Wherefore
art thou, Romeo?
« Torno oggi dalla maternità e cosa ritrovo sulla scrivania? »
Hermione fece la sua entrata teatrale nell’ufficio del Capo degli Auror, avanzando sgraziatamente fino alla sedia più vicino. Harry alzò lo sguardo dall’orario dei turni e le sorrise in saluto.
« Mh, non saprei. Cosa? »
« Ron dov’è? »
« Scorta al Ministro. Allora, che hai trovato questa volta? »
« Se non fosse che muoio dalla voglia di raccontartelo » spiegò Hermione concitatamente, « ti costringerei a indovinare. Ti ricordi Ernie Macmillan? Be’, in giardino aveva un allevamento clandestino di Snasi e… »
Harry la fissava curioso, senza ascoltarla realmente. Alcuni ricci ribelli le erano sfuggiti dai fermagli e sotto gli occhi il trucco si era sciolto; due occhiaie livide andavano mostrandosi.
« Perché non mandi qualcun altro? Alle ronde, intendo. Sai com’è fatto Shacklebolt. Lui e i suoi giri interminabili per Londra! Stasera avevo preparato la zuppa a Ron e se non rincasa per le sei di pomeriggio, me la prendo con te. Potrei costringerti al babysitteraggio notturno per una settimana. Hugo ha le coliche, non ti conviene. »
« Si vede che non dormi, Hermione. Vieni qui » intervenne Harry finalmente, invitandola con un cenno a raggiungerlo, « accomodati sulla mia poltrona, all’occorrenza fa dei massaggi alla cervicale strepitosi. »
« Quindi i Galeoni che hanno tagliato alla mia campagna per i diritti delle Creature Magiche li hanno stanziati per le sedie del tuo ufficio? Farei rapporto, se non si trattasse del benessere del tuo fondoschiena » terminò con quel riso che sembrava il tintinnare dell’argento.
« Non provare a imbambolarmi, Hermione Granger. Non farai rapporto perché hai già deciso che almeno un’ora al giorno verrai qui per approfittartene. »
« Millantare di conoscermi così bene ti riesce egregiamente. Merlino, potrei amare questa poltrona più di Ronald, al momento. Puoi biasimarmi? »
« Biasimarti io? Oh, andiamo. Come potrei? »
« Perché non ti siedi davanti a me, che distendo anche le gambe sulle tue? Rilancio: potrei addirittura amare più te della poltrona. »
Harry scosse debolmente la testa, vinto dal desiderio di accontentarla. Trascinò una sedia davanti a Hermione e dopo essersi accomodato, le alzò con delicatezza i polpacci adagiandoseli sulle cosce.
« Non sono un grande amante dei sillogismi, ma questo è interessante. Hai praticamente ammesso di amarmi più di Ron? »
« Oh, ricordo benissimo di aver detto potrei. Sfilami le scarpe, ti prego. Non sono più abituata ai tacchi. »
Le scarpe caddero presto con un rumore secco.
Harry la vide isolarsi in un pensiero segreto, mentre scioglieva tutti i ricci dai fermagli.
« È da tanto che non passiamo un po’ di tempo da soli, io e te ». Negli occhi era nascosto un pizzico di malinconia, ma scomparve subito dopo con un battito di ciglia.
« Un po’ di amarezza mi prende la gola, se mi parli così. Credi che io sia un pessimo genitore e marito, se ogni tanto rimpiango i pomeriggi passati assieme? »
Harry aspettò senza impazienza una risposta che tardava ad arrivare. « La domanda giusta è: perché hai dei rimpianti? »
« Sei scorretta! Non puoi replicare con un’altra domanda. »
Con quell’interrogativo, Hermione andava a pungerlo proprio nel punto in cui tutta la sua anima soffriva. Harry provò più volte a risponderle, ma finì solo coll’aggrapparsi alle sue caviglie, disarmato. Le sorprese sul volto un’espressione per nulla meravigliata.
Allentò la presa disperata delle caviglie e un diluvio di associazioni s’imperversò nella sua mente, minacciando di annegarlo. Ai lati di Hermione si allinearono le figure eteree di Cho e Ginny. Gli occhi leziosi dell’orientale non avevano speranze a confronto con quelli ridenti e profondi della moglie. Eppure, con la sua inconfondibile luce, Hermione continuava a essere il suo metro di paragone, la sua perfetta unità di misura. Anche con quell’aria esausta, le parve incantevole come dieci anni prima.
« Bene, » disse poi Hermione, e le immagini di Cho e Ginny sbiadirono fino a scomparire. Lo baciò su una tempia. « Meglio che torni al mio dipartimento. »
Entrambi non avevano voglia di affrontare un argomento spinoso come il rimpianto. Non potevano relegarlo esclusivamente al passato. Il loro era un rimorso palpitante, che formicolava i pensieri e metteva in discussione tutto l’affetto che provavano per i rispettivi compagni di vita.
«Resta un altro po’. »
Hermione esitò un istante infinito, poi rispose
dolcemente « A presto, Harry. »
Magari quando Rose e Hugo saranno più grandi. Rimandò la resa dei conti ad allora.
Mille
giorni da Aurors in love, Roxy_xyz!
Tanti
auguri <3
Crack, fanon o canon? Slash, Het, Threesome? GOD SAVE THE SHIP! I ♥ Shipping è un'idea del « Collection of Starlight », said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »