Hiou Shizuka stava morendo.
Kaname se ne era appena andato tenendo tra le mani il cuore di lei.
Ichiru teneva il suo corpo tra le proprie mani, il sangue
della vampira gli colava lungo le dita e lungo i polsi bagnando il
pavimento e le vesti bianche di un peccato rosso scuro.
Le lacrime rigavano le guance del ragazzo posandosi sui
capelli bianchi e sul viso diafano della donna.
- Shizuka… - mormorava tra i singhiozzi
stringendo sempre di più la presa sul suo corpo, temendo che
gli si frantumasse tra le mani da un momento all’altro.
La ricordava meravigliosa come sempre, piangere seduta sul
ramo di un albero, avvolta tra i petali di ciliegio in fiore, e ora era
lì sdraiata sulle sue ginocchia, insanguinata, con quella
voragine nel petto e lo sguardo pacato, rassegnato.
Non pronunciava alcuna parola, osservava il volto di Ichiru
come se lo trapassasse, lasciava che le sue lacrime le bagnassero il
volto, respirava la poca aria che le era rimasta impregnata del suo
sangue, teneva una mano sul petto sfiorando il vuoto che Kaname le
aveva lasciato.
Sentiva ancora il suo morso sul collo, quelle labbra che le
avevano risucchiato la vita senza arroganza, senza violenza.
Le aveva strappato il cuore con la più possibile
delicatezza, era stato veloce, secco. L’aveva uccisa in modo
da non farsi odiare, Kaname, il puro sangue dannato.
I suoi occhi non si erano illuminati nemmeno quando ormai
aveva la vittoria in pugno. Chiunque sarebbe diventato folle dopo aver
acquisito un simile potere. Ma lui no. Lui era sempre stato cavaliere.
Un vampiro gentiluomo.
Solo il pensiero fece spuntare un ghigno divertito sulle
labbra di Hiou Shizuka.
Ichiru continuava a piangere, ella sentiva i suoi gemiti
disperati mentre la stringeva tra le sue mani calde. Quel calore, era
da tanto che non ne sentiva uno simile.
Aveva trasformato qualsiasi fonte di calore in un vampiro,
solo Ichiru era rimasto a scaldarle il sangue.
Inchiru. Era ancora un bambino sperduto, lo si vedeva da
come piangeva per la paura di rimanere solo.
Solo lei lo aveva capito, accolto, dato un po’ di
dignità. Ma non aveva saputo renderlo abbastanza forte,
forse nessuno ci sarebbe mai riuscito.
Voleva bene a quel bambino spaventato, ai suoi occhi persi
ogni volta che lei non c’era.
Ma non era lui ciò che Hiou Shizuka voleva.
- Zero… - mormorò a fior di labbra con le poche forze che le erano rimaste in corpo.
Ichiru sembrò irrigidirsi, sentire pronunciare il
nome del fratello lo agghiacciò.
In quel momento proprio Zero spalancò la porta
accompagnando la sua entrata con un grido di furore.
Hiou vide l’odio trapelare dai suoi occhi e per un
attimo fu eternamente felice.
- Ichiru, allontanati. - il ragazzo non poté non
ascoltare l’ordine della vampira così la
posò delicatamente in terra e si ritirò in un
angolo della stanza buia lanciando un’occhiata inferocita al
fratello gemello che stava in piedi in mezzo alla stanza, davanti al
corpo di Hiou, tenendo la sua arma Bloody Rose in mano puntata contro
la vampira.
Ormai non c’era più nulla da fare,
Shizuka stava già morendo, se anche Zero l’avesse
colpita non sarebbe cambiato nulla. Il suo cuore era giù
stato rubato.
Zero accecato dall’odio capì tutto
questo solo in un secondo momento.
Vide il vuoto nel petto della vampira e l’odore
del sangue della sua padrona gli diede alla testa.
Il punto dove lei lo aveva morso per la prima volta
iniziò a pulsargli e preso dal desiderio di nutrirsi si
piegò in ginocchio al fianco di Shizuka, respirando a fatica
e cercando di resistere a quell’aroma peccaminoso che gli
inondava le narici.
- Zero, ti ho aspettato tanto … -
mormorò improvvisamente la vampira alzando gli occhi spenti
sul vampiro.
Lui non rispondeva, combattuto tra il desiderio di vendetta,
il desiderio di sangue e lo strazio che quella visione infondeva nel
suo animo da vampiro. Dopotutto Hiou Shizuka lo aveva generato, gli
aveva donato quella non-vita e tra loro ora c’era un legame
di sangue inscindibile.
- Sei splendido come la prima volta in cui ci siamo
incontrati, Zero. Vedo quel meraviglioso odio bruciare nei tuoi occhi.
Mi dispiace, avrei tanto voluto morire per mano tua, un giorno.-
Fece una pausa, socchiuse gli occhi e allungò la
mando destra verso la guancia del vampiro, sporcandola del suo
prelibato sangue.
- Potrai mai perdonarmi Zero? Ho fatto così tanti
errori con te. Ti ho privato di qualsiasi felicità.
Volevo solo darti la vita eterna, renderti più
forte. E ora guarda, tutti credono che tu sia un mostro. Eppure per me
sei così meraviglioso. Possibile che nessuno ci capisca?-
Lui continuava a tacere, avere il volto sporco del sangue
della sua creatrice era per lui una dura pena, le strinse la mano che
teneva posata sulla guancia e in quel momento iniziò a
odiare di meno Hiou Shizuka. Provava pena per quella povera donna.
- Eri così simile al mio amore … Provo
così tanta gioia nel vederti con quegli occhi persi, avvolto
nel tuo silenzio. Ma non puoi andare avanti così Zero, non
ti lascerò diventare una bestia …-
Con la mano sinistra così si scostò
una ciocca di capelli mostrando il collo nudo al vampiro che fremente
dalla fame continuava a fissarla in silenzio.
- Noi due siamo così simili Zero. Due
meravigliosi mostri.-
Sospirò e poi chiuse gli occhi.
- Mi è stato affidato questo terribile destino.
Sono nata come una puro sangue. Fortunatamente posso riparare a parte
dei miei errori. Bevi il mio sangue, salvati Zero. E poi forse perdona
questa povera folle. Potrai mai farlo? - socchiuse le labbra e in quel
momento un movimento brusco la fece sussultare.
Poi altro sangue iniziò a colarle lungo il collo,
le macchiò i capelli, scivolò sul pavimento.
Zero si stava nutrendo con voracità della sua
linfa.
Finalmente era salvo. Il suo piccolo amato Zero.
Zero la teneva stretta tra le mani e quando ebbe finito di
cibarsi del suo sangue riprese a piangere e a singhiozzare. Era salvo,
ma la donna che aveva sempre odiato stava morendo, si stava dissolvendo
tra le sue mani. E lui non sapeva cosa fare, perché un pezzo
di lui se ne stava andando per sempre, e ciò che aveva
sempre sperato, poterla uccidere, ormai non aveva più senso.
Perché lei lo aveva sempre amato.
- Bravo Zero, sei sempre stato bravo … figlio mio.- Hiou si allungò verso il volto del vampiro e gli sfiorò le labbra con un ultimo bacio. Un addio straziante.
Così si spense Hiou Shizuka.
Il suo corpo si frantumò in mille piccoli
cristalli che svanirono nel buio di quella stanza.
Tra le mani di Zero rimase solo sangue e sulle sue labbra un
amaro ricordo,
l’amaro ricordo di Hiou Shizuka.
Il vampiro folle per amore.