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Autore: MedusaNoir    10/06/2011    1 recensioni
Colin Canon: Nato Babbano, minorenne e innamorato. Decisamente non avrebbe dovuto essere lì nella notte tra il primo e il secondo maggio 1998. Ma c'era.
"Noi resistiamo... Veniamo derisi perché resistiamo al nostro destino, combattendo una battaglia in cui abbiamo poche possibilità di vincere. Ma rassegnarci significa tradire noi stessi." (Kaori Yuki)
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Questa storia... beh, questa storia è per Colin. Nessuno ricorda mai Colin, perfino in un'intervista fatta alla Rowling è stato chiesto se Nigel morisse. Nigel. Per farvi capire, il ragazzino che compare nel quinto film nell'ES. Io ho amato Colin fin dall'inizio, da quando era un ragazzino vivace che voleva solo scoprire il mondo nuovo in cui era stato catapultato. Ho risparmiato le lacrime nel settimo libro, le ho lasciate andare solo quando Harry vede Neville trasportare il cadavere di Colin, e credo fosse quella l'intenzione della Rowling: Colin non era un personaggio importante, né aveva un carattere simpatico o particolare da far dispiacere tanti per la sua morte; Colin, semplicemente, non doveva essere lì. Era minorenne e inoltre Nato Babbano: poteva aspettare che la guerra finisse, invece ha voluto partecipare. Credo che la sua morte sia stata inserita in quel momento proprio per far capire al lettore che anche chi non c'entra niente, la persona meno coinvolta, in un certo senso, può farsi coinvolgere per un ideale. Per questo ho messo anche nell'introduzione la frase di "Angel Sanctuary", perché penso che serva molto a descrivere tutti coloro che hanno lottato per un ideale. Ora rischio di cadere nel patetico, lo so, ma mi sto rivolgendo specificatamente alla saga di Harry Potter, perché chiunque l'ha letta sa cos'ha significato per i personaggi combattere.

Anche la citazione finale e la canzone sono di "Angel Sanctuary" ("Messiah"; non metto la traduzione della canzone tra le note per non creare troppe, appunto, note, però potete cercarla su internet, si trova facilmente).

Ringrazio chiunque stia leggendo perché, anche se non è la mia storia migliore, ci tengo molto. Non so, forse è per le lacrime che ho versato all'apice, alla morte di Colin.

Grazie ♥

ANGELI

 

Colin non doveva assolutamente essere lì: quell’anno non aveva frequentato Hogwarts perché era figlio di Babbani ed era dovuto scappare con la sua famiglia per evitare di seguire un ingiusto processo. Quello era il primo motivo per cui non avrebbe dovuto essere lì, ma ce n’erano altri.

Il secondo poteva essere che nel castello stava infuriando una battaglia e la McGranitt aveva ordinato a tutti gli studenti minorenni di andarsene dal castello. E lui era minorenne.

Il terzo, che era apparentemente il meno importante, era il suo essere innamorato; apparentemente, certo, perché per lui ciò non costituiva un fattore di poco conto.

Nato Babbano, minorenne e innamorato: decisamente Colin Canon non doveva essere lì.

 

You, Messiah
Clockwork angel,
Wake up, shine bright,
on the endless night.
Release all my glacier time.

 

Perché allora non se n’era andato?Beh, la risposta era semplice: aveva un ideale.

Un ideale, sì, una di quelle cose fastidiosissime che ti ronzano nella testa e non danno il minimo segno di volerti lasciare in pace; così Colin era stato costretto ad assecondarlo, altrimenti non sarebbe riuscito a sopportare il rimorso di non aver fatto il possibile per quello in cui credeva.

E qual era l’idea di Colin? Ancora più semplice: un mondo migliore in cui quelli come lui non dovessero nascondersi, un mondo in cui sarebbe stato piacevole abitare.

Era arrivato ad Hogwarts quasi sei anni prima, pieno di curiosità: come si usava la magia? Cosa sarebbe stato in grado di fare? Quali grandi maghi avrebbe conosciuto? Dennis lo avrebbe raggiunto?

Aveva divorato una montagna di libri poco dopo aver ricevuto la lettera, voleva sapere il più possibile del posto in cui stava andando e del mondo in cui si era misteriosamente ritrovato. Conoscere, scoprire, documentare: girava per la scuola con l’inseparabile macchinetta fotografica per mostrare alla sua famiglia quanto poteva di quello che si trovava ad affrontare; c’era quasi rimasto secco durante il suo primo anno, ma era stata proprio quella macchinetta a salvarlo. Si diede dello stupido per averla lasciata a casa in quel momento, ma poi si ricordò che non gli sarebbe stata molto d’aiuto in un combattimento frontale con un Mangiamorte.

E ora quella notte stava iniziando: la notte senza fine. Sapeva bene che non sarebbe stato facile uscire vivo da quella notte, non riusciva a intravedere la mattina, l’alba. Brutta questione.

Fu in quel momento che vide il Prescelto.

Harry Potter.

 

From him who is and who was and who is coming,
"I am the Alpha and the Omega,
the first and the last, the beginning and the end."

 

Un sorriso triste gli apparve sul volto.

Lui non poteva saperlo, ma per Colin Harry Potter era stato tutto, il primo e l’ultimo, l’inizio e la fine. Già, perché proprio con lui erano iniziate le riunioni dell’ES, grazie a lui Colin aveva imparato ad essere un vero Grifondoro, coraggioso e leale. Un po’ troppo leale, a dirla tutta; era proprio per questo che Harry era stato anche la fine.

Una massa di capelli rossi guizzò davanti ai suoi occhi, ma sbattendo le palpebre Colin si accorse che era stata solo un’allucinazione.

Peccato, si disse, gli sarebbe piaciuto vederla un’ultima volta se quella sarebbe stata veramente una notte senza fine.

 

"I know your doings,
that you are said to live, but you are dead."

 

Dennis gli leggeva nella mente, ormai era appurato: chi altro avrebbe potuto capire i suoi sentimenti verso quella ragazza quando lui aveva fatto di tutto per tenerli nascosti agli occhi degli altri?

Le era stata simpatica fin dall’inizio e ricordava esattamente il primo momento in cui aveva deciso di diventare suo amico.

Era il primo giorno di lezioni e un Serpeverde del suo stesso anno si era arrabbiato vedendosi fare foto da uno sconosciuto; soprattutto non gli andava di essere classificato nell’album di Colin Canon come “Un Serpeverde”, uno qualunque. E lei…

Scosse violentemente la testa. Perché ci stava pensando? Non doveva, non doveva, se l’era detto milioni di volte!

Lei era sua, di Harry Potter, lo era sempre stata e l’anno prima ne aveva avuto la conferma.

Quando lei era corsa ad abbracciarlo dopo la finale di Quidditch, Colin aveva finto di essere felice per loro due, aveva anche detto a Dennis di volersi congratulare con lei per essere finalmente riuscita a fare breccia nel cuore del Prescelto; era stato in quel momento che suo fratello gli aveva lanciato un’occhiata poco convinta.

- So quello che fai,  che credi di vivere, invece sei morto - .

Beh, caro Dennis, ora Colin ti farà vedere com’è capace di vivere in superficie!

E in fondo all’anima? No, quella era una guerra persa in partenza.

Dovette ammettere che Dennis aveva ragione.

 

"Be awake and invigourate the things that remain
that are at the point of dying."

 

Un lampo di luce verde gli sfiorò la spalla.

Sussultò: ecco, lo sapeva!

Nato Babbano, minorenne… ma il vero motivo per cui non doveva essere lì era l’ultimo. Innamorato.

Diamine, che bel casino! Si era perso nei suoi pensieri d’amore invece di pensare a ciò che stava accadendo in quello stesso momento…

Si inginocchiò dietro alla parete, alzò la bacchetta e si sporse verso il corridoio solo per l’istante necessario ad urlare: - Stupeficium! - .

Dal forte tonfo e dal silenzio che seguì il ragazzo intuì di aver mandato a segno il suo colpo.

Era quella la cosa giusta da fare: rimanere sveglio e preoccuparsi delle cose che erano sul punto di morire.

- Ben fatto, Colin! - .

 

"Fallen, Babylon the great."

 

Hogwarts era sul punto di crollare.

Il castello era devastato in ogni sua parte, c’erano cadaveri ovunque, le grida e gli incantesimi rimbombavano tra le mura… ma lei era lì, accanto a lui, e lo ringraziava con il più radioso dei sorrisi.

Colin, senza saperlo, le aveva appena salvato la vita.

  

 "I'm coming soon,
and night shall be no more."

 

Si voltò, pronta a tornare sul campo di battaglia, e Colin istintivamente la seguì, seguì colei che aveva tanto amato, la ragazza che significava tanto per lui, e questa volta vide veramente davanti a sé quei capelli rossi svolazzare.

Poi il suo volto. Il sorriso era svanito.

Tutto continuò al rallentatore: Colin seguì il suo sguardo ora, lo vide posarsi su di lui, lui che non avrebbe mai potuto eguagliare, lui che era lì per porre fine alla notte.

Il Prescelto.

 

Hallelujah! Salvation, glory and power belongs to God.

 

Lei gli apparteneva, tutto gli apparteneva.

Cosa stava facendo?

Scappò via, sentendosi soffocare.

Cos’era lui in confronto ad Harry Potter? E come stava dimostrando di essere un vero Grifondoro, con un solo incantesimo sparato alla cieca?

No, doveva combattere. Doveva fare quello per cui realmente era lì.

Mettere in gioco la sua vita, ma non tornare a casa perdente: i suoi genitori sarebbero stati orgogliosi di lui? Sapevano per cosa stava combattendo o tutto quello che era successo in quell’anno era stato interpretato come un semplice trasferimento in un’altra città?

Ma che idiota! Certo che non la vedevano così! Dopotutto anche loro erano fuggiaschi a causa sua e di Dennis, e in qualche modo Colin doveva ripagarli di tutti quegli sforzi.

 

Aurora, eschaton open eyes.
Midday, you'd be no more boy.
Twilight, though wings torn away.

 

Aveva aperto gli occhi: lei non doveva più far parte dei suoi pensieri; come lei non gli era mai appartenuta, non doveva appartenergli nemmeno adesso.

Sentì dei passi dietro l’angolo e si accucciò nuovamente dietro la parete, pronto.

Quando il rumore cessò, uscì dal suo nascondiglio, approfittando di quell’attimo di distrazione del Mangiamorte, che probabilmente si stava guardando intorno.

- Stupe…! - .

Un lampo di luce verde lo scagliò fuori dal portone, fuori da Hogwarts, sul prato disseminato di cadaveri.

Non sarebbe mai più stato un ragazzo, non avrebbe mai potuto rivedere suo fratello o l’orgoglio sul volto dei suoi genitori: le sue ali erano state strappate via.

La notte non sarebbe finita.

Quel gesto avventato… come aveva potuto?

Ma era semplice, fin troppo semplice: nonostante tutto, lui voleva ancora che Ginny si congratulasse con lui.

 

Silent sea, Screaming ground, shining sky to fly
Emerald sea, sardius ground, jasper sky to bleed
and fall as sweet rain

 

La pioggia cadeva su Hogwarts quel giorno di metà maggio.

Era una pioggia liberatrice, portava via con sé tutto il dolore della gente riunita davanti alle mura del castello; o almeno era quello che tentava di fare.

Ginny si strinse tra le braccia di Harry, entrambi vestiti di nero come tutti coloro che erano affollati lì intorno. Era sempre stata forte, ma in quel momento temeva di non farcela e, se non ci fosse stato il suo ragazzo a sorreggerla, sarebbe caduta a terra come Dennis Canon.

Per un momento smise di pensare agli scherzi di Fred e alle facce buffe di Tonks e lasciò che la sua mente vagasse sul fratello di Dennis, quel Grifondoro che i genitori avevano rinunciato a cercare di calmare, troppo presi anche loro dal profondo dolore per la perdita di un figlio. Dennis sembrava un bambino in quel momento, tanto era forte il suo dolore per la morte di Colin. Ginny rivide di fronte a sé, chiara come se fosse ancora lì, l’immagine di un ragazzino che fotografa tutto ciò che incontrava, che si faceva volentieri mettere in punizione dalla Umbridge pur di difendere le convinzioni di Harry. Rivide per un momento quel bambino che l’aveva ringraziata il primo giorno di scuola per averlo salvato da un Serpeverde furioso…

Un singhiozzo le salì in gola: lui era così felice di essere stato salvato, così riconoscente… e lei non aveva pianto nemmeno una lacrima per colui che le aveva realmente salvato la vita. Erano stati compagni, amici… era stato il primo amico che aveva avuto… ma la morte di Fred le aveva provocato un dolore troppo forte per poter pensare ad altro.

Si divincolò dolcemente dalle braccia di Harry e corse ad inginocchiarsi accanto a Dennis, abbracciandolo. Il ragazzo alzò lo sguardo a quel tocco inaspettato, ma quando vide chi aveva vicino le si strinse al petto, disperato. Voleva rivelarle il segreto di Colin, voleva farle sapere che lui l’aveva amata con tutto se stesso, che aveva rinunciato a lei solo apparentemente, che lei era sempre stata nei suoi pensieri; ma le parole erano difficili da formulare in quel momento.

Il vecchio prete parlò e, nonostante le sue frasi fossero solitamente vaghe, quella volta tutti i presenti furono d’accordo con lui, perché non c’era assolutamente un modo migliore per descriverli; Ginny capì il perché guardando le lacrime scendere silenziosamente dagli occhi del prete insieme alla pioggia: aveva perso anche lui qualcuno.

- Siamo qui per rendere omaggio a coloro che si sono sacrificati per un ideale che credevano giusto, che hanno combattuto per la liberazione del nostro mondo mettendo a rischio le proprie vite. Non ho altre parole per descrivere chi erano… chi sono queste persone che si sono battute sebbene sapessero di avere poche speranze contro Colui… contro Voldemort: non sono né Dei né uomini… si chiamano Angeli - .

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Al quarto...

Angeli di MedusaNoir

Grammatica: 9.5/10
Stile: 10/10
Originalità: 8/10
Caratterizzazione: 15/15
Uso del Prompt: 3/5
Gradimento personale: 11/15
Punti Bonus: 11/15
Totale: 67.5/80

Devo dire che hai scritto proprio una bella storia. Strutturalmente nessuna pecca, tranne un piccolo errore di distrazione, che come avrai potuto notare ti ha tolto 0,5 punti dalla grammatica, ma non penso che sia una cosa disastrosa.
Lo stile mi è piaciuto molto, anche se era un po’ lento, ma con la trama era perfetto, poiché creava una sorta di malinconia.
Hai reso benissimo i sentimenti di Colin e lo hai descritto proprio come io me lo immaginavo.
L’originalità è quella che ti ha penalizzato più di tutto.
Scrivere su questo momento della vita di Colin è, non proprio banale, ma una specie. Ne ho lette almeno due su questo momento, e penso anche che siano le uniche in circolazione su di lui; pensa che anche io ho scritto su questa momento. Non voglio essere “cattiva”, perché forse sarà solo una coincidenza, ma a volte anche le coincidenze contano.
Il prompt non era eccezionale, ti consiglierei davvero di lavorarci un po’ su, anche se so perfettamente che è complicato da usare.
Mi è piaciuta specialmente la fine; le parole del Prete sono state magnifiche, e la citazione era perfetta, come la canzone.
Ti consiglierei solo una cosa: cerca di non scrivere solo dei pensieri o delle emozioni del protagonista, ma cerca anche di introdurci delle descrizioni, rende tutto più scorrevole, te l’assicuro.
Be’, goditi il tuo quarto posto.
   
 
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