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Autore: Nereisi    09/06/2011    2 recensioni
Un passato condiviso, un segreto inconfessabile, due vite che finalmente torneranno a incrociarsi.
Riuscirà l'amore tra Misa e Usui a vincere, o il passato di lui getterà un'ulteriore ombra sulla loro storia? Chi ordisce in segreto contro i due?
Riusciranno a stare insieme?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Misaki Ayuzawa, Nuovo personaggio, Takumi Usui
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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  Spazio Autrice

Ebbene sì, finalmente ho scritto il secondo capitolo! Abbiate pietà se ci ho messo così tanto e vi ho las ciato sulle spine, ma è tempo di esami e la mamma incombe!
Vi ringrazio per la pazienza che avete dimostrato e per avermi aspettato senza accendere torce e prendere forconi. *si inchina* per favore, recensite l’altra mia storia perché vorrei dei pareri per sapere se piace o meno *si inginocchia* per favore!
Ringrazio i folli come satura-chan che hanno Vi auguro una buona lettura!
 
 
INCUBO
 
 
 

Entrai titubante in classe. Venticinque teste si girarono a guardarmi, uno strano ghigno sulla bocca. Si alzarono barcollando, come se fossero ubriachi, le mani trasformate in artigli che ghermivano l’aria davanti a loro, ovvero a pochi metri da me. Il professore di turno, il professor Haizune, si girò verso di me, il volto cereo.
 


<< Mi hai delusa Misaki…. >>
<< Ci hai presi in giro… >>
<< Non sei degna… >>
 
Le loro parole, dette in modo atono, mi ferirono più di qualsiasi offesa. Mi girai e feci per correre fuori dall’aula, ma mi trovai davanti proprio lui, Usui. Sul suo viso era disegnato un sorriso beffardo e gli occhi sembravano creati dal diavolo in persona.
 


<< Vieni, bambola… manchi soltanto tu alla mia collezione…  >>
 
Cercò di prendermi per la camicetta, ma fui veloce e gli lasciai in mano solo la giacca. Corsi per il corridoio ma sembrava non che non avesse fine. Vidi una luce e dopo molti sforzi e lacrime riuscii a raggiungerla. Il rettangolo di luce abbagliante mi inghiottì e mi ritrovai nel bagno della scuola. Mi appoggiai con il fiatone al lavandino.
 
Con che faccia posso presentarmi dai compagni del consiglio studentesco ora?
 
Smisi per un attimo di pensare. Da quando ero entrata in quel bagno sentivo che qualcosa non andava. Alzai gli occhi. Lo specchio mi ricambiò un’immagine atroce: non avevo più né la bocca né il naso, le orecchie erano sparite e al posto della mia solita nuvola di capelli corvini ora avevo solo un cranio lucido e calvo sul quale c’era scritta la parola “traditrice”. Caccia  un urlo con la mia bocca invisibile e sprofondai in un buco nero è profondo, chiazzato con le immagini dei volti dei miei amici e compagni che si infrangevano e si sgretolavano, distruggendo tutto ciò che ero riuscita a costruire in quegli anni. Ognuno di loro rideva di me.
I loro sghignazzi incontrollati mi soffocavano, stavo annegando nelle loro risate di scherno.
 
No, basta, non ce la faccio più..
 
Ora mi trovavo in una specie di fondale marino. Un tentacolo sbucato chissà dove si avvinghiò alla mia caviglia e cominciò a trascinare verso il fondo. I polmoni mi bruciavano.
 
Qualcuno mi aiuti… non resisterò a lungo… ho bisogno di aria…
 
Tutto intorno a me si fece nero
 
Basta… vi prego… non merito tutto questo…
 
Chiusi gli occhi in attesa della fine che sarebbe arrivata presto
 
Basta, fatelo smettere…basta… basta…ho detto basta…BASTA!
 
 
Mi alzai di scatto a sedere sul letto, madida di sudore e accaldata come non mai.
 
Dunque…era solo un sogno?
 
Appoggiai una mano sul petto, sentendo il cuore che batteva violentemente contro la cassa toracica. Cercai di recuperare il respiro incontrollato, mentre cercavo indizi per la camera (la mia era piuttosto spartana) che mi dessero un’idea di che giorno era. Girai lo sguardo verso il comodino. Sopra c’erano parecchi libi in equilibrio precario, il che mi ricordò che come al solito avevo studiato fino a tarda notte.
 
Accidenti che caldo… non resisto più!
 
Mi avviai verso la finestra con la testa che mi girava, aprii le tende e poi spalancai finestre e balconi. La luce si impossessò della mia camera, mentre l’aria primaverile mi scompigliava i capelli e mi svegliava del tutto.
 
Che incubo… ma…e se succedesse veramente così? No, non può essere, sto  diventando paranoica… è solo un lavoro, non una dichiarazione di guerra…
Ma non posso permettere  che lo sappiano tutti quanti.. non può, non deve diventare una notizia di dominio pubblico…devo parlare assolutamente con Usui.
Usui… bè, ieri sera m ha aiutato, ma avrei potuto benissimo farcela da sola!
Ma se gli parlo a scuola…oddio che faccio! Sto pianificando tutto neanche fosse un incontro ufficiale dell’ F.B.I.!!!
 
Entrai in doccia e il getto d’acqua si portò via le mie preoccupazioni, impedendomi di pensare per un po’ a catastrofi e affini.
 
 
 
Dopo essermi vestita, scesi in cucina. Sul tavolo era appoggiato un vassoio con un tentativo di colazione. Di fianco, due biglietti. Il primo, dalla grafia chiara e leggera, diceva:
 
“ cara Misaki, sono andata alla mostra di quadri per vedere se qualcuno voleva comprarne uno mio. Tranquilla, non preoccuparti per me, mi sono riguardata e ho preso le mie medicine. Sarò di ritorno stasera tardi. Almeno oggi che è sabato, stacca un po’ la spina e riposati, altrimenti ti ammalerai anche tu. Un bacione                 la tua mamma”
 
Il secondo dalla grafia un po’ più esuberante che interpretai come quella di mia sorella, recitava:
 
“ ehilà sorellina! Oggi sono per tutto il giorno in giro a caccia di concorsi da vincere. Voglio trovare una nuova presina, perché quella che avevamo l’ha bruciata la mamma tentando di prepararti la colazione. Cerca di uscire oggi, altrimenti ti cresceranno i funghi sulla testa! Ciao             Suzuna “
 
 
Perfetto. Tutti complottano di allontanarmi da casa prima della maggiore età!
Però devo ammettere che ho proprio voglia di uscire. Nessuno avrà da ridire se seguo i consigli, o meglio, gli ordini perentori della mia famiglia, giusto?
 
 
Mi preparai, mi misi i pattini a rotelle e uscii, nell’aria profumata di fiori.
  
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