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Autore: mircea    13/06/2011    3 recensioni
Questa one-shot racconta del momento in cui Sirius Black vede James e Lily morti e capisce ciò che ha fatto Peter Minus
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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    introduzione: per questa one-shot ho preso ispirazione dalla one-shot di Jessie Lupin e per questo la dedico a lei

     



    E poi vedo




Le strade sono deserte. Il vento soffia violentemente, come se non volesse farmi avanzare.

Cammino velocemente, sono in ansia di sapere se loro stanno bene.

Tranquillo, non sarà successo nulla, mi ripeto.

Cerco di essere ottimista, ma di questi tempi non mi riesce molto bene.

E poi vedo.

Un vecchio Babbano ci passa davanti e non si accorge di nulla, mentre un pezzo di muro sta crollando.

No! No, no e no! Non può essere!

Non capisco più niente, non so se sto urlando, piangendo o se semplicemente scuoto la testa, incredulo.

Mi faccio strada tra gli enormi calcinacci ed eccoli, prima lui e poi lei.

James e Lily.

Non hanno segni di combattimento, li ha uccisi senza troppe cerimonie, con un solo anatema che uccide.

Il mio cervello è come spento, non riesce, o meglio, non vuole capire perché sono morti, proprio lì, proprio in quel momento.

Vedo Harry, che piange alle spalle del cadavere di Lily, lo prendo tra le mie braccia e lo porto fuori di lì.

Lui ci aspetta. È dietro ad una quercia nel parco di fronte alla casa di James, il mio migliore amico. Non sa se farsi vedere o no.

Faccio sedere Harry per terra e lo chiamo, gli urlo di venire fuori a prendersi le sue colpe. Non dico “Codaliscia”, ma dico “Peter”.

Codaliscia è morto, è morto quel giorno, anzi no è morto un anno addietro, quando ha iniziato a fare il doppio gioco con l’Ordine e con i Mangiamorte.

Lui mi viene incontro, non sa neanche cosa dire, mentre io alzo la bacchetta.

Sul suo volto si dipinge il terrore e si guarda in torno.

I Babbani accorrono, curiosi, per tentare di capire quello che è successo.

“Sirius come hai potuto? Erano Lily e James! Tu li hai traditi!” urla Peter.

Non ho il tempo di pronunciare nessun incantesimo perché lui mi precede.

Un esplosione. I Babbani più vicini muoiono, gli altri urlano.

Quando la nube di polvere svanisce, posso vedere un pezzo di stoffa intriso di sangue e un dito.

Rimango lì, incollato alla strada, con lo sguardo perso e un’ enorme ferita che si apre nel petto.

Fa male, mi sembra essere un foglio di carta strappato e gocciolante di sangue.

È stato lui, l’amico di sempre con il quale io e James abbiamo condiviso tutto, a tradire.

Ma la colpa è solo mia, solo della mia stupidità.

Sono stato cieco, non ho visto che Codaliscia stava cambiando negli ultimi tempi, non ho voluto vedere.

Alzo la testa verso le nuvole scure e gocce di pioggia bagnano il mio volto assieme alle lacrime.

E rido.

Rido perché lui è stato intelligente, mentre noi idioti non ci siamo resi conto di nulla.

Io mi sono fidato, io l’ho fatto diventare Custode.

“È colpa mia” dico con voce distante.

Tutto diventa confuso, mi ritrovo in un vortice di mantelli scuri e sguardi disgustati e ostili.

Una parte di me si rende conto di ciò che sta per accadere, mentre l’altra pensa solo ai cadaveri di James e Lily e al dito di Peter.

Vorrei bruciare, vorrei morire perché la mia vita non vale più nulla. Loro non ci sono più, per colpa mia, e quando delle mani putrefatte mi avvolgono e mi trascinano verso chissà dove, sorrido perché questa è la punizione giusta per me, per uno stupido errore di fiducia.
   
 
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