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Autore: 365feelings    12/06/2011    3 recensioni
È ridicolo, pensò. Neanche davanti a un Ironbelly Ucraino era così agitato e lì accanto aveva solo Luna, la piccola, graziosa, Luna.
Affetta da Shipping compulsivo, partecipo all'iniziativa del forum « Collection of Starlight », said Mr Fanfiction Contest.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Charlie Weasley, Luna Lovegood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
- Questa storia fa parte della serie 'No line on the horizon'
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Titolo: Desiderio
Autrice: KumaCla

Pairing: Draconic Eclipse - Charlie/Luna
Raiting: NC17 (minimi PG15)
Genere: Romantico
Prompt: La bisbetica domata
Note: Con un prompt del genere non sapevo che pesci pigliare, quindi alla fine mi sono arresa alla soluzione più banale: ambientare il tutto mentre La bisbetica domata veniva rappresentata. Caterina è il nome della bisbetica. Charlie e Luna sono entrambi maggiorenni e il tutto è ambientato dopo la guerra e lei ovviamente non è sposata. Suppongo che non tutti gli inglesi conoscano la tarantella ed essndo un ballo Babbano, Charlie ne ignora l'esistenza. Il titolo è penoso, ma ormai credo che tutti lo sappiano: con i titoli faccio schifo. Ringrazio Daniela per la sfida: tieni pronta che ricambio XD
 ?

Le luci si spensero una ad una, lentamente, lasciando un cono di luce solo sulla scena. Il legno lucido del palco accolse gli attori del prologo, i quali iniziarono a far risuonare la loro voce tonante nel teatro.
Charlie lanciò una veloce occhiata a Luna, seduta a suo fianco, e si chiese per l’ennesima volta perché diamine l’avesse invitata a vedere proprio La bisbetica domata. Avrebbe dovuto chiedere consiglio a
Bill invece di fare di testa sua. E se la commedia non le fosse piaciuta? Se si fosse annoiata? Se non avesse più voluto uscire con lui? Tutte quelle domande lo stremavano e come ogni volta che si sentiva
stremato il suo piede destro iniziava a tamburellare sul pavimento.

È ridicolo, pensò. Neanche davanti a un Ironbelly Ucraino era così agitato e lì accanto aveva solo Luna, la piccola, graziosa, Luna.
Di nuovo lanciò un’occhiata alla ragazza, comodamente seduta sulla poltroncina di raso rosso. Indossava uno scamiciato blu che le lasciava scoperte le gambe e le braccia, entrambe nivee come il suo volto, e al collo portava una strana collana gialla.
Sembrava a suo agio, per nulla agitata: stava anche sorridendo a una battuta dell’attrice che interpretava Caterina.
Non c’era nulla di cui preoccuparsi, tuttavia non riusciva a calmarsi e il tempo sembrava non passare mai. Non vedeva l’ora di uscire da quel teatro, di respirare l’aria frizzante della notte, di camminare per le vie di Londra.
«Charlie, tutto bene?», gli chiese all’improvviso Luna, a voce bassa per non disturbare le altre persone. Sembrava sinceramente interessata.
«Eh? Sì, perché?», farfugliò ancora più agitato. Era arrossito di brutto, se lo sentiva: ringraziò il buio che non permetteva di cogliere alcuna gradazione di colore.
«Il tuo piede. Sembra stia ballando la tarantella.»
Non volle nemmeno sapere cosa fosse la tarantella e cercò subito di immobilizzare l’arto traditore.
«Il mio piede? Oh, il mio piede.»
La mano di Luna si posò sul suo ginocchio e sebbene sapesse che il suo intento era quello di recargli conforto e aiutarlo a calmarsi, il suo gesto - così puro, così genuino - non ebbe altro effetto che
quello di fargli salire il cuore in gola.

Nonostante la stoffa scura dei pantaloni, sentiva perfettamente la mano - piccola e delicata - di Luna sul suo ginocchio, come se fosse a diretto contatto con la sua pelle.
Senza sapere esattamente cosa stava facendo, posò la propria mano - grande e rovinata dal suo lavoro - su quella della ragazza: la percepì fresca e liscia, esattamente come se l’era immaginata.
Sempre con le gote vergognosamente arrossate - i geni Weasley non mentivano - alzò lo sguardo piano piano, timidamente. Gli sembrava di essere tornato un adolescente in piena crisi ormonale.
Dio, cosa mi fai Luna?
Gli si fermò per un istante il respiro quando incontrò gli occhi della ragazza, salvo poi riprendere a respirare affannosamente.
La bisbetica domata continuava ad essere recitata a meno di una ventina di metri da loro, ma nessuno dei due vi faceva caso. Gli attori si alternavano sulla scena in un intrecciarsi di voci e rumori, ma
Charlie non sentiva nulla, se non lo sguardo di Luna su di sé.

La vide avvicinarsi lentamente, sporgendosi verso di lui al di sopra del bracciolo.
Il cervello gli andò in tilt, fece corto circuito.
Quando poi sentì le labbra di Luna sulle proprie, il buco nero che aveva nella mente si riempì di lei: voleva di più, lo voleva subito.
Si sporse verso Luna e impedì che questa interrompesse il casto contatto chiedendo accesso alla sua bocca: le stuzzicò le labbra con la lingua fino a quando non sentì le labbra dischiudersi.
La mano libera sparì subito tra i suoi crini biondi, che da tanto desiderava accarezzare, mentre i loro corpi si avvicinarono ulteriormente.
Sentì il suo seno premere contro proprio petto e desiderò essere da qualsiasi altra parte, ma non in un luogo pubblico, perché voleva stringerla a sé, nuda.
Tolse l’altra mano da quella di Luna e la portò al suo collo, accarezzandolo dapprima dolcemente, poi, pian piano che il suo desiderio aumentava, sempre più febbrilmente.
Interruppe il bacio solo perché i polmoni gli gridavano ossigeno, lasciando la giovane ansimante.
Sentì le mani di Luna sfiorargli le spalle, con tocco simile ad ali di farfalle, e maledisse il maglione a collo alto che indossava: avrebbe voluto che quelle piccole mani di fata accarezzassero la sua pelle.
Prese a baciarle il collo, lasciando una scia infuocata che scendeva rapida verso la scollatura del vestito e che si interrompeva con l’iniziare del tessuto. Con una mano andò ad abbassare una delle spalline del vestito e del reggiseno, lasciando scoperta un’altra porzione di pelle candida. Riprese a baciarle l’attaccatura del seno e ora che le sue labbra non avevano più ostacoli scese, ma sentendo che Luna iniziava a gemere tornò alla sua bocca, soffocando così ogni rumore.
Una Caterina particolarmente offesa gridò un insulto, coprendo così qualsiasi altro suono, ma Charlie, al limite e sul punto di perdere il controllo, si rese improvvisamente conto che erano a teatro. Certo, sulla loro fila non c’erano altre persone, ma dannazione, erano a teatro.
Fece per allontanarsi da Luna, ma sentì le sue piccole mani strette alla stoffa del suo maglione. Guardò le iridi grigie davanti a sé e vi lesse lo stesso desiderio che era certo si potesse leggere nelle proprie.
Ritornò sulle labbra della giovane e dimenticandosi del teatro continuò ad accarezzarla, posando una mano sul suo ginocchio e scostando il bordo del vestito. Luna si stringeva sempre più al suo petto, incurante del bracciolo, pian piano che la sua mano risaliva la gamba.
Bruciavano entrambi di desiderio e quando Charlie smise di torturare la pelle candida dell’interno coscia con quel suo tocco gentile, Luna mugugnò qualcosa, bisognosa di altre attenzioni. Di più, di più, sembrava gridare pur restando in silenzio.
Charlie riprese ad accarezzarla, raggiungendo ora il bordo degli slip e risalendo il suo fianco fino al seno, salvo poi ritornare lentamente verso il basso.
Delicatamente, cercando di frenare il proprio ardente desiderio, timoroso di poterle fare male, Charlie scostò il tessuto degli slip e si decise ad assaggiare la sua femminilità, sentendola subito bagnata. Brividi di piacere si erano già impossessati del corpo dell’ex-Corvonero e quando in fine la mano dell’uomo raggiunse il suo punto più intimo, esplorandolo dolcemente, la giovane si sentì incendiare e una vampata di calore la percorse tutta, arrossandole le gote.
Con un po’ di incertezza Luna prese a giocare con il bordo del maglione dell‘ex Grifondoro, come se gli stesse chiedendo il permesso, ma presa dal desiderio insinuò le mani sotto la stoffa, per sentire la pelle calda dell’uomo sui suoi palmi.
Le luci si riaccesero all’improvviso, seguite da uno scrosciare di applausi.
Charlie e Luna sgranarono gli occhi e arrossendo si allontanarono l’uno dall’altro, riportando le mani di entrambi al proprio posto.
«Il tuo piede non balla più la tarantella.», commentò a un certo punto la giovane, con voce cristallina, per nulla incrinata dall’emozione, sebbene le sue gote continuassero ad essere deliziosamente tinte di rosso.
I due si guardarono per un istante e poi scoppiarono a ridere, allegri, per nulla preoccupati della bisbetica domata o della gente che applaudiva una commedia che non avevano seguito.

   





 

   Crack, fanon o canon? Slash, Het, Threesome?
GOD SAVE THE SHIP!
I ♥ Shipping è un'idea del « Collection of Starlight », said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »  

    
   
 
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