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Autore: makeba    08/06/2011    5 recensioni
- Vedrai, sarà più semplice di quello che pensi. – disse, cercando di ammorbidire il tono – Quando troverai la persona giusta, le cose ti verranno naturali.
Anche Kurt riuscì a stento a credere alle proprie parole. Sperò che Dave non se ne fosse accorto. Per fortuna lui pareva viaggiare su tutt'altri binari di pensiero.
- Se anche… se anche fosse, non saprei comunque come fare per… attirare la sua attenzione. – sputò fuori dopo una lunghissima serie di tentennamenti e pause.
Affetta da Shipping compulsivo, partecipo all'iniziativa del forum « Collection of Starlight », said Mr Fanfiction Contest.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dave Karofsky, Kurt Hummel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Crack, fanon o canon? Slash, Het, Threesome?
GOD SAVE THE SHIP!
I ♥ Shipping è un'idea del « Collection of Starlight », said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »

Così, nonostante manchi una settimana a quel maledettissimo esame, e nonostante abbia il cervello in pappa per via dello studio, non ho proprio saputo resistere ( probabile che il secondo punto sia stato persino un incentivo) a mettere qualcosa in carrello. *___*
Modalità: a prompt ( "Scatola a forma di cuore")
keb




~ Strawberry milkshake.

 

Dave sembrava a disagio, seduto al suo stesso tavolino.

Eppure avrebbe dovuto essergli riconoscente visto che a due giorni dal suo coming out era l’unico a volerlo fare, poiché tutti i suoi cosiddetti amici sembravano avergli voltato le spalle.

Kurt cercò di rivolgergli il sorriso più rassicurante che avesse in repertorio.

- Non è che adesso dovrò vestirmi come te? – chiese - per l’ennesima volta - il giocatore di football senza alzare gli occhi su di lui.

- No, Dave – rispose - per l’ennesima volta - Kurt, alzando gli occhi al cielo. – Tutti hanno un proprio stile e non è detto che il mio debba essere necessariamente uguale al tuo. Non è che i gay…

- Non dire quella parola.

Kurt sospirò:- Dovrai abituarti a quella parola. Se il ragazzo che ti piace la usa, che fai? Gli stacchi la testa dal collo?

Dave ebbe un sussulto, come se il solo pensiero di incontrare un altro gay lo terrorizzasse. Figurarsi innamorarsene. Anche senza una parola, Kurt lo capì lo stesso.

- Vedrai, sarà più semplice di quello che pensi. – disse, cercando di ammorbidire il tono – Quando troverai la persona giusta, le cose ti verranno naturali.

Anche Kurt riuscì a stento a credere alle proprie parole. Sperò che Dave non se ne fosse accorto. Per fortuna lui pareva viaggiare su tutt’altri binari di pensiero- Se anche… se anche fosse, non saprei comunque come fare per… attirare la sua attenzione. – sputò fuori dopo una lunghissima serie di tentennamenti e pause.

- Oh…- Kurt sembrava sinceramente colpito. Possibile che Dave gli stesse chiedendo come far colpo?

Mai si sarebbe aspettato di affrontare quel discorso. O almeno, non proprio il primo incontro ufficiale per parlare di quello.

Ridacchiò nervosamente:- Non penso di essere proprio la persona adatta a darti questo tipo di consigli, sono una frana anch’io. Sono comunque sicuro che basti un gesto carino, uno sguardo, un sorriso…

Dave continuava a guardarlo interrogativo come se non capisse la sua lingua, ma lui non demorse.

- Cioè non dico cinquanta rose rosse e la colazione in una scatola a forma di cuore, ma qualcosa di semplice e spontaneo, in modo da fargli capire che tieni in particolare considerazione quella persona.

Dave emise una specie di suono gutturale e allontanò la sedia dal tavolo per potersi alzare.

Kurt per un attimo pensò che lo stesse piantando in asso, e invece il ragazzo disse solo: - Vado a prendere un frullato.- prima di dirigersi verso il bancone del bar con il passo pesante dei giocatori di football. O almeno di quelli che pesano più di cento chili.

Sospirò a fondo. La cosa si era rivelata più difficile di quanto avesse immaginato. Dave su alcune cose era ancora così tristemente indietro.

E nonostante tutto quello che era successo, non avrebbe mai potuto lasciarlo da solo in un momento del genere. Sentiva di dover essere il suo guru, un padre spirituale col compito di farlo crescere e portarlo di nuovo a credere in se stesso.

Certo, la strada era lunga, ma magari un giorno sarebbe tornato ad essere il Dave prepotente e aggressivo di sempre.

Il ragazzo in questione tornò a tavola con un grosso bicchiere di carta.

- Oh merda – imprecò, dopo averlo assaggiato. – Ha sbagliato. Me l’ha dato alla fragola.

Kurt rimase in silenzio e non ci provò neanche a immaginare quel che gli stava passando per la testa, almeno fino a quando non lo vide alzare gli occhi su di lui e prendere un profondo respiro.

- A te piace la fragola.

Non era una domanda, ma lui annuì lo stesso, confuso, e un secondo dopo si ritrovò sotto il naso il grosso bicchiere, dentro il quale il succo rosa, sballottato qua e là, sembrava impazzito.

- Tieniteloregalo. – disse Dave, tanto velocemente da mangiare tutta la punteggiatura che quattro parole avrebbero potuto generare.

Kurt ci mise un po’ a richiudere la bocca che si era spalancata e a staccare gli occhi dal rossore che, nato sulle guance paffute, stava cominciando a ricoprire l’intera superficie del volto di Dave.

Non avrebbe saputo dire se quel gesto fosse nato spontaneamente o l’avesse fatto di proposito. Se avesse dovuto ricoprirlo di significato o limitarsi a pensarlo come a una casualità.

Nell’indecisione accettò il bicchiere, investendolo di un ampio sorriso riconoscente.

Forse avrebbe dovuto ricredersi. Il Dave prepotente e aggressivo non sarebbe più tornato e avrebbe lasciato il suo posto a uno sicuramente più interessante.

   
 
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