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Autore: bAbYAng3L    07/02/2004    0 recensioni
Bonjour ^^" allora, questo che posto oggi è il primo capitolo (e anche il più breve di quelli che verranno, direi) della mia fan fic sull'amatissimo Siriusino ^^"" in pratica è ambientata quando Sirius e i Malandrini frequentavano gli ultimi due anni di Hogwarts (il finale un pò dopo ma non dirò altro) ^^" cmmmmq.. è la mia prima fan fic.. speriamo bene.
Genere: Avventura, Azione, Comico, Commedia, Malinconico, Mistero, Romantico, Suspence, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era arrivato Silente, la battaglia finiva, e finiva bene

Era arrivato Silente, la battaglia finiva, e finiva bene. Sirius se ne accorse, e un muscolo della sua faccia si rilassò in una specie di sorriso mentre i suoi occhi incrociavano quelli di Bellatrix: dello stesso blu scintillante, ma con una luce cupa, che non si potrebbe mai descrivere a parole, che vi brillava dentro.

Dalla bacchetta di Bellatrix sprizzò un fiotto di luce rossastra, e Sirius si chinò da un lato per evitarlo, rialzandosi poi con una smorfia divertita dipinta sul viso: “ Avanti, puoi fare di meglio”, le gridò, la voce echeggiante nella vastissima sala. Bellatrix non sorrideva; ma i suoi occhi ridevano e la pelle bianca scintillava ancora di più sotto la lunga veste nera. Sussurrò qualcosa, e dalla punta della bacchetta uscì un fiotto rosso più potente del primo. Sirius vide la luce acceccante, realizzò troppo tardi che si, l’avrebbe preso, ed il sorriso che gli si era aperto sulle labbra poco prima non svanì all’impatto: solo gli occhi, quei grandi occhi blu che aveva simili alla cugina, si sgranarono e poi, lentamente, mentre il suo corpo si piegava con grazia e cadeva all’indietro, oltre il velo logoro appeso all’arco, si chiusero. Mentre il buio calava davanti e dentro di lui, vide il sorriso felice di Harry quel giorno di settembre in cui l’aveva accompagnato alla stazione, ricordò tutte le maniere in cui aveva cercato di farlo ridere, inseguendo piccioni e mordendosi la coda, e poi la lettera che gli era arrivata, scritta in un codice infantile ma così attento che nessuno l’avrebbe capito, vide l’espressione stupita di Harry mentre abbandonava il tema sulle Lune di Giove e si chinava a controllare se lui era veramente nel camino, e poi le vacanze di Natale, e la sensazione di felicità che finalmente l’aveva riempito di nuovo, la casa piena di vischio, i ragazzi che correvano su e giù per le scale cercando di impicciarsi nelle faccende dell’Ordine, la sua voce che cantava “ Tu scendi dalle stelle, o fierobecco..” ed Harry che rideva.

E poi poteva andare ancora più indietro; il giorno degli esami del quinto anno, la Sala Grande diversa dal solito, con quelle lunghe file di banchi singoli, il professor Vitious che intimava loro di spicciarsi, James che si girava a guardarlo passandosi come al solito la mano nei capelli e lui che gli sorrideva soddisfatto tenendosi in bilico sulle gambe posteriori della sedia, poi loro quattro che uscivano a passo rapido confrontando i risultati ridacchiando e prendendo in giro Remus, James che giocherellava con il suo solito fare da finto distratto col boccino, il tempo passato a ciondolare sotto il faggio, l’espressione di ammirazione completa di Peter mentre James continuava a far saltellare il boccino, e poi la comparsa di Piton che si alzava infilando pergamene nella borsa e si allontanava sul prato.

Lui e James che lo seguivano- non avevano altro di meglio da fare- e tutta quella sciocca litigata, con Piton sospeso a mezz’aria con le mutande in mostra. Poi era arrivata Lily, bella e di cattivo umore come al solito, e lei e James avevano cominciato come al solito a beccarsi.

E alla fine, quando avevano smesso di tormentarlo per merito della Evans, Piton era riuscito ad insultarla con la sua voce unta, provocando l’ira di James.

Ma ovviamente Lily non aveva apprezzato nemmeno che il vanaglorioso Potter la difendesse- non sopportava nulla di quello che faceva James, la confondevano troppo i sentimenti contraddittori che provava nei suoi confronti- e se ne era andata visibilmente irritata.

Pochi giorni dopo la scuola era finita per davvero, e lui si era rifugiato nella grande casa estiva dei Potter, senza nessun rimpianto per gli appartamenti buii di Grimmauld Place, la voce acida di sua madre che gli ricordava ogni secondo che era un lurido traditore del suo sangue, Regulus che sghignazzava appoggiato allo stipite della porta.

Lui e James passavano le giornate con i ragazzi del posto, sfrecciando in motorino per le viuzze strette del paese, scottandosi con il sole caldo della costa francese, fumando come dannati e divertendosi a più non posso. Inoltre, i loro scherzi orditi contro degli indifesi Babbani erano ancora più divertenti, e avevano ragazze a volontà.

I genitori di James erano deliziosi e non gli parlavano mai della sua situazione familiare, limitandosi a trattarlo come un secondo figlio. E lui, lui era felice come pensava di non essere mai stato, ancora troppo vicino al momento della sua decisione di rinnegare il suo nome per accorgersi che aveva qualche prezzo, tutto teso verso quel futuro di scintillanti prospettive che gli si apriva davanti.

 

  
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