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Autore: CriminalDanage    10/06/2011    2 recensioni
«Mi chiedo che ne sarà di me, non sono riuscito a occuparmi di Tsunayoshi, non riesco ad ammazzarti … credo di avere dei seri problemi!»
Quella frase scatenò un’occhiata da parte di Hibari, inaspettatamente rise anche.
«La verità è che sei solo un rammollito. Dipendevi da Sawada più di quanto non lo davi a vedere, così come dal tuo gruppo di amichetti. Gli erbivori fastidiosi rimangono erbivori per tutta la vita.»
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kyoya Hibari, Mukuro Rokudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 “Careful, we're fragile and easily we break”.

 

"Io ero pietrificato dalla paura.
Fingevo di inseguirti, fingevo di affilare le zanne, ma in realtà ero pietrificato dalla paura.
Al solo pensiero di calpestare la tua ombra."

 

Rimirò la vasta radura con fare annoiato, Hibird era partito in ricognizione quasi venti minuti fa e non era ancora tornato.  Aveva quasi voglia di coricarsi lì sul posto e fare un pisolino, ma la compagnia che aveva non gli permetteva di abbassare la guardia.
Poco più in là Mukuro Rokudo se ne stava con la schiena appoggiata contro il muro, le mani in tasca e il tridente appoggiato a lato, a differenza di Hibari pareva piuttosto tranquillo.
Per ben dieci minuti buoni entrambi avevano maledetto mentalmente Sawada Tsunayoshi,  per aver affidato una missione dove avrebbero dovuto collaborare. Hibari giurò che l’avrebbe morso a morte, Mukuro che avrebbe posseduto il suo corpo senza pensarci due volte.
Alla fine comunque si ritrovarono a combattere assieme, probabilmente dire “fianco a fianco” sarebbe stata un’esagerazione, ma accadde.
Per loro due quando si trattava di combattere fianco a fianco tutto diventava una competizione:  erano arrivati a contare chi abbatteva più nemici, alla fine erano riusciti a terminare in parità,  entrambi troppo orgogliosi per darla vinta all’altro.
Un’altra cosa – o per meglio dire persona – che gli univa era proprio l’uomo che gli aveva spediti per quella missione, scavandosi la fossa da solo. Era evidente che per quanto entrambi si astenessero dall’ammettere di avere legami con Tsuna e gli altri Guardiani, se dopotutto anche dopo dieci anni erano ancora assieme a loro, un motivo doveva esserci.
Il cellulare di Mukuro squillò improvvisamente, disturbando il silenzio all’interno della vettura che procedeva a velocità moderata verso la Base dei Vongola; Mukuro controllò il nome sul display “Cagnolino del Boss” un  nickname che aveva assegnato a Gokudera Hayato, quell’uomo così ridicolo nella sua fedeltà che dimostrava verso Tsuna.

 -Come se lui, combattendo a fianco di persone che odiava non potesse avere la parvenza di un uomo ridicolo!

«Qui è Mukuro Rokudo, io e il fissato della disciplina abbiamo compiuto la missione assegnata e stiamo rientrando alla Base!» Rispose con un tono di voce chiara e ovviamente da presa in giro verso Gokudera, notò l’occhiata glaciale da parte di Hibari e sul viso gli si dipinse un sorriso strafottente.
Dall’altro capo del telefono avvertì dei rumori di sottofondo, di persone che parlavano agitate, Gokudera stesso sembrava agitato.
«Il Decimo è andato alle contrattazioni di Byakuran da solo … ed è stato ucciso.»
Quella semplice frase riuscì a sconvolgere il mondo di Mukuro in pochissimi secondi.
A lui non era mai importato di Tsuna nel modo in cui importava agli altri, non aveva quel tipo di legame con lui, Mukuro voleva semplicemente possedere il suo corpo, prendere il controllo della sua mente e distruggere la Mafia. Già, proprio così.
«Che succede?»
Quando riagganciò, Hibari lo degnò di un’occhiata incuriosita, non si era perso nemmeno una delle espressioni di Mukuro e aveva intuito che doveva esser successo qualcosa.
Il Guardiano della Nebbia ricordandosi solo in quel momento della presenza di Hibari riprese il controllo dei propri sentimenti, lasciandosi sfuggire una risata leggera, di chi se ne fregava altamente del mondo in cui viveva.
«E’ morto Sawada Tsunayoshi. L’ha ammazzato Byakuran.» Breve e coinciso raccontò con un filo di voce ciò che aveva appreso da Gokudera, quando in realtà dentro di se non riusciva quasi a crederci.
Hibari rallentò, stringendo la presa attorno al volante e fissando con aria apatica la strada di fronte a se. Non sembrava sconvolto più di tanto, quasi come se si aspettasse di ricevere quella notizia.
«Se l’è cercata.»
Mukuro constatò che Hibari rimaneva quello di sempre, freddo e scostante, anche in un momento simile. Si domandò se in quel momento dentro di sé provasse gli stessi sentimenti in conflitto che provava lui.
Tutto d’un tratto la macchina si fermò in mezzo al nulla, Mukuro guardò interdetto Hibari, chiedendogli con lo sguardo il perché di quel gesto.
«Combattiamo.»
La coerenza fra quello che stavano dicendo fino a poco prima e quello che Hibari stava dicendo ora non c’era, non che si aspettasse di riscontrare una minima traccia di senso nei loro così rari discorsi.
In fondo però, il loro rapporto era come una medaglia a due facce: da un lato si detestavano, dall’altro i loro caratteri orgogliosi, le diverse similitudini fra i loro caratteri non faceva altro che attrarli l’un con l’altro.
Era complicato da spiegare, sicuramente non sarebbero mai arrivati a parlarsi come farebbero due amici, ma quei contrasti gli rendevano sempre più vicini, nonostante la distanza.
«Kufufu … che cos’è, un modo tutto tuo per consolarmi?» Lo punzecchiò afferrando il tridente e spalancando la portiera del macchina, precedendolo all’esterno.
Nonostante tutto, sapeva bene che Hibari Kyouya non era il tipo di persona che consolava concretamente gli altri, tantomeno non avrebbe mai consolato il suo peggior nemico.
Capì che l’altro non stava scherzando quando un tonfa gli sfiorò per poco una guancia, non riuscì a proteggersi in alcun modo e quasi rischiò di scivolare a terra. Che diavolo gli stava prendendo? Non era da lui!
«Non esitare, questa volta non ci sarà lui a fermarci, quindi usa tutta la tua forza.»
Un altro fendente causato dal tonfa gli passò nuovamente di fronte al viso, ma questa volta riuscì tranquillamente a bloccarlo con il tridente, respingendolo con tutta la forza che aveva in corpo.
Una bestia, ecco cosa sembrava. In quel momento Hibari reagì con tutta la forza che aveva in corpo, mostrando una netta predominanza nei confronti di Mukuro, colpiva con una sicurezza degna di un vero guerriero; Mukuro si ritrovò inspiegabilmente con le spalle al muro, ripensando alle parole di poco prima.
L’ultima volta che avevano combattuto in quel modo, era stato diversi anni fa e Sawada Tsunayoshi si era messo in mezzo per fermarli. Da allora per diversi motivi non avevano avuto veri scontri, Hibari era rimasto sulle sue, mentre Mukuro aveva continuato a seguire Tsuna per il bene di Chrome, ovviamente non gli importava nulla della Mafia, il risentimento e l’odio non sarebbero svaniti così facilmente.

 Se era vero che Tsuna rappresentava il Cielo, come avrebbero agito d’ora in poi? Come si poteva vivere in un mondo senza cielo?

 «Ti ho detto di combattere!» Seppur non avesse mai perso la concentrazione, la voce di Hibari più alta e feroce del solito lo spaventò, rischiando di fargli perdere  l’attenzione in quel combattimento.
Non aveva tutti i torti, non stava combattendo con tutte le sue forze e per quanto cercasse di metter da parte quel velo di tristezza che provava per la notizia appena ricevuta, la sua attenzione non  bastò per evitare un colpo diretto allo stomaco che lo portò a sbilanciarsi dalla posizione di attacco.
«Perché tutto questo all’improvviso?» Domandò come per guadagnare tempo, posandosi una mano sulla parte del corpo lesa. Faceva dannatamente male, era evidente che Hibari non stesse scherzando, così scattò all’improvviso, facendo roteare al di sopra della testa il tridente e cercando di colpire l’avversario che senza difficoltà parò il colpo.
«Non abbiamo più niente che ci spinge a continuare a combattere uno a fianco dell’altro, tanto vale farla finita … uno scontro all’ultimo sangue, non è eccitante?»
Con quella frase constatò che Hibari si era sempre sentito “obbligato” a combattere con i Vongola, un po’ come era successo a lui, ma da un altro punto di vista sembrava quasi scombussolato ora, chi non lo conosceva, vedendolo così agguerrito non l’avrebbe capito, ma Mukuro invece riuscì ad individuare ogni traccia di insicurezza.
«Va bene, terminiamo quello che avevamo iniziato. Ma tanto finirà come l’ultima volta, con te agonizzante a terra.» Lo derise, avanzando con l’arma fra le mani e il viso deformato da un ghigno quando finalmente un colpo andò a segno, strappando un lembo della giacca di Hibari.
Lo scontro durò parecchio, a parte alcune ferite superficiali, ne uscirono illesi, lo spazio circostante un po’ meno, ma come avevano iniziato la battaglia, la interruppero.

Come c’era da aspettarsi, finì alla pari.
Non si incontrarono più fino al funerale di Tsuna, entrambi distanti dal resto dei Guardiani riuniti attorno alla lapide, con chi offriva omaggio a Tsuna con fiori e preghiere, chi piangeva interrottamente.
Né Hibari, né Mukuro non avevano portato nulla, non era tra i loro modi di fare.
Diversi sguardi si posarono su di loro quando poco alla volta i Guardiani abbandonarono il luogo della sepoltura, l’ultimo fu Gokudera che con gli occhi stranamente arrossati e una sigaretta fra le labbra, camminava con aria sconfitta verso l’uscita. Si limitò ad un cenno, poi rimasero soli.
«E’ finita.» Se ne uscì Mukuro per interrompere quel silenzio quasi opprimente, Hibari non capì se si riferiva al funerale o a qualcos’altro, ma annuì.
«In fondo però mi dispiace.» Continuò, pur non avendo ricevuto una risposta così gratificante da parte dell’altro «Mi chiedo che ne sarà di me, non sono riuscito a occuparmi di Tsunayoshi, non riesco ad ammazzarti … credo di avere dei seri problemi!»
Quella frase scatenò un’occhiata da parte di Hibari, inaspettatamente rise anche.
«La verità è che sei solo un rammollito. Dipendevi da Sawada più di quanto non lo davi a vedere, così come dal tuo gruppo di amichetti. Gli erbivori fastidiosi rimangono erbivori per tutta la vita.»
Mukuro sussultò colpito, sulle sue labbra però era dipinto il solito sorriso che rivolgeva sempre a Hibari. Normalmente non accettava provocazioni di quel genere, ma questa volta, purtroppo, si trovò d’accordo.
«Ah? E tu Hibari Kyouya, perché non mi uccidi, hai forse paura?»
Lo provocò; che Hibari avesse avuto più di un’occasione per farlo fuori non c’era dubbio, lui stesso ne aveva date a bizzeffe. Il Guardiano della Nuvola raddrizzò la schiena, senza però guardare direttamente in viso Mukuro. Dio, quanto lo odiava!
«Sai? Il tuo modo di attirare le attenzioni è a dir poco stupido. Perché non lo dici che semplicemente ti senti solo?»
Fu troppo, inaspettatamente Hibari si voltò, afferrando per il colletto della camicia Mukuro e fissandolo con sguardo omicida.
Mukuro capì immediatamente il risultato di quello sguardo e con un sorriso portò una mano sul capo del moro, in un gesto che non aveva mai osato fin ora. Seguì uno sguardo sorpreso da parte di Hibari, che con uno strattone lasciò andare Mukuro, dandogli le spalle ed allontanandosi verso l’esterno.

«Kufufu … cordardo

Con i tonfa in mano, Hibari si voltò verso Mukuro, completamente inacidito da quella decisamente poco velata richiesta di esser morso a morte.
«Tu te le stai cercando, vero?»

Certe cose cambiano, ma certe non cambieranno mai.


Piccolo post dopo la fanfiction! ;D
La frase iniziale è tratta dal manga Bleach.
Per chi avrà letto le mie precedenti fanfiction, capirà che questo non è essatamente il mio pair, anzi io sono devota alla 6927 (forse si era notato, mi hanno detto che ho scritto anche qui un po' di 6927 senza farlo apposta XD;;;) e alla D18, ma volevo provare a scrivere qualcosina su questi due.
Al di là delle seghe mentali delle vere fan di questa coppia, questo è il mio modo di vederli. Non saranno mai amici, mai amanti, ma niente di meno che rivali. Non so se sono sfociata nell'OOC, e so bene che Hibari era alla conoscenza della fittizia morte di Tsuna, ma userò come scusa il fatto che... cavoli...! Ho scritto una 6918!!11111onee!111 *impazzita* (che scusa è?! XD)

   
 
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