Capitolo 2 -L’inizio-
Quando l’Espresso per Hogwarts si fermò alla stazione di Hogsmeade ci
fu la solita confusione. Hagrid chiamava i ragazzini del primo anno per fare
con loro la tradizionale traversata del lago. Gli studenti più grandi, dopo
aver trascinato giù dal treno i pesanti bagagli, cercavano un posto sulle
carrozze che li avrebbero condotti alla scuola. Nel caos generale, Hermione
vide i capelli biondi e lisci di Draco Malfoy poco distanti da sè, e cedendo di
nuovo a un impulso, allungò il collo e lo guardò con espressione preoccupata.
Draco intercettò il suo sguardo, che lei distolse immediatamente, arrossendo.
Ma agli occhi plumbei e acuti del ragazzo, la preoccupazione dipinta sul volto
di Hermione non era sfuggita. “E va bene Granger- si disse lui –resti comunque
un’odiosa ragazza saccente, ma dal momento che sembri davvero preoccupata, con
te cercherò di...trattenermi”. Formulato questo pensiero l’immagine di suo
padre gli attraversò la mente; le labbra del ragazzo presero una piega
determinata, e si sorprese a pensare: “Non sarò più la tua marionetta!”.
* * *
Il banchetto d’inizio anno era appena terminato; un dolce torpore
aleggiava fra gli studenti, che non aspettavano altro che il preside li
lasciasse andare a dormire. Albus Silente si era alzato in piedi, la veste
smeraldo e argento che riluceva (“Cos’è, un omaggio ai Serpeverde?” mormorò Ron
a Harry). Si schiarì la voce e cominciò: “Come tutti sapete, nel corso
dell’estate il Ministero della Magia ha mandato i suoi migliori Auror alla
ricerca di Voldemort. Pensiamo che si sia rifugiato in un luogo molto lontano
da qui, forse addirittura fuori dall’Inghilterra, allo scopo, crediamo, di
radunare il suo esercito per scagliare l’attacco. Come vi ho già detto in
passato, per combattere Voldemort i maghi devono unire le forze, a partire dai
giovani come voi. E’ ora che impariate a cooperare. E’ ora di mettere da parte
ostilità e pregiudizi”. Nel dire quest’ultima frase, lo sguardo di Silente si
soffermò sul tavolo dei Serpeverde, per poi fissarsi su un punto preciso. Draco
si sentì arrossire, e distolse lo sguardo dal Preside. Il discorso terminò con
la consueta presentazione del professore di Difesa contro le Arti Oscure:
incredibile ma vero, quell’anno il professor Piton era finalmente riuscito ad
ottenere quel posto, in aggiunta all’insegnamento delle Pozioni. Draco sorrise
compiaciuto alla notizia, che come potè notare, non era stata presa bene da
tutti i Grifondoro. Poco dopo il Preside li lasciò andare, e Draco,
sbadigliando, si alzò diretto alla porta d’ Ingresso, con gli altri Serpeverde
al seguito. Nel varcare la Porta andò a sbattere contro Hermione Granger.
“Scusa” le borbottò riavviandosi. “Perchè non guardi dove vai, stupida mezzosangue?”
disse la voce sprezzante e beffarda di Pansy Parkinson, una Serpeverde
invaghita di Draco senza speranza di essere ricambiata. Il ragazzo udendola si
irrigidì, si fermò e si volse verso di lei, che fronteggiava Hermione
fissandola con arroganza. Con tono secco, la pelle candida del viso cosparsa di
un lieve rossore, le disse: “Le ho chiesto io scusa, e ciò significa che sono
stato io a non guardare dove andavo. Lasciala stare.”. Si girò e se ne andò
verso i sotterranei con ampie falcate, la figura slanciata ed elegante. Pansy
Parkinson lo guardò con gli occhi sbarrati, esterrefatta, ma si affrettò a
seguirlo. Hermione era rimasta immobile, incapace di articolare un suono dallo
stupore. Anche Harry e Ron, di fianco a lei, sembravano fulminati. Alla fine
Harry ruppe il silenzio, e balbettò: “Ma che...diavolo...gli sta succedendo?”.