Asas
de borboleta e tinta.
Le sue mani scivolano
sulla tua pelle avorio mentre quegli occhi felini ti osservano come se
volessero mangiarti. Lo guardi con il verde della tua unica iride, mentre il
tuo respiro si increspa sotto le morbide carezze di quelle labbra plumbee,
scure come le tenebre che avvolgono i vostri corpi. Che cosa provi, Lavi? Che
cosa senti quando le mani di Tyki scivolano
lentamente verso il tuo bassoventre, lasciandoti nudo come un verme? Nulla?
Come puoi spiegare, allora, i lamenti di protesta ogni qual volta la sua bocca
si allontana dalla tua? E il battito impazzito del tuo cuore? Lo chiami, lo fai
di nuovo, pronunci quelle quattro lettere: il nome di un assassino, di un
nemico, di un uomo. Cosa provi, Lavi? Un bacio, dolce e allo stesso tempo
schifosamente ferino, una stilettata di dolore e il resto è solo un confuso
ansimare di corpi, di gemiti indistinti. Lo vuoi vero, Lavi? Lo ami...
Uccidimi… uccidilo,
elimina il mio passato, cancella la mia intera esistenza. Svestimi, spogliami
l'anima e tieni soltanto Lavi, soltanto l'ora. Lavi… un nome sulle labbra di un
assassino, così dolce, così caldo. Dillo di nuovo, chiamami ancora con quel
conturbante accento portoghese, scandisci quelle quattro lettere. Ancora. È
terribilmente sbagliato vero? Non posso, ma non ti fermo. Le tue mani, le tue
labbra, la maniera in cui i tuoi lunghi capelli si appoggiano dolcemente sulle
tue spalle, le tue iridi brune e anche quelle color dell’ambra, quel
piccolissimo neo sotto all’occhio sinistro che impreziosisce i tuoi lineamenti,
rendendoti semplicemente affascinante anche quando in mezzo alle strade di
Lisbona vesti di stracci. Perché? Perché sei così dannatamente bello? Lo hai
già ucciso, vero? Lo ammazzi ogni volta che il tuo corpo si fonde con il mio.
Ti amo... no: non è vero. Mento: ti amo, ma non voglio farlo. Ecco, ho mentito
di nuovo: ti amo e non posso farlo.
La tua pelle lattea
accarezza la mia, mentre la tua mano si intreccia con i miei lunghi capelli. Ti
voglio terribilmente, voglio sentire la tua voce ansimare. Lo senti il piacere?
Sono io, è la mia intera essenza. Mi chiami e impazzisco. Ti allunghi verso di
me, cercando quei baci che bruscamente avevo interrotto. Può una creatura di
Dio essere così ansiosa di peccare? Sei mio adesso. Ti prendo, ti consumo con
le mie labbra e poi ti guardo, ti osservo mentre distrutto ti addormenti. Sei
così indifeso, così... fragile. Potrei ucciderti, potrei farlo qui, ora,
ma...proverei lo stesso tutto questo? La mia mano sul tuo cuore. Perché sei
così sicuro che non lo farò? Ti amo... il motivo è quello, ma non posso frenare
la mia natura.
Mentiamo.
Giochiamo, ti prego.
Facciamo che io non sono me e tu non sei te, facciamolo solo durante la notte,
facciamolo fino a quando sarà possibile, fino al giorno in cui un battito d'ali
di farfalla porrà fine a questo stupido gioco. Amiamoci. Facciamolo finché possiamo,
facciamolo a modo nostro, facciamolo fino a quando l'inchiostro nero dei nostri
nomi non colerà su questo foglio bianco ponendo fine a questo sentimento…
ponendo fine a tutto.
• NdA; in the Tyki Tyki room. ~
Piccolo commentino
finale. Il titolo è in portoghese sebbene io non sappia un fico secco di questa
lingua, quindi mi sono lanciata fra le braccia di Google Translate,
mia ancora di salvezza. In qualsiasi caso chiederò a radioactive
– che al contrario mio conosce la lingua – di verificare la correttezza di
tutto ciò. Molto semplicemente e banalmente dovrebbe significare “Ali di farfalla e inchiostro”. Che
fantasia, vé? ~
Detto questo sappiate
che è la prima volta che scrivo una cosa del genere e ho voluto pubblicarla per
ottenere dei pareri, siano essi negativi o positivi.
Ed ora me ne vado! ~
yingsu.~