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Autore: mamogirl    08/06/2011    4 recensioni
Esiste una sottile linea tra amicizia ed amore, due sentimenti così simili ma allo stesso modo così totalmente differenti da assomigliarsi ben poco.
A volte, quel confine è così impermeabile che nemmeno ti accorgi che esista e difficilmente riuscirai ad oltrepassarlo con un semplice gesto o con una parola ricca di significati impliciti.
Ma, in occasioni così rare e preziose, ti ritrovi dall’altra parte senza accorgerti e, indietro, ormai è impossibile ritornare.
Brian era uno di quei fortunati ad avere trovato l’amore in un’amicizia che era stata coltivata in anni ed anni e che aveva superato, a volte con qualche difficoltà, ogni tempesta che si era abbattuta.
Innamorarsi del suo migliore amico non era stata una decisione presa consapevolmente, quando mai l’amore era qualcosa di razionale e logico?
Era stato un processo naturale, quasi come se fosse già stato scritto, nel suo cuore, che un giorno avrebbe compreso che la sua altra metà era sempre stata accanto a lui, in paziente attesa di un suo cenno.
Potrà una notte speciale essere l'inizio di qualcosa di importare o sarà solamente la fine di una meravigliosa amicizia?
Genere: Fluff, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brian Littrell, Nick Carter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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For you.
I love you.


I probably should be going now
‘Cause I’m not quite sure what to say

 

 

Nick era sicuro che chiunque potesse sentire le urla provenienti da casa sua, nonostante il primo vicino fosse a quasi un chilometro di distanza ed una folta schiera di alberi attutiva qualsiasi rumore proveniente dall’interno.
Come diavolo era possibile che uno scricciolo di donna potesse urlare in quel modo così squillante ed altamente dannoso per il suo udito?
Non solo urlava ma, nel più classico scenario da soap – opera di quart’ordine, era fuggita in cucina, dove ora si stava divertendo a lanciare quanti più piatti possibili.
Melodrammatica? Oh, Nick vi avrebbe messo la mano sul fuoco visto che la scenata aveva avuto inizio per un semplice e banale malinteso.
E, come al solito, Amanda aveva preso la tangente ed era ritornata al suo argomento preferito di lamentele e recriminazioni.
Il che, nella maggioranza dei casi, risultava essere una lunga litania su quanto lui preferisse il suo migliore amico a lei.
“Scommetto che con il tuo caro amico Brian non avresti mai fatto una cosa del genere!”
Come volevasi ampiamente dimostrare.
Se c’era una cosa che Nick non riusciva a comprendere di quella ragazza, della sua ragazza, era quell’odio così spasmodico e senza apparente ragione verso il suo migliore amico. Certe volte, Nick era arrivato a pensare che Amanda fosse gelosa, quasi come se pensasse che lui e Brian avessero stretto una relazione segreta.
Come se una cosa del genere potesse realmente accadere!
“Pensi che sia divertente tutto ciò?” l’acida ripicca fu sottolineata dal lancio di un piatto che si sfracellò sul muro a pochi centimetri dal suo volto. Apparentemente, pensare a quanto ironico fosse una sordida liaison con Brian, aveva provocato un lieve sorriso sul volto di Nick che non era passato inosservato.
“No, trovo che sia alquanto ridicolo. -  Rispose, con piccata ironia, Nick: osservava la ragazza dalla soglia della porta, appoggiato allo stipite e con le braccia incrociate sul petto. - Ti stai preparando per il ruolo della fidanzata oltre modo gelosa e mentalmente instabile?”
“Instabile? Non solo mi tratti male ma mi insulti anche?”
“Credo che tu stia già facendo tutto da sola. Ed anche meglio di chiunque altro.”
“Fai anche lo spiritoso? Non ti ho chiesto il mondo, ti ho chiesto solo di accompagnarmi a fare un po’ di shopping!”
Fare shopping per Amanda significava usare fino al limite la sua carta di credito e rimanere indecisa per ore su due vestiti dello stesso colore, nonostante lei professasse che vi era una notevole differenza fra il blu oceano ed il blu oltreoceano. Hell no!
Tutto era partito da lì.
Nick si era rifiutato, dicendo che non era un bancomat e che, ad ogni modo, voleva prima fare un salto da Brian ma, non appena aveva pronunciato quel nome, le porte dell’inferno si erano aperte mostrando la versione diavolesca della sua fidanzata: Nick poteva giurare di aver visto del fumo uscire dalle orecchie e, se si sforzava un pochino, avrebbe potuto vedere delle piccole corna spuntare dai lunghi capelli castani.
Francamente, lui era ormai stufo di dover difendere la sua amicizia in ogni momento.
“Invece no, il signorino deve andare dal suo migliore amico con cui è stato tutte le settimane passate!”
“Certo, perché tu invece eri dall’altra parte del mondo? Amanda, smettiamola di fare la bambina!”
“Scommetto che questo è tutto frutto di una delle tue chiacchierate con Brian!”
“Di che diavolo stai parlando? Ma ti senti, almeno, quando parli?”
“Oh, perché tu non ti ascolti quando parli di quanto è figo stare con Brian o di come lui cucini meglio di me...”
Nick rischiò di strozzarsi con la sua stessa risata. “Cucinare? Tu? Ma se l’unica volta che ci hai provato hai rischiato di incendiare la casa!”
“E tu dovevi per forza raccontarlo in giro, giusto? Visto che tanto Brian pensa che io non sia perfetta per te, diamogli altre motivazioni!”
Nick era indeciso se prendere a testate il muro o prendere a testate direttamente la ragazza: stava lentamente implodendo a man mano che tratteneva i commenti piccati ma la sua pazienza stava raggiungendo il limite d’allerta.
“Te lo dico solo una volta, smettila di mettere Brian in mezzo come giustificazione del fatto che non andiamo d’accordo. Il problema è fra di noi, non fra te e Brian!”
Amanda si bloccò con un piatto in mano, a mezz’aria, e gli occhi verdi strabuzzarono all’udire quelle parole. “Non andiamo d’accordo?”
“Litighiamo sei giorni su sette, anche quando siamo lontani.” Nick si passò una mano fra i capelli, rassegnato. “Credo che sia meglio rompere.”
Il piatto scivolò dalla mano della ragazza, andando a frantumarsi sul pavimento. “Che cosa?”
“Mi hai sentito bene. Non ce la faccio ad essere continuamente accusato di fare preferenze e no, prima che tu me lo chieda, non escluderò mai Brian dalla mia vita.”
“Quindi è così, scegli lui piuttosto che l’amore?”
“Amore? Questo lo chiami amore?”
“Tu come lo chiami?”
“Non lo so ma di sicuro non è amore. E, prima che finiamo ad odiarci, è meglio troncare tutto.”
“Stai buttando via mesi di rapporto solamente perché preferisci...”
Nick non la lasciò terminare, l’ultima fiamma di pazienza si era ufficialmente spenta. Se Amanda non capiva, beh, erano affari suoi! “Non voglio sentire più niente! La rovina della nostra relazione non è Brian ma tu e la tua annoiante gelosia!”
Nick percorse tutto il corridoio, recuperò la giacca e le chiavi della macchina. Il ticchettio di tacchi lo seguì come un’arpia alla ricerca della propria vittima. “Non voglio vedere né te né le tue cose al mio ritorno.” Pronunciò senza nemmeno voltarsi.
“Mi lasci così? Senza una spiegazione, un perché e mi cacci anche di casa?”
“Se non riesci a capire perché, allora sei meno sveglia di quanto pensassi.”
“Nickuccio...” Amanda lo pregò, la voce tremolante con la dose giusta di lacrime a far luccicare i suoi occhi. Nick non aveva mai resistito alla sua espressione cucciola e triste, la sua carta vincente ad ogni loro litigio.
Nick si voltò a guardare la ragazza per un’ultima volta e quando vide l’espressione pietosa sul suo volto, ogni dubbio rimastogli cadde. “Amanda, smettila con questa scenata. E’ finita.”
Aprì la porta per uscire ma poi ci ripensò, mancava una cosa da dire. “E, Amanda?”
La ragazza alzò il volto speranzosa, sapeva che il ragazzo non avrebbe mai potuto lasciarla.
“Ho sempre odiato quando mi chiamavi Nickuccio.” Con un sordo colpo, si richiuse dietro di sé il portone di casa, lasciando completamente basita la ragazza.
La sua macchina era parcheggiata sul vialetto e Nick vi salì dentro come una furia; mise in moto il motore, tirò giù il finestrino e mise al massimo il volume dello stereo.
C’era solo una persona che poteva risollevargli il morale dopo quella giornata tremenda.
Brian.
E fu in quella direzione che la sua macchina sfrecciò velocemente fra le strade di Orlando.

 

All these years we’ve been
Nothing but friends.

 

Dall’altra parte della città, la giornata di Brian era stata molto più tranquilla rispetto a quella di Nick, nonostante l’ozio non fosse contemplato nelle opzioni del ragazzo.
Per Brian, tempo libero significava avere tempo per fare tutte quelle piccole mansioni che durante l’anno non aveva tempo per occuparsene: c’era ancora qualche lavoretto da sistemare dentro casa, una stanza ancora da ridecorare e decidere come arredarla. Se avesse chiesto consiglio a Nick, la risposta sarebbe stata di sicuro: “Devi assolutamente adibirla a sala giochi! Un mega schermo e l’ultima console in circolazione! Magari anche un tavolo da biliardo...”  Il suo elenco di attrazioni che dovevano esserci ad ogni costo era andato avanti per ore ma Brian non aveva mai smesso di ascoltarlo, semplicemente perché era rilassante sentirlo raccontare di ciò che più lo interessava.
E lui era tentato di assecondarlo, solamente perche sapeva che così avrebbero potuto trascorrere più tempo insieme... era una decisione totalmente dettata dall’irrazionalità, lo sapeva.
Soprattutto, Brian sapeva che si stava cullando beatamente in un’illusione e, per quanto soave ed attraente essa fosse, sarebbe stato solamente altrettanto doloroso il momento in cui si sarebbe risvegliato e si sarebbe accorto che, una volta esaurita l’eccitazione del momento, Nick sarebbe tornato a casa dalla sua fidanzata.
Lui, invece... lui sarebbe rimasto da solo, avvolto in dolci amari ricordi. 
Innamorarsi del suo migliore amico non era stato voluto, oh, certamente no!
Ma era successo e Brian non sapeva nemmeno quando il sentimento di amicizia che provava nei confronti di Nick si fosse trasformato in qualcosa di più profondo, più grande che qualsiasi altra emozione Brian avesse mai provato.
Si era spaventato.
Amare Nick era sbagliato, ecco ciò che la sua mente aveva continuato a urlargli ogni volta che Brian si era ritrovato ad ammirare Nick durante uno dei loro concerti.
Amare Nick era sbagliato perché Nick era giovane, molto più di lui e, in un certo senso, ancora molto ingenuo.
Amare Nick era sbagliato perché Nick non lo avrebbe mai ricambiato e tutto ciò che lo aspettava era un cuore spezzato ed un’amicizia rovinata.
Per questo Brian aveva preferito zittire ogni obiezione presentata a difesa dal suo cuore e si era trovato una ragazza che potesse sopperire a quel vuoto lancinante che provava ogni qualvolta vedeva Nick in compagnia di una delle sue nuove conquiste.
Il che, in pratica, succedeva ogni settimana.
Leighanne era stata la scelta migliore e Brian doveva ammettere che per qualche mese aveva pensato, aveva creduto, di riuscire a dimenticare di quel suo sentimento pazzo per Nick ed amare la ragazza che era stata al suo fianco nel momento più difficile.
Un’infatuazione, ecco che cos’era stata.
Ma il tempo era passato, il suo rapporto con Leighanne continuava e diventava più serio, e l’infatuazione non era diminuita.
Anzi.
Dopo quanto tempo una semplice cotta poteva definirsi, a tutti gli effetti, un amore?
In un momento di scoraggiamento e di totale confusione, si era rivolto a suo cugino e gli aveva chiesto come una persona poteva capire se era davvero innamorato. Kevin non si era dimostrato sorpreso né confuso o perplesso da quella domanda, Brian lo aveva sempre abituato ad apparizioni nella sua camera con domande filosofiche o dubbi da sciogliere.
E Brian ricordava ancora con perfezione le sue parole: 

“Quando non fai altro che pensare a questa ragazza e qualsiasi cosa, anche la più stupida e ridicola, te la fa venire in mente; quando pensi che la sua voce sia il suono più armonioso e vorresti semplicemente trascorrere ore e ore ascoltarla mentre parla. Quando hai le cosiddette “farfalle nello stomaco” non appena la vedi e vorresti stringerla fra le braccia; quando vorresti solamente tenere sul suo viso quel sorriso che illumina la tua giornata più del sole e la tua notte più della luna o delle stelle. Quando senti la sua risata, ogni nuvola carica di malinconia o tristezza scompare; quando la vedi piangere, vorresti cancellare le sue lacrime con carezze e baci. Quando custodi con gelosia ogni momento trascorso insieme con lei, aggrappandoti al suo ricordo per non annegare nella nostalgia. Quando sogni e aneli per toccarla, anche solo sfiorarla per un secondo. Ecco da che cosa capisci se sei innamorato.” 

Per Brian, quella persona era Nick.
Nonostante ciò, nonostante avesse finalmente compreso e accettato che il suo cuore avrebbe sempre battuto per Nick, Brian non era riuscito a uscire allo scoperto.
Ed aveva pagato amaramente quell’indecisione, una pugnalata dritta al cuore proprio da quella ragazza che si era tenuto al fianco con l’inganno.
“Hey nanerottolo!”
Brian lasciò cadere la paletta che aveva fra le mani. Quella voce la conosceva e, soprattutto, c’era solo una persona che poteva chiamarlo con quel nomignolo senza provocare uno scatto d’ira. Ma la persona a cui apparteneva quella voce non poteva essere lì in carne ed ossa...
“Fantastico! – pensò – ora mi immagino pure la sua voce!”
Giusto per sicurezza, si voltò per rassicurare il poco di sanità mentale che gli era rimasta ma... o aveva le allucinazioni oppure Nick si trovava davvero nel suo giardino.
“Nick?” domandò per essere sicuro?
“Pensavi che fossi una copia?”
“No!” rispose Brian, sperando di non essere arrossito. “E’ che... che cosa ci fai qui?”
Nick scrollò le spalle, le mani infilate nelle tasche dei jeans e con la punta del piede giocherellava con un sassolino. “Ero da queste parti.”
Brian lo guardò accigliato. “Che cosa ci facevi dall’altra parte della città? Non dovresti essere a casa con Amanda?”
“Abbiamo litigato.” Rispose atono Nick. “Che cosa stai facendo?” chiese poi, cambiando immediatamente discorso. Era venuto da Brian per dimenticare non per psicanalizzare ogni parola. L’altro ragazzo intuì che era un discorso da non approfondire, almeno per il momento, e lasciò correre. Qualsiasi cosa fosse successa, l’avrebbe scoperto non appena Nick fosse stato pronto a raccontarglielo.
“Secondo te?” ribatté Brian, alzando il sopracciglio: era accovacciato per terra, circondato da attrezzi da giardinaggio, bulbi di fiori e terriccio. Non era molto difficile indovinare in che cosa stava occupando il suo tempo!
“Progettando una trappola per qualche amante di troppo?”
“Stupido! -  esclamò Brian, lanciandogli una manciata di terra. – Come se ne avessi qualcuna.” Aggiunse poi a fil di voce.
“Non sapevo che fossi un appassionato del pollice verde.”
“Nick, sono nato in Kentucky! Cantare e lavorare la terra erano il mio pane quotidiano.”
“Potresti chiamare un giardiniere.”
“Perché dovrei chiamare qualcuno per fare un lavoro che sono capace benissimo di fare?”
“Non so. -  Commentò Nick, sedendosi sul gradino più alto della terrazza, a pochi centimetri da Brian che continuava a scavare ed a piantare fiori. - Siamo pop – star mondiali.”
“Nicky, potremo anche vendere milioni di album ma ciò non significa che non possiamo comportarci ancora come persone normali. Tu faresti mai guidare una delle tue barche a qualcun altro?”
“Effettivamente no.”
“Visto? E poi un giardiniere non lo farebbe mai come voglio io quindi tanto vale, no? Chi fa da sé fa per tre.”
“Posso darti una mano?”
“Non vorrei che sua maestà rock star si sporcasse le mani con la terra!”
“Stupido! -  ribatté Nick, facendogli una pernacchia. -  Almeno posso sapere che cosa stai piantando?”
“Laggiù ho già piantato delle piante aromatiche: salvia, rosmarino e basilico che possono essere utili per quando cucino. - Spiegò Brian indicando un gruppetto di piante e Nick notò che le aveva sistemate esattamente sotto la grande finestra della cucina. - Ora, invece, mi sto dedicando alle rose. Qui volevo semplicemente fare il perimetro del patio e stavo pensando che, durante la prossima pausa, potrei costruire un gazebo ed addobbarlo con un bel roseto.”
“Non ti sembra di esagerare con le rose? Non è che poi andrai in giro con qualche mazzo nascosto all’interno di uno smoking?”
“Come siamo spiritosi oggi!” commentò Brian.
Nick si ritrovò, stranamente, ad osservare il volto tutto estasiato di Brian mentre raccontava i particolari del gazebo che voleva costruire: il sorriso gli arrivava fino agli occhi, rendendoli di una tonalità d’azzurro chiaro. Aveva sempre adorato gli occhi di Brian ed invidiato quella tonalità così particolare, capace di cambiare con il modificarsi della luce. Inoltre, ora, con quel piccolo tocco di abbronzatura sulla pelle, sembravano risaltare ancora di più, catturando la sua attenzione. E così, dal nulla, si incominciò ad insinuarsi uno strano pensiero, il chiedersi che luce potesse apparire in quel celeste se animato dal fuoco della passione, quelle fiamme che solo l’amore fisico potevano dare vita.
“Nick? Mi stai ascoltando?”
Immerso com’era nell’ammirazione degli occhi di Brian, Nick aveva completamente perso ciò che il ragazzo stava dicendo o che Brian lo stava richiamando da qualche secondo.
“Scusami.”
Brian si alzò e andò a sedersi vicino a Nick. “Deduco che tu non voglia tornare a casa, giusto?”
“Mi stai invitando a cena?”
“Sai bene che non hai bisogno di inviti formali. -  Rispose Brian. Ed, onestamente, era la verità: sia per Nick che per tutti gli altri, la sua porta era sempre aperta, tant’è che aveva lasciato ad ognuno il codice per aprire il cancello centrale e copie delle sue chiavi. Si fidava di loro e, se mai avesse dovuto succedergli qualcosa, avrebbero avuto meno difficoltà ad intervenire. - L’unica cosa che mi devi dire è che cosa vuoi per cena.”
“Riesci a farmi la tua famosa lasagna?” domandò speranzoso Nick, con l’acquolina in bocca al solo pensiero.
“Se mi dai una mano, potremo anche farcela.”
“Che cosa stiamo aspettando, allora?” esclamò Nick, balzando in piedi e dirigendosi velocemente dentro la casa, in direzione della cucina.
Brian appoggiò in un angolo gli attrezzi che ancora teneva in mano e si lasciò sfuggire un sospiro: più cercava di stare lontano da Nick più si ritrovava attratto a lui come un girasole dal sole.
Perché opporsi, allora?
Avrebbe preso tutto ciò che poteva e se lo sarebbe fatto bastare, anche se avrebbe significato lasciar morire la sua anima un altro po’.
Così seguì la voce estasiata di Nick mentre trafficava nella sua cucina. “Nick! Giù le mani dal gelato che non è decisamente il momento per mangiarlo!”

 

Can last night last?

 


“Allora, mi dici che cosa è successo tra te ed Amanda?”
Era ormai sera inoltrata ed i due amici si erano trasferiti in salotto non appena il forno aveva annunciato che la lasagna era pronta per essere addentata. Così, piatti in mano ed un calice di vino nell’altra, Brian e Nick si erano accomodati sul grande divano davanti al camino, lo stereo acceso a basso volume solamente come sottofondo.
“E’ finita. -  Rispose Nick dopo aver preso un sorso di vino. - Le ho detto di recuperare tutte le sue cose e che domani non volevo più vederla in casa.”
“E’ abbastanza definitivo. -  Commentò Brian. - Che cosa ti ha spinto ad una decisione del genere?”
“Sei già entrato in modalità psicologo? - lo scherzò Nick. - Non so, ormai erano settimane che non facevamo altro che litigare e... ogni suo atteggiamento mi dava letteralmente sui nervi.”
Brian si lasciò scappare una risatina. “Pensavo ti piacesse il tipo “sono una primadonna”.”
“Perché mi vado sempre ad impegolare con ragazze di quel tipo?”
“Perché sono le più facili da conquistare, Nick. Anzi, per te è come respirare una boccata d’aria. Basta che fai l’occhiolino e le hai stese al suolo. Ti adorano, farebbero qualsiasi cosa per entrare nel tuo letto e tu... tu hai un cuore d’oro, le tratti tutte come se fossero delle principesse, anche quando non se lo meriterebbero.”
“E Amanda era una di queste?”
“Non metto in dubbio che, in qualche modo, ti amasse.”
“Però...”
“Però amava di più gli aspetti glamour della tua vita e che cosa poteva ottenere in cambio dall’essere la tua fidanzata.”
“Oh beh, come attrice di soap – opera sarebbe perfetta! La scena di oggi sembrava presa da una puntata di una di quart’ordine.”
“Se mi dici che ti ha tirato i piatti...”
Nick annuì. “E dovevi sentire come urlava! Frasi senza senso, tra l’altro.”
“Ti ha accusato di averla tradita?” tirò ad indovinare Brian.
“Peggio! Penso che credesse che io e te avevamo una sordida relazione visto che parlavo sempre di te e vi confrontavo sempre.”
Brian rischiò di strozzarsi con il boccone di pasta che stava masticando. “Cosa?”
“Già. Come il fatto che preferissi passare tempo con te a giocare a basket invece che andare con lei a fare shopping.”
“Guarda che non mi offendo se preferisci lo shopping al basket.”
“Non dire stronzate! Non sono Jay che tra poco avrà una succursale di un negozio dentro in casa! -   esclamò Nick, fingendosi offeso da quel pensiero. -  Il punto è che non l’amavo. Non vedevo l’ora di tornare in tour perché così potevo stare meno ore con lei e... non dovrebbe essere il contrario?”
“Sì.”
“Credimi, Bri. E’ meglio così. Vorrei solamente trovare la persona giusta, sai? Quella con cui ti basta anche stare così come siamo noi, seduti su un divano a mangiare e chiacchierare del più e del meno. Quella persona che mi rende completa.”
Brian appoggiò il suo piatto sul tavolo ed appoggiò la mano sopra quella di Nick. “Ascolta. Un giorno la troverai, anzi, sarà lei a trovarti perché tu sei così speciale...” si interruppe, consciamente voleva fermarsi prima di dare il via a tutti i motivi per cui Nick era così speciale per lui. O prenderlo per le spalle ed incominciare a scuoterlo per fargli capire che quella persona era lui.   
“Anche tu lo sei, Brian. - disse Nick con lo stesso tono di voce usato dall’amico - Non capisco come Leighanne abbia potuto lasciarti andare.”
Nick sapeva che stava entrando in un territorio circondato da filo spinato. Per quanto non fosse quasi mai andato d’accordo con Leighanne, aveva sempre pensato che, se una storia riusciva a superare il primo anno, significava che funzionava.
Brian e Leighanne erano rimasti insieme per quattro anni ed erano sempre sembrati la coppia perfetta. Invece, all’improvviso proprio come un temporale d’estate, Brian aveva annunciato che si erano lasciati.
Senza dire nient’altro, senza rispondere alle loro domande se non chiudendosi in un silenzio totale.
Come in quel momento.
Brian si irrigidì immediatamente, ritirando la mano stretta ancora in quella di Nick.
“E’ finita.”
“Brian.”
“Non ne voglio parlare. Sto bene.”
“Brian.”
Avrebbe potuto richiamarlo ventimila volte ma Brian non avrebbe abbassato la guardia.
“Hai finito di mangiare? Puoi rimanere qui a guardare un po’ di tele mentre io finisco di pulire.”
Nick rimase a guardare Brian recuperare i piatti e scomparire in cucina. Ma non lo seguì. Nick sapeva bene quando spingere per carpire un’informazione da Brian e quando lasciare stare e quello era il secondo caso.
Così prese il telecomando ed accese la televisione ma riuscì a seguire ben poco di quello che veniva detto, anche se era il suo programma preferito. La sua mente era in compagnia di Brian, intenta a domandarsi come poteva far ritornare quel sorriso che tanto amava sul suo volto e che cos’era quell’inspiegabile desiderio di essere lui la persona speciale che sarebbe riuscita in quell’intento. 


Was it just too much red wine?
One too many lonely nights?

 
 
Nick si svegliò di soprassalto, anche se non riusciva a comprendere che cosa lo avesse spaventato così tanto nel suo inconscio da preferire il mondo reale al tanto agognato riposo.
Ritornare a dormire – o almeno provarci – era impossibile, per cui Nick decise di scendere in cucina per prendere qualcosa da bere, magari trovava ancora qualche resto della lasagna da mangiucchiare.
Aveva appena ridisceso i primi scalini quando gli sembrò di sentire delle note provenire dal piano inferiore.
Da quando i fantasmi ascoltavano la musica?
Nick scosse la testa a quel suo stesso pensiero, se Brian avesse potuto ascoltarlo avrebbe detto di certo che solo lui poteva pensare ad un fantasma invece che ad un semplice ladro.
Anche se... nemmeno quella opzione era granché realista, da quando un ladro si metteva ad ascoltare musica mentre stava rubando in casa d’altri?
Soprattutto, fra tutti i cd che Brian possedeva, il cui numero arrivava molto vicino alla doppia cifra del migliaia, era mai possibile che un ladro scegliesse una canzone di Mariah Carey?

 

 

I’m thinking of you
In my sleepless solitude tonight
If it’s wrong to love you
Then my heart just won’t let me be right
Cause I’ve drowned in you
And I won’t pull through
Without you by my side

 

 

Nick seguì quella lenta armonia che lo condusse in salotto: nella penombra, illuminato solamente dalla luce flebile dello stereo, riusciva a mettere a fuoco la figura di Brian, seduto sul divano, il corpo rivolto verso la finestra e lo sguardo perso nel panorama. O quel poco che potesse vedere essendo piena notte, una notte in cui non c’era nemmeno la luna ad illuminare il nero cielo.
Un braccio steso sullo schienale del divano, dove vi aveva lasciato appoggiata la testa, nell’altra mano Brian teneva un calice di vino rosso.
Brian? Vino?
Nick non riusciva a credere ai suoi occhi, Brian beveva solamente a cena, mai negli altri momenti della giornata e, soprattutto, non in uno dei più classici momenti di nostalgica malinconia.
Frick, che cosa ti sta succedendo?

 

 

Baby, can you feel me?
Imagining I’m looking in your eyes
I can see you clearly
Vividly emblazed in my mind
But you’re just so far
Like a distant star
I’m wishing on tonight

  

 

Non era riuscito a prendere sonno.
D’altronde, come poteva con Nick a qualche metro di distanza da lui?
Si era promesso di dimenticare che cosa suscitava in lui la sua mera presenza ma quei sentimenti erano troppo potenti per riuscire a soffocarli.
Perché era venuto da lui?
Oh, già, perché lui era il suo fottutissimo migliore amico!
Brian prese un altro sorso del liquido rossastro, le labbra subito si incurvarono in una smorfia di disgusto visto che non era un intenditore e, di sicuro, il motivo per cui aveva recuperato quell’unica bottiglia di vino era perché voleva raggiungere quel così tanto agognato oblio di cui tanto aveva sentito parlare da Aj.
Niente pensieri, niente dubbi, niente problemi... solo un nero vortice da cui lasciarsi trascinare fino alla mattina successiva.
Eppure, non appena chiudeva gli occhi, il volto di Nick era la prima cosa che gli appariva: poteva immaginarselo, nascosto sotto il piumone in camera, i capelli biondi completamente davanti agli occhi e le labbra leggermente socchiuse.
Oh, che cosa avrebbe dato per poter sdraiarsi accanto a lui e lasciarsi cingere da quelle braccia!
Solo una notte, non chiedeva troppo.
Solo una notte dove poter finalmente lasciare libero il suo cuore, libero di librarsi senza redini o catene.
Voleva lasciarsi annegare in quel mare, lasciarsi trasportare dalle onde se significava poter rimanere aggrappato a Nick.

 


I’d give my all
For your love
Tonight

 

 

Nick si avvicinò ma Brian sembrò non accorgersi della sua presenza.
Quando fu vicino a lui, così vicino che poteva sfiorare la sua pelle, la prima cosa che notò furono le lacrime che scendevano sulle guance dagli occhi chiusi.
Quella scena lo bloccò sui suoi passi, sul volto di Brian c’era impressa un’espressione di sofferenza che gli faceva mancare il respiro, annaspando in un’ondata di sensi di colpa.
Nick, che razza di migliore amico sei se non hai notato quanto stava soffrendo Brian?
Come tutti gli altri, aveva dato per scontato che Brian fosse in grado di leccarsi le sue ferite d’amore.
Come tutti gli altri, aveva creduto quando il ragazzo aveva liquidato qualsiasi richiesta di spiegazione sulla rottura con un semplice: non funzionava.
Ma Nick non era tutti gli altri... ma si era comportato allo stesso modo!
Nick, più di tutti gli altri, avrebbe dovuto intuire che il sorriso era solo una maschera per non preoccupare chi gli stava accanto.
“Bri?”
Nick si sedette accanto al ragazzo, appoggiando la testa a pochi centimetri dalle dita di Brian.
“Ti manca?” domandò Nick, pensando e ritenendo che fosse questo il problema. Che tutta la sofferenza che ora scivolava via in gocce d’acqua era causata da una separazione, dalla fine di un rapporto durato ben quattro anni e che non aveva ceduto nemmeno di fronte alla prospettiva di morte.
Brian non aprì nemmeno gli occhi. L’alcol in corpo aveva preso possesso della sua mente, slacciando qualsiasi controllo.
Se fosse stato sobrio, avrebbe cancellato immediatamente ogni traccia di debolezza.
Se fosse stato sobrio, avrebbe di certo incolpato qualche allergia per i suoi occhi rossi.
Ma Brian non era sobrio ed era stanco, oh sì, era stanco di tenersi tutto dentro.
Il suo tormento era come un cancro che, piano piano, lo stava divorando e l’istinto primario ora era quello di cercare un modo per sopravvivere.
“Come può mancarti qualcosa che non hai mai avuto?”
Nick si ritrovò spiazzato da quella risposta. Non era di certo quella che si era aspettato.
“O forse ti può mancare... ti può mancare il non avere mai avuto la possibilità di assaporare ciò che hai sempre desiderato. Ti può mancare un sogno, Nick?”
“Di che sogno stai parlando, Brian? Di ritornare con lei?”
Un’amara risata si alzò dalla gola di Brian. “Perché dovrei tornare con qualcuno che mi ha tradito?”
“Tradire? E’ per questo che vi siete lasciati?” Domandò Nick.
“Oh sì. Tu l’hai lasciata perché parlava male di me. Io l’ho lasciata perché mi tradiva con te.”
“Con me? È questo che ti ha detto? E tu le hai creduto?”
“Non con te, Nick. Ma con un ragazzo che ti assomigliava molto, era la tua copia sputata. E lo sapeva che quello mi avrebbe fatto più male del tradimento in se stesso.”
“Perché?”
“Vuoi proprio saperlo, Nick? Perché? Perché così poi anche tu te ne andrai dalla mia vita?”
“Non potrei mai, Brian. Qualsiasi cosa sia, sai che non ti abbandonerò mai.”
“Non credo più all’infinito. Non esiste promettere qualcosa che sai che un giorno spezzerai. Perché mi illudi, Nick? Perché sei così crudele con me?”
“Bri... -  Nick non sapeva che cosa dire, faticava a comprendere il filo del discorso di Brian. - Ho bisogno di capire, non ha senso ciò che stai dicendo. Perché sarei crudele?”
“Perché non potrò mai averti.”
“Avermi? Tu mi hai già, Brian. Frick e Frack, insieme per sempre.”
“Ma come amici. Sono stanco di essere solo tuo amico, sono stanco di vederti con ragazze che non sapranno mai come trattarti e come farti sentire amato. Sono stanco di essere solo.”
“Stai... dicendo...?”
All’improvviso, gli occhi di Brian si aprirono di scatto. Nick rimase ipnotizzato dall’acceso azzurro di quelle iridi, qualcosa era diverso nel ragazzo ma, prima che potesse registrarsi nella sua mente, le labbra di Brian si appoggiarono sulle sue.
Soffici.
Le labbra di Brian erano le più soffici che avesse mai assaggiato, sapevano dell’amaro e salmastro sapore di lacrime ma, sotto questo strato, una dolcezza impalpabile lo stava aspettando.
Nick non era shockato.
Strano da spiegarsi ma non riusciva a trovare sconvolgente quel bacio.
No, quel bacio era giusto.
Era perfetto.
Perfetto come il modo con cui le loro labbra si cercavano, in uno struggente e sempre più disperato ballo.
Perfetto era il modo con cui Brian si socchiudeva sotto i suoi tocchi esperti e di come cercava di inseguirlo, ripagandolo con la stessa moneta.
Attorno a loro due, tutto si era fermato.
La musica si era confusa, note e voce si sovrapponevano in un soffuso sottofondo senza potersi distinguersi. Il buio, che prima sembrava così spaventosamente minaccioso, ora offriva loro una coperta dove potersi nascondere e lasciarsi andare; era uno scudo che permetteva loro di accendere quel fuoco di passione senza la paura che qualcuno ne uscisse arso.
In quel bacio, Nick comprese tutto quello che Brian non gli aveva mai detto.
Quel semplice scambio di carezze aprì un mondo totalmente nuovo a Nick: sensazione ed immagini incominciarono a formarsi una dietro l’altra ed ognuna era più potente della precedente.
Si staccarono, ansimanti e vogliosi di ricominciare non appena possibile.
Il bicchiere che Brian aveva tenuto in mano era caduto durante il bacio ma poco gli importava se il liquido rossastro sporcasse il tappeto bianco. Anzi, era sicuro che non si sarebbe nemmeno accorto se al di fuori di casa sua, no meglio dire se oltre il salotto, si scatenasse l’inferno.
Tutto ciò che aveva importanza stava accadendo all’interno di quelle quattro pareti, lì, su quel divano che per le ore precedenti era stato semplicemente il rifugio di Brian dal dolore.
Ora non più, anche se non sapeva da dove avesse tratto il coraggio di fare quella prima mossa.
La realizzazione di ciò che aveva fatto lo colpì in pieno ventre. Non vi era più nemmeno la patina velata dell’alcol a proteggerlo dal riflettere sulle implicazioni del suo gesto.  
Aveva baciato Nick.
Senza una spiegazione, senza un perché, senza prima avergli aperto il proprio e messo in chiaro che non si aspettava nulla da lui, se non comprensione.
Le parole incominciarono ad uscirgli di getto, senza pause, un unico flusso di frasi a volte sconnesse fra loro. “Dio Nick... mi spiace io non volevo... cioè, io volevo, Dio sa solo da quanto volevo farlo! Ma non così, non prendendoti alla sprovvista e... non credere che la mia sia stata tutta una scena per farti cadere in trappola e poi baciarti... è solo che... non ce la faccio più ad esserti solamente amico e lo so che è sbagliato, che non dovrei provare questo sentimento così forte verso di te ma ci ho provato! Su questo devi credermi, ci ho provato...”
Nick non gli diede modo di continuare nel suo farfugliare.
Una mano si infilò dietro la nuca di Brian, spingendo il ragazzo ancora contro di lui e le labbra di Nick ripresero da dove erano state interrotte a causa della mancanza d’ossigeno.
Ogni resistenza, seppur minima, di Brian crollò come un castello di sabbia durante una potente ondata e, proprio come uno di quei granelli, Brian si lasciò trasportare da tutto ciò. Si strinse ancora di più a Nick, le gambe si allacciarono attorno alla vita del ragazzo e nuove sensazioni si mischiarono a quelle che già erano combustione ad un fuoco di passione sempre più ardente.
Le loro mani si rincorrevano sulla schiena, sulle braccia, su qualsiasi porzione di pelle che ancora non aveva incominciato a fremere.
“Solo una notte. -  Pronunciò Brian, la testa appoggiata sulla spalla di Nick, in un raro momento di respiro. -  Dammi una sola notte, è l’unica cosa che ti chiedo.”
Nick annuì, spinto dall’onta del momento.
Non sapeva che cosa gli stava succedendo, non sapeva che cosa lo spingeva ad accettare quella strana richiesta.
Sapeva solo che anche lui voleva quella notte.
Il giorno avrebbe fatto luce su quei sentimenti, la luce del sole avrebbe chiarito perché si sentiva attratto dal suo migliore amico.
Prese la mano di Brian ed insieme scesero dal divano.
“Andiamo. -  Disse Nick a fior di labbra, cogliendo l’indecisione sul volto di Brian. - Se vuoi una sola notte, voglio che sia speciale.”


There’s a towel on the bathroom door
A t-shirt in my dresser if you like
And I’ll go put the coffee on
I’ll pour a cup for you if you like


Le luci della mattina illuminarono il centro della stanza. Bianche coperte erano sparse per il pavimento, a coprire i due occupanti del letto erano rimaste solamente le lenzuola; vestiti addobbavano ogni angolo come se un tornado fosse passato in quella camera ma avesse afflitto solamente gli indumenti, lasciando intanto ogni altro oggetto presente.
La lunga figura di Nick occupava il centro del letto, il braccio sinistro piegato sotto la testa mentre il destro cingeva la vita di Brian, che si era addormentato stretto attorno all’amico, in un abbraccio quasi in stile koala.
E Brian fu il primo a svegliarsi, come se potesse sentire il diabolico ticchettio di una sveglia che stava giungendo al momento dell’allarme, a segnalare che il loro tempo come amanti era ormai agli sgoccioli e lui e Nick dovevano separarsi.
Riprendere la loro vita come semplici amici.
Ma ne sarebbero stati capaci?
Nick gli aveva dimostrato, se mai ne fosse stato bisogno, quanto altruista fosse: aveva accettato la sua richiesta senza domande e gli aveva donato la notte più splendida che avesse mai potuto desiderare.
Ti amo.
Oh, più di qualsiasi altro giorno, Brian era sicuro di ciò che provava per il ragazzo che continuava a dormire sotto di lui.
Ogni gesto, tocco, sguardo o carezza erano impressi nella sua mente, come ogni centimetro della pelle di Nick: le sue dita avevano tracciato le linee dei suoi tatuaggi, le sue labbra avevano accarezzato ogni lembo, assaggiandone il dolce sapore.
Ma non poteva obbligare Nick in qualcosa che non era nel suo essere.
Sentì un groppo in gola incominciare a bruciare mentre gli occhi incominciavano a gonfiarsi per le lacrime che tentavano di scappare.
Dio, perché doveva essere condannato a lasciarlo andare?
Desiderava solo lui nella vita, perché gli doveva essere negata l’unica persona che lo facesse sentire completo?
Non era giusto, no.
Tutto ciò era maledettamente ingiusto.
Che giustizia c’era nel fargli trovare la sua anima gemella per poi scoprire che non avrebbe mai potuto amarla come tutti gli altri?
Nick sarebbe andato avanti, non ne aveva dubbi. Una volta che gli avrebbe detto che niente era cambiato fra di loro, si sarebbe messo la coscienza a posto ed avrebbe aspettato la sua di anima gemella mentre a lui sarebbe toccato solamente assistere.
Assistere come migliore amico.
Come fratello maggiore.
Non come anima gemella, non come amante né come compagno.
Non avrebbe avuto niente se non qualche briciola di amore ed i ricordi di quella notte come sostegno.
“Bri? Sei sveglio?”
Imponendo a se stesso di non piangere, Brian aprì gli occhi e si ritrovò immerso nel sorriso più meraviglioso: tracce di sonno erano ancora presenti su quel volto ed i capelli sembravano aver avuto una festa mentre Nick dormiva ma... maledizione, Nick era ancora più sexy di prima mattina!
“Buongiorno.”
D’istinto, Nick s’abbassò e lasciò un bacio sulla fronte di Brian. “Dobbiamo per forza alzarci?”
Brian era confuso... perché Nick si stava comportando come se niente fosse successo?
Perché si comportava come se fosse normale svegliarsi abbracciati insieme dopo una notte così magica?
Doveva allontanarsi prima che si lasciasse prendere da quella situazione e dimenticasse che cosa doveva fare.
Rassicurare Nick.
Sì, Nick era il suo primo pensiero.
Al suo cuore spezzato, avrebbe potuto pensarci più tardi, avvolto attorno a quelle lenzuola che ancora sapevano di lui.
“Se vuoi, puoi rimanere a letto mentre io vado a preparare il caffè. Ne vuoi anche tu una tazza? -  disse Brian mentre, con malavoglia, si staccava da Nick e si metteva a sedere. – Se vuoi farti una doccia, l’asciugamano è appeso alla porta e nell’armadio dovrebbe esserci qualcosa che possa andarti bene.”
Nick sulle prime non rispose, la sua attenzione rivolta alla bianca schiena nuda del ragazzo. Ricordava ancora quanto soffice e liscia fosse, i fremiti ed i brividi al passare delle sue mani... come un film, le immagini della notte precedente incominciarono a scorrere davanti a suoi occhi: riprovava ogni sensazione, riprovava quell’appagante momento in cui i loro corpi si erano uniti, fondendosi in un qualcosa che Nick aveva mai provato fino a quel momento.
“Cosa succede, ora?” si ritrovò a domandare. Una parte di lui voleva dimenticare, far finta che niente fosse successo e rimanere amici ma l’altra, quella parte che aveva scoperto quanto meraviglioso fosse stare insieme a Brian, voleva che quella notte non finisse più.  
Dopo essersi voltato, Brian appoggiò il palmo della mano sulla guancia di Nick mentre le sue labbra cercavano quelle del ragazzo, racchiudendole in un ultimo bacio, dal sapore dolce amaro di un addio.
Nick non sapeva spiegarsi quel sentimento di perdita che aveva incominciato a stringere le sue affusolate dita attorno al suo cuore e che ne soffocava, sul nascere, ogni battito più forte del precedente. Non riusciva a comprendere come, il solo pensiero che Brian stesse per uscire da quella porta senza tornare indietro, potesse assomigliare ad una condanna a morte.
Niente sarebbe stato più come prima, per quanto Brian gli avesse assicurato come quella notte non avesse cambiato nulla. Niente avrebbe potuto cancellare quella meravigliosa sensazione di avere il ragazzo fra le braccia, l’inimitabile profumo con cui si era addormentato e che ancora fluttuava nell’aria: era l’aroma che lo aveva accompagnato ovunque andasse, semplicemente perché aveva sempre avuto al suo fianco Brian.
Che cosa sarebbe successo ora?
“Bri...” Il nome gli uscì a fior di labbra, un misto tra un singhiozzo, colmo di dolore, ed un sospiro di contentezza per aver riassaggiato quei semplici lembi di pelle.
Brian, inizialmente, non rispose. Appoggiò la fronte contro quella di Nick, memorizzando ogni minimo dettaglio di quella loro notte.
Oh, quei ricordi sarebbero stati conservati con cura e dedizione nel suo cuore, attimi preziosi che lo avrebbero riscaldato quando la solitudine lo avrebbe avvolto con la sua gelida coperta.
Brian avrebbe sempre riguardato indietro a quella notte con quel retrogusto di amara malinconia, la domanda “che cosa sarebbe potuto succedere se...” avrebbe aleggiato sopra di lui come una minacciosa nuvola.
Il regalo più grande che Brian ora potesse fare a Nick era quello, lasciarlo libero di decidere che direzione prendere.
Senza pretese, senza legami, senza obblighi.
Nick non gli doveva niente, gli aveva già dato ciò per cui aveva sempre anelato.
Per quanto la sua anima stesse sanguinando all’idea di lasciarsi tutte alle spalle, Brian sapeva che era la scelta, anzi, la decisione migliore da prendere.
“Nick, mio adorato Frack. – la voce di Brian si incrinò al quel soprannome, così intimo. Dio, quanto era difficile fare la scelta giusta! – Mai avrei pensato di poter vivere questa notte. Grazie a te, è stato possibile e per questo te ne sarò sempre riconoscente. Non dimenticherò mai quanto è potente il tuo amore.”
Così vicini e così distanti, mente e cuore stavano seguendo due vie completamente differenti con due scopi totalmente contrastanti ma anche così simili: la ragione, la logica, voleva proteggere ciò che avrebbe potuto essere la distruzione completa della loro amicizia; i suoi sentimenti, il vero centro della sua anima, lo stavano spingendo, invece, ad ottenere ciò che aveva sempre desiderato ed a ricongiungersi con l’altra sua metà.
“Non preoccuparti, niente cambierà per noi. Rimarrò il tuo fedele Frick, sarò sempre al tuo fianco e non dovrai mai dubitare che le mie azioni possano avere un secondo scopo. Quando troverai la tua anima gemella, sarò il primo a farti le congratulazione e sarò il miglior testimone che tu possa mai desiderare.”


If I told you
How much I wanna stay

 

 

Nick non voleva questo, no.
Era come se avesse finalmente aperto gli occhi, come se qualcuno avesse finalmente schiacciato l’interruttore ed una luce stesse illuminando ciò che era sempre rimasto nascosto in un angolo, ad aspettare il suo momento per farsi vedere.
Quando sentì Brian staccarsi da lui, Nick comprese che, ora o mai più. Doveva agire prima che Brian uscisse da quella stanza e la porta si chiudesse per sempre.
D’istinto, catturò il braccio di Brian prima che fosse troppo lontano.
Brian si girò di scatto, confuso da quel gesto e troppo insicuro su quanto ancora poteva tenere la maschera. Non poteva permettersi nessun passo falso, Nick doveva credere che lui era a suo agio con quell’accordo o, altrimenti, sensi di colpa avrebbero incominciato a prendere peso dentro di lui e... no, lui non poteva permetterglielo!
“Nick...” lo pregò, quindi ma negli occhi, in quel ceruleo cielo, vide qualcosa di nuovo: una determinazione che aleggiava attorno alle iridi come un fuoco, alte fiamme rosseggianti che raccontavano che qualcosa era cambiato. Cosa, Brian non lo sapeva ancora.
“No.”
Un imperativo, un ordine, da quando Nick sembrava essere così autoritario? E a cosa si stava opponendo, poi?
Ma quella parola, quell’unica sillaba che era risuonata nella camera come un urlo a pieno polmoni, lo teneva ancorato, bloccava ogni suo movimento alla sua origine.
“Non ti lascio andare, Brian.”
Che cosa significava? Forse Nick si era arrabbiato, forse pensava che lo avesse usato per avere qualcosa in cambio... no, no, no, non poteva pensare una cosa del genere! Lo considerava capace di ciò? No, no... il panico sembrava un veleno che si mischiava insieme al suo sangue, gli stava impedendo di respirare, non ricordava più come si facesse a prendere dei respiri, l’aria doveva entrare prima o dopo?
“Brian, ascoltami. -  Oh, la voce di Nick ora sembrava quasi un canto angelico. - Non sono arrabbiato con te né penso che tu mi abbia usato. Anzi, se devo essere sincero, credo che sia io quello che ti ha usato.”
“U – usato?”
“Questa notte è stata... fantastica e, stamattina, il pensiero che tu potessi uscire da quella porta, era insopportabile! Perché ho capito che non ti voglio nella mia vita come miglior amico, solo, no... voglio molto di più ma, fino adesso, non riuscivo a comprendere ciò.”
Brian lo guardava, sentiva le sue parole, vedeva le sue labbra muoversi ma non riusciva a prendere il significato di tutto ciò.
Che cosa significava?
Che cosa Nick voleva dirgli?
“Bri... – l’altra mano, quella che non teneva stretto il polso di Brian, si insinuò fra i capelli del ragazzo, accarezzando lievemente la guancia – voglio che questa notte duri, voglio che sia l’inizio di qualcosa di meraviglioso fra me e te. Un noi.”
“Sei sicuro?”
“Mai stato così sicuro in tutta la mia vita. Ora comprendo perché non riuscivo a trovare una ragazza stabile per me, perché cercavo qualcosa in loro che non ci sarebbe mai stato. E tu, tu mio Frick, eri quel qualcosa.”
“Nick... se... se stai scherzando, non ti perdonerò, sappilo. Non prenderti gioco di questo cuore, dandogli ciò che stava aspettando da quando ha iniziato a battere per poi riprendertelo all’improvviso.”
“Non sono mai stato così maledettamente serio. Lo so, può sembrare strano questo mio comportamento ma... credo che dentro di me ti abbia sempre amato, solo che non ero ancora pronto per accorgermene. Stanotte, stanotte tu avevi la chiave per aprire quel luogo segreto ed ora... ora so solo che una vita con te come amico sarebbe semplicemente vissuta a metà.”
“Ti amo, Nick. Ti ho sempre amato ma non ho mai dato al mio cuore la possibilità di sperare nella venuta di questo giorno. Mi sono nascosto dietro ad un amore fasullo e ne ho pagato le conseguenze.”
“Leigh?”
Stretto nell’abbraccio di Nick, Brian non aveva più paura nel raccontare i suoi segreti.
“Lo ha scoperto. Per un po’ sono riuscito a far finta che non ti amavo ma non puoi fingere per tanto tempo senza soffrirne. Mi sono allontanato da lei... nei sogni, lì era l’unico momento in cui potevo stare con te. Credo che l’abbia scoperto così, non so. E me l’ha fatta pagare... si è trovata un amante che somigliava in tutto e per tutto a te. Quello mi ha fatto soffrire più del tradimento in se stesso.”
Nick aumentò la presa della sua stretta e nascose il viso fra i capelli di Brian. “Mi spiace, Bri. Amore mio, mi spiace.” Mormorò tra baci.
“Non è colpa tua. - Rispose Brian. - Non pensare mai che sia colpa tua ciò che io mi sono inflitto, okay?”
“Okay.”
“Siamo sicuri che questo non sia un sogno?”
“Positivo. – rispose Nick – Però, se vuoi essere sicuro, possiamo fare una doccia ghiacciata.”
Brian alzò il volto ed incontrò il sorriso malizioso di Nick.
“Insieme, ovviamente.”
 

 

Here we are
Somewhere between lovers and friends


Era passato qualche giorno dalla notte che aveva segnato un drastico cambiamento nell’amicizia fra Brian e Nick; nonostante tutto, nonostante fosse successo tutto all’improvviso, era stato un passaggio naturale quello da amici ad amanti.
Le giornate erano trascorse come sempre ma, insieme all’abitudine, si era aggiunta la sempre più accesa voglia di conoscersi sotto una nuova luce, giocare a scoprire nuove forme di contatto oppure trascorrere ogni momento in compagnia dell’altro, anche solo stando abbracciati sul divano intenti a guardare un film in televisione.
Quella sera si trovavano proprio in salotto, dopo aver litigato su chi dovesse avere il controllo del telecomando, quando Brian aveva sollevato un quesito dall’apparente semplicità.
Una domanda che aveva incominciato a nascere nell’oscurità della notte e che lui aveva tentato di scacciar via, definendolo uno stupido dubbio.
Perché aveva già la sua risposta, ogni notte in cui Nick lo stringeva a sé prima di addormentarsi ed ogni mattina che si risvegliava e la prima cosa che vedeva era il suo sorriso, seppur ancora sonnolento.
Ma... già, però voleva sapere come Nick vedeva loro due, che cosa erano e che cosa vedeva nel loro futuro.
Era troppo presto per farsi queste domande?
Stava correndo troppo?
O non era meglio saper da subito se per Nick quello era solo un esperimento, qualcosa da provare prima di ritornare sulla vecchia via?
“Nick, quindi noi ora che cosa siamo?” Brian domandò a Nick, il quale lo aveva guardato confuso con metà pop – corn in bocca.
“In che senso?” bofonchiò Nick, abbassando il volume della televisione. Sì, alla fine aveva vinto lui il controllo sul telecomando ed aveva obbligatoBrian a rivedere, per la millesima volta, un film dell’horror. Oh, Nick era perfettamente a conoscenza che al ragazzo mettevano paura ed era proprio per questo che aveva scelto Nightmare, così avrebbe avuto una scusa in più per tenersi stretto Brian tutto il tempo.
“Siamo passati da amici a... non so, amici con benefici? Qualcosa di più di amici?”
“Ci siamo detti che ci amiamo, credo che questo già ci tolga dalla categoria amici.” Nick non riusciva a capire quale fosse il problema. Per lui, aver già pronunciato le terribili due parole, “ti amo”, era un passo da gigante e non aveva bisogno di etichette per definire il suo rapporto con Brian.
“Sì ma... -  Brian corrugò la fronte. - ... voglio solo essere sicuro che siamo sulla stessa linea d’onda. Anche se siamo stati prima migliori amici, voglio fare le cose come si deve.”
“Significa che non possiamo più fare sesso?” domandò Nick perplesso.
“Dipende.”
“Come dipende? Da che cosa?”
“Se è solo sesso quello che stai cercando da me...”
“No, no, no! -  Nick costrinse Brian a guardarlo negli occhi. - Voglio molto più di questo. So che per te può sembrare tutto troppo bello ma... sono qui. E lo sarò per sempre.”
“Quindi come ti posso chiamare? Il mio ragazzo? Il mio quasi fidanzato?”
Nick sbuffò sorridente. “E’ davvero importante per te?”
Un cenno di capo rispose a Nick.
“Allora... Brian, vuoi essere il mio ragazzo? Le rispose possibili sono: no e non lo so, ci devo pensare.”
Brian si lasciò sfuggire una risatina; si sedette a cavalcioni in grembo a Nick ed incominciò a slacciargli la camicia.
“Dove devo segnare la mia risposta?” domandò Brian con voce roca.
Nick prese la mano di Brian e la portò ad altezza petto, a sinistra, dove batteva più forte il suo cuore. “Qui.”
Il ragazzo scostò il lembo della camicia che nascondeva quel punto; con la punta dell’indice inscrisse una semplice ics e, sotto quella crocetta immaginaria, tracciò le linee per indicare la sua risposta.
“Sì?”
Due tonalità differenti di azzurro si incontrarono in uno sguardo che parlava più di qualsiasi confessione: certe verità non possono essere narrate e nemmeno espresse con un semplice vocabolario; sono flebili ma racchiudono in sé il potere più magico che nessun stregone o mago possa mai possedere, il potere di far esplodere il cuore in zampilli di gioia mentre la tua anima si eleva in una dimensione eterea, un luogo creato da qualcosa di speciale.
“Sì.”
Quel sussurro, pronunciato a fil di labbra a contatto con altre, si elevò nella stanza più forte di un grido, in sottofondo solamente il battito rapido di due cuori all’unisono, una sinfonia per orecchie che si beavano di parole d’amore.
Il film fu presto dimenticato e, mentre i titoli di coda scorrevano veloci intingendo lo schermo con il vivido rosso che ricordava il sangue, Brian e Nick celebravano quella loro promessa, sicuri che quella notte sarebbe durata a lungo.


Could it be the story of us
Years after forever

 

La mattina era trascorsa frenetica ma Brian era stato grato che Nick avesse già un altro impegno programmato a cui non poteva rinunciare all’ultimo minuto. Certo, era stato strano non avere la presenza del ragazzo e, più volte, Brian aveva dovuto ricordarsi che Nick non c’era nonostante lo avesse cercato in ogni stanza per chiedergli qualche cosa.
Già, era davvero strano come si fosse immediatamente abituato a convivere con qualcuno, specialmente una persona così disordinata come Nick!
Forse stavano affrettando le tappe ma non si poteva certo dire che si fossero conosciuti solamente qualche giorno prima. Anzi, tra poco avrebbero potuto affermare che si conoscevano da dieci anni... forse era l’opposto, avevano aspettato anche fin troppo per fare il primo passo!
Ma avevano saltato uno step ed era proprio su questo che Brian stava lavorando tutta mattina.
Il loro primo appuntamento.
Ufficiale, perché aveva costretto Nick a rimanere a casa sua e recuperare tutto il necessario per trasferirsi definitivamente da lui, almeno fino a quando non avrebbero discusso se era il caso, o meno, di trovare un nido tutto loro.
Nick aveva intuito che qualcosa bolliva in pentola ma ogni suo tentativo, ed ora aveva qualche asso in più da sfoderare, era stato un buco nell’acqua tanto era ermetico Brian nel non farsi sfuggire nessun indizio.
Così, Brian non fu sorpreso nel vederlo già pronto sul patio d’ingresso, due borsoni ai piedi e l’eccitazione che sprizzava da ogni poro. Non appena Nick notò la macchina che parcheggiava di fronte all’ingresso, un sorriso gli si disegnò sul volto ed incominciò a saltellare da un piede all’altro. Finalmente avrebbe scoperto che cosa aveva programmato Brian e a che cosa serviva la giacca a vento che gli aveva detto di prendere se era piena estate!
“Allora, dove mi porti?”
“Nemmeno una settimana e già non mi saluti più con un bacio?” domandò Brian corrugato mentre scendeva dalla macchina.
Nick lasciò cadere il borsone che teneva in mano e cinse Brian da dietro, incominciando a lasciargli dolci baci sul collo. “Così va meglio?”
Brian girò il volto in modo da poter guardare Nick. “Puoi fare molto di più.”
“Il resto dopo la mia sorpresa.”
“Oh, è un ricatto?”
“Potrebbe...”
“Siamo già ai ricatti d’amore?”
“Beh, tu non mi vuoi dire dove andiamo quindi perché io dovrei darti qualcosa di più?”
“Potrebbe essere un modo per carpirmi qualche informazione.”
Nick sembrò rifletterci sopra, arrivando alla conclusione che Brian aveva ragione, dopotutto. “Non ci avevo pensato.” Mormorò prima di far voltare Brian e spingerlo contro la macchina, prendendo d’assalto le sue labbra mentre le mani di Brian si insinuavano sotto la sua maglietta.
“Ora?” domandò Nick.
Brian dovette attendere qualche secondo prima che quella semplice parola acquistasse significato nel suo cervello, piacevolmente sconvolto dal bacio di Nick. “Potrei darti un piccolo indizio... -  Nick lo guardò con gli occhi scintillanti, pronto a catturare qualsiasi informazione. - ... ma in questo momento non mi ricordo nemmeno il mio nome!”
“Non sapevo che i miei baci fossero così potenti.”
“Nemmeno io.”
“Quindi...?”
Brian inspirò ed espirò a fondo, ricordandosi mentalmente il motivo di tutto quel gioco. L’appuntamento.
“Okay, l’indizio è che faremo una cosa che a te piace molto. Anzi, adori fare!”
“Che cosa ci sarebbe di speciale nel fare sesso?” domandò perplesso Nick.
“Ma pensi solo a quello?” lo rimproverò Brian, spostandolo e riprendendo ciò che stava facendo prima che Nick lo avesse interrotto.
“No, anche a mangiare! E pensare a te, che poi mi riporta al fare sesso e quindi poi a mangiare. Vedi? E’ un cerchio perfetto!”
“Nick, ti amo ma i tuoi ragionamenti mi fanno paura!” commentò Brian mentre caricava l’ultima valigia. “Ad ogni modo, dobbiamo sbrigarci quindi, fai il bravo bambino e sali in macchina. Prima arriveremo e prima scoprirai la mia sorpresa.”
Nick, sbuffando e sbottando, si diresse verso il lato del passeggero.
“Dai, Nicky! Vedrai che ti piacerà un mondo. Ti fidi di me?”
“Certo. Ma, anche se mi fido di te,  non mi fido della mia pazienza!”
Brian mise in moto la macchina e, per una volta, fu contento che la sua avesse il cambio automatico: non necessitando di cambiare marcia ogni secondo, la sua mano destra poteva tranquillamente congiungersi con quella di Nick, le loro dita intrecciate mentre i loro sguardi si perdevano tra lo spettacolo dello scenario che viaggiava via velocemente.
Man mano che si avvicinavano alla loro destinazione, Nick incominciò a captare qualche indizio: Brian stava attraversando la zona sud di Orlando, quella che costeggiava la zona marittima ma, invece che girare per scendere fino alla spiaggia, stava proseguendo verso il porto. Nick poteva già vedere in lontananza, sulla linea dell’orizzonte che sembrava dividere mare e cielo, le vele di barche che navigavano silenziosamente.
“Stiamo andando giù al porto, vero?”
Brian non gli rispose ed il suo tacito assenso rincuorò Nick sul fatto che fosse sulla strada giusta. Avrebbe dovuto immaginarlo! Brian era un inguaribile romantico e, per il loro primo appuntamento, aveva di sicuro organizzato qualcosa al chiaro di luna...
Erano ormai giunti al porto e Brian guidò ancora fino a raggiungere la zona d’attracco degli yacht privati. “Ora siamo arrivati. Hai capito che cos’è la sorpresa?”
“Mi hai regalato uno yacht?”
Brian scoppiò a ridere prima di scoccare un bacio sulla guancia di Nick. “Saremo anche ricchi ma non fino a questo punto!”
Dopo di che, Brian spense la macchina, scese ed aprì il portabagagli mentre un ragazzo in uniforme si avvicinava a loro.
“Sig. Littrell?” domandò il ragazzo, rivolgendosi a Nick.
“No, Brian sta...”
In quel momento, Brian riapparve con un cesto per picnic in una mano e nell’altra le loro due giacca a vento.
“Sono io. Posso lasciare a te le chiavi della macchina?”
“Certo. Il vostro è l’ultimo molo, il capitano vi sta aspettando e ha già iniziato i preparativi.”
Brian ringraziò il ragazzo e, mentre gli lasciava le chiavi della macchina, gli passò anche una mancia.
“Brian... che cosa succede?”
“Beh, pensavo che fosse molto più logica come situazione... ho noleggiato una barca per tutta notte, fino a domani mattina. Possiamo andare al largo oppure rimanere qui oppure trovare un angolino in qualche isola. Solo io e te.”
Nick avrebbe voluto commentare qualcosa ma era impossibilitato dal groppo in gola a causa della commozione. Sì, Nick Carter si stava sciogliendo come una ragazzina!
“Ed il capitano ci sarà solamente per mettere in moto la barca dopo di che sarai tu a guidarla. Adori navigare ed è da quando abbiamo iniziato il tour che non hai ancora avuto tempo per farlo quindi... beh...” Brian sfoderò il suo sorriso a trentadue denti. “Ora puoi farlo!”
“Dio, quanto ti amo!” fu tutto quello che Nick riuscì a dire.
“Non è niente di che... non so nemmeno se ti piace la barca!” commentò Brian, avvampando al complimento.
“Oh, mi piacerà un sacco! E poi, sarà ancora più bello navigare insieme a te. Un tramonto in mezzo al mare è lo spettacolo più romantico che ci sia e non c’è nessun altro con cui vorrei condividere un momento del genere.”
Se mai possibile, Brian arrossì con più intensità. “Non è una delle tue tecniche per abbordare qualche fanciulla indifesa?”
“No, prometto. - Disse Nick. - Non ho mai portato nessuna precedente ragazza in barca con me. Non so... navigare, per me, è un momento magico, quasi sacro. Ritrovarsi in mezzo al mare e non sapere dove questo possa portarti è liberatorio, ti fa capire quanto infinitamente piccolo tu sia rispetto a quell’immensità. -  Mentre Nick spiegava, entrambi avevano incominciato a dirigersi verso il loro molo, mano nella mano. A quell’ora ed in quel luogo, c’erano poche persone, poco interessate a due ragazzi che si tenevano per mano. - E non avrei mai desiderato che quella tranquillità fosse interrotta dagli urletti acuti di qualcuna perché, o mio Dio, mi è entrata della sabbia nelle scarpe!”

La barca che Brian aveva noleggiato non era grandissima, non sapendo esattamente fino a quale capacità Nick avesse la patente nautica. Così, aveva optato per qualcosa di più contenuto, nonostante avesse tutti i comfort possibili ed immaginabili: pavimenti in legno lucido, una stiva che comprendeva una cucina, una capiente sala da pranzo, un bagno con tutte le necessità ed una camera con letto matrimoniale. Anche se... Brian dubitava che l’avrebbero utilizzato, molto probabilmente avrebbero recuperato lenzuola, coperte e cuscini e si sarebbero sdraiati sotto il cielo stellato.
“Allora, è di tuo gusto?” domandò Brian a Nick una volta arrivati alla loro barca.
“Se è di mio gradimento? Ma vuoi scherzare? -  esclamò tutto estasiato Nick. Tenendo per mano Brian, si diresse velocemente sulla barca, scrutando ogni particolare con la stessa meraviglia di un bambino di fronte al suo sogno trasformato in realtà. - Questa è la cosa più meravigliosa che tu abbia mai potuto fare per me!”
Brian camminò sulla prua fino a raggiungere il pulpito, ovvero la ringhiera – e forse uno dei pochi termini di terminologia nautica che si ricordasse! -  ed inspirò a pieni polmoni l’aria salmastra del mare. Aveva vissuto per diciotto anni senza sapere che cosa fosse vivere vicino ad un oceano ed ora, ora che lo aveva assaporato, non riusciva a farne a meno.
Già solo respirarne l’aria lo rendeva più vivo, più in sintonia con la natura che lo circondava. E, forse, gli antichi avevano ragione quando professavano la presenza divina in ogni elemento naturale: cotanta bellezza poteva essere solo stata generata da un Dio che amava la propria Terra e le aveva donato ogni bene possibile.
“Quando vuoi, possiamo salpare mio marinaio.”
Nick lo aveva raggiunto e, con le braccia attorno alla sua vita e la testa appoggiata alla spalla, osservava insieme a Brian le prime luci rossastre incominciare a farsi strada nell’azzurro del cielo.
“Conosco un posto perfetto dove attraccare per stanotte. È una piccola insenatura, non è molto lontana da qui ma preferirei arrivarci prima che scenda la notte.”
“Ai tuoi ordini! -  rispose Brian. - Sarà interessante vederti alla guida.”
Nick prese la mano di Brian fra le sue. “Io preferirei guidare insieme a te. Questa barca rappresenta noi, la nostra vita. Ti ricordi quando mi hai chiesto come ci vedevi? Ecco, io ci vedo in questo modo, noi due a guidare una barca verso l’orizzonte, non sapendo dove il vento ci possa portare. Ci saranno tempeste ad ostacolare la nostra traversata ma solo se uniamo le forse potremo uscirne sani e salvi, più forti di prima.”
Insicuro su quanto potesse realmente rispondere senza scoppiare in lacrime, Brian optò per suggellare quella risposta con un semplice bacio.
“Quando sei diventato così saggio?” domandò a fil di voce Brian poi, le loro fronti appoggiate nel più intimo dei contatti.
“Quando ti ho conosciuto.”
Non vi fu bisogno di aggiungere altre parole, i loro gesti, i loro baci e le loro carezze bastavano a raccontare ciò che più importava.
Con le luci del tramonto e le stelle a far loro da guida, Brian e Nick incominciarono a salpare verso la loro destinazione, consci che la parte più bella non sarebbe stato raggiungerla ma il viaggio che avevano intrapreso.
Ed entrambi non vedevano l’ora di scoprire insieme che cosa il destino aveva in serbo per loro. 


Can last night last
Could it be the story of us
Every morning waking up
To your sleeping eyes smiling back.

 

 

 

 

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Eh sì, sono tornata! =)
A questa one - shot ci lavoro da qualche giorno e, inizialmente, non avrebbe dovuto essere così lunga! Ma mi piaceva che si concludesse in questo modo, lasciando aperta la possibilità di tornare a scrivere su questi due Frick&Frack. Ma quanto non sono pucciosi quando non sono alle prese con stalker, pazzi maniaci e quant'altri drammi la mia mente può partorire?
Prima cosa fondamentale. 
Questa storia ha una dedica, alla mia meravigliosa altra moglie! Tata, ce l'hai fatta! E prendi questa storia come un ringraziamento, anticipato, di ciò che tu sai. <3 
La meravigliosa canzone usata é Last Night Last dei Lady Antebellum. Probabilmente, userò altre loro canzoni per altre one - shot anche se ho qualche altra idea con qualche altra canzone. Vediamo. 
La seconda canzone é My All di Mariah Carey. (adoro la voce di questa donna <3)
Spero che qualcuna noti la piccola citazione/battuta inerente ad un'altra fanfiction. Indizio: c'entrano le rose! lol

Cinzia

 

   
 
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