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Autore: Vivien L    11/06/2011    6 recensioni
Missing moment de " I giorni dell'abbandono"
Devo reimparare il passo tranquillo di chi crede di sapere dove sta andando e perchè. Un sussulto di gioia, una fitta di dolore, un piacere intenso, vene che pulsano sotto la pelle, non c'è nient'altro di vero da raccontare.
-I giorni dell'abbandono-
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Emmett Cullen, Isabella Swan, Rosalie Hale
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I GIORNI DELL'ABBANDONO'
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I fiori del male
parte quinta
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Note: questo missing moment è ambientato durante il terzo capitolo de I giorni dell'abbandono.

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Ho visto anche la neve sciogliersi di colpo e ora lo so, ti amo
Ho chiesto fin troppo ed ora lo ammetto
Mi asciugherò di colpo e poi sarò contento di nuovo
Scolpiscono un cuore di piombo
Ci sono cose che pesano, pesano, pesano
Ci sono cose che schiacciano

 

 

 

- E così Jessica ha lasciato il lavoro ed è fuggita con Mike? - mi stringo nelle spalle, sorseggiando lentamente il mio caffè e rannicchiandomi nella coperta di lana a righe bianche e blu. Prendo un respiro profondo: il profumo di Edward mi sferza le narici, facendomi sorridere amaramente. E' così dolce, delicato, familiare...assolutamente perfetto. E tuttavia non è il profumo adatto a me. E' un altro odore che al momento agogno sentire, un odore diverso, più deciso e aromatico, che sa di amore e rimpianto e nostalgia. Sospiro, ignorando la fitta di dolore che mi attraversa il petto.

- Già. Non mi ha neanche salutata - Renèe tace, pensierosa, per poi scoppiare in una risatina divertita.

- Beh, l'ho sempre detto che quella ragazza è un po' strana - annuisco sommessamente, anche se so che mia madre non riesce a vedermi. Jessica è sempre stata una donna difficile da capire: spigliata e vivace, non ha mai esitato a buttarsi in nuovi progetti e il suo ottimismo le ha sempre permesso di vivere giorno per giorno con il sorriso di chi sa che qualcosa di meraviglioso l'attende dietro l'angolo, e aspetta soltanto di essere scoperto. Ma non avrei mai immaginato che potesse commettere una simile follia: fuggire con il suo ragazzo storico, Mike, senza un centesimo in tasca e come unico appoggio la stabilità economica del suo fidanzato. Io non riuscirei mai a comportarmi come lei: chi vorrebbe dipendere totalmente da un uomo senza essere concretamente in grado di provvedere al proprio futuro?

Ma anche tu sei dipendente, Bella. Non economicamente, non per questioni che riguardano il denaro, ma Edward è diventato una certezza sempre più fondamentale nella tua vita, e il solo pensiero di perderlo ti distrugge.

Scuoto il capo.

Lancio un'occhiata distratta al piccolo orologio posto sulla mensola del caminetto, che segna le undici e venti. Strano che Edward non sia ancora arrivato. Mi aveva promesso che avremmo cenato insieme. Aveva detto che avrebbe portato il vino, e gli ho addirittura cucinato il suo piatto preferito. So che Edward è un uomo impegnato. So che ha una moglie di cui prendersi cura e un'azienda da mandare avanti, e tuttavia il pensiero che si sia dimenticato di me mi fa salire un brivido lungo la schiena. Scrollo le spalle, ripetendomi che Edward non ha nessun obbligo nei miei confronti.

Devo imparare a convivere con la mia solitudine. Devo riuscire a trovare la forza di camminare sulle mie gambe e di muovere i primi passi verso una vita senza Jacob. Facile a dirsi, ma la pratica è un po' più complessa della teoria.

In ogni caso, questa sera non ho nulla da fare -che novità!- e crogiolarmi in questi tristi pensieri non ha senso. Guarderò un film, sgranocchierò qualche manciata di patatine e cercherò di non lanciare ogni cinque minuti sguardi speranzosi verso la porta. Edward ha le chiavi; se non si è scordato di venire a trovarmi, potrà benissimo entrare senza il mio beneplacito. Sospiro.

- Mamma, ora devo lasciarti - Renèe esita; sembra titubante, come se le parole non ne volessero sapere di uscire dalla sua bocca. Sento il suo respiro accelerare: è in ansia per qualcosa, anche se non ne capisco il motivo.

- Tu come stai, Bella? - sputa tutto d'un fiato, facendomi sobbalzare per quell'inattesa domanda. Io e mia madre non parliamo spesso. Il nostro margine di conversazione si limita a frivoli pettegolezzi e notizie generali sui nostri rispettivi lavori. La mia timidezza e la sua eccessiva esuberanza non sono due elementi ben congeniati, ecco.

- Io... - gli occhi mi si riempono di lacrime. E' sempre la stessa storia, ogni volta che qualcuno mi porge una simile domanda. Perchè so che non merito che gli altri si interessino di me. Cosa potrebbero trovarci di interessante in una ragazzina sciatta e senza alcuna attrattiva? Isabella Swan: la persona più ordinaria della terra. Jacob lo ha capito dopo quattro lunghi anni di relazione; mio padre cerca di nascondere il disinteresse che prova nei confronti della mia vita, ma non potrebbe mai riuscirci agli occhi della sua stessa figlia. Edward se ne accorgerà presto, ne sono più che sicura.

- E' tutto okay, mamma - continuo a fatica, stringendo i denti e serrando i pugni nel tentativo di non esplodere in uno dei miei patetici pianti a dirotto - Sto bene. Va tutto bene - ripeto, ma lei non sembra convinta.

- Ne sei certa? - un respiro profondo, e poi: - Ti sento un po' giù di morale ultimamente -

Faccio per rispondere che non c'è niente che non va -il solito monologo: va tutto a meraviglia, sono solo un po' stressata dal lavoro, il mio capo non mi da' tregua (questa scusa ho smesso di usarla da un pezzo) eccetera, eccetera-, quando la porta d'entrata si spalanca di colpo, e dall'uscio socchiuso fa capolino un Edward dall'espressione a dir poco sconvolta.

- Mamma, devo andare - mormoro assente e, senza neanche salutarla spengo il telefono e lo lascio cadere sul divano, sbalordita.

- Che cosa... - ho paura di pronunciare quelle parole, e tuttavia mi costringo a farlo - Cosa è successo? -

Un lungo, interminabile istante di silenzio, e poi: - Ci sono andato a letto, Bella - scuote il capo, annichilito dalle sue stesse parole. Percorre il piccolo soggiorno con un'ampia falcata, raggiungendomi e sedendosi ai miei piedi. Raccoglie le mie mani fra le sue - Sono andato a letto con Rosalie - il senso di colpa che leggo nel suo sguardo mi fa rabbrividire. Non posso negare che la sua confessione mi abbia causato uno strano senso d'angoscia che, in ogni caso, cerco subito di cancellare, perché so che Edward è un uomo sposato e che non ha alcun obbligo nei miei confronti.

So che mi lascerà sola, prima o poi. So che mi abbandonerà per tornare dall'amore della sua vita. Anche lui. Ancora una volta.

Mi chiudo in un diplomatico silenzio, e Edward poggia il capo sulle mie gambe. Mi si stringe il cuore nel vederlo così disperato, come se mi avesse fatto un torto irreparabile e meritasse la gogna per questo.

- Va tutto bene, Edw... -

- No che non va tutto bene, Bella - scuote la testa - Non avrei dovuto farlo - la voce gli trema. Mi bacia le mani una, due, tre volte, ed io non so cosa pensare di fronte alla sua espressione tormentata - Mi spiace così tanto. Lei era lì ed urlava e mi accusava di averla tradita, ed io non ho potuto fare a meno di arrabbiarmi. Una discussione tira l'altra, e ho deciso di accontentarla solo per levarmela di torno -

- Non dire così, Edward - le lacrime mi bruciano gli occhi. Trattengo il respiro - E' tua moglie - dico impassibile - E' la donna che hai sposato, ed è giusto che... -

-Non che non è giusto- mi interrompe irato - Non lo è - i suoi occhi sembrano volermi trafiggere l'anima. Sono così tristi, così addolorati che non riesco a non provare tenerezza vedendo il suo viso pallido e scavato preda di un incomprensibile rimorso - Non la amo, Isabella - la voce gli trema - Non sono mai andato a letto con una donna che non amo -

La sua rivelazione mi sconvolge. Non pensavo che Edward Cullen fosse un uomo così devoto ai sentimenti. Eppure, osservando la sua espressione bruciante, gli occhi innamorati -perchè sì, i suoi occhi bruciano di amore e devozione, nonostante io non riesca ancora ad ammetterlo- non posso che maledirmi per avere anche solo potuto pensare che Edward potesse essere una persona gelida e immorale.

Come lo spieghi il suo comportamento nei tuoi confronti prima che succedesse tutto questo, Bella? La sua freddezza, la sua costante rigidità?

Scuoto il capo, il cuore oppresso da un macigno quasi insostenibile. Quasi, perchè al suo fianco -al fianco di Edward- tutto prende improvvisamente forma e vita e colore, e le giornate non sembrano più così buie, le notti non più spaventose e qualunque cosa ha un aspetto completamente diverso, in qualche modo migliore.

Come farò quando anche lui deciderà di andarsene?

Edward deve essersi accorto del fatto che sono sbiancata, perchè le sue mani mi stringono le guance, dolci e appassionate.

- Mi spiace, Bella. Davvero. Giuro che non farò mai più una cosa del genere. Giuro che da adesso in poi cercherò di evitarla in tutti i modi. Se soltanto tu... -

- Edward... -

-Perchè non usciamo allo scoperto? Perchè non...- quando nota il mio sguardo sconcertato -di che cosa sta parlando?- si zittisce, turbato dalle sue stesse parole.

Mi affretto a precisare, impassibile - Io e te non siamo nulla, Edward. Non c'è bisogno che usciamo allo scoperto - sposto gli occhi verso le finestre, stringendomi nella coperta, e uno strano senso di amarezza mi invade - E' solo un breve periodo, giusto? Quando mi passerà, quando finalmente starò meglio potrai liberarti di me -

Fa per replicare, e so cosa ha intenzione di dire, ma il mio cipiglio deciso glie lo impedisce. Tace, e uno strano silenzio scende su di noi.

- Bene - dice infine, imperturbabile. Per una attimo mi sembra tornato l'Edward di un tempo - Benissimo - ripete, alzandosi e allontanandosi da me. Sorride rassegnato - Hai ragione, Bella - una pausa, e poi: - Io e te non siamo niente -

E a nulla valgono i miei tentativi di farlo tornare indietro, chiamando ripetutamente il suo nome a voce alta e mortificata. Edward si chiude la porta d'entrata alle spalle, e il silenzio che questa volta mi circonda è quasi insopportabile. Mi sento così sola che le lacrime lottano per traboccare dai miei occhi, ma riesco ad impedirmi di scoppiare in singhiozzi, finchè non mi getto sul materasso del letto della mia camera. L'assenza di Edward si fa sempre più intollerabile, e il pianto a lungo trattenuto esplode in tutta la sua potenza.

Quella stessa notte un paio di braccia familiari mi avvolgono, e delle labbra conosciute si accostano ai miei capelli, lambendoli dolcemente.

- Non posso resistere ancora, Bella. Mi spiace, ma questa volta non l'avrai vinta tu -

Il giorno dopo Edward è piombato nella mia camera, e tra le mani stringeva un foglio di carta ormai sgualcito dal troppo nervosismo. E forse anche dall'incertezza. Quei fogli avrebbero dato inizio alla nostra nuova vita insieme.

I giorni dell'abbandono sono finiti. Lasciando spazio a una nuova alba, a nuove Parole d'amore.

Edward aveva deciso di chiedere il divorzio.

 

 

 

 

 

Oh no, cresco eppure m'abbasso, chilometri in giù, chilometri più in giù
Colpiscono un cuore di piombo
Ci sono cose che pesano, pesano, pesano
Ci sono cose che schiacciano
Colpiscono un cuore di piombo
Ci sono cose che pesano.

 

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Nuovo missing, e questa volta devo ringraziare MaTiSsE (alias Valentina) per avermi ispirata con la sua insana (proprio come la mia ù.ù) passione per i Verdena, che con le loro canzoni ( in particolare Nel cortile, brano da cui sono tratte le parti scritte in grassetto) hanno dato vita a questo capitolo. Che ne pensate? Posso andare avanti a scrivere e postare gli altri o vi siete già stufate? In ogni caso, spero che questa shot vi sia piaciuta e ringrazio Nick81, Sayuri_88, baby2080, Eliza1755 e Linda Winchester Cullen per aver commentato lo scorso missing moment. Avete qualche proposta per il prossimo? Un bacio, Eli.  

 



 

   
 
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