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Autore: Mellorine    09/06/2011    3 recensioni
[scarsità della fantasia del titolo per il semplice fatto che è una fic lampo nata da un'improvvisa ispirazione sul tema del compleanno di Mukuro...]
"non sarà sempre così. Arriverà anche per te il momento di conoscere la luce, camminare su strade accoglienti e sentirti travolgere dall'abbraccio del calore."
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Mukuro Rokudo, Tsunayoshi Sawada
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una delle poche volte in cui era grato di venir portato in quella stanza del laboratorio isolata, dove venivano condotti gli esperimenti esclusivamente su di lui.

Di solito gli capitava di sentire quel tipo di "gratitudine" quando ciò che accadeva lì dentro gli faceva così male che non poteva fare a meno di usare la propria voce, di solito assente, per urlare di dolore.

Non avrebbe mai sopportato di farsi sentire da qualcun altro.

 Ma quel giorno era diverso, quando era stato lasciato sulla soglia della porta dello studio di uno dei dottori della famiglia  dalla donna che era andata a prelevarlo dallo stanzone che condivideva con gli altri bambini per portarlo nella solita stanza del laboratorio, notò per caso la data segnata su un calendario sulla scrivania.

Un grande "9" svettava in rosso, sotto il mese "Giugno".

Quel giorno era più lucido del solito, non lo avevano drogato e portato  a fare esperimenti per l'intera settimana precedente, forse avevano in mente qualcosa di nuovo per cui bisognava che stesse particolarmente bene, per cui gli vennero subito alla mente alcuni collegamenti spontanei che non riuscì a frenare.

Quello stesso giorno dell'anno precedente sua madre, che pure non era mai stata particolarmente affettuosa e presente ma almeno faceva i suoi doveri in quanto tale, lo aveva portato fuori durante una pausa dal lavoro dicendogli che avrebbero mangiato un gelato insieme.

Mukuro aveva cinque anni ed aveva trovato il solo fatto di poter passare del tempo con lei in spensieratezza, lontani dalle strade dove era da poco esplosa la guerra tra le famiglie, il regalo più bello che potesse ricevere.

Quella stessa donna, il giorno del suo sesto compleanno, era lì di fronte a lui e  stava tornando al suo fianco per condurlo nella sala in cui avrebbe sopportato ancora sofferenze in nome del bene della famiglia Estraneo, senza degnarsi di rivolgergli una parola di troppo che non fosse un "andiamo" o "aspetta".

Fu lasciato solo ad aspettare l'arrivo degli uomini che si occupavano di lui e, come faceva nei suoi momenti di debolezza in cui agiva come nient'altro che un bambino, si sedette in un angolo spoglio della stanza, rivolto al muro, liberando il proprio pianto.

Accadde però qualcosa di insolito.

Prima che qualcuno entrasse, prima che lo facessero addormentare o gli coprissero gli occhi in qualche modo, fu avvolto dal più totale buio.

Non si spaventò, forse semplicemente un nuovo esperimento era iniziato e non se ne era neanche reso conto, per cui rimase fermo al suo posto impegnandosi ad asciugare le lacrime per essere pronto a fare qualsiasi cosa avesse dovuto fare quella volta.

"Mukuro."

Un tocco leggero sulla propria spalla lo fece sussultare e voltare subito lo sguardo. Alla sorpresa di quel tocco, così gentile come mai si era sentito toccare prima d'ora, si aggiunse quella di sentir chiamare il proprio nome da una voce quieta.

Rimase parecchio confuso da ciò che vide,  un uomo mai incontrato prima ma che al tempo stesso gli appariva enormemente familiare.

Aveva i capelli del suo stesso colore e forma, con la differenza che in più portava una lunga coda poggiata su una spalla, gli occhi bicromi proprio come lui, ma era molto più alto e stava tutto piegato su se stesso per raggiungere la sua altezza.

Si voltò totalmente verso di lui, noncurante delle  lacrime che continuavano a solcargli il volto, troppo interessato a quella presenza.

L'uomo sorrise in modo lieve a quelle lacrime, portandovi su le mani per scacciarle via.

"fa male, vero? Ma credimi non sarà sempre così."

"sarà ancora peggio…?"

Non seppe perché gli venne spontaneo rispondere a quella persona, rivolgendosi a lui come se fosse davvero convinto che potesse  conoscere il proprio futuro.

Lo vide scuotere la testa prima di tornare a parlare, in modo paziente.

"non sarà sempre così. Arriverà anche per te il momento di conoscere la luce, camminare su strade accoglienti e sentirti travolgere dall'abbraccio del calore."

Quasi come a confermare quanto quell'uomo stesse dicendo, il piccolo Mukuro si accorse in quel momento che quella figura sembrava in effetti come avvolta da una luce che proveniva soltanto dal suo corpo ed annientava l'oscurità intorno a loro, e le sue mani erano calde tanto che tornò a piangere per la sola commozione di star avvertendo un calore del genere dopo tanto tempo passato tra quelle fredde mura.

"ma io… non so nemmeno come uscire di qui…."

Si lamentò ed allora il più grande allontanò una mano dal suo volto per porgergli  un tridente di metallo lucente apparso in quel momento nella sua stretta.

"tu sai già come farlo. Ed io so già che questo ti porterà sulla strada sbagliata, ma confido nelle persone che si impegneranno per riportarti su quella giusta. Ora non potrai capirmi ma promettimi solo una cosa, promettimi che non rinnegherai la luce e che quando si mostrerà a te, farai di tutto per seguirla ed ottenerla."

In effetti fu così, non capì appieno ciò che quella strana persona gli stesse dicendo, ma annuì ugualmente, prendendo tra le proprie mani l'arma.

"so anche che lo dimenticherai tra poco, e soffrirai ancora più che in questo momento ma credimi, ne varrà la pena."

Con un ultimo sorriso e quelle parole, l'uomo svanì, lasciando dietro di lui la fastidiosa luce al neon della stanza tornata di nuovo visibile e quel tridente saldo nella sua mano.

 

Si svegliò con la strana sensazione di sapere di aver sognato qualcosa di fondamentale, ma che non ricordava, non era nemmeno certo se si trattasse di un sogno frutto della propria mente o un vero e proprio ricordo.

Spostò il volto di lato, riaperti gli occhi, e smise di pensarci non appena vide l'espressione attenta di Tsunayoshi che, sollevato su un braccio per osservarlo, sembrava essere preoccupato da qualcosa.

Questi gli portò una mano al volto, appena lo vide sveglio, accarezzandolo.

"hai fatto un brutto sogno? Parlavi nel sonno, non lo hai mai fatto prima."

"no… a dire il vero non lo so, scusami per averti svegliato."

Chiuse gli occhi e si spostò stendendosi su un fianco, accostandosi al corpo del compagno per potersi beare del suo calore e tornare a dormire.

Richiuse gli occhi tentando di farlo,ma si ritrovò a riaprirli subito quando sentì l'altro sussultare dopo aver visto l'ora all'orologio sul comodino.

"oh, sono le tre del mattino, quindi è il nove giugno! Buon compleanno, Mukuro!"

Ancora stordito dal sonno, si rese a stento conto di ciò che l'altro gli stesse augurando ed accolse il suo bacio senza soffermarsi troppo a pensarci, in fondo era in ogni caso ben gradito.

Sorrise quando ricordò che in effetti sì, quello era il giorno del suo ventiseiesimo compleanno, il primo fuori la Vindice e, come ogni momento che stava vivendo al fianco di Sawada Tsunayoshi, un bellissimo giorno speciale.

  
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