L’idea
di uscire quel
pomeriggio non andò molto giù a Tsuna sin
dall’inizio; sua madre gli aveva
chiesto di consegnare un regalo a un’amica che abitava alcuni
isolati di
distanza da casa loro, così si era ritrovato ad uscire sotto
un cielo coperto
dalle nuvole e un freddo non indifferente, decisamente un clima strano,
considerando che l’estate era alle porte.
Quando abbandonò la casa
dell’amica di famiglia, iniziò a piovere a dirotto
e Tsuna si ritrovò a correre
sotto la pioggia, con i vestiti completamente inzuppati e la frangia
che gli cadeva
appesantita sugli occhi.
Dopo aver girovagato per diversi
minuti senza trovare riparo, finalmente trovò una fermata
dell’autobus al
coperto, dove inaspettatamente incontrò una persona che non
si sarebbe mai
aspettato di vedere, Chrome Dokuro.
Sulle prime si avvicinò alla
fermata, impacciato e insicuro come sempre, si fermò a pochi
centimetri dalla
panchina notando che anche Chrome era bagnata fradicia, fra le mani
stringeva
una busta della spesa il cui contenuto sembrava esser andato
semi-distrutto a
causa del diluvio.
«Boss…»
Quando Chrome individuò la
figura di fronte a sé, sollevò lo sguardo,
incontrando lo sguardo del castano.
Tsuna le sorrise, sedendosi al suo fianco, su quella panchina piuttosto
fredda.
«Ti sei beccata anche tu la
tempesta? Da qui però sei piuttosto vicina a casa tua
almeno.»
Chrome sembrò un po’ turbata
da quell’affermazione, in effetti ciò che Tsuna
aveva detto era vero, ma a
causa della pioggia la spesa era andata distrutta e sicuramente Ken si
sarebbe
arrabbiato. Il centro commerciale si trovava dalla parte opposta della
città,
quindi aveva deciso di aspettare lì, non appena la pioggia
si sarebbe calmata,
ci sarebbe tornata.
«Già, ma tornerò più tardi,
mi sono scordata di comprare una cosa. Tu invece Boss?»
«Sono passato da un’amica di
mia madre, avrei voluto evitare, visto il tempo incerto.»
Il silenzio s’impadronì
della situazione, Tsuna lanciò alcune occhiate incerte alla
ragazza. Notò poi
che nella sua borsa della spesa erano presenti per lo più
oggetti per le feste:
tovaglioli, bicchieri, posate e piatti di plastica.
«Organizzate una festa,
stasera?» Domandò incuriosito; un rossore
piuttosto vivido si fece strada sul
viso della ragazza, che riportò lo sguardo su Tsuna,
annuendo.
«Oggi è il compleanno di
Mukuro-sama.»
Tsuna sussultò in sorpresa;
non ne sapeva nulla, per cui quella rivelazione lo spiazza un
po’. Da un lato
si sentiva persino obbligato a dover fare gli auguri al Guardiano della
Nebbia.
Non aveva mai pensato ai
gusti di Mukuro, tanto meno aveva avuto il tempo per preparargli una
torta, o
un regalo, per cui si sentì in difficoltà.
Di nuovo quel silenzio; lo
scrosciare della pioggia continuava ad occupare i vuoti nei momenti in
cui
nessuno dei due parlava, producendo un rumore piuttosto fastidioso
quando
sbatteva sulla plastica della tettoia che proteggeva entrambi.
«Mantieni sempre le
promesse, eh?»
Dapprima Tsuna pensò di
sognare, era certo di aver sentito una
voce maschile parlare, ma probabilmente era solo una sua impressione.
Quando
però voltò il viso e si ritrovò faccia
a faccia con Mukuro Rokudo, balzò in
piedi, finendo nuovamente sotto la pioggia.
«Mu… Mukuro! Cosa ci fai
qui? Chrome?!» Iniziò a parlare in maniera
sconnessa, ritrovandosi poi faccia a
faccia con Mukuro, che lo seguì, senza farsi particolari
problemi, sotto la pioggia.
«Kufufu, dicevo, sei gentile
a far compagnia a Chrome. Le ho chiesto momentaneamente in prestito il
corpo per
prendermi il regalo da parte tua.»
Tsuna sbatté un paio di
volte le palpebre, intuendo che Mukuro doveva aver percepito il suo
stato
d’animo, era certo che non potesse leggergli nella mente,
però con il tempo
aveva imparato che Mukuro riusciva a capire tantissime cose di lui
anche senza
incontrarlo abitualmente.
«Mi dispiace, ma non ti ho
comprato nessun regalo.»
Non si preoccupò di aver
ferito o meno Mukuro, se c’era una cosa che non sopportava di
lui, era il suo
carattere un po’ troppo presuntuoso.
I suoi modi di fare però
erano piuttosto prevedibili, abbastanza da non sorprendere Mukuro
più del
necessario.
«Infatti non si può comprare
ciò che desidero.» Nonostante il tono basso con
cui pronunciò quella frase,
Tsuna riuscì chiaramente a capirla; osservò il
viso di Mukuro, ora
completamente bagnato dalla pioggia, così come i suoi
capelli e i suoi vestiti.
Non capì immediatamente le sue vere intenzioni,
finché non lo vide sollevare
entrambe le mani che portò ai lati del suo viso,
ritrovandosi il suo sguardo
puntato addosso.
Non riscontrò incertezze
negli occhi di Mukuro, mentre probabilmente i suoi erano pieni di
paura,
insicurezza, non rivolti a ciò che stava per accadere,
bensì a cosa avrebbe
comportato.
Il tocco delle labbra di
Mukuro era gentile quanto la pioggia che sfiorava i loro volti,
dapprima Tsuna
aprì maggiormente gli occhi, ma non rifiutò quel
contatto, piuttosto lo
ricambiò. Sentì Mukuro sorridere contro le sue
labbra e lasciò scivolare le
mani contro il suo petto, ascoltando il battito cardiaco di Mukuro
attraverso
la stoffa sottile della maglietta.
Capitò tutto all’improvviso;
Tsuna aveva chiuso gli occhi, perciò non si rese subito
conto di ciò che stava
succedendo. Probabilmente Mukuro aveva consumato troppo energie,
così senza
nemmeno avvertire, lasciò nuovamente il suo posto a Chrome.
Il gemito che si lasciò
sfuggire fra le labbra Chrome, riportò Tsuna alla
realtà: stava baciando
Chrome, mentre teneva mani
appoggiate
sul suo petto.
Inizialmente spalancò gli
occhi, sempre di più, incontrando lo sguardo terrorizzato
– è dir poco – di
Chrome. Una volta spostatosi dal viso della Guardiana,
abbassò il volto,
notando in quel momento quello che probabilmente era il gesto
più
fraintendibile in tutta quella situazione.
Si sentì terribilmente a
disagio, mentre Chrome si scostò di lato, con gli occhi
arrossati.
«Chrome… Aspetta, non è come
semb- »
Chrome non lasciò nemmeno il
tempo a Tsuna per parlare e scappò lontano da lui, sotto la
pioggia, in
direzione Kokuyo. Tsuna si sentì improvvisamente a disagio,
probabilmente
avrebbe peggiorato la situazione, ma optò per seguire Chrome
fino al rifugio,
di cui però sembrava non esserne traccia.
Una sensazione strana lo
colpì all’improvviso, la stessa sensazione che lo
assaliva ogni volta che
avvertiva la vicinanza di Mukuro. Il ragazzo piegò le labbra
in una smorfia,
voltandosi di scatto ed incontrando nuovamente lo sguardo di Mukuro.
«Kufufu… L’hai combinata
grossa questa volta, Sawada Tsunayoshi.» Lo
canzonò con un sorriso divertito,
Tsuna inarcò il sopraciglio, fissandolo con le mani ai
fianchi.
«Vorrei ricordarti che la
colpa è tua! E questa cos’è,
un’Illusione?» Si riferì al fatto che il
solito
magazzino abbandonato dove vivevano Chrome, Ken e Chikusa fosse
improvvisamente
sparito, lasciando il posto a una piccola collina.
Mukuro non si sorprese della
perspicacia del ragazzo e sorrise, lasciando cadere l’occhio
alle spalle di
Tsuna, fra le mani stringeva una borsa. Tsuna arrossì
vistosamente e con
imbarazzato malcelato, addossò a Mukuro la borsa.
«Sulla strada c’era un
supermercato, è una torta. E’ per te.»
Un’espressione soddisfatta
si figurò sul viso di Tsuna quando notò la
sorpresa in Mukuro per quel gesto
così semplice, ma che probabilmente per l’altro
contava parecchio. Lo osservò
afferrare la borsa e rivolgergli un’espressione fra
l’imbarazzato e il nervoso.
«Ti ringrazio.»
«Non voglio essere
ringraziato, e ora devo andare… Potresti far tornare tutto
come prima?» Domandò
Tsuna, ma Mukuro
scrollò il capo.
«Prima lascia che prenda
il tuo corpo, come ultimo regalo di
compleanno.»
Tsuna non riuscì a prenderlo
sul serio, soprattutto perché Mukuro sorrideva, e in maniera
meno inquietante
del solito. Sbuffò, incrociando le braccia al petto.
«Vuoi essere ucciso?»
Il tono con cui si espose,
lasciò sfuggire una risata a Mukuro; era tutto
purché minaccioso.
«Se mi uccidi tu, potrebbe
non dispiacermi. Significa che sarai il più vicino quando
sarò sul letto di
morte. Non lo trovi romantico?»
Tsuna sospirò, Mukuro era
davvero senza speranze.