“Careful,
we're fragile and easily we break”.
"Io
ero
pietrificato dalla paura.
Fingevo di inseguirti,
fingevo di affilare le
zanne, ma in realtà ero pietrificato dalla paura.
Al solo pensiero di
calpestare la tua ombra."
Rimirò
la vasta radura con fare annoiato, Hibird era partito in
ricognizione quasi venti minuti fa e non era ancora tornato. Aveva quasi voglia di
coricarsi lì sul posto e
fare un pisolino, ma la compagnia che aveva non gli permetteva di
abbassare la
guardia.
Poco più in là Mukuro Rokudo se ne stava con la
schiena appoggiata
contro il muro, le mani in tasca e il tridente appoggiato a lato, a
differenza
di Hibari pareva piuttosto tranquillo.
Per ben dieci minuti buoni entrambi avevano maledetto mentalmente
Sawada
Tsunayoshi, per
aver affidato una
missione dove avrebbero dovuto collaborare. Hibari giurò che
l’avrebbe morso a
morte, Mukuro che avrebbe posseduto il suo corpo senza pensarci due
volte.
Alla fine comunque si ritrovarono a combattere assieme,
probabilmente dire “fianco a fianco” sarebbe stata
un’esagerazione, ma accadde.
Per loro due quando si trattava di combattere fianco a fianco
tutto diventava una competizione: erano
arrivati a contare chi abbatteva più nemici, alla fine erano
riusciti a
terminare in parità, entrambi
troppo
orgogliosi per darla vinta all’altro.
Un’altra cosa – o per meglio dire persona
– che gli univa era
proprio l’uomo che gli aveva spediti per quella missione,
scavandosi la fossa
da solo. Era evidente che per quanto entrambi si astenessero
dall’ammettere di
avere legami con Tsuna e gli altri Guardiani, se dopotutto anche dopo
dieci
anni erano ancora assieme a loro, un motivo doveva esserci.
Il cellulare di Mukuro squillò improvvisamente, disturbando
il
silenzio all’interno della vettura che procedeva a
velocità moderata verso la
Base dei Vongola; Mukuro controllò il nome sul display
“Cagnolino del Boss”
un nickname che
aveva assegnato a
Gokudera Hayato, quell’uomo così ridicolo nella
sua fedeltà che dimostrava
verso Tsuna.
Dall’altro capo del telefono avvertì dei rumori di
sottofondo, di
persone che parlavano agitate, Gokudera stesso sembrava agitato.
«Il Decimo è andato alle contrattazioni di
Byakuran da solo … ed è
stato ucciso.»
Quella semplice frase riuscì a sconvolgere il mondo di
Mukuro in
pochissimi secondi.
A lui non era mai importato di Tsuna nel modo in cui importava
agli altri, non aveva quel tipo di legame con lui, Mukuro voleva
semplicemente
possedere il suo corpo, prendere il controllo della sua mente e
distruggere la
Mafia. Già, proprio così.
«Che succede?»
Quando riagganciò, Hibari lo degnò di
un’occhiata incuriosita, non
si era perso nemmeno una delle espressioni di Mukuro e aveva intuito
che doveva
esser successo qualcosa.
Il Guardiano della Nebbia ricordandosi solo in quel momento della
presenza di Hibari riprese il controllo dei propri sentimenti,
lasciandosi
sfuggire una risata leggera, di chi se ne fregava altamente del mondo
in cui
viveva.
«E’ morto Sawada Tsunayoshi. L’ha
ammazzato Byakuran.» Breve e
coinciso raccontò con un filo di voce ciò che
aveva appreso da Gokudera, quando
in realtà dentro di se non riusciva quasi a crederci.
Hibari rallentò, stringendo la presa attorno al volante e
fissando
con aria apatica la strada di fronte a se. Non sembrava sconvolto
più di tanto,
quasi come se si aspettasse di ricevere quella notizia.
«Se l’è cercata.»
Mukuro constatò che Hibari rimaneva quello di sempre, freddo
e
scostante, anche in un momento simile. Si domandò se in quel
momento dentro di
sé provasse gli stessi sentimenti in conflitto che provava
lui.
Tutto d’un tratto la macchina si fermò in mezzo al
nulla, Mukuro guardò
interdetto Hibari, chiedendogli con lo sguardo il perché di
quel gesto.
«Combattiamo.»
La coerenza fra quello che stavano dicendo fino a poco prima e
quello che Hibari stava dicendo ora non c’era, non che si
aspettasse di
riscontrare una minima traccia di senso nei loro così rari
discorsi.
In fondo però, il loro rapporto era come una medaglia a due
facce:
da un lato si detestavano, dall’altro i loro caratteri
orgogliosi, le diverse
similitudini fra i loro caratteri non faceva altro che attrarli
l’un con
l’altro.
Era complicato da spiegare, sicuramente non sarebbero mai arrivati
a parlarsi come farebbero due amici, ma quei contrasti gli rendevano
sempre più
vicini, nonostante la distanza.
«Kufufu … che cos’è, un modo
tutto tuo per consolarmi?» Lo
punzecchiò afferrando il tridente e spalancando la portiera
del macchina,
precedendolo all’esterno.
Nonostante tutto, sapeva bene che Hibari Kyouya non era il tipo di
persona che consolava concretamente gli altri, tantomeno non avrebbe
mai
consolato il suo peggior nemico.
Capì che l’altro non stava scherzando quando un
tonfa gli sfiorò
per poco una guancia, non riuscì a proteggersi in alcun modo
e quasi rischiò di
scivolare a terra. Che diavolo gli stava prendendo? Non era da lui!
«Non esitare, questa volta non ci sarà lui a fermarci, quindi usa tutta la tua
forza.»
Un altro fendente causato dal tonfa gli passò nuovamente di
fronte
al viso, ma questa volta riuscì tranquillamente a bloccarlo
con il tridente,
respingendolo con tutta la forza che aveva in corpo.
L’ultima volta che avevano combattuto in quel modo, era stato
diversi anni fa e Sawada Tsunayoshi si era messo in mezzo per fermarli.
Da
allora per diversi motivi non avevano avuto veri scontri, Hibari era
rimasto
sulle sue, mentre Mukuro aveva continuato a seguire Tsuna per il bene
di
Chrome, ovviamente non gli importava nulla della Mafia, il risentimento
e
l’odio non sarebbero svaniti così facilmente.
Non aveva tutti i torti, non stava combattendo con tutte le sue
forze e per quanto cercasse di metter da parte quel velo di tristezza
che
provava per la notizia appena ricevuta, la sua attenzione non bastò per
evitare un colpo diretto allo
stomaco che lo portò a sbilanciarsi dalla posizione di
attacco.
«Perché tutto questo
all’improvviso?» Domandò come per
guadagnare tempo, posandosi una mano sulla
parte del corpo lesa. Faceva dannatamente male, era evidente che Hibari
non stesse
scherzando, così scattò all’improvviso,
facendo roteare al di sopra della testa
il tridente e cercando di colpire l’avversario che senza
difficoltà parò il
colpo.
«Non abbiamo più niente che
ci spinge a continuare a combattere uno a fianco dell’altro,
tanto vale farla
finita … uno scontro all’ultimo sangue, non
è eccitante?»
Con quella frase constatò
che Hibari si era sempre sentito “obbligato” a
combattere con i Vongola, un po’
come era successo a lui, ma da un altro punto di vista sembrava quasi
scombussolato
ora, chi non lo conosceva, vedendolo così agguerrito non
l’avrebbe capito, ma
Mukuro invece riuscì ad individuare ogni traccia di
insicurezza.
«Va bene, terminiamo quello
che avevamo iniziato. Ma tanto finirà come
l’ultima volta, con te agonizzante a
terra.» Lo derise, avanzando con l’arma fra le mani
e il viso deformato da un
ghigno quando finalmente un colpo andò a segno, strappando
un lembo della
giacca di Hibari.
Come
c’era da aspettarsi,
finì alla pari.
Non si incontrarono più fino
al funerale di Tsuna, entrambi distanti dal resto dei Guardiani riuniti
attorno
alla lapide, con chi offriva omaggio a Tsuna con fiori e preghiere, chi
piangeva interrottamente.
Né Hibari, né Mukuro non avevano
portato nulla, non era tra i loro modi di fare.
Diversi sguardi si posarono su di loro quando poco alla volta i
Guardiani abbandonarono il luogo della sepoltura, l’ultimo fu
Gokudera che con
gli occhi stranamente arrossati e una sigaretta fra le labbra,
camminava con
aria sconfitta verso l’uscita. Si limitò ad un
cenno, poi rimasero soli.
«E’ finita.» Se ne uscì
Mukuro per interrompere quel silenzio quasi opprimente, Hibari non
capì se si
riferiva al funerale o a qualcos’altro, ma annuì.
«In fondo però mi dispiace.»
Continuò, pur non avendo ricevuto una risposta
così gratificante da parte
dell’altro «Mi chiedo che ne sarà di me,
non sono riuscito a occuparmi di
Tsunayoshi, non riesco ad ammazzarti … credo di avere dei
seri problemi!»
Quella frase scatenò
un’occhiata da parte di Hibari, inaspettatamente rise anche.
«La verità è che sei solo un
rammollito. Dipendevi da Sawada più di quanto non lo davi a
vedere, così come
dal tuo gruppo di amichetti. Gli erbivori fastidiosi rimangono erbivori
per
tutta la vita.»
Mukuro sussultò colpito,
sulle sue labbra però era dipinto il solito sorriso che
rivolgeva sempre a
Hibari. Normalmente non accettava provocazioni di quel genere, ma
questa volta,
purtroppo, si trovò d’accordo.
«Ah? E tu Hibari Kyouya,
perché non mi uccidi, hai forse paura?»
Lo provocò; che Hibari avesse
avuto più di un’occasione per farlo fuori non
c’era dubbio, lui stesso ne aveva
date a bizzeffe. Il Guardiano della Nuvola raddrizzò la
schiena, senza però
guardare direttamente in viso Mukuro. Dio, quanto lo odiava!
«Sai? Il tuo modo di
attirare le attenzioni è a dir poco stupido.
Perché non lo dici che
semplicemente ti senti solo?»
Fu troppo, inaspettatamente
Hibari si voltò, afferrando per il colletto della camicia
Mukuro e fissandolo
con sguardo omicida.
Mukuro capì immediatamente
il risultato di quello sguardo e con un sorriso portò una
mano sul capo del
moro, in un gesto che non aveva mai osato fin ora. Seguì uno
sguardo sorpreso
da parte di Hibari, che con uno strattone lasciò andare
Mukuro, dandogli le
spalle ed allontanandosi verso l’esterno.
«Kufufu
… cordardo.»
Con
i tonfa in mano, Hibari
si voltò verso Mukuro, completamente inacidito da quella
decisamente poco
velata richiesta di esser morso a morte.
«Tu te le stai cercando,
vero?»
Piccolo post dopo la fanfiction! ;D
La frase iniziale è tratta dal manga Bleach.
Per chi avrà letto le mie precedenti fanfiction, capirà che questo non è essatamente il mio pair, anzi io sono devota alla 6927 (forse si era notato, mi hanno detto che ho scritto anche qui un po' di 6927 senza farlo apposta XD;;;) e alla D18, ma volevo provare a scrivere qualcosina su questi due.
Al di là delle seghe mentali delle vere fan di questa coppia, questo è il mio modo di vederli. Non saranno mai amici, mai amanti, ma niente di meno che rivali. Non so se sono sfociata nell'OOC, e so bene che Hibari era alla conoscenza della fittizia morte di Tsuna, ma userò come scusa il fatto che... cavoli...! Ho scritto una 6918!!11111onee!111 *impazzita* (che scusa è?! XD)