Talking
to the Moon.
I
know you're
somewhere out there
Somewhere far away
I want you back
I want you back
Nonostante fosse arrivato Giugno il cielo era coperto da spesse nuvole
scure che nascondevano le stelle e
una buona parte della luna. Il caldo continuava a farsi sentire ed era
afoso, l’umidità
si attaccava alla pelle rendendola appiccicosa e lucida; neanche un
filo di vento
quella sera per respirare, pensava David mentre con ancora un bicchiere
in mano
usciva sul balcone della stanza di Richard, il prescelto di quella sera
per
ospitare l’ultima festa dell’anno.
Erano tutti un po’ tristi e
molti, soprattutto quelli dell’ultimo anno, assurdamente
ansiosi per gli esami
che si sarebbero svolti durante tutta la settimana successiva. Come al
solito
affogavano i loro problemi in quei bicchieri rossi di carta riempiti di
chissà
cosa e, stranamente, qualcuno aveva già iniziato a versare
le prime lacrime. La
scuola stava finendo e i Warblers non sarebbero stati più li
stessi una volta
iniziato l’anno nuovo. Un altro consiglio, nuovi piccoli
Usignoli da formare,
niente più Thad, niente più Wes,
l’inizio di qualcosa di totalmente diverso e
spaventosamente nuovo. Sospirò rumorosamente mentre si
sistemava sul cornicione
notando all’improvviso un’altra figura appollaiata
sulla finestra.
«Che fai qua fuori, Blaine?»
«Parlo alla luna, non si vede?»
Ridacchiò alla risposta
assurdamente seria che il solista aveva dato ma una quando
riuscì a
intercettare il suo sguardo, solo per qualche secondo, capì
che c’era qualcosa
di profondamente triste negli occhi color nocciola di Blaine. E quando
iniziò a
cantare, sottovoce e con il viso verso il cielo riuscì a
capire di cosa stesse
realmente parlando.
«At night
when the stars light up my room I sit
by myself… »
«Ti manca da quanto è tornato
al McKinley?»
Poi continuò a cantare, perché
era la cosa che sapeva fare meglio e che meglio riusciva ad esprimere
quello
che aveva dentro. Chiuse leggermente gli occhi, era convinto che Kurt
stesse
sentendo e apprezzando quella canzone solamente per lui.
Try to get to You in
hopes you’re on the other side talking to me too
Avrebbe dovuto
smetterla, decisamente, anche
perché i loro vicini iniziavano a guardare Kurt in maniera
decisamente ambigua,
ancora di più di quando facessero normalmente per colpa
della sua eccentricità.
Eppure, ogni volta che provava a parlare con lui gli rispondeva sempre
che non
riusciva a fermarsi, che arrivava un momento ogni sera da quando era
andato via
dalla Dalton in cui qualcosa gli diceva di smettere di dedicarsi per
qualche
momento alla sua cura del viso, di appoggiare la crema esfoliante e di
andare a
sedersi sul cornicione della grande finestra che aveva nella sua stanza
e
cantare. Finn alla fine non provava neanche più a
spiegarselo, e ogni volta si
alzava, quando sentiva la sua voce arrivare fino in salotto, e gli
portava un
bicchiere di latte caldo.
Una volta gli aveva raccontato che Blaine,
quando ancora vivevano insieme all’accademia, gli aveva fatto
una promessa e
per quello si alzava e cantava alla luna. Perché
sicuramente, ovunque si sarebbero
trovati, avrebbero capito che la lontananza si era fatta troppo pesante
e che
entrambi avevano bisogno di parlarsi, di stare insieme, e quello era
l’unico
modo. Era una loro connessione speciale e i cellulari diventavano
inutili
perché ascoltare la voce dell’altro senza potersi
sfiorare era ancora più
doloroso, quindi si erano promessi semplicemente di cantare.
Quella sera, era decisamente molto tardi
quando il quarterback era entrato nella stanza del fratello con un
vassoio
pieno di biscotti e latte caldo, e Kurt era già sul
cornicione totalmente
immerso nei suoi pensieri. Solo quando chiuse la porta un po’
troppo
rumorosamente, si girò a fissarlo con un sorriso triste
nascosto nelle iridi
chiare dei suoi occhi.
«Credo che il gatto della la signora Thompson
apprezzi veramente tanto le tue doti canore.»
«Ai gatti piace la luna, vero?»
Mentre addentava un biscotto alla cannella
che lo stesso Kurt aveva fatto quel pomeriggio annuì
solamente, sapendo che
quando era in quello stato il suo fratellastro era solito dire cose un
po’
senza senso e che aveva solamente bisogno di essere ascoltato.
«Do you ever hear me
calling? Cause every night I’m talking to the moon Still
trying to get to you»
the other side
Talking to me too
Or am I a fool
who sits alone
Talking to the moon
I know you’re somewhere out there
Somewhere far away
Non chiedetemi da dove esce
questa storia perché la mia unica risposta sarebbe: andate
ad ascoltarvi la
canzone
di Bruno Mars. Lo amo e amo questa canzone quindi mi andava
di scrivere
qualcosa su Blaine e Kurt che hanno questo legame speciale, che sentono. Non è molto chiaro,
immagino ma
non importa. Non è betata quindi ci saranno milioni di
errori. Ho scelto David
per Blaine perché secondo me è il più
calmo, che ascolta senza fare troppe
domande. Finn, beh, spero di averlo tenuto abbastanza in carattere
nonostante
sia più intelligente del solito.
Grazie per aver letto, un bacio.
Nacchan.