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Autore: Anle    12/06/2011    5 recensioni
L’obitorio a quell’ora della notte era stranamente chiassoso. Lungo il corridoio scorrevano su e giù portantine e la stanza aveva già quasi tutti i lettini occupati.
Lara aveva il turno di notte per la terza volta di fila e l’ombra di occhiaie sotto agli occhi era la prova che anche la bellezza umana più ambita in città provava stanchezza, mal sopportazione dell’abito da medico e del sudore appiccicaticcio post smembramento cadaveri.
[Gil Morgan/Lara Degret]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Frase di riferimento: "State per caso mordendo la mia caviglia, signore?"

Fandom: Black Friars

Genere: Romantico, Comico, Scabroso

Avvertenze: One-shot, qualcuno deve essere colpito in testa da qualcosa

Paring: Gil Morgan/Lara Degret

Min/max parole: triple-drabble (entro le mille parole, comunque)

Max tempo: 45 min - 1 h

 

 

 

 

 

 

ONLY THE DEAD CAN KEEP SECRETS

 

 

 

 

L’obitorio a quell’ora della notte era stranamente chiassoso. Lungo il corridoio scorrevano su e giù portantine e la stanza aveva già quasi tutti i lettini occupati.

Lara aveva il turno di notte per la terza volta di fila e l’ombra di occhiaie sotto agli occhi era la prova che anche la bellezza umana più ambita in città provava stanchezza, mal sopportazione dell’abito da medico e del sudore appiccicaticcio post smembramento cadaveri.

Era rimasta di nuovo sola: all’ospedale erano quasi tutti occupati a ricucire ferite e mettere apposto spalle lussate. Le guardie quella notte avevano dovuto riprendere per i capelli un gruppo di scholares che se l’erano date di santa ragione, ma per il resto quasi calma piatta. A lei era capitato il lavoro noioso, e le urla virili dei ragazzi in lontananza: “No, tolga quel coso da- ahi!”.

Soppresse uno sbadiglio mentre faceva per avvicinarsi all’ultimo corpo della nottata arrivato fresco fresco dalle mani di Megan. “Un altro di quei cretini che c’ha rimesso le penne in una dimostrazione di attributi maschili” aveva commentato subito prima di scomparire e ritornare in sala.

Il corpo era stato stranamente coperto da un lenzuolo e dalle proporzioni prometteva una stazza notevole.

Fece per sollevarne un lembo, maniche sollevate e occhio clinico mezzo morto dalla stanchezza, quando il cadavere ebbe uno spasmo. O meglio, il telo ondeggiò un po’.

Lara strabuzzando gli occhi s’irrigidì un secondo, con il braccio sollevato rimasto a mezz’aria per la sorpresa.

Non ebbe neanche il tempo di riprendersi che il lenzuolo ebbe uno due tre svolazzi strani per poi sollevarsi completamente di botto e rivelare la figura di Gil Morgan tra i “Ma che diav-?” angosciati della ragazza.

“Per voi!” offrì il ragazzo sfoggiando un mazzo di rose da una mano e un sorriso smagliante, mentre Lara per poco non stava rischiando di avere un infarto seduta stante. O un raptus omicida che seguì subito dopo aver riconosciuto quel deficiente patentato e peggio ancora il suo sorriso ebete verso di lei.

“Che cosa accidenti ci fai tu qui, decerebrato di un tracannatore di vino?” Lara sputò veleno assieme a un piccolo urlo che risvegliò gran parte di quelle povere anime nei corpi vuoti là attorno.

Gil d’altro canto, a parte il timore di ira violenta iniziale, la guardò con un sorriso rassicurante e accomodante, le rose ancora protese verso di lei e negli occhi una supplica di accettare il dono. “Non sapevo come altro fare per vedervi, e io non riesco a stare un giorno senza potervi guardare anche solo un momento”.

Lara inspirava con forza, cercando di mantenere la calma, gli occhi da cucciolo bastonato di lui che riuscirono a quietarla per qualche istante. Inspirò di nuovo, e afferrò poi le rose inaspettatamente sotto lo sguardo ammaliato del ragazzo. Gil fece anche per protendersi con la schiena dal lettino dopo il sorriso luminoso della ragazza, ma non fece granché strada. Il mazzo di rose arrivò senza che l’altro facesse in tempo a riaprire le palpebre.

“Via!” urlò e lo colpì con forza a suon di rosate e spine. “Via, screanzato villano e perdigiorno!”. Gil preso alla sprovvista cadde dal lettino e inciampò nella sua corsa disperata e scioccata verso l’uscita - Lara sempre dietro a brandire l’arma spinosa - fino a che non si ritrovò mento a terra e cuore infranto ad adocchiare gli orli della lunga veste di Dama Heraclis, che ricambiò il suo sguardo con sufficiente distacco e disapprovazione.

“Signorina” parlò poi scrutando severa entrambi, “siete attesa nell’altra sala. E voi” guardò Gil steso ancora stupidamente a terra. “Stavate forse cercando di mordere le mie caviglie, signore?” chiese e l’altro boccheggiò, in imbarazzo completo, ma la Dama lo precedette, “Non vi conviene rispondere che attentavate alle mie sottane, vi avviso”.

 

 

 

 

Fine.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

N/A:

 

Storia senza né capo né coda. Nata da una sfida con Lady Antares Degona Lienan, ergo Ross,  e perché il nichilismo del sabato sera uccide peggio del fangirling.

Non sono un'amante di questo fandom nascente, e per me è stata una sfida in piena regola. I personaggi sfociano nell’OOC, inevitabile. Vi voglio bene anch’io e soprattutto te, Sis (questa me la segno).

 

 

Anle

 

 

  
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