White as snow, red as blood
Prologo
– Libera come il vento.
Tremava, la pioggia le
cadeva addosso come chiodi, la pungeva talmente tanto forte che lei avrebbe
voluto accasciarsi a terra e piangere dal dolore. Ma non lo faceva. Correva, continuava a correre, non sapeva fare
altro, in quel momento. Era appena uscita e di sicuro non si sarebbe arresa.
«Corri, Miko!» Gridò un ragazzino poco più grande
della richiamata, lei lo invidiava perché non aveva i suoi capelli, già, perché
i capelli di Miko erano bianchi, e lo invidiava anche per gli occhi, quelli del ragazzo – Rian – erano ambrati, quelli dell’albina rossi.
Rian e Miko si
adoravano, come fratelli, e come fratelli scapparono assieme da quel posto. Lei aveva sette anni, lui
uno in più. Così piccoli e così
mostruosamente determinati.
Erano abbastanza lontani,
ora. Potevano tornare a respirare, la pioggia ancora li punzecchiava, così si
ripararono sotto una foglia di discrete dimensioni. Si addormentarono
abbracciati per scaldarsi. Lei pianse, durante la notte, meditando sui dolori
passati, rianimandosi poi pensando al fatto che ora era libera, era libera come il vento, era libera con il suo amico, ma,
al suo risveglio Rian non c’era più.