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Autore: Edelweiss_    12/06/2011    0 recensioni
ero semplicemente stufa di essere picchiata dai miei genitori per motivi inutili.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Un’altra volta ero stata picchiata dai miei genitori, il motivo? Una gonna troppo corta.
Un rimprovero sarebbe stato lecito; ma mia madre aveva avuto la stessa reazione di sempre: mi aveva sbattuto per terra, si era tolta la cintura e aveva iniziato a picchiarmi. Ormai mi ci ero abituata, ma stavolta non si era limitata a prendermi a cinghiate: questa volta mi aveva preso anche a calci in pancia e io avevo iniziato a sputare sangue. Ero arrivata al limite della pazienza, avevo deciso di scappare di casa. Presi la mia borsa-zaino degli Slipknot, ci infilai l’i-pod, un pacchetto di patatine, una bottiglia d’acqua, un ombrellino, due magliette, due gonne e delle mutande; mi calai dalla finestra della mia camera, corsi fino alla cancellata, la scavalcai e iniziai a correre . . . Senza una destinazione, le lacrime iniziarono a offuscare la mia vista, non erano lacrime di tristezza ma di felicità: finalmente ero riuscita a liberarmi dei miei genitori, che probabilmente non mi avrebbero neanche cercata.
Erano ormai due ore che camminavo, mi facevano male le gambe ed ero molto stanca: inciampai e caddi a terra, svenuta.
Mi risvegliai voltata su un fianco e senza maglietta: qualcuno mi stava disinfettando le ferite sulla schiena.
Una voce maschile mi chiese: < dovrei slacciarti il reggiseno, non riesco a disinfettare questa ferita>
Io: < ma dove sono, tu chi sei e perché sono senza maglietta?>
??: < una domanda alla volta … allora questa è casa mia, io sono Corey Taylor e sei senza maglietta perché ti sto disinfettando le ferite sulla schiena … ma come te le sei fatte?? Sembra che ti abbiano frustata>
Io: < TU SEI COREY TAYLOR … CAZZO!… e comunque non mi anno frustata .. Mi hanno presa a cinghiate …>
Corey: < e chi?>
Io: < i miei genitori … lo facevano spesso … per questo sono scappata di casa >
Corey: < oh … povera … quanti anni hai?>
Io: < ho tre anni in meno di te …>
Corey: < ti facevo più giovane … sei così … piccola e magra …>
Io: < prova tu a non mangiare per due settimane … >
Corey: < se vuoi puoi restare a casa mia … ti prometto che non ti picchio>
Io:< ok, grazie mille !! Ma … una domanda … la maschera .. No la togli mai?>
Corey: ride< quasi mai … hai fame? Posiamo uscire a mangiare qualcosa …>
Io: < effettivamente … ho fame … ma che ore sono?>
Corey: < sono le 20.00>
Io:< ok … meglio mangiare qualcosa>
Uscimmo e andammo a mangiare in un ristorante vicino a casa sua, lui era molto gentile, era strano vederlo così da vicino, era strano poter interagire con lui, ma soprattutto era strano poter parlare con lui con così tanta naturalezza … finito di mangiare lui pagò il conto e tornammo a casa. Arrivati nel suo appartamento lui mi mostrò la mia stanza: era la camera degli ospiti, aveva le pareti nere, e un letto a forma di bara affiancata da un comodino abbinato all’armadio che, probabilmente, era un mobile molto antico; sul comodino c’era una lampada a forma di sfera che, con mia sorpresa, quando si accendeva proiettava il simbolo dgli ‘knot sulle pareti.
Io: < grazie, però … io non ho un pigiama …>
Corey:< aspettami qui … ti prendo una mia maglietta … a te dovrebbe andare bene come camicia da notte> 


(continua) 
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