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Autore: Silinka    11/06/2011    3 recensioni
C’è anche Lui.
Tutta la scuola sa chi è.
Come fai a non conoscere il ragazzo dietro al quale il novanta per cento delle ragazze muore ed è invidiato da quasi tutti i ragazzi? Ti sarebbe semplicemente impossibile. I bagni femminili sono pieni di scritte su di Lui.
Una giacca di pelle nera, con le maniche fatte su fino ai gomiti, resta aperta su un’anonima maglietta del medesimo colore con ricami oro. Il tessuto leggero aderisce in maniera impressionante al suo petto lasciando poco spazio all’immaginazione. Il collo sottile è circondato da una collana con uno strano ciondolo.
Quando raggiungo il viso è la mia fine.
Dolci lineamenti coronano la perfezione fatta a persona. Labbra rosa sono tese in un sorriso tutt’altro che rassicurante. Occhi pesantemente truccati di nero (e che colore se no) sono fermi su di me scintillando di uno strano luccichio che mi fa venire i brividi.
Cosa vuole da me?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I waqnna kiss you

I wanna kiss you


Le luci a intermittenza creano strani giochi di colore sulla mia pelle. Blu, rosso, viola, azzurro si alternano dando varie tonalità alle parti del mio corpo non coperte da questo fazzoletto di finta pelle nera che le mie amiche hanno chiamato vestito quando me l’hanno messo addosso con la forza.
La gente davanti ai miei occhi si muove a ritmo di musica. Una massa di corpi tutti appiccicati, mezzi sudaticci che si strofinano tra di loro, pelli nude che si toccano.
C’è anche Lui.
Tutta la scuola sa chi è.
Come fai a non conoscere il ragazzo dietro al quale il novanta per cento delle ragazze muore ed è invidiato da quasi tutti i ragazzi? Ti sarebbe semplicemente impossibile. I bagni femminili sono pieni di scritte su di Lui. Le primine lo chiamano l’Angelo nero. Per me è solo un egocentrico, vanitoso che trova piacere nell’essere lodato in quel modo dai suoi coetanei. Anche io, come loro, un tempo sono stata rapita dal suo fascino e dalla sua aria da bello e dannato.
Un incantevole angelo delle tenebre appunto.
Ha la mia stessa età, e come me frequenta la quarta superiore.
Tengo il viso fisso sulla marea di corpi che compie gli stessi identici passi.
È seduto poco più in la. Un paio di sgabelli più a destra di dove sono io. Non oso alzare lo sguardo ed esaminare con chi sia o cosa stia facendo. Come ho già detto, io ho chiuso con Lui. Non voglio averci nulla a che fare. Il mio due l’ho già preso e mi basta quello.
Una ragazza gli si avvicina. Gli sussurra qualcosa, o almeno a me sembra che stia sussurrando perché, per farsi sentire, con questa musica, bisogna solo urlare. Lui scuote la testa soffocando una risata. La giovane avventuriera, imbarazzata gli sorride gentilmente salutandolo e poi si volta per andarsene. Le guancie sono bordò e gli occhi lucidi per le lacrime.
Ecco un’altra che entra ufficialmente a far parte del club dei due di picche di Bill Kaulitz.
Ride sommessamente con suo fratello e dei suoi amici. Si potrebbero definire l’elite dei gruppi sociali della scuola. Loro cinque sono i più popolari, i più mozzafiato e più sognati, o invidiati dipende da quale sia il tuo sesso, dell’intero liceo.
Anche quando mi sono dichiarata io mi hanno schernito ridacchiando alle mie spalle. Non mi sono presentata a scuola per due giorni. Il peso dell’umiliazione era troppo per una persona fragile come me. Da quel giorno ho iniziato a detestarlo con tutta me stessa. Odiarlo per l’aria di supremazia che si da, disprezzarlo per la superficialità con cui liquida le povere illuse che trovavano quel coraggio che gli serviva per dichiararsi a lui.
E lo voglio. E lo desidero lo stesso. Dentro di me, repressi da qualche parte in un angolino buio e pieno di muffa, la voglia di potergli parlare e quel dannato sentimento regnano ancora, mandandomi in confusione tutte le volte che lo vedo.
Una figura nera si para davanti a me impedendomi la vista di quei ballerini improvvisati. Resta immobile con le mani infilate nelle tasche dei jeans a vita bassa neri. Ai piedi porta un paio di scarpe da ginnastica. Una cintura gli cinge la sottile vita mettendo in risalto la sua eccessiva magrezza.
Smetto di respirare sentendomi invadere da un’acre odore di fumo, bagno schiuma alla menta e alcool. Un mix fatale per me.
Mentre gli occhi continuano la loro corsa verso il volto per avere la conferma dei miei dubbi anche il cuore ha un sussulto battendo all’impazzata. Sento il viso andarmi in fiamme e l’arsura estendersi fino alla gola.
Una giacca di pelle nera, con le maniche fatte su fino ai gomiti, resta aperta su un’anonima maglietta del medesimo colore con ricami oro. Il tessuto leggero aderisce in maniera impressionante al suo petto lasciando poco spazio all’immaginazione. Il collo sottile è circondato da una collana con uno strano ciondolo.
Quando raggiungo il viso è la mia fine.
Dolci lineamenti coronano la perfezione fatta a persona. Labbra rosa sono tese in un sorriso tutt’altro che rassicurante. Occhi pesantemente truccati di nero (e che colore se no) sono fermi su di me scintillando di uno strano luccichio che mi fa venire i brividi.
Cosa vuole da me?
I nostri occhi non si spostano di un solo millimetro. Nessuno dei due ha intenzione di lasciare andare la presa, una questione di principio penso. Chi mantiene lo sguardo più a lungo vince sopraffacendo l’altro. Non ho alcuna intenzione di perdere. Non gli darò anche questa soddisfazione. Mai Kaulitz!
Senza preavviso estrae una mano dalla tasca afferrandomi per il polo destro. Tirandomi mi fa alzare portandomi nel centro della pista. Spintonando e conficcando gomitate qua e la guadagniamo un piccolo spazio sotto la luce stroboscopica. Potevo stare certa che in mezzo a questo casino nessuno avesse badato a noi. La sua presa è salda e forte ma non fa male. È estremamente delicata.
Siamo così vicini che inevitabilmente non posso fare altro che stargli addosso. Così appiccicata che il suo cuore batte sul mio e il suo respiro sbatte contro la mia faccia.
Si china su di me facendo scomparire quell’inesistente spazio che ci divideva. Mi sovrasta nascondendomi nella sua oscurità, quasi come se potesse assorbire il mio corpo dentro di lui.
Mi bacia. Sì mi sta baciando. Una potente scarica elettrica da mille volt corre giù lungo la mia schiena facendomi rizzare tutti i peli. Senza esitazioni la mia bocca si apre per accoglierlo. Il suo respiro mi inonda. Come sospettavo sa di vodka, fumo e … e di uno degli aromi più dolci che io abbia mai assaporato. Passione credo.
Prive di esitazioni le sue labbra iniziano a muoversi sicure su quello che devono fare trasportandomi in una travolgente danza di cui non conosco i passi. Le mie mani corrono tra i suoi lunghi capelli color notte spingendo il suo volto ancora più sul mio. Le sue invece, mi accarezzano morbide. Partono dalle guance, scendendo lungo i fianchi andando ad afferrarmi saldamente sulle anche, portandomi ulteriormente vicino al suo desiderio.
La testa smette di ragionare, i pensieri di fluttuare, mi spengo completamente. Ci avrei fatto i conti dopo con loro. In questo momento sono più concentrata sulla sinuosa lotta che stanno combattendo le nostre lingue intrecciandosi e rincorrendosi passando da un capo di battaglia ad un altro.
Con la stessa rapidità con la quale è arrivato si allontana dal mio volto paonazzo mettendo fine a quel bacio. Ha il respiro leggermente affannoso, i capelli sono più spettinati di prima e le guancie si sono colorite di una tenue sfumatura rossa.
O forse sono solo io che le vedo così a causa delle luci e della vista poco stabile.
Lasciandosi andare in una risata divertita mi sistema una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
   «È stato un piacere conoscerti Federica» dice avvicinandosi al mio orecchio stupendomi. Allora conosce il mio nome. Rimango a bocca aperta come una perfetta idiota guardandolo mentre si ritrae e sorride divertito.
   «Sono certo che ci rincontreremo presto. Non vedo l’ora» sorride malizioso sparendo in mezzo alla gente che sta ballando intorno a noi. Non aggiunge nient’altro. Si è voltato e se ne è andato come se fosse una delle cose più naturali al mondo comportarsi in quel modo.
Scuoto la testa tirandomi un pizzicotto.
Ahi! Sì fa male.
Incamminandomi vero il mio sgabello tengo il volto basso con uno strano sorriso simile al suo che mi tende le labbra. Con una mano mi massaggio dove mi sono tirata la pelle ed ora sta arrossando.
Oh sì, questa sera ho baciato l’angelo nero.
Sotto gli occhi di tutti ho baciato Bill Kaulitz il bello impossibile e questo rimarrà solo il nostro piccolo segreto.

  
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