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Autore: rui    12/06/2011    7 recensioni
"Le grida sovrastavano la musica. Ansimavo leggermente e sulla mi fronte vi era un velo di sudore: quel tipo si era rivelato piuttosto duro da battere. Diedi una rapida occhiata in giro... e lo vidi. Appoggiato al muro, un tavoletta di cioccolato fondente in mano e gli occhi di ghiaccio che mi trapassavano. Per un attimo fui catapultata indietro di alcuni anni: un passato che avrei voluto dimenticare per il troppo dolore patito. Perché 'lui' era qui?"
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri personaggi, Mello, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Piccola precisazione sulla storia: alcune date e anni sono sfasati. Mello se ne andrà dalla Wammy's house a 16 anni. Dalla morte di L all'intervento di Mello passano 2 anni. Linguaggio a volte scurrile. Spero che la storia piaccia e ditemi pure se c'è qualcosa di poco chiaro o semplicemente cosa ne pensate della storia. ^.^ buona lettura

 

 


_Il Phantom

 

La musica riempiva l'intera discoteca. 

Il "Phantom" però, non era un locale come tutti gli altri: non si ballava, beveva e basta. Si veniva anche per regolare i conti. Era una cosa normale: di solito una canzone accompagnava una lotta. Uno contro uno, aperte le scommesse: ci si divertiva a dare spettacolo. Il proprietario era Joe: di origine africana, aveva la pelle nera come il carbone. Ad avercelo davanti sembrava di guardare una montagna: era molto forte, ma anche molto buono. Aveva raccolto dei ragazzini dalla strada e aveva permesso loro di vivere nel locale. Cinque maschi e una femmina, particolarmente cara a Joe. Un giorno questa ragazza venne notata da un uomo anziano, dall'aria benevola, che la portò in un orfanotrofio nella stessa città: la Wammy's house. Vi si coltivavano geniali menti con il fine di trovare un successore di L, il più grande detective del secolo. Quella ragazza, oltre che una singolare intelligenza, aveva una particolare abilità: il suo cervello registrava i movimenti altrui e reagiva facendo sì che il corpo li riproducesse alla perfezione. Era un'abilità molto utile: nel ballo, nei combattimenti, anche nelle verifiche, perché permetteva di copiare i movimenti delle mani dei compagni e di scrivere le stesse cose. Questa ragazza... ero io.

-Sean! Vuoi prendere il combattimento sul serio?!- sospirai: non imparava proprio mai quel ragazzo!
-Eddai Rui! Fammi divertire!- rise lui, passandosi una mano tra i capelli biondi tagliati corti, gli occhi scuri che brillavano d'ironia.
-Ma che divertire e divertire! Ti faccio il culo così ci pensi due volte prima di farti la mia ragazza!- ruggì l'avversario, un armadio con due gambe, facendo per dargli un pugno.
Sean lo evitò senza difficoltà e continuò a sfotterlo.
-Non cambierà proprio mai, eh?- feci a Boris, il mio migliore amico. Alto e magro, i capelli blu scompigliati sul volto, era un ragazzo un po' strano: asociale con tutti, tranne che con me e Sean. C'era un rapporto fraterno tra noi tre.
Boris sorrise: -È fatto così, che ci vuoi fare...-
-Gliel'ho sempre detto che a fare il deficiente con tutte guadagna solo rogne.- sbuffai sonoramente.
-Neanche tu sei messa tanto bene.-
-Che intendi?-
Boris indicò una persona tra la folla: un vecchietto con il fiato corto che si guardava disperatamente intorno.
-Dannazione mi ha trovata!-
-Ci vediamo domani.- mi salutò Boris, aprendomi un varco tra la folla, consentendomi di andarmene senza essere vista.
Purtroppo, le cose non andarono come avevo prefissato: Roger mi scorse con la coda dell'occhio e si mosse a fatica dietro di me.
Uscì dal Phantom e iniziai a correre tra le strade di Winchester. Destinazione: Wammy's house.
Mi era proibito uscire dall'orfanotrofio, anche solo per andare dall'altra parte della strada, figurarsi per andare in una discoteca alle undici di sera! Ma quella era la mia casa, la mia famiglia: non potevo resistere senza vederli.
Corsi sotto la pioggia, in mezzo alle strade deserte, fino a che non raggiunsi il cancello ferrato dell'orfanotrofio Presi una veloce rincorsa e mi arrampicai, scavalcandolo. Un attimo dopo, ero entrata dalle finestre della sala comune. Imboccai le scale, su cui incrociai Matt. Aveva 15 anni, come me: era una delle poche persone che mi stessero simpatiche nell'orfanotrofio.
-Sempre di corsa?-
-Sì! Non è che...- mi fermai un momento.
-Tranquilla, ti copro io!-
-Sei un angelo!- mi voltai di scatto per rincominciare a correre, ma andai a sbattere contro Mello, l'altra persona con cui andavo abbastanza d'accordo. Lui era più grande di me di un anno, quindi c'era un ulteriore distacco tra di noi.
-Attenta.-
-Ehi, Mel! Che scusa ci inventiamo stavolta?- fece Matt.
Il biondo mi guardò vagamente divertito: -Ha contribuito alla ricerca.- mi sventolò davanti al naso dei fogli -Leggili, così almeno saprai di cosa parleremo domani.-
-Grazie.- corsi in camera.

-Sono stanco, Rui. Davvero molto stanco. Quasi ogni sera fai una scappatella al "Phantom", non so più cosa fare.- sospirò Roger.
Alzai gli occhi al cielo, guardando fuori dalla finestra: erano le tre del pomeriggio, e avevo appuntamento con Boris e gli altri. Era il cinque novembre.
-Non so di cosa tu parli, Roger: io ieri sera ho fatto una ricerca con Matt e Mello. L'abbiamo presentata stamattina, chieda pure conferma al prof.-
-Ah davvero? E di cosa parlava?-
Feci un profondo respiro: -I vari culti sanguinari ai tempi dell'impero romano, in particolare quello di Mitra...-
Sospirò pesantemente, cosciente del fatto che il mio alibi era di ferro, interrompendo la mia spiegazione sui riti.
-Puoi andare.- disse rassegnato.
Andai in cortile, dove gli altri ragazzi stavano giocando a palla.
-Ehi Rui! Ti unisci a noi?- mi gridò Matt.
-Magari un'altra volta!-
Mi si avvicinò: -Stai "uscendo"?-
-Sì..-
-Allora, non è che mi prenderesti il solito?- mi allungò alcune sterline.
-Ti fa male tutto questo, lo sai.-
Per tutta risposta lui rise e si allontanò. Sentì il rombo di un motore in lontananza: stavano arrivando. Mi avviai furtivamente verso gli alberi, raggiungendo dopo poco il cancello. Al di là, ecco cinque moto. Individuai Boris e montai in sella.

 

****spazio autrice****

Ok, ammetto che questo capitolo è un po' striminzito... Però va beh, è l'introduzione e mi serve per dare una specie di contesto alla storia, che si incomincerà a delineare nei prossimi capitoli. Questa è la mia prima fan fiction, quindi siate clementi e ditemi cosa ne pensate! Ecco, su questo ultimo punto mi vorrei un attimo soffermare: mi piacerebbe molto ricevere dei commenti appunto perché questa fic è molto importante per me... proprio per questo, vorrei vedere almeno 4 commenti, altrimenti reputerò che la storia non è piaciuta e la stroncherò sul nascere. Mi dispiace se sono così pallosa, ma, come ho detto prima, è molto importante per me. Un abbraccio e grazie per aver letto          rui

     

  
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