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Autore: miss_girl    08/06/2011    4 recensioni
La festa è in pieno svolgimento,ma Isabella Swan,la solare infermiera della cittadina di Forks,preferisce fare ritorno a casa.Sembra che tutti i suoi amici abbiano trovato la felicità...E lei cosa sta cercando?
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Fu una giornata pesante,fitta di appuntamenti,e Isabella sospirò di sollievo quando l'ebbe conclusa.
Era appena stata dal suo ultimo paziente,il vecchio Isaac Shepherd,e l'aveva trovato in condizioni eccellenti.L'attacco di cuore di qualche mese prima non aveva lascito tracce per fortuna e Isaac aveva ripreso quasi del tutto la sua vita normale.Nonostante avesse sempre rifiutato aiuti alla fattoria,dopo l'incidente del figlio Frank,con grande sollievo di tutti,aveva acconsentito ad assumere il giovane Billy Murray e tutto andava per il meglio.
Mentre guidava alla volta della cittadella,Isabella si ritrovò a pensare a come si fossero sistemate le cose per tutti.Billy sarebbe divenuto presto padre e aveva bisogno di lavorare.Aveva solo diciassette anni e i suoi non avevano certo accolto con gioia la notiza del bimbo in arrivo, ma lui era un ragazzo serio e responsabile e di sicuro se la sarebbe cavata nel suo nuovo, difficile ruolo di genitore.Frank,dal canto suo,era molto più tranquillo ora che sapeva che il padre era in buona compagnia.Il pensiero che potesse tentare di strafare non gli aveva dato pace per un lungo tempo,vista l'età di Isaac e la sua cocciutaggine nel voler continuare a occuparsi di tutto senza aiuto.
Isabella era a pochi chilometri da Forks quando l'acquazzone annunciato esplose in tutta la sua violenza.
La pioggia battente aveva ridotto notevolmente la visibilità e fu per puro caso che Isabella scorse la donna a piedi sul ciglio della strada.Mentre le si fermava accanto,si avvide che era la signora Cullen."Salga,le do un passaggio"la esortò aprendo la portiera.
"Sei la mia salvatrice"ribattè questa con gratitudine,scivolando sul sedile.Una volta seduta,si sistemò sulle ginocchia il cestino di more e sorrise mesta."Avrei dovuto tornare a casa quando ho visto le nubi addensarsi,ma c'erano tante more che mi spiaceva andarmene."
Isabella guardò sorridendo il cestino ricolmo."Ne ha preso in quantità,a quanto vedo.Fa la marmellata?"
"Sì.Edward ne va pazzo.Sei stata molto gentile,mia cara.Spero di non avert portato fuori strada."
"Non si preoccupi,per oggi ho finito.Stavo andando a casa."replicò Isabella fermando la macchina davanti la villa.
"In questo caso,entra a bere una tazza di tè"la invitò la signora Cullen.
"Non vorrei disturbare..."provò a shermirsi Isabella.
"Che sciocchezze!"tagliò corto lei."Coraggio,andiamo."
Corse via verso il portoncino e Isabella non potè far altro che seguirla.
"Accomodati in salotto mentre vado a dire di preparare il tè"la istruì la signora Cullen prima di sparire nel corridoio che portava alla cucina.
Sospirando,Isabella si diresse in salotto.C'era il rischio chi si imbattesse nuovamente in Edward e non era certa he sarebbe stato un bene.Avrebbe preferito aver più tempo per metter ordine nella sua mente prima di rivederlo.
Evidentemente non doveva andare così,perchè quando aprì la porta del salottino,se lo ritrovò davanti.
"Che ci fai di nuovo qui?"le chiese lui senza neppure tentare di celare il disappunto.
"Di sicuro non sono venuta per godere della tua brillante compagnia"ribattè lei sullo stesso tono.
"Stavo tornando a casa e mi sono imbattuta in tua madre.Visto che pioveva a dirotto,le ho dato un passaggio e lei ha insistito per entrare a bere una tazza di tè."
"Davvero?Molto conveniente"commentò lui con un sorriso sardonico.zbr> "Conveniente?Scusa,ma non ti seguo."
"Andiamo,Isabella!Sono le gambe a essere paralizzate,non il cervello!La mamma ti ha detto due paroline stamattina,non è vero?Qualcosa del tipo"vedi se riesci a tirarlo un pò su?"
Dinanzi alla sua espressione colpevole,Edward diede una secca risata."Mmm,ci avrei scommesso. In caso contrario non saresti qui,giusto?Dopotutto,perchè dovresti preoccuparti..."
Un ansito lo colse a metà frase.Ogni traccia di colore svanì dal suo volto,mentre le sue mani si stringevano ai braccioli della sedia con forza.
"Edward,cosa c'è?"chiese Isabella inginocchiandoglisi davanti.
"Uno spasmo muscolare..."gemette lui tra i denti.
"Dove?Alla schiena?"gli domandò facendogli scivolare una mano sul dorso.
Mentre lui annuiva,Isabella avvertì un nodo nei muscoli appena al di sotto della vita.Presa rapidamente una decisione,si alzò."Hai bisogno di un massaggio,ma devi sdraiarti perchè possa fartelo adeguatamente.Dov'è la tua camera?
"Il tinello...E' stato trasformato in modo che..."
Edward non potè aggiungere altro.Il suo volto era una maschera di sofferenza.
Senza perdere altro tempo,Isabella spinse la sedia nell'atrio e da lì al tinello.La stanza era stata trasformata in una camera adatta a qualcuno costretto su una sedia a rotelle.Una paratia separava la zona letto dalla zona bagno.Anche nel bagno tutto era facilmente accessibile a chi avesse limitate possibilità di movimento.
"Ce la fai a spostarti sul letto,Edward?O devo aiutarti?"domandò Isabella,ansiosa di alleviargli il dolore.
"Ce la faccio!"rispose lui a denti stretti.
Gli costò uno sforzo enorme sollevarsi dalla sedia e lasciarsi cadere su letto.Era evidente che non avrebbe potuto fare altro da solo per cui Isabella,questa volta senza chiedere nulla, gli tolse il maglione e iniziò a sbottonargli la camicia.Mentre gliela faceva scivolare giù dalle spalle, cercò di ignorare l'ondata di calore che l'aveva pervasa sotto le dita la sua pelle morbida. I muscoli sotto la peluria bruna erano sodi,compatti,come quelli di un atleta.
Lottando contro le proprie emozini,Isabella lo aiutò a distendersi e lo fece girare con delicatezza sulla pancia.Mentre gli massaggiava la schiena,si chiese come potesse sperimentare simili sensazioni dopo tutto quel tempo.Quel che aveva provato per Edward apparteneva al passato,le era impossibile restargli indifferente.Fu solo concentrandosi sul suo compito che riuscì ad andare avanti.
"Va un pò meglio ?"gli chiese piano,affondando gentilmente le dita nei muscoli contratti.
"Sì..."Edward liberò un lieve sospiro."Capita all'improvviso e non c'è nulla che possa fare...E' quella la cosa brutta."
"I dottori cosa dicono?Ti hanno dei farmaci per controllare il dolore?"
Edward volse leggermente la testa e un ciuffo di capelli gli ricadde sulla fronte.Isabella provò il forte impulso di scostarglieli dal dal viso...
"Ouch!"
Rendendosi conto di aver premuto con eccessiva energia sui muscoli ormai rilassati,Isabella arrossì violentemente."Scusa"mormorò,tentando di mascherare la sua confusione.
Edward tuttavia si accorse che aveva le guance in fiamme e si accigliò."Tutto bene,Isabella?"
"Io...Certo.E' solo che il massaggio è un lavoro pesante..."balbettò lei.
Edward arricciò il naso in una smorfia."Basta,allora.Sto meglio..davvero."
"Voglio essere sicura che il crampo sia passato"insistette Isabella proseguendo risoluta con il massaggio.Edward le posò una mano sulle mani,facendola trasalire.Lo guardò e si rese conto che nemmeno lui era preparato a quella sorta di scarica elettrica che intercorreva tra loro.Rimasero immobili per la frazione di un secondo,ma le parve che fosse un'eternità.Poi Edward ritrasse la mano e dopo esser rotolato sulla schiena si appoggiò ai cuscini con una rapidità che le strappò un'immediata protesta.
"Attento,o i muscoli si contrarranno nuovamente!"Diede poi una risatina,intesa a spezzare la tensione,ma il risultato fu deludente."E' proprio vero che i medici sono i peggiori pazienti"
"Non sono un tuo paziente"ribattè lui duro,gli occhi colmi id una collera che la lasciò stupefatta.
"Lo...lo so.Mi dispiace,Edward.Ma cos'hai?"
"Non ho bisogno del tuo aiuto a livello personale,nè delle tue capacità professionali,per cui non sprecare tempo con me,Isabella.Non voglio la pietà di nessuno!"
"Oh,non preoccuparti per questo,Edward!"replicò lei ferita."Ho di meglio da fare che offrire compassione a chi non la merita.Ora,se vuoi scusarmi,vado a vedere se il tè è pronto.Anche se mi andrebbe di più una buona dose di whisky!Non c'è nulla di meglio di un arrogante,egoista,piagnucoloso bimbetto di 26 anni per farmi uscire dai gangheri!"
Isabella si voltò,ma si fermò di scatto vedendo sulla porta la signora Cullen.
Era evidente che Esme aveva sentito,ma non ne diede segno mentre le sorrideva garbatamente.
"Il tè è pronto cara,ti aspetto nel salottino."Senza aggiungere altro si incamminò nel corridoio mentre Isabella prese un profondo respiro,desiderando di sprofondare sotto terra.
Stava per avviarsi quando sentì Edward ridere.Si girò e,vedendolo divertito sgranò gli occhi allibita.
"Solo tu potevi uscire allo scoperto e dire a voce alta quello che tutti pensano,Isabella!"
"Scusa?"mormorò lei confusa.
Il sorriso di lui svanì."Da settimane mi trattano tutti con i guanti bianchi.So che lo fanno a fin di bene,ma a esser sinceri,non aiuta molto.Mi fanno sentire anche peggio.E per reazione,mi comporto da perfetto bifolco." Le tese la mano e Isabella si avvicinò per prenderla tra le proprie."Sospettavo che avessi pronta una giustificazione per il tuo comportamento,anche se non regge molto"disse dolcemente.Il cuore le batteva all'impazzata ed era certa che per Edward fosse lo stesso.Di colpo,sentì la testa girarle...erano emozioni così inaspettate,pazzesche!
Isabella tentò di ritirare la mano,ma Edward non glielo permise."Credi davvero che possa farcela?"le chiese con occhi velati una una straziante e dolorosa supplica.
Isabella si curvò su di lui e ribattè in tono sicuro:"Sì,certo,Edward.Ti conosco.Se c'è uno che può ricostruirsi la vita,quello sei tu."
"Dai l'impressione che ti stia davvero a cuore quel che sarà di me"mormorò lui in un sussurro appena percettibile.Poi ritrasse brusco la mano e la sua espressione si fece di nuovo distaccata,chiusa.
"Certo che mi sta a cuore"dichiarò Isabella con voce pacata."A parecchie persone sta a cuore...ora sarà meglio che cerchi tua madre o mi darà per dispersa e poi devo anche spiegarle che in genere non maltratto i miei pazienti."
"Ti ho già detto che non sono un tuo paziente,Isabella."
"Allora cosa vuoi essere?"domandò lei senza pensarci.
"Potremmo essere amici...Pensi sia possibile dopo tutti questi anni?"
"Forse"replicò Isabella in tono leggero.Per nulla al mondo gli avrebbe fatto capire quanto quella proposta l'aveva sconvolta.Era sicuramente la soluzione migliore,date le circostanze,eppure era profondamente delusa che da lei volesse solo amicizia.Il che non aveva senso.
"Dipende"soggiunse con una risatina.
"Da cosa?"
"Da come ti comporterai naturalmente"Isabella gli agitò un dito davanti."Sei in prova,Cullen.Niente più scenate o autocommiserazione.Se vuoi la mia amicizia,devi guadagnartela."
Era già sulla porta quando Edward commentò piano:"Sei una donna dal cuore duro,Isabella Swan.Non me ne ero reso conto prima."
Lei non rispose,nè si voltò.Non osava.Il suo cuore,per quanto riguardava Edward,era sempre stato tutt'altro che duro.Questo era il problema.
  
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