Caro diario,

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Beh, sarebbe più opportuno chiamarti "cara pagina". Non vedo altre definizioni per un semplice foglio strappato da un comunissimo quaderno a quadretti. Eppure per me rappresenti qualcosa di più della trasformazione di uno sfortunato albero. Ho bisogno di sforgarmi, di parlare. Ma non posso farlo a voce. Credi, forse, che qualcuno mi crederebbe? O mi guarderebbe senza pensare di dovermi rinchiudere in un manicomio? Molto meglio scrivere. Almeno tu non mi giudichi. Per questo non sei solo una pagina. Se non ti dispiace, preferisco chiamarti "diario".

Sai, tenevo sempre i diari, da piccola. Ci scrivevo sopra le cavolate più assurde. Poi ho smesso. Ed ho ripreso esattamente questo pomeriggio. Anzichè utilizzare questa penna colorata, uno dei tanti miei sfizi, per trascrivere in bella copia la traduzione di tedesco per domani, preferisco tradurre i miei pensieri. Molto meglio, non sei d'accordo?

Mio caro e nuovo amico,

quello che posso dirti è che lo amo. Se vuoi te lo sottolineo pure: lo amo. E' difficile dirti da quanto tempo mi è scattata la scintilla (e che scintilla!) ma ormai non è più come prima. Non riesco più ad attraversare quello strano pozzo magico senza che il cuore mi batta a diecimila. Diciamo pure che tutta la situazione è irreale, e io ci sono dannatamente dentro. Le mie permanenze "dall'altra parte" si stanno facendo sempre più lunghe e i miei voti stanno affondando come il Titanic, con la differenza che Jack e Rose non rischieranno la vita per degli scarsissimi punteggi di valutazione.

Proprio ieri mi ha sorriso. Ah si, scusa: mi ha sorriso. Diciamo che non è il genere di sorriso che ti aspetteresti da una persona normale, eppure lui l'ha fatto. Ed era solo per me. Non c'era nessun altro con noi. Il tempo si è come fermato. Son tornata a casa, mi son lavata, ho messo tipo 4 ore per prendere sonno e non ho fatto altro che pensare a quell'attimo.

Fa male pensarci, sai? Perché io mi sono innamorata, tanto innamorata, e quel sorriso l'ho interpretato come la mia speranza. Di poter stare con lui. Fa male pensarci perché significa contare i giorni che mi restano prima che la missione si concluda e il pozzo sparisca per sempre. Fa male pensarci perché lui è un demone di un altro mondo e la liason, Beziehung, relationship, chiamala come vuoi, mi sembra così maledettamente innaturale.

Non sono pazza. Mi conosci da poco e sai già così tante cose di me. Non riesco a non rivolgere il pensiero a lui. Mi riempe le giornate e nello stesso tempo me le succhia come farebbe Gary Oldman in Dracula. Sono carica d'energia ma la incanalo nel modo peggiore possibile, cioè cadendo in paranoia perenne. Immagino, purtroppo, che se ne sia ac

Indovina... mi è appena finito l'inchiostro e non ho altre penne (normali). Comunque, dicevo che temo che lui se ne sia accorto... Non è un tipo di tante parole, ma le sue occhiate mi sono risultate inequivocabili. Sa che ho qualcosa. Ha notato la mia compagnia sempre più taciturna e schiva. Avrà fatto caso al fatto che lo guardo quanto meno possibile negli occhi. Perché, in quegli occhi, amico mio, c'è da perdersi. Non sto scherzando. E' un incantesimo, è un ipnosi fatale. Altro che sciocchi pseudo-indovini da luna-park. Quando un demone come lui ti fissa, potresti veramente scioglierti e trasformarti in cascata. E perdere tutto. Prima di ogni cosa, la testa.

A differenza delle mie tante cotte e sbandate precedenti, qui la questione non è solo quella dell'approccio e della fatidica, martellante domanda: "Gli piacerò?". No. Qui entrano in gioco altre componenti, quale quella della mia sanità mentale.

Non so assolutamente come comportarmi. Sono troppo timida per parlargliene, eppure sento il bisogno di farlo. Credimi, è un fagotto troppo pesante rispetto alle situazioni che ho vissuto.

Non riesco a far finta di nulla, non riesco a comportarmi normalmente, non riesco a non stare male quando mi guarda con quel suo sguardo freddo e mi dice: "Andiamo". Perché quel suo girarsi e darmi le spalle significa dare la spalle alla mia situazione di studentessa innamorata della persona più improbabile dell'universo.

Domani dovrò tornare dall'altra parte... Non sarà facile non rubare, con fare da ladruncola, attimi di contemplazione per il suo viso, la sua statura e quel sorriso abbozzato che mi ha regalato.

Sono ad un bivio. Il bivio più impervio che abbia mai percorso.

Forse è il caso di valutare freddamente la situazione ed essere coerente con le mie scelte. So già che non ci riuscirò. E' sufficiente ripensare a quegli occhi, inespressivi a molti, portali di un altro mondo per me.

Che ansia!!!



Ecco, mia ha appena chiamato mamma per sapere dove diavolo fossi finita. E' il caso che rientri, ed anche in fretta, a casa.

Quanto a te, amico mio, penso che ti distruggerò. Non voglio che questo foglio finisca in mano altrui. E' un tesoro che custodisce un grande segreto, e come tale, celato deve rimanere. Dovrei avere un accendino in tasca. A proposito, sai che sto riducendo di molto le mie sigarette quotidiane? A lui non piace l'odore del tabacco e della nicotina. Le prime volte mi guardava disgustato quando mi azzardavo a contaminare quel mondo purissimo con questo sciocco catrame. Poi per rispetto non le ho più portate con me. Adesso evito di toccarle quando devo attraversare il pozzo. Diciamo che non voglio risultare puzzolente alle sue narici finissime.

Ecco, l'ho trovato. Una volta che avrai preso fuoco, penso che spargerò le tue ceneri su questa panchina, luogo e complice delle mie più profonde riflessioni. Non sono cattiva. Prendila come un antichissimo rito pagano. Il fuoco è purificazione, espiazione. Chissà se non riesca così a bruciare anche questa insana infatuazione. Ma poi... potrebbe essere davvero così insana?