10/06/2011
0 recensioniI
miei stivali sollevavano polvere e cenere ad ogni passo.
Ad oggi passo risvegliavano vite, ad ogni passo laceravano membra, candide un tempo.
Il tempio delle vanità taceva ai primi bagliori dell'alba, dopo un'ennesima notte insonne.
Raccolsi piedi frantumati di un cucciolo d'uomo, mani spezzate di donne,
capelli bruciati di vecchi stanchi tra le dita per poi lasciar tutto cadere di nuovo verso il suolo,
a diventare un miscuglio omogeneo con il resto, a tornare alla terra.
Mai mi sarei aspettato, un giorno, di assistere al massacro, non è ciò che è successo infatti,
ma mai mi sarei augurato di portare sulle spalle il peso di tante vittime sacrificali offerte all'altare del potere.
La cenere grigia e informe che ricopriva tutto il campo come finta neve dei grandi magazzini nascondeva
agli occhi del giorno, preservandola, un'agenda dalla copertina nera e la svelava ai miei.
Non avevo mai considerato quanta vita o quanto ardore potesse contenere un simile libricino.
Sfogliandolo percepivo l'odore dell'inchiostro vecchio e consumato, il profumo della speranza,
il puzzo della morte bastarda.
La grafia era scomposta, disordinata, tutt'altro che bella,
faceva presagire l'intento di lasciare un segno indelebile alla svelta,
la necessità di fermare il corso del tempo anche per brevi istanti.
La pagina iniziale era completamente vuota, bianca, pura e recava scritte soltanto due parole ed un numero a più cifre.
Ad oggi passo risvegliavano vite, ad ogni passo laceravano membra, candide un tempo.
Il tempio delle vanità taceva ai primi bagliori dell'alba, dopo un'ennesima notte insonne.
Raccolsi piedi frantumati di un cucciolo d'uomo, mani spezzate di donne,
capelli bruciati di vecchi stanchi tra le dita per poi lasciar tutto cadere di nuovo verso il suolo,
a diventare un miscuglio omogeneo con il resto, a tornare alla terra.
Mai mi sarei aspettato, un giorno, di assistere al massacro, non è ciò che è successo infatti,
ma mai mi sarei augurato di portare sulle spalle il peso di tante vittime sacrificali offerte all'altare del potere.
La cenere grigia e informe che ricopriva tutto il campo come finta neve dei grandi magazzini nascondeva
agli occhi del giorno, preservandola, un'agenda dalla copertina nera e la svelava ai miei.
Non avevo mai considerato quanta vita o quanto ardore potesse contenere un simile libricino.
Sfogliandolo percepivo l'odore dell'inchiostro vecchio e consumato, il profumo della speranza,
il puzzo della morte bastarda.
La grafia era scomposta, disordinata, tutt'altro che bella,
faceva presagire l'intento di lasciare un segno indelebile alla svelta,
la necessità di fermare il corso del tempo anche per brevi istanti.
La pagina iniziale era completamente vuota, bianca, pura e recava scritte soltanto due parole ed un numero a più cifre.
ALICE
BIANCHI
184.994
La seconda pagina iniziava così.
Caro
Diario...