Capitolo uno Era una calda sera d’estate, come del resto lo sono tutte le sere di fine luglio. Affacciato alla finestra della sua casa a Godric’s Hollow, Harry Potter ammirava lo stellato cielo estivo, aspettando con ansia le lettere di buon compleanno dei suoi migliori amici: non gli sembrava vero che tutto fosse finito, che Voldemort se n’era andato per sempre, dopo che la sua anima era stata liberata dai terribili spettri che la opprimevano. Il mondo magico era quindi finalmente tornato alla tranquillità, godendosi la meritata pace. Quella sera per Harry sarebbe stata molto speciale: non sapeva, infatti, che il suo destino avrebbe avuto un’altra svolta cruciale. Fra le stelle era sicuro di aver visto i tanto attesi gufi e, infatti, dopo qualche minuto, quattro gufi, dei quali uno poco più grande di una pallina da ping pong, planarono dolcemente sul suo letto; ognuno di loro portava una lettera e un grosso pacco. Dopo aver liberato i gufi dei loro pacchi e dopo averli rifocillati, Harry decise di aprire le lettere, prima di tutte quella del suo amico Ron Weasley: “Ciao Harry !!! Come te la passi? Qui è la solita lagna: l’unica novità è che Fred e George sono andati ad abitare a Hogsmeade lasciando me e Ginny in balia di Percy, che diventa ogni giorno sempre più insopportabile! A proposito d’insopportabili, Hermione è andata a passare le vacanze in Bulgaria con Victor Krum! Altro che amico di piuma, qui c’è sotto qualcosa! Spero di vederti presto, Ron” Sorrise nel leggere la lettera di Ron e aprì il pacco: conteneva un bellissimo libro sulla storia del Quidditch e una gran quantità dei soliti dolcetti fatti in casa dalla signora Weasley. Dopo averne assaggiato uno, passò al regalo di Hermione (un album con tutte le loro foto a Hogwarts, compresa quella che aveva scattato con Allock) e alla sua lettera: “Caro Harry, BUON COMPLEANNO! Al momento sono in vacanza in Romania con Victor e sono felice di annunciarti che ci siamo rimessi insieme (ti prego di non dirlo a Ron: avrà sicuramente da ridire e non voglio litigare ancora con lui)! In memoria dei vecchi e bei tempi ho pensato lo stesso di farti questo regalo, non sai quanta fatica ho fatto per ritrovare tutte le fotografie, quindi spero che ti piaccia! E fra te e Ginny come va? Spero di rivedervi presto Hermione” Dopo aver letto anche questa lettera e aver ripensato alla romantica serata che lui e Ginny avevano appena trascorso, Harry scartò il terzo regalo che, anche se non c’era biglietto, capì subito proveniva da Hagrid: infatti, conteneva una gran quantità di dolcetti rocciosi, fatti dal guardiacaccia in persona, che Harry aveva imparato a non mangiare a spese dei propri denti Con grande gioia passò al quarto regalo, inviatogli da Sirius, che conteneva un bellissimo anello d’oro accompagnato dalla lettera più strana che il padrino gli avesse mai spedito: “Caro Harry, Questo anello mi fu affidato da tuo padre per dartelo quando saresti stato pronto, e Silente crede che tu ora lo sia.La tua famiglia se lo tramanda da secoli e nessuno ha mai scoperto da dove venisse questo anello magico o chi lo avesse donato ai tuoi antenati. Perciò Silente ed io ti raccomandiamo di non usarlo ancora, da quel che ho capito crede che qualcosa di molto oscuro si sia risvegliato. Con affetto, Sirius PS: se questo anello è veramente pericoloso, presto riceverai le visite di una certa Gimrovel o di Silente in persona.” Harry era molto confuso e nella sua testa vorticavano mille domande: perché Sirius non gli aveva mai parlato dell’anello? Perché Silente glielo aveva inviato se sospettava che fosse pericoloso? E perché avrebbe mandato una perfetta sconosciuta ad avvertirlo? La risposta a tutte queste domanda stava arrivando in quel momento con un gufo diretto a Godric’s Hollow, proprio da Harry Potter.