Isabella! >> sento urlare dai miei fans e sorrido loro perché sono contenta, mi piace essere riconosciuta per la strada e mi commuovo ogni volta che mi chiedono un autografo o di fare una fotografia con loro.
Finalmente mi sposto da lì e vengo trasportata dalla mia guardia del corpo nonché migliore amico da ormai tre anni, verso l’interno dove mi aspetta la mia tanto agognata poltroncina rossa con il mio nome.
<< Bella, che hai? >> mi chiede Aaron.
Lo guardo e mi rendo conto che mi sta osservando attentamente con il suo Aaron-radar.
Scuoto la testa. << Nulla. >> ma lui mi conosce molto bene per sapere che sto mentendo, ma capisce anche che non ne voglio parlare così lascia perdere.
Il mio problema è un lui. Un  sexy signor problema. Il mio cooprotagonista nel mio ultimo film, il solito belloccio che si innamora della protagonista e che fa di tutto per farla ricapitolare e lui… ci era riuscito. Ma non aveva fatto innamorare solo il mio ruolo, ma anche me. Ero innamorata persa di lui da quando ci avevano presentati.
Edward Cullen. Alto, moro con due pozzi verdi al posto degli occhi, due pozzi in cui io sprofondavo ogniqualvolta lui mi guardava. Aveva la mia stessa età, ventiquattro anni, ma aveva iniziato a recitare davanti alle telecamere all’età di cinque anni.
Quella sera a quei benedetti Mtv Movie Awards del 2014 eravamo in lizza insieme per il migliore bacio cinematografico di quell’anno ed io ero un fascio di nervi alla prospettiva di baciarlo fuori dal set.
Dal giorno in cui avevamo partecipato all’ultima premier per pubblicizzare il film non lo avevo più visto perché impegnati entrambi in altri film uno agli antipodi dell’altro, ma lui non perdeva occasione di telefonarmi o scrivermi delle e-mail raccontandomi cosa gli succedeva. Lui mi considerava la sua amica più cara ed io avevo finito per innamorarmi come una stupida.
Quella sera dopo più di un anno lo avrei rivisto e mi sentivo come un leone in gabbia, ero tesa e irritabile. Cosa che la mia migliore amica, attrice anche lei, mi aveva fatto pienamente notare appena si era seduta al mio fianco sulla sua poltroncina rossa.
<< Bella, tesoro, sei una scopata con questo vestito. >> mi aveva salutato con il suo solito modo da scaricatrice di porto.
Alice Brandon, incontrata sul set del mio primo film e mai più lasciata. Era la mia parte perfetta, la mia anima gemella. Era una bellissima ragazza dai capelli neri e sbarazzini e grandi ed espressivi occhi color miele. La prima volta che ci eravamo incontrate non fu proprio un incontro da persone civili.
Stavo prendendo il caffè quando una ragazza arriva prima e prende il bicchiere che era stato offerto a me pagandolo e andandosene via senza dire una parola, io indispettita la seguii.
<< Ehi tu, nanerottola! >> la chiamai irritata quando la vidi ferma mentre parlava con un ragazzo.
Lei si girò e mi guardò confusa. << Parli con me? >>
<< Vedi qualcun altro bassa un metro e cinquanta? Si, parlo con te! >> dissi sempre più irritata.
Il ragazzo con cui stava parlando con un ‘scusate’ sussurrato se ne era andato e la ragazza mi aveva guardato incendiandomi con gli occhi.
<< Stava per darmi il numero, cazzo! >> urlò quasi.
Io la guardai compiaciuta. << Non me ne frega un emerito cazzo se ti stava dando il numero. >> dissi sorridendo e presi il mio caffè dalle sue mani approfittando della sua sorpresa.
Me ne stavo andando quando mi afferrò per il braccio facendomi perdere la presa sul bicchiere di caffè che cadde a terra sporcandomi tutto il pantalone bianco e tutte le sue scarpe dal tacco alto rosa.
<< Il mio caffè! >> dissi indignata.
<< Adesso siamo pari. >> e mi fece una linguaccia.
La guardai sorpresa di quel gesto così infantile e dopo un attimo scoppiai a ridere seguita da lei davvero divertite di quell’assurda situazione.
<< Andiamo và, ti offro un caffè e… uno smacchiatore. >> disse guardando il pantalone.
Annuii. << Ho il numero di quel ragazzo, se ti interessa. >> le dissi.
Lei sorrise divertita e mi prese braccetto.  << Diventeremo grandi amiche, ragazza del caffè. >> e così fu.
Adesso quella stesse ragazza mi stava guardando con uno sguardo malizioso e avevo paura di qualche sua battuta imbarazzante.
<< Lo farai morire questa sera. >> infatti, non si smentì.
Alzai gli occhi al cielo. << Non voglio che muoia, voglio che mi scopi. >> dissi facendola ridere divertita.
Sorrisi anche. << Ti ho creata a mia immagine e somiglianza. >> disse orgogliosa ed io risi.
<< No, ci salvi chi può. >> disse una voce roca alle mie spalle, una voce che io conoscevo benissimo.
Chiusi gli occhi e feci un grosso respiro prima di girarmi verso di lui e fargli un sorriso che subito morì quando lo vidi con una ragazza. La stringeva a se e lei era attaccata a lui come una ventosa.
Sentii il tonfo sordo del mio cuore mentre si spezzava sotto quella verità. Io ero innamorata di lui, non lui di me e quindi poteva fare tutto quello che voleva anche fidanzarsi o uscire con altre.
Ero stata una stupida a credere che un Dio come lui potesse rimanere solo a vita, una stupida.
Cercai di sorridere. << Ciao Ed. >> lo salutai.
Lui mi fece un sorriso dolcissimo. << Bells. >> mi salutò, pronunciando il mio nome così dolcemente che sembrò venire da un altro pianeta.
Mi alzai un po’ traballante e mi lasciai abbracciare dalle sue braccia forti e calde.
<< Mi sei mancata. >> mi sussurrò all’orecchio facendomi sussultare.
<< Anche tu. >> dissi in un sussurro debole.
Si staccò da me e sorrise con il suo sorriso dolce. << Sei ancora più bella di quanto ricordassi. >> e mi squadrò da capo a piede facendomi avvampare.
Ero abituata agli sguardi che mi lanciavano gli uomini perché nonostante non lo dicessi mai e non lo ostentassi ero una bellissima ragazza dai capelli lunghi color castagna con riflessi ramati e due bellissimi e grandi color cioccolato fuso, ero abbastanza alta e abbastanza proporzionata da attirare gli sguardi su di me, ma sentirmi fare un complimento del genere da lui era tutta un’altra storia. Sentii il sangue arrivare alle mie guance e colorarmi di un rosso acceso.
Sorrise. << Sempre la solita timidona. >> e mi abbracciò ancora.
<< Ci vediamo dopo. >> e dopo avermi fatto l’occhiolino si girò.
<< Si saluta, Cullen!  >> disse irritata la mia migliore amica.
Lui si girò. << Oh Brandon, non ti avevo vista. Buona serata. >> e se ne andò lasciando la mia amica a sbuffare come una locomotiva.
Mi lasciai scivolare sulla poltroncina e mi coprii il viso con le mani sospirando rumorosamente.
<< Bell. >> mi chiamò dolcemente la mia vicina posandomi una mano sulla gamba.
Scossi la testa, non volevo parlare non mi fidavo della mia voce. Lei lasciò perdere, ma strinse una mia mano tra le sue per farmi capire che lei c’era, anche per restare in silenzio.
Appena ci avvisarono che lo spettacolo stava per iniziare feci un grosso respiro e mi preparai a quella lunga e stancante serata.
Riuscii anche a ridere a qualche battuta del presentatore, ma non riuscivo a levarmi quel peso che avevo sullo stomaco, non riuscivo a divertirmi come faceva Alice al mio fianco. Era come se non avessi più voglia di fare nulla lasciandomi andare.
Ci furono i cinque minuti di pausa, prima ce si desse l’ennesimo premio e quell’ennesimo premio poteva essere la mia rovina. Era quello del miglior bacio ed io ero in lizza con lui.
Uscii fuori scusandomi e andai a fumarmi una sigaretta che subito riuscì a calmarmi, ma appena la spensi sotto la scarpa da quattrocento dollari che avevo al piede l’ansia salii di nuovo.
Ma poi che significa miglior bacio? Non riuscivo a spiegarmelo e di certo non riuscivo ad immaginarmi il nostro come miglior bacio.
Non ci eravamo baciati in modo affrettato e pornografico, ci eravamo scambiati un bacio passionale e lungo, ma casto e dolce. Era stato un mix di emozioni quando avevo appoggiato le mie labbra su di lui e mi ero sentita piegare le ginocchia, ed era un bacio finto. Non osai immaginare se mi avesse baciato davvero.
Stavo per accendermi un’altra sigaretta quando un ragazzo mi venne ad avvisare che tra meno di dieci secondi saremmo ritornati in onda, così chiusi la borse e ritornai al mio posto salutando qualcuno che conoscevo.
Quando arrivai al mio posto ritrovai Edward seduto comodamente sulla poltroncina di Alice e mi ricordai improvvisamente che per quel premio eravamo costretti a sedere vicino. Feci un grosso respiro e mi accomodai accanto a lui, sorridendogli quando si girò verso di me.
<< Tutto okey? >> mi chiese forse notando il mio turbamento.
Annuii. << Hai una mentina? >> chiesi per depistarlo e lui annuì porgendomi un pacchettino.
Ne presi due e le torturai per tutto il tempo fino a che non arrivò il momento cruciale.
Sul palco come presentatori c’erano Jamie Foxx e Fergie.
<< Il vincitore per il miglior bacio è… >> aprì la busta ed il mio cuore perse un battito.
Stavo sudando, la gamba mi tremava e mi stavo torturando le mani.
<< Bella, calmati. >> mi sussurrò con la sua voce e posando la sua mano sulle mie.
<< Edward Cullen e Isabella Swan! >>  finì ed io mi sentii mancare il fiato.
Avevamo vinto? Mi girai verso Edward che mi sorrideva e mi porgeva la mano per farmi alzare.
Deglutii e lo seguii fin sul palco, salii per prima le scale. Stavo per mettere piede sul palco quando mi sentii afferrare il braccio e strattonare all’indietro fino a trovarmi schiacciata al suo petto.
<< Devo baciarti. >> sussurrò prima si appoggiare le sue labbra sulle mie.
Immediatamente tutto quello che avevo intorno scomparve, non sentivo più le urla e gli applausi dei partecipanti. Sentivo solo la pressione delle sue labbra sulle mie, il tocco gentile delle sue mani sulla mia schiena e il mio cuore che batteva all’impazzata nel mio petto.
Mi aggrappai alla sua maglietta e non so come, ma ci ritrovammo a darci un vero e proprio bacio. Quel bacio che avevo sognato tutte le notti dal nostro primo incontro e le sensazioni che avevo immaginato di provare non erano nulla paragonato a quello che stavo provando.
Quando si staccò da me sorrise dolcemente.  << Andiamo. >> e mi condusse sul palco.
Afferrò il premio dalle mani di Fergie e le sorrise, poi si girò verso la platea.
<< Buona sera, vorrei ringraziare tutti per avermi dato di nuovo la possibilità di baciare questa splendida donna e ragazzi… wow… >> e tutti risero applaudendo.
Io rimasi al suo fianco sorridendo come una scema.
<< E pensare che stavo rischiando di non venire, sarebbe stato un vero peccato. >> e giù altre risate all’occhiata maliziosa che mi lanciò.
Voleva mettermi in imbarazzo? Avrebbe avuto pane per i suoi denti.
<< Tesoro il premio lo abbiamo vinto per merito mio…. Ho dovuto insegnargli tutto! >> sussurrai alla platea che rise divertita.
<< Ringrazio anche io tutti quelli che hanno voluto che stessi su questo palco. Grazie e buona serata a tutti…. Andiamo, Casanova! >> e lui si lasciò trasportare mentre tutti ridevano.
Appena ci accomodammo partì di nuovo la pubblicità ed io a quel punto avevo esaurito tutte le mie energie.
Mi alzai. << Me ne vado. >> dissi e lo guardai.
Mi restituì lo sguardo. << Ti rivedrò? >> chiese semplicemente.
Scossi la testa. << Mi serve tempo. >> risposi ormai stanca di fingere che andasse tutto okey.
Lui annuì semplicemente conoscendomi abbastanza. Me ne andai da quella sala e subito venni affiancata da Aaron che mi scortò alla macchina che mi avrebbe portato in albergo.
Per quella sera avevo già pensato abbastanza.
 
Qualcosa stava disturbando il mio sonno, qualcosa che avrei fatto a meno di sentire. Non aprii gli occhi troppo stanca per le troppe lacrime versate prima di scivolare in un sonno agitato e sperai che chiunque ci fosse dietro la porta se ne andasse al più presto.
Stavo per riaddormentarmi di nuovo quando sentii di nuovo qualcuno bussare alla mia porte così forte da abbatterla quasi.
<< Bella, dannazione, apri questa maledetta porta! >> urlò la sua voce.
Alzai di scatto la testa e guardai la porta come se avessi i raggi X per vedere al di fuori.
<< Isabella! >> chiamò ancora bussando se possibile ancora più forte.
Mi alzai dal letto definitivamente e mi avvicinai alla porta senza aprirla. << Cosa vuoi? >> chiesi un po’ troppo brusca.
Mi parve di sentirlo sospirare. << Ho bisogno di parlarti, apri questa porta. >>
Scossi la testa come se lui potesse sentirmi. << Va via, Ed. Ti prego. >> lo implorai quasi.
Sentii le lacrime salirmi agli occhi e il mio respiro farsi più veloce. Avevo bisogno di stare da sola e la sua presenza non mi faceva bene, mi faceva soffrire ancora di più.
<< Bella, ti prego. >> toccò a lui implorarmi adesso e forse qualcosa scattò in me.
Aprii la porta e lo osservai sorpresa. Non era nello stato in cui lo avevo lasciato agli MMA, sembrava più un senzatetto. Aveva la camicia fuori dai pantaloni e la giacca messa malamente sulle spalle, aveva gli occhi lucidi dal troppo alcool molto probabilmente e non riusciva ad assumere una posizione eretta, si stava reggendo allo stipite della porta.
<< Edward, ma che hai fatto? >> chiesi, ma lui non rispose ed entrò in camera mia.
Chiusi la porta alle mie spalle non senza prima essermi accertata che non lo avesse visto nessuno. Quando mi girai lo ritrovai steso sul mio letto con gli occhi chiusi e il braccio a coprirli, io rimasi appoggiata vicino la porta.
<< Prima che ti vedessi il mio manager e il regista, conoscendo la mia fama di libertino,  mi fecero delle raccomandazioni: ‘Ed, sta lontano da Isabella perché è troppo dolce e pura per te’ o ‘ Edward, sta alla larga da lei perché è troppo per te’. Quando li sentivo parlare pensavo che stessero esagerando, che non c’era bisogno di farmi raccomandazioni perché era impossibile che fossi così pura come dicevano loro a meno che non stessimo parlando di un angelo. Quando ti ho incontrata la prima volta ho subito pensato che fossi bellissima con quei tuoi occhi così particolare e subito cominciai a fantasticare su come sarebbe stato bello scoparti in ogni posto e posizione possibile.  >> si fermò per riprendere fiato ed il mio cuore si fermò con lui riprendendo a battere insieme alla sua voce che ritornò a rimbombare nel silenzio della camera.
<<  Ma quando abbiamo cominciato a parlare e a conoscerci mi sono dovuto ricredere, eri davvero un angelo. L’angelo più bello e dolce che avessi mai avuto la fortuna di conoscere, un angelo che non si meritava di essere macchiato da un diavolo come me. >> e si fermò.
Non riuscivo a dire nulla o forse stavo aspettando quello che probabilmente avrebbe fermato il mio cuore a vita, quello che mi avrebbe fatto volentieri addormentare senza mai svegliarmi più per non provare dolore.
<< Per quanto potessi mettere paletti e limiti non ho potuto fare a meno di innamorarmi perdutamente della tua dolce risata, dei tuoi occhi luminosi, della tua bocca che ogni volta che mi vedeva sorrideva dolcemente, dei tuoi capelli morbidi come seta, della tua allegria e della tua innocenza. Ma non potevo dirtelo perché non potevamo stare insieme, perché non avrei sopportato di vederti continuamente assediata da paparazzi facendoti sentire in imbarazzo e fuori luogo. Quando sono finite le riprese e il tour di promozione ho tirato un sospiro di sollievo, non ti avrei più rivista e così avrei smesso di soffrire.  >> si alzò finalmente e mi guardò intensamente.
Io avevo gli occhi sgranati e il respiro veloce, il mio cuore stava facendo il doppio degli straordinari. Aveva detto che mi amava, lui mi amava come io amavo lui. Ma perché non riesco a parlare?, mi chiesi e poi lo capii. Non mi fidavo abbastanza da crederci, non dopo che l’avevo visto con centinai di ragazze in atteggiamenti intimi, non dopo che lo avevo visto quella sera con quella sciacquetta.
Si alzò e mi si avvicinò, prendendo poi il mio viso tra le sue mani. Lo guardai negli occhi e come sempre mi persi in quelle meraviglie e non ero convinta che quella volta mi sarei ritrovata.
<< In questi mesi ho fatto di tutto per dimenticarti, ma non ce l’ho fatta. Tu eri sempre li, nella mia testa e nel mio cuore, qualunque cosa facessi. Se mi trovavo nel mezzo di un temporale sorridevo ricordandomi quella volta in cui rimanemmo sotto un acquazzone senza preoccuparci di niente, ridendo e scherzando come due bambini; ogni volta che entro in un bar ordino sempre caffè con panna e vaniglia e un muffin al mirtillo, la tua colazione preferita;  se mi arrivava l’invito di qualche prima di qualche film, pensavo prima a cosa avresti detto tu, se ti sarebbe piaciuto o meno e poi decidevo se andarci; se per la strada vedevo qualche libreria subito mi venivi in mente tu quando ogni volta ne vedevamo una dovevi per forza entrare perché ‘adori… >>
<< …. l’odore delle pagine nuove’. >> finii per lui senza trattenermi più.
Lui annuì sorridendo. << Sono arrivato a vederti ad ogni angolo, ad essere ossessionato dalla tua persona. Quando questa sera ti ho visto, mi è parso che il cuore mi scoppiasse in petto quanto era la tua bellezza e tanto era la felicità di rivederti dopo tanto tempo. >> finì la sua arringa guardandomi dolcemente negli occhi.
Deglutii rumorosamente e mi schiarii la voce un paio di volte prima di dire qualcosa.
<< Co-cosa vuoi da m-me? >> chiesi.
<< Fa diventare anche me un angelo, Bells, rendimi degno della tua purezza e dolcezza. Rendimi in grado di poter stare al tuo fianco senza sentirmi inferiore a te. Rendimi un uomo migliore, un uomo degno del tuo amore. >> vedendo i suoi occhi lucidi. << Rendimi qualcuno. >> sussurrò alla fine.
Lo guardai nei suoi occhi per un interminabile minuto poi mi alzai sulle punte e appoggiai le mie labbra alle sue così morbide e calde.
Quando mi staccai lo guardai negli occhi. << Ti ho reso mio. >> sussurrai e mi beai del dolce sorriso che gli spuntò sulle labbra.
Mi strinse tra le sue braccia. << Ti amo, Bells. >> e mi baciò.
Mi aggrappai alle sue spalle e mi lasciai trasportare a letto, mi lasciai spogliare e lui si lasciò spogliare docilmente da me. Osservai il suo corpo scolpito e illuminato dalla luce fioca della luna che proveniva dalla finestra aperta.
<< Vieni qui. >> gli intimai e lui si stese su di me.
Mi accarezzò il viso e mi spostò i capelli dal viso. << Non mi sembra vero. >> sussurrò poi.
Gli sorrisi stringendolo ancora di più a me. << Rendiamo questo momento reale. >>
E lui mi accontentò rendendo ogni suo bacio indelebile, ogni suo tocco incancellabile e la sensazione di sentirlo dentro di me mentre si muoveva portandomi in un mondo parallelo indimenticabile.
Indimenticabile come la nostra storia.  


The End



 

   
 
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