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Autore: ELIOTbynight    12/06/2011    1 recensioni
"Ogni frase sembra descrivere ogni istante della nostra storia, della nostra battaglia.
Proprio così, una battaglia d’amore, combattuta intensamente dall’inizio fino alla fine. E non parlo soltanto degli ostacoli che siamo stati costretti a superare, ma anche di uno scontro di emozioni che sempre ci ritroviamo ad avere. Siamo come due metà che devono trovare ogni volta un modo diverso per combinarsi e combaciare perfettamente. E’ questa la particolarità della nostra relazione: l’imprevedibilità.
Riflettendoci sopra, guardo ed ascolto Bill cantare.
E di nuovo ripenso al sogno da cui è iniziato tutto..."
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '~ Humanoid ~'
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Primo capitolo
Un altro mondo



Il suono della sveglia ruppe il silenzio mattutino. Quel bip-bip ripetuto e quasi ipnotico penetrò nel cervello della 17enne, svegliandola.

Con un gemito nervoso alzò un braccio verso la mensola di legno e spense l’aggeggio incriminato. Un ultimo abbraccio al cuscino e si mise finalmente a sedere sul suo letto, scompigliando ancora di più la coperta blu e il lenzuolo azzurro accumulati ai suoi piedi.
“Devo aver fatto di nuovo la lotta nel letto!” pensò lei, passandosi una mano davanti agli occhi e facendo in modo di chiuderli.
Di colpo ricordò.
“Mamma mia … Che sogno che ho fatto!”
L’unica cosa che sul momento riusciva ad avere in mente era l’immagine di Bill intento a baciarla sulla guancia destra, i propri occhi verdi spalancati dallo stupore e soprattutto quelli teneramente chiusi del cantante.
La mano, dagli occhi, scese sulla guancia vicino all’orecchio.
“Accidenti, che bello …” pensò ancora, arrossendo senza accorgersene.
Con questi strani pensieri in testa si alzò e ciabattò fino al bagno.
Romy non era una liceale qualunque.
- Holly … - borbottò nel buio.
Romy aveva un enorme ed importante segreto da custodire, che la rendeva diversa da tutti gli altri.
- Holly, non cominciare … - ripeté in preda ad una sensazione che conosceva bene.
Romy era l’unica a conoscere l’esistenza degli Umanoidi.
- Holly, vieni fuori!-
Nello stesso momento in cui Romy accese la luce, lo specchio si appannò ed apparve una T e un’H rovesciata. Subito una nuvola di vapore si sollevò e da essa comparve una graziosa libellula dorata.
- Come hai fatto a percepire la mia presenza?- domandò l’insetto, ronzando sul naso dell’adolescente.
- E‘ stato troppo facile.- rispose lei, fissando la libellula con altezzosità. - So quando ci sei perché comincio a sentire caldo. E siccome siamo quasi a dicembre non poteva essere una sensazione dovuta al tempo.-
- Già, il fatto che uso il vapore come mezzo di trasporto dalla mia dimensione alla tua si nota non poco … -
- Scusa la curiosità, ma come mai ogni volta che vieni a trovarmi appare da qualche parte il segno dei Tokio Hotel?-
- Per convenzione.- disse Holly, posandosi sulla sbarra che reggeva l’asciugamano grande. - Dato che quegli strani ragazzi hanno involontariamente dedicato alcune canzoni alla nostra dimensione, abbiamo pensato così di render loro omaggio!-
Romy annuì, aprendo l‘acqua del rubinetto per sciacquarsi il viso:
- Ho capito … -
Mentre apriva e chiudeva gli occhi ad intermittenza per farci passare l’acqua sopra, pensava e ripensava alla scena appena sognata. Sentì la libellula ridacchiare e appena chiuse il rubinetto sbottò:
- Ti prego, se sei venuta solo per farmi una delle tue solite ramanzine sentimentali, evita!-
Holly si sollevò per permettere a Romy di prendere l’asciugamano e passarlo sulla faccia, intanto esclamò divertita:
- Sai benissimo che non funzioneranno le tue paranoie per fermarmi!-
La 17enne preferì non rispondere e tornò in camera, facendo attenzione a dove metteva i piedi.
Mentre la ragazza si vestiva, la libellula sussurrò, per non svegliare la sorellina di Romy:
- Beh? Non hai nulla da raccontarmi?-
- Holly, lascia perdere … Sai che ogni tanto mi sveglio nervosa!-
- Non dirmi che il sogno che ti ho fatto fare è stato inutile?!-
- E invece te lo dico: tanto è inutile!-
- Piantala di mentire a te stessa, dai … L’hai detto anche tu che stai facendo zig-zag tra Bill e Georg!-
Colpo basso.
- Cambiamo argomento, per favore!-
- Okay. Tanto anche Flo ti dirà le stesse cose quando più tardi lo incontrerai … -
- Dobbiamo andare da Flammar anche oggi?-
- Sì, la situazione si sta facendo critica, da noi … -
- Holly, perché non me l’hai detto subito? Devo muovermi!!-
In meno di cinque minuti Romy era pronta. Con il lungo cappotto nero, la soffice sciarpa grigia e lo zaino casual appeso alla spalla destra uscì velocemente di casa seguita dalla libellula. Camminò quasi correndo sul marciapiede bagnato dalla pioggia notturna per dirigersi verso la fermata del pullman poco distante da lì.
Quando fu arrivata col fiato corto sotto la tettoia, la piccola amica le domandò:
- Che ore sono?-
- Le 7 meno 10. Il pullman dovrebbe arrivare a momenti.-
- Allora procediamo subito. Sei pronta?-
Romy annuì ed osservò Holly posizionarsi davanti al suo naso ed emettere una polverina bianca dalle ali. La ragazza inspirò immediatamente quella sostanza dolciastra, chiuse gli occhi e pronunciò, imitando una voce metallica:
- Humanoid … -
Un vento forte e caldo le scompigliò i capelli e dopo qualche secondo sentì la libellula esclamare:
- Si parte!!-
Romy si sentì subito accaldata, il vapore stava facendo diventare lucido il suo viso. Continuò a tenere gli occhi chiusi, ma attraverso le palpebre una luce forte arrivava alle sue pupille.
“Chissà cosa direbbero i miei compagni di classe se sapessero quello che sto facendo … Sto viaggiando da una dimensione ad un’altra, popolata da esseri completamente sconosciuti per noi! Scommetto che Taylor si schiferebbe a vedere come sono fatti dentro gli Umanoidi, ihih! Lei è così arrogante … Non capirebbe. Forse nessuno, a parte me, capirebbe. E poi …”
- Ben arrivata, Romy!-
Una gentile voce maschile risvegliò la ragazza dai suoi pensieri.
- Ehi Holly, com’è andato il viaggio? Hai avuto difficoltà?- disse un uomo sulla trentina, vedendo la libellula posarsi sul suo dito.
L’insetto rispose:
- No. Me la sono cavata bene, è stato veloce. -
Romy sbatté gli occhi un paio di volte per focalizzare il luogo in cui era giunta.
Le fu fin troppo familiare: lo studio personale di Flammar, il leader dell’intera popolazione umanoide.
Era enorme. Decine di librerie coprivano le pareti, fatta eccezione per due grandi finestre che illuminavano l’ambiente, una a destra e una a sinistra. Al fondo c’era una spaziosa scrivania e un’alta poltrona su cui era placidamente seduto il padrone di casa.
- Come vanno le cose da te, Romy?-
- Oh, bene … grazie, Flammar. E qui?-
Il giovane, dai corti capelli neri, il fisico asciutto e l‘abbigliamento sempre ordinato ed elegante, sospirò tristemente.
- Eh, Romy … le cose non vanno affatto bene, purtroppo. Ieri è successo di nuovo. Due volte.-
- Che cosa??-
La ragazza corse verso di lui, che intanto si era avvicinato alla finestra seguito da Holly.
Il paesaggio era sempre lo stesso che Romy vedeva ogni volta che raggiungeva la dimensione degli Umanoidi: rottami, fili elettrici, pozze di sangue, varie parti meccaniche sparse per terra. Le strade sterrate erano quasi deserte, le case erano silenziose e l’aria era addensata poiché appesantita dal fumo e da un costante odore di bruciato.
Tutte le volte che Romy contemplava quella scena sentiva un peso sullo stomaco e deglutiva preoccupata. Quanto desiderava che tutta quella sofferenza finisse!
- Ieri è successo di nuovo?- domandò con voce bassa a Flo.
- Temo proprio di sì. E’ stato terribile. Avrei voluto chiamarti, ma la cosa si stava facendo talmente violenta che forse ci avresti rimesso la pelle!-
- Flammar, sai benissimo che io non posso morire nella vostra dimensione … -
Lui alzò la voce:
- Sì, ma non puoi rischiare di rimanere qui per sempre o di non rivederci mai più! E’ una questione troppo importante!-
Romy ammutolì all’improvvisa agitazione del leader, il quale subito si scusò:
- Perdonami, non ce l’ho con te. Però capisci che … -
- Certo, certo. Stai tranquillo, comprendo perfettamente l’importanza della cosa. Non ti devi preoccupare per me.-
In realtà, come Flammar, anche Romy aveva paura di non riuscire a metter fine a quella brutta situazione … a quella brutta guerra.
All’improvviso, si sentì un’esplosione.
- Accipicchia, che cos’era??- esclamò Holly, posandosi sul vetro.
- Oh no, ancora …!- mormorò lui, precipitandosi verso la porta per uscire.
Romy appoggiò la fronte alla finestra e notò una colonna di fumo nero che si alzava davanti al palazzo.
Senza dire nulla, si staccò dalla finestra e corse fuori, scese giù per lo scalone a chiocciola, attraversò il grande Atrio delle Udienze ed infine si fermò col fiatone appoggiandosi alla spalla di Flo, che era rimasto immobile sulla soglia del portone.
Proprio davanti a loro si presentava uno spettacolo orribile.
Erano loro, gli umanoidi. Robot aventi sembianze umane, con un lucido strato di metallo argenteo al posto della pelle e due piccoli diamanti al posto degli occhi. Se non fosse stato per questi particolari, gli umanoidi erano completamente identici agli esseri umani. Ma dentro non erano altro che una fitta rete di ingranaggi, rotelle e fili elettrici.
Però Romy teneva moltissimo agli umanoidi, soprattutto per la loro caratteristica principale: il loro cuore era umano e ciò che scorreva nei loro circuiti era sangue. Erano stati costruiti così, non c’era altro modo per farli funzionare se non un normale apparato circolatorio con cuore umano e sangue umano.
Ed era proprio sangue quella sostanza rossa che si spargeva a perdita d’occhio per terra attorno all’ennesimo cadavere.
- Ne è esploso un altro … - fece Flammar con tono quasi impercettibile.
- Probabilmente stava correndo qui per chiedere di incontrarti e chiederti asilo, Flo!- disse Holly, arrivata alle sue spalle con un ronzio.
Romy fece qualche passo avanti per uscire completamente dall‘edificio. Non riusciva a staccare gli occhi da quel corpo in fiamme. Braccia e gambe stavano bruciando e non erano ben visibili a causa del fumo nero che si spargeva inquietante. Dalla schiena sgorgava un rigagnolo di sangue, all’altezza del cuore un enorme buco da cui spuntavano alcuni fili spezzati ancora elettrici.
Gli avevano strappato il cuore dalla schiena.
Romy si guardò intorno. Qualcuno doveva essere stato e quel qualcuno non poteva essere andato lontano.
- Se prendo quel bastardo di un Convertito … - imprecò la ragazza, stringendo i pugni.
Flammar, senza muoversi, tentò di calmarla:
- Ro, non fare mosse azzardate. Ormai è irrecuperabile, non vale la pena di arrabbiarsi.-
Lei annuì e tornò indietro, cominciando a risalire le scale.
- Non posso credere che non possiamo fare nulla per mettere fine a questa guerra!-
- Neanch’io, ma non possiamo permetterci rischi. Tu sei la mia erede, non puoi metterti in pericolo. Nessuno deve mettersi in pericolo.-
- … Va bene, Flo.-
Tornati nello studio di Flammar, Holly pensò bene di cambiare argomento.
- Flo, hai presente quel sogno di cui ti ho parlato?-
Il leader degli Umanoidi, anche lui umano a differenza del suo popolo, rispose:
- Sì, perché?-
- Gliel’ho fatto fare!-
- Ah, bene! E Romy cosa ne dice?-
- E’ più testarda di quanto immaginassi, soprattutto oggi che ha la luna storta!-
Romy sbuffò e si buttò stancamente in una delle poltrone bianche a fianco alla libreria.
- Tanto lo sapete che mi piace Georg!- esclamò scocciata.
- Tanto lo sai che non è vero!- la prese in giro Holly.
- Come fai a dirlo?-
- Lo so, lo vedo da come pensi a Georg e come pensi a Bill!-
- Scusa, come dovrei pensarci? Non cambia granché!-
- Invece cambia eccome! Tu sei cotta del fisico da modella, non del palestrato superfigo!-
- Holly, la vuoi piantare??-
- E tu la smetti di mentire a te stessa??-
- Ragazze, per favore!!- le sgridò Flo. - Siete una peggio dell’altra! Romy, non dovresti andare a scuola?-
- Ho ancora un po’ di tempo, dal momento che un’ora della mia dimensione equivale a un giorno della vostra, ma … d’accordo.-
Romy si alzò e fece segno alla libellula di avvicinarsi:
- Accompagnami, dai!-
Alle parole dell’erede, Holly liberò una grande quantità di vapore che avvolse lei e la ragazza.
- Ehi … - disse Flo prima di vederle svanire. - Pensaci, perché Bill ti piace davvero!-
Il tempo di alzare gli occhi al cielo e Romy si ritrovò alla fermata proprio mentre il pullman stava arrivando.

*


   
 
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