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Autore: Davide95    08/06/2011    6 recensioni
"Era bella, bella da impazzire. I miei amici mi prendevano in giro. Ma a me non importava. L'importante era lei, solo lei."
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Eccoci qui:) buona lettura, un bacio


Marco non si era limitato ad un abbraccio da amico qualunque. Era venuto da me lo stesso pomeriggio ed avevamo parlato come non facevamo da mesi. Questa fu l'unica cosa buona di quel mese. Era difficile pensare che Chiara avesse potuto fare una cosa del genere. Guardavo Marco e vedevo un bel ragazzo; fascinoso e simpatico. Ma, in ogni caso, lei non avrebbe dovuto baciare quelle labbra. Avrebbe dovuto baciare solo le mie, avrebbe dovuto desiderare solo le mie. Ma che importava ormai? Lei aveva fatto la sua scelta ed io mi ero comportato di conseguenza. Era inutile piangersi addosso. Ma più ci pensavo e più mi veniva da vomitare; volevo liberarmi di quella malinconia che mi seguiva ovunque andavo.
Cancellai i suoi messaggi, tutte le sue dolci 'buona notti' buttate al vento. Volevo cancellare anche il ricordo dei suoi baci, delle sue mani tra i miei capelli e del suo dolce profumo che mi inebriava in ogni momento la mente, ma non ci riuscii. L'unica cosa che feci fu accantonare in un piccolo spazio del mio corpo tutte le emozioni che ancora provavo per lei. Non sapevo dove si trovavano affinchè non potessi, in un giorno triste, trovarle e piangere come non mai. Mi andava bene così: vedendola raramente a scuola mentre camminava sulle sue ballerine dorate con le sue amiche che mai avevo sopportato e nascondermi dietro ad una colonna, per non farle vedere le mie guance arrossate a causa sua. Stare in classe, invece, era una tortura. Sentire lo sguardo di Valentina sul mio viso, mi faceva non soltanto arrossire ma anche vergognare. Non sapevo esattamente il perchè di quest'ultima emozione. Il problema però, fu quando capitammo in coppia per un lavoro di geografia. Avevo sentito che chiedeva al professore se poteva cambiarle il compagno, ma lui aveva negato. Avevo quasi emesso un sospiro di sollievo.

 

Mi sedetti davanti a lei, in quella sedia che ormai conoscevo da anni, eppure non mi era mai sembrata così comoda.
Prima iniziamo, prima finiamo.”
Annui, d'accordo con la sua affermazione.
Iniziai a dare un'occhiata velocemente al materiale che aveva trovato lei e viceversa; erano una marea di fogli, sparsi sul tavolo in disordine. Sorrisi, pensando che lei non era cambiata affatto. Scorrevo velocemente con lo sguardo le fitte righe di ogni foglio, provando un imbarazzo crescente poiché lei non aveva mai mosso il suo sguardo da me, da quando avevo riposto tutta la mia attenzione a quegli stupidi fogli.

Dobbiamo parlare.”
Non so perchè lo dissi, ma lo feci ugualmente.
Spostai lo sguardo da quella che sarebbe dovuta diventare la nostra ricerca, agli occhi di lei che erano così malinconici e marroncini, ma pur sempre belli. Si stava mordendo nervosamente le labbra e non mi stava guardando. Arrossì quando la mia mano si posò sulla sua, stringendola leggermente.

Non avrei mai voluto che accadesse tutto ciò.”
Ritirò la mano e si asciugò una lacrima, credo, invisibile ai miei occhi.

E mi dispiace se ti ho deluso, ferito..”
Davide, dobbiamo continuare la ricerca.”
Fredda, laconica e determinata.

Un due si può recuperare un'altra volta, un'amicizia no. Mi sta distruggendo.”
È questo il punto. È troppo tardi.”
È troppo tardi. Non poteva averlo detto. Non l'aveva detto; non veramente. Non lo poteva pensare.

Vale non dire così.”
La mia voce era rotta, frustrata e colpevole.

Hai presente cosa significava per me vederti ogni giorno mano nella mano con quella sgualdrina? Hai presente cosa significava per me vederti seduto al banco con
un'espressione felice mentre io cercavo di non scoppiare a piangere? Hai presente cosa significava per me vederti e non poterti sfiorare?”
Si alzò di scatto e mi voltò le spalle. Era ricurva su se stessa, così debole e così fragile. Mi alzai e la raggiunsi, abbracciandola da dietro. Cercò di scansarmi ma la feci girare e la tenni stretta al mio petto e mi sentii male quando capii che era quello che mi era mancato in quei mesi. Mi era mancato quel calore, quell'allegria che portava con se Valentina. Mi era mancata lei.
Scoppiò a piangere e con lei anche il mio cuore. In quelle lacrime c'era l'odio nei confronti di Chiara, l'amore verso di me. C'era malinconia, frustrazione, dolore.
E mi si spezzò il cuore quando tra le lacrime mi disse che mi voleva bene.

Dio, anche io Vale. Bene. Tantissimo bene.”
La vidi sorridere ed asciugarsi timidamente le lacrime: fu la cosa più fantastica.

Ehm..sto soffocando.”
Risi e la lasciai andare.
La guardai negli occhi; era più bassa di me, ma non tanto. Aveva delle belle gambe, lunghe e proporzionate rispetto al suo corpo. I capelli ricadevano morbidi sulle
spalle; mezzi erano raccolti con una pinza. Adoravo la sua semplicità. La matita nera le colorava l'interno degli occhi, e questa li faceva risultare leggermente più piccoli, ma stava bene.

Era una di quelle ragazze che probabilmente mi sarei girato a guardare per strada.

  
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