GOD SAVE THE SHIP!
I ♥ Shipping è un'idea del « Collection of Starlight », said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »
Così, nonostante manchi una settimana a quel maledettissimo esame, e nonostante abbia il cervello in pappa per via dello studio, non ho proprio saputo resistere ( probabile che il secondo punto sia stato persino un incentivo) a mettere qualcosa in carrello. *___*
Modalità: a prompt ( "Scatola a forma di cuore")
keb
~
Strawberry milkshake.
Dave
sembrava a disagio, seduto al suo stesso
tavolino.
Eppure
avrebbe dovuto essergli riconoscente
visto che a due giorni dal suo coming out era l’unico a
volerlo fare, poiché tutti
i suoi cosiddetti amici sembravano avergli voltato le spalle.
Kurt
cercò di rivolgergli il sorriso più
rassicurante che avesse in repertorio.
-
Non è che adesso dovrò vestirmi come te?
–
chiese - per l’ennesima volta
- il
giocatore di football senza alzare gli occhi su di lui.
-
No, Dave – rispose - per
l’ennesima volta - Kurt, alzando gli occhi al
cielo. – Tutti
hanno un proprio stile e non è detto che il mio debba essere
necessariamente
uguale al tuo. Non è che i gay…
-
Non dire quella parola.
Kurt
sospirò:- Dovrai abituarti a quella
parola. Se il ragazzo che ti
piace la usa, che fai? Gli stacchi la testa dal collo?
Dave
ebbe un sussulto, come se il solo
pensiero di incontrare un altro gay lo terrorizzasse. Figurarsi
innamorarsene. Anche
senza una parola, Kurt lo capì lo stesso.
-
Vedrai, sarà più semplice di quello che
pensi. – disse, cercando di ammorbidire il tono –
Quando troverai la persona
giusta, le cose ti verranno naturali.
Anche
Kurt riuscì a stento a credere alle proprie
parole. Sperò che Dave non se ne fosse accorto. Per fortuna
lui pareva
viaggiare su tutt’altri binari di pensiero- Se
anche… se anche fosse, non
saprei comunque come fare per… attirare la sua attenzione.
– sputò fuori dopo
una lunghissima serie di tentennamenti e pause.
-
Oh…- Kurt sembrava sinceramente colpito. Possibile
che Dave gli stesse chiedendo come far colpo?
Mai
si sarebbe aspettato di affrontare quel discorso. O almeno, non proprio
il primo incontro ufficiale per
parlare di quello.
Ridacchiò
nervosamente:- Non penso di essere
proprio la persona adatta a darti questo tipo di consigli, sono una
frana
anch’io. Sono comunque sicuro che basti un gesto carino, uno
sguardo, un
sorriso…
Dave
continuava a guardarlo interrogativo come
se non capisse la sua lingua, ma lui non demorse.
-
Cioè non dico cinquanta rose rosse e la
colazione in una scatola a forma di cuore, ma qualcosa di semplice e
spontaneo,
in modo da fargli capire che tieni in particolare considerazione quella
persona.
Dave
emise una specie di suono gutturale e
allontanò la sedia dal tavolo per potersi alzare.
Kurt
per un attimo pensò che lo stesse
piantando in asso, e invece il ragazzo disse solo: - Vado a prendere un
frullato.- prima di dirigersi verso il bancone del bar con il passo
pesante dei
giocatori di football. O almeno di quelli che pesano più di
cento chili.
Sospirò
a fondo. La cosa si era rivelata più
difficile di quanto avesse immaginato. Dave su alcune cose era ancora
così
tristemente indietro.
E
nonostante tutto quello che era successo, non
avrebbe mai potuto lasciarlo da solo in un momento del genere. Sentiva
di dover
essere il suo guru, un padre spirituale col compito di farlo crescere e
portarlo
di nuovo a credere in se stesso.
Certo,
la strada era lunga, ma magari un
giorno sarebbe tornato ad essere il Dave prepotente e aggressivo di
sempre.
Il
ragazzo in questione tornò a tavola con un grosso
bicchiere di carta.
-
Oh merda – imprecò, dopo averlo assaggiato.
– Ha sbagliato. Me l’ha dato alla fragola.
Kurt
rimase in silenzio e non ci provò neanche
a immaginare quel che gli stava passando per la testa, almeno fino a
quando non
lo vide alzare gli occhi su di lui e prendere un profondo respiro.
-
A te piace la fragola.
Non
era una domanda, ma lui annuì lo stesso,
confuso, e un secondo dopo si ritrovò sotto il naso il
grosso bicchiere, dentro
il quale il succo rosa, sballottato qua e là, sembrava
impazzito.
-
Tieniteloregalo.
– disse Dave, tanto velocemente da mangiare tutta la
punteggiatura che quattro
parole avrebbero potuto generare.
Kurt
ci mise un po’ a richiudere la bocca che
si era spalancata e a staccare gli occhi dal rossore che, nato sulle
guance
paffute, stava cominciando a ricoprire l’intera superficie
del volto di Dave.
Non
avrebbe saputo dire se quel gesto fosse
nato spontaneamente o l’avesse fatto di proposito. Se avesse
dovuto ricoprirlo
di significato o limitarsi a pensarlo come a una casualità.
Nell’indecisione
accettò il bicchiere,
investendolo di un ampio sorriso riconoscente.
Forse
avrebbe dovuto ricredersi. Il Dave
prepotente e aggressivo non sarebbe più tornato e avrebbe
lasciato il suo posto
a uno sicuramente più interessante.