Note dell’autore – Questa per me
è una piccola epica two-shot. Mi è
piaciuta molto l’idea, anche se penso che potrei averla
rubata da un’altra
delle fic che ho scritto di recente… ma mi sembra di aver
ampliato la trama in
questa versione. Il che è strano, visto che
l’altra fic era più lunga… OoO
Riassunto
–
Quando Ash si confessa a Misty in un momento
particolare, è causa di umiliazione. Ma quante
possibilità gli darà la ragazza
prima di averne abbastanza?
Note
della traduttrice, Celiane4ever: Assolutamente
esilarante. Tutti sappiamo che Ash è un ottuso in fatto di
sentimenti, ma anche
se si rendesse conto di quello che prova per Misty, siamo certi che
riuscirebbe
a dirglielo senza fare danni? NO! Questa fic ne è la prova
vivente ù.ù
OoOoO
Personaggi
/ Età -
Ash
/ 16
Misty
/ 16
Brock
/ 19
Lucinda
/
12
Tracey
/
18
OoOoO
Capitolo 1
OoOoO
Misty
restò a bocca aperta davanti
all’imitazione di marmo che colorava il pavimento del bagno
di casa Ketchum.
Non poteva credere a cos’era appena successo, a
cos’era appena accaduto fra lei
e il più giovane abitante della casa.
Rafforzò
la stretta sugli shorts mentre le
parole che il suo migliore amico le aveva appena detto si fissavano
nella sua
mente confusa. Lentamente, fece scivolare verso l’alto
l’indumento, oltre il
bacino. Deglutì, tentando di rimanere calma mentre si girava
per lavarsi le
mani.
Non era esasperata.
Non era frustrata.
Oh no.
Era dannatamente incazzata.
Ma
inalò ancora e strinse il pomello della
porta che dava sul corridoio del primo piano, girandolo e spalancando
l’uscio
per poi fissare il suo bersaglio – voglio dire, il suo
migliore amico – con
intenti omicidi.
“Dimmi
che non l’hai appena
fatto.” Mormorò, con l’imbarazzo che
faceva
capolino fra la furia mentre guardava di traverso Ash Ketchum. Lui
rispose con
un’occhiata confusa, non sapendo cos’aveva fatto di
male. La ragazza l’avrebbe
considerato immaturo, avrebbe quasi lasciato cadere il discorso, se non
fosse
stato per quello che le aveva detto approssimativamente due minuti
prima.
No, adesso aveva
di meglio da fare.
“Uh…
fatto cosa?” domandò lui, consapevole
della rabbia di Misty, al punto da desiderare che Brock, o Lucinda, o
Pikachu,
o addirittura sua madre passassero per di lì e la
distraessero (per quanto
sarebbe stata imbarazzante l’ultima opzione)
“Ash, mi
hai appena detto che ti piaccio?”
gridò lei. Quasi gli sputacchiò in viso mentre
contemplava l’idea di sbattergli
la porta in faccia, ma due cose la trattennero. Non voleva rischiare di
danneggiare la proprietà della signora Ketchum, e
ricordò a se stessa che si
sarebbe intrappolata nuovamente nel bagno. E dopo l’ultima
trovata di Ash,
aveva paura di cos’altro avrebbe potuto fare.
“Oh,
quello? Già.”
Sembrava un pò sollevato in
verità. Forse pensava che lei non l’avesse
sentito. “Cavoli, sono così felice
di essermelo tolto dalla mente. Ci pensavo da così tanto e,
beh, l’occasione
perfetta si è presentata con la tua visita a casa mia prima
ch’io parta di
nuovo. Sono contento che Pikachu mi abbia fatto fare così
tanta pratica e mi
abbia fatto molti discorsi di incoraggiamento. Ho perso anche un sacco di sonno!”
emise una risata e un
sospiro eccessivamente drammatico per dimostrare la tensione annidata
nel suo
petto.
Ma Misty
continuò a guardarlo male. La parte
di lei che si sentiva lusingata era pronta e desiderosa di perdonare
alla vista
del disagio di Ash per i suoi sentimenti. C’era passata anche
lei dopotutto.
Ansia, curiosità, paura, il tutto conduceva a notti
insonni… Ma l’altra metà di
lei non si faceva persuadere così facilmente.
Misty aveva atteso
quattro anni, quattro anni
molto lunghi e molto strazianti. Per cosa? Per questo?
Strinse gli occhi sul ragazzo. Oh, diamine,
no.
“…
l’occasione perfetta…?” mormorò, portando
Ash ad annuire vigorosamente. “Ash, nel caso ti fosse in
qualche modo sfuggito…
stavo usando il bagno!” spalancò di nuovo la
porta, permettendogli di vederla
indicare qualcosa all’interno della stanza “Ero
seduta su quel water, proprio
là!” gli urlò contro. Sentì
tutte le sembianze
di controllo che aveva scivolare via da sé. Ironicamente
parlando, erano
semplicemente andate giù per lo sciacquone. E come se non
fosse potuta andare
peggio, Ash non aveva ancora finito.
“Oh
cavoli, beh, quello si che
è imbarazzante. Per te, voglio dire!”
“Ash!
Cosa diavolo ti ha fatto pensare che
avrei accettato una confessione come quella?”
sbottò lei.
“Pikachu
ha detto che ti piaccio da anni e
che non ci sarebbe stato alcun problema.”
“Ma
sei-? Ugh! Sei la persona più ottusa del
mondo! Non ci arrivi? Mi hai appena detto che hai una cotta per me
mentre ero
in bagno. Nessuno con la testa a posto accetterebbe una cosa simile! E
io no di
sicuro. Insomma, non capisci nemmeno cos’hai sbagliato,
vero?”
“Quindi,”
e per la prima volta sembrava che
il suo tono l’avesse veramente colpito “io non
ti piaccio?”
Misty aveva voglia
di schiaffeggiarlo, ammise
a se stessa. Non riusciva semplicemente a capire, vero?
Cercò di riflettere fra
sé e sé; quello era Ash, e lui non era mai stato
il Vulpix più furbo della
cucciolata ma… lei era sempre stata una tale romantica.
Aveva speso la maggior
parte della sua adolescenza aspettando di innamorarsi perdutamente. e
quando
aveva compreso i sentimenti che provava per il suo migliore amico,
ovviamente
tutti quei sogni si erano concentrati su di lui. Era principalmente per
quel
motivo che sapeva che tutto stava andando nel verso sbagliato. Non
poteva sprecare
così i suoi sentimenti! Se quello
doveva essere il loro inizio, sapeva che la cosa non avrebbe potuto
funzionare.
“Ash,
non è per te, ok? A volte il fatto che
ti piaccia qualcuno non è abbastanza!”
Dall’espressione
di Ash sembrava che lei
l’avesse appena bandito dalla prossima Lega. In
verità, Misty si sentiva un po’
in colpa per via di quello sguardo. Ma sapeva cosa stava facendo. Lo
doveva a
se stessa. Aveva aspettato fin troppo a lungo solo per arrivare
lì e non si
sarebbe fermata adesso. E con rinnovato vigore, continuò a
parlare.
“Dai,
seriamente, non è così male come pensi.
Cioè,” sospirò, e decise di dargli uno
spiraglio di speranza, “non vuole per
forza dire che non mi piaci ma… come posso spiegartelo?
Mh… diciamo che, giusto
per fare un esempio, tua
madre ha deciso
di chiamarti mentre sei in viaggio per dirti che si risposa.”
“Mia
madre si risposa? Come può essere che
nessuno me l’abbia detto?” strillò Ash.
“No,
non si sta risposando. Ma mettiamo il caso che lo faccia-”
“-Ma non
sta nemmeno frequentando nessuno!”
“Ash!
Non si sta davvero risposando. Ma
se tu ricevessi un’improvvisa chiamata da
lei dove ti dice che lo sta facendo, come ti sentiresti?”
“Come se
mi avessero dovuto dire che sta
frequentando qualcuno!”
“Ugh!”
Misty si
schiaffeggiò sulla fronte. La cosa non stava
funzionando. “Il punto è che sarebbe inconveniente
e seccante, giusto? Come
minimo, ti avrebbe fatto piacere saperlo di persona, no? hai capito,
Ash? C’è
un posto e un tempo per dire questo genere di cose! Al telefono durante
una
normale conversazione da ‘com’è stata la
tua giornata’ quando la persona con
cui stai parlando si trova a cinquemila kilometri di distanza? Gridare
a caso
mentre l’altra persona sta,” esitò qui e
arrossì un poco, “usando il bagno?
Quelli sono pessimi momenti per
dire
certe cose.”
Sembrava che
finalmente fosse riuscita a
superare gli ostacoli mentali che bloccavano Ash, il quale
sostituì presto la
sua espressione contemplativa con un largo sorriso, parendo ispirato.
“Oh,
ok
Misty! Ora ho capito! Hahaha!”
e poi
tornò nuovamente serio. Misty stava in guardia, per
prevenire qualunque strana
mossa che il ragazzo avrebbe potuto giocarle contro. “Ma ti
giuro che non
perderò! Preparati Misty, non finisce qui!” Ash la
indicò minacciosamente prima
di voltarsi e marciare nella direzione opposta alla sua, per andare di
sotto e
raggiungere gli altri in sala a guardare un po’ di
televisione.
L’intera
cosa le aveva ricordato un pò il
Team Rocket. Fortunatamente, loro non erano mai spuntati fuori
sconvenientemente, come quando il gruppo si stava prendendo una pausa
bagno,
tuttavia… Misty non pensava che Ash fosse il tipo di ragazzo
da inseguirla con
tanta ostilità. Aggrottò le sopracciglia,
pensandoci ancora un po’. Cos’era
quella cosa comunque? La stava sfidando a una sorta di battaglia fra
Pokemon?
Non poteva fare a meno di domandarselo. Ash non aveva molto buon senso,
dopotutto. E se avesse provato a sfidarla come strana tattica per
vincere il
suo cuore?
“Beh,”
mormorò, riprendendosi dai suoi viaggi
mentali e avviandosi verso la camera degli ospiti per evitarlo almeno
per il
momento, “se pensa che battere i miei Pokemon
servirà a qualcosa allora mi sa
che sarà proprio costretto a cambiare tattica!”
sbuffò, irritata.
Perchè,
davvero, sapeva che Ash era il più
forte fra loro due. Fu abbastanza doloroso ammetterlo
all’inizio, ma lui
testava sempre se stesso contro diversi sfidanti nei suoi viaggi, ed
era almeno
minimamente capace di usare tutti i tipi di Pokemon. Ad ogni modo Misty
sopportava di buon grado questa consapevolezza, soprattutto
perché non
l’avrebbe mai ammesso a lui, ma anche perché lei
era un’appassionata di Pokemon
d’acqua. Lo era sempre stata e lo sarebbe stata sempre, come
se fosse stato nel
suo sangue. Ed era certa che, come era stato provato nella competizione
per
E abbastanza
stranamente, la cosa le andava
bene.
Misty rimase
pensierosa per il resto della
giornata. Era cauta nei confronti di Ash ogni volta che i loro sguardi
s’incontravano, anche se il ragazzo sembrava fortemente
intenzionato a ignorare
la sua presenza. E ogni volta in cui si avvicinava a lui mentre parlava
con
Brock o Lucinda, la discussione cessava fino a quando lei non lasciava
le loro
vicinanze.
Tempo che
sopraggiungesse la sera, Misty era
già altamente frustrata. Aveva persino perso
l’appetito durante la cena
(facendo pensare alla signora Ketchum che fosse malata). Ora era
sdraiata nel
suo sacco a pelo nella stanza degli ospiti, mentre Lucinda giaceva nel
letto al
suo fianco leggendo un libro intitolato Guida
per Coordinatori Campioni.
“Ehi…
Lucinda…” la chiamò Misty, ancora
incerta su quanto informalmente dovesse comportarsi con la ragazzina.
Erano
entrambe amiche di Ash ma nessuna delle due aveva saputo nulla di
più del nome
e pochi dettagli dell'altra fino ad un paio di giorni prima, quando si
erano
incontrati tutti a Pallet Town. Il Professor Roman aveva apparentemente
spiegato alla coordinatrice come il Professor Oak fosse
un'autorità riguardo ai
Pokemon e Lucinda, che desiderava ottenere il titolo di Coordinatrice
Campionessa di Sinnoh come sua madre, si era lanciata
nell'opportunità di
conoscere una delle poche persone al mondo che poteva indicarle la
direzione
giusta.
“Mh...?”
replicò in modo assente la ragazza
più giovane, anche se forse cominciava solo ad essere
stanca. Comunque i suoi
occhi rimasero incollati all'articolo che stava leggendo, e Misty,
sentendosi a
disagio, si morse un labbro e rimase silenziosa. Questo
sembrò provare a
Lucinda che qualcosa la turbava, quindi, un secondo dopo, il libro
giaceva sul
suo petto e il suo sguardo era rivolto all'amica. “Che
c'è?”
“È
che, mh...” ancora una volta, nonostante
Misty volesse domandarle qualcosa, non sapeva come. “Beh,
oggi... Ash ti ha
raccontato nulla su qualcosa che mi ha detto? Qualcosa di
importante?”
Lucinda la
guardò come se non avesse idea di
cosa stesse parlando, il che portò Misty a sentirsi in
imbarazzo. Avrebbe
dovuto spiegarle a cosa si stava riferendo prima di farle le altre
domande che
aveva in mente.
“Mi ha
detto che gli piaccio.”
Lucinda
strillò, saltellando e lanciando in
aria il libro che aveva sul petto. Misty temette che fosse
così rumorosa da
farsi sentire da tutti i presenti nella casa, così si mise
seduta anche lei e
la zittì. Finalmente Lucinda si accorse che era sola in quel
momento
affettuoso.
“È
così dolce Misty! Sono felice per te,
anche se sapevo da un po' che sarebbe successo, un giorno.
Quindi...”
s'interruppe per un momento, sospirando beatamente, e poi
continuò “... cosa
gli hai detto? Ci sarà un primo appuntamento?”
“Beh,
probabilmente no, considerando che gli
ho urlato addosso finché praticamente non mi ha giurato
vendetta dopo che gli
ho detto che non avrei accettato la sua confessione.”
Lucinda la
fissò con la bocca spalancata.
“Ehi,
non mi guardare così! Stavo... stavo
usando il bagno! Hai idea di com'è sentirsi dire qualcosa di
così personale
mentre sei sul water?” esclamò, non notando che
era lei quella rumorosa adesso.
“Insomma, dai! E quando ho provato a spiegarlo ad Ash, ha
solo continuato a
guardarmi come se fossi io quella strana!”
“Tu
stavi...” Lucinda scoppiò, incapace di
trattenere le risate, “... e lui... Questo spiega tutto.
Quindi, mh, perché mi
hai detto tutto questo? Non sembra che tu abbia bisogno di aiuto o che
so io.”
“Oh,
beh, veramente volevo chiederti, anche
se non importa molto ormai, suppongo... Ma oggi l'ho visto parlare con
te e ho
notato che si fermava ogni volta che mi avvicinavo, quindi volevo
sapere se...”
“No
Misty, non è venuto dietro a me dopo.”
“Eh? No,
non intendevo questo!”
“Oh,
allora cosa? Non ha menzionato nulla a
proposito di una vendetta o qualcosa di simile.”
“Oh. Ok
allora, credo. Forse sono solo io.”
Misty si voltò verso l'altro lato della stanza e Lucinda si
alzò per recuperare
il suo libro dal pavimento. Tuttavia, invece di continuare a leggerlo,
lo
appoggiò sul comodino affianco
al letto
e si mise sotto le coperte, spegnendo la luce. Misty suppose che la
conversazione fosse finita lì, ma apparentemente Lucinda
aveva ancora qualcosa
da dire.
“Ehi
Misty,
hai fatto bene a dirgli di impegnarsi di più...
qualunque cosa tu gli
abbia detto. Sono certa che abbia preso a cuore le tue parole,
specialmente se
era convinto di quello che ti ha detto. E sono piuttosto sicura che lo
fosse,
Ash non sembra il tipo da prendere in giro così i suoi
amici. Ci tiene
troppo... quindi penso che tutto si risolverà alla fine. Non
ti preoccupare.”
Entrambe
le ragazze rimasero in silenzio, anche se Misty desiderava ringraziare
Lucinda
per le sue parole premurose, ma la sua bocca era stranamente asciutta. Non
poteva fare a meno di preoccuparsi, vero?
L’autrice
è ansiosa di sapere cosa ne pensa
il fandom italiano della sua fan fiction! Per cui, vi prego, recensite,
e le
vostre opinioni verranno tradotte e inviate all’autrice!
Grazie mille,
Celiane4ever