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Autore: Giulia_Bliss    13/06/2011    6 recensioni
In quei quattro anni...Bliss missing moments
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Riecco Giulia e Dom, dio quanto mi erano mancati! Non dico nulla, vi lascio alla storia. Grazie a Pilly e theresistance, che con le loro storie mi hanno davvero ispirata, in questo periodo in cui me ne sono successe di tutti i colori (theresistance ne sa qualcosa, ancora non l'ho recuperata comunque D:). Un grazie enorme a un'altra Martina ancora (conosco diecimila martine, da qui la mia fantasia per i nomi) che mi ha fatto tornare la voglia di Bliss.
Ah, ma con i nomi sto migliorando! Prima o poi vi parlerò di Harmony e Elanor (adesso tutti: buuu che nomi di merdaaa!!! ahahah) Un bacione e buona lettura! 

-Ha detto alle dieci…ma dovrebbero essere già a Milano da stamattina!- urlai nel telefono appena Giulia mi rispose
-Ciao Giuly, come va?-
-E mi ha detto mettiti elegante e vai a casa di Matt e Giulia!-
-Anch’io bene, grazie-
-Non ho un vestito adatto! Cioè, ne ho mille…ma non so quale scegliere!! E uno non va bene il colore, e l’altro è troppo elegante, e l’altro ancora poco…-
-Sì sono uscita stamattina, ho fatto due compere-
-Cazzo rispondi!!!!- strillai
-Eh scusa! Come mai così agitata?! Di solito prima di parlare mi fai i quiz “come stai?”, “cosa fai?”, “con chi sei?” manco fossi mia madre! Comunque Matt è qui con me-
-COSA!? Ma Dom non si è fatto sentire!- risposi preoccupata
-Ma tu fare quello che ti si dice mai!? Vestiti bene e vieni. SUBITO!- così dicendo mi riattaccò in faccia

Bene. Nei miei standard vestirsi elegante aveva molti significati. Elegante jeans nero, camicia e All Star, tailleur e tacchi…e infine l’eleganza troppo elegante: vestito, tacchi e pochette. Optai per la terza, aveva detto elegantissima, quindi…

Tentai di telefonare a Martina –Cosa sai? Quanto elegante? Dove?- risposi appena smise di squillare
Dall’altra parte della cornetta qualcuno scoppiò a ridere –Te la passo!- era Tom
-Non so niente, anzi so tutto. Elegante secondo il MIO concetto di eleganza e non secondo il tuo e dove non te lo dirò mai. Ti si sentiva fin dalla sala!-
-Capelli?- chiesi
-Raccolti-
-Orecchini?-
-Lunghi-
-Collana?-
-Punto luce-
-Anello?-
-Nessuno. E facciamo finire qui il quiz!-
-Sopra o sotto il ginocchio? Spalline o senza? Tacco novanta o dodici? Chiuse o aperte? AIUTO!!- la implorai
-No! Ti posso dire solo qualcosa di soft per il trucco. Insomma, elegante!-
-Ma io non mi trucco!- mi lamentai. Non mi truccavo mai, mi infastidivano tonnellate di mascara di cui tra l’altro non necessitavo
-Un filo di matita almeno!-
-E va bene!- mi arresi
-Divertiti, un bacione!-
-Ma…- non riuscii a fermarla che riattaccò anche lei

Fantastico. Decisi di prepararmi a modo mio e mi promisi che avrei ammazzato Dom appena l’avrei visto. Optai per un miniabito sopra al ginocchio, visto che era estate, in stile impero di colore nero. Molto elegante, abbinato ad un copri spalle di pizzo che richiamava i ricami tutt’altro che volgari sul fondo del vestito. Misi un paio di scarpe nero lucido con tacco dodici, di quelle a decolté classico e seguii i consigli di Martina per i capelli e il gioiellame vario. Niente anelli…non le diedi ascolto, DOVEVO mettere l’anello sul pollice della mano destra, quell’anello familiare che indossavo da una vita, che mi ero autoregalata per il compleanno di Dom quando ero una ragazzina.

Mi truccai anche, per così dire. Misi l’ombretto nero che sfumava verso tinte più chiare e la matita nella parte interna dell’occhio. Contornai le labbra con la matita marrone e misi un rossetto color carne. Finalmente pronta. Erano le sette spaccate, così uscii di casa e andai a quella che ormai era la casa di Matt e Giulia.

-Eccoti finalmente! Credevo fossi morta tra tacchi e mascara! Non hai messo il mascara!? Poco male, hai già le ciglia lunghe. Entra. Sono troppo alti quei tacchi, muori dopo due ore- mi assalì Giulia trascinandomi brutalmente in casa
-Si tirerà per le lunghe?-
-Oh, sì! Pensi di farcela o vuoi le All Star?-
-Ma se devo essere elegante! Ce la faccio con i tacchi…ehi Matt!-
-Ciao! Mazza che figa!- disse scrutandomi dalla testa ai piedi e venendomi ad abbracciare
-Ti calerà la vista. E se non ti cala te la faccio calare io- gli disse Giulia ridacchiando –Sì, hai fatto un buon lavoro. Stai bene così-
-Grazie…qualcuno mi spiega che succede?- chiesi poi
-COME!?!?!?- urlò Matt a un centimetro dalla mia faccia
Mi feci piccola piccola mugugnando uno “scusami…”
-E’ passato un anno dal concerto a San Siro, ovvero da quando ci siamo conosciuti!- mi ricordò Matt –Vergognati, non ti ricordavi!-
-Scusa se ho una marea di lavoro da fare, quindici articoli da finire entro fine mese, sette recensioni per album vari e dodici libri da leggere per poi recensire! Sai, questo è un mese abbastanza libero. Senza contare le interviste, le premiazioni e ….-
-Sì okay, okay! Mi metti l’ansia! Mica è colpa mia se ti sei messa pure a fare la critica! I quindici articoli li ho anch’io, comunque- mi ricordò Giulia
-Perché tu sei vestita…così?- chiesi con una sorta di aria schifata. Stava benissimo, ma non era esattamente elegante….jeans strappati, All Star e maglietta con la scritta “MUSE” più grande di lei
-C’è il concerto! Sveglia!- mi rimbottò Matt
-No…il sito lo dirigiamo noi…avrei visto se…-
-Hai troppo lavoro, prenditi una vacanza, perdi colpi- constatò Giulls
-Io non perdo colpi! Non posso non essermi accorta di una cosa simile…so a memoria le date dei prossimi concerti, festival, premiazioni, interviste e poi ho pubblicato personalmente le date…non può essere!- insistetti
-E invece può! Dai andiamo che è tardi!- stavolta fu Matt a trascinarmi fuori. Mi sentivo un burattino buttato senza pietà da una parte all’altra senza essere tenuta in considerazione. Nessuno aveva risposto alle mie domande principali

-Voglio Dom- mi lamentai mentre eravamo in macchina –Adesso!-
-Non hai cinque anni, lo vedi dopo-
-Dopo quando?- chiesi con faccia offesa dopo la risposta brutale di Giulia
-Dopo e basta!- urlò
Non li mandai a cagare perché ero occupata a scacciare l’idea di ucciderli seduta stante e buttarmi giù dall’auto in corsa raccontando che si era trattato di un incidente. Mi chiusi in un mutismo assoluto finchè arrivammo allo stadio. Vidi subito Chris e Kelly e corsi letteralmente da loro. Con loro sì che si poteva ragionare
-Chris, Kelly vi prego ditemi che succede!- li supplicai
-Non posso piccola. Ti hanno maltrattata?-
-Non puoi immaginare- borbottai
Mi strinse forte –Dai, lo fanno perché ti vogliono bene-
-Sì, ancora non la conosci Giulia!? Vedrai, anche se fosse come dici tu avrà colto l’occasione per vendicarsi di qualcosa-
Kelly scoppiò a ridere –E dai, non esagerare. Ti vuole bene, lo sai-
-Sì, lo so- mi sentivo una bambina di cinque anni –Dov’è Dom?- chiesi mentre entravamo
-Non te lo diciamo- sbuffarono tutti, anche Tom e Martina che ci avevano raggiunti
-BASTA! Mi sento un’idiota vestita così allo stadio, per non dire che sembro una mignotta! E poi mi state trattando come l’ultima dei beoti!- urlai
-Ma dai che stai da dio! Appena ti vede Dom inizia a sbavare mente si ing…- cominciò Tom
-Minchia pirla zitto!!- gli urlarono tutti
-Scusate!!!-

Il concerto cominciò, lo stadio era pieno come sempre e Dominic occupava il solito posto alla batteria. Niente di strano…ero davvero così presa da non aver visto del concerto!? Ma dai…
Mi appoggiai ad una colonna dello stage ad osservarlo, come sempre. Stavolta non mi guardò, nessuno sguardo complice o malizioso. Cominciavo ad agitarmi. Ma mi bastava guardarlo suonare con quell’energia che solo lui riesce a tirar fuori, trasmettendo emozioni indescrivibili, per calmarmi.
Ad un tratto scese dal palco, dalla parte opposta in cui ero io. Si assentò per dieci minuti buoni, mentre Matt e Chris improvvisavano con basso e chitarra. Quando Dominic rientrò indossava giacca e cravatta, non l’avevo mai visto così elegante. Prese in mano la Black Manson di Matt e andò, sotto lo sguardo stupido dei fan, al microfono. Chris prese posto alla batteria e Matt al basso. Poi cominciò a cantare in Italiano

-Porta a termine il tuo piano, fà diventare realtà i tuoi sogni, non abbandonare la lotta e starai bene, perché non c'è nessuno come te nell'universo.Non aver paura per ciò che la tua mente crea, dovresti opporre resistenza, stare in piedi per ciò in cui credi, e stanotte possiamo dire per davvero che insieme siamo invincibili.Durante la battaglia ci tireranno giù ma per favore, per favore usiamo questa possibilità per far cambiare le cose. E stanotte possiamo dire per davvero che insieme siamo invincibili. Fallo da sola, non fa differenza per me, ciò che ti lasci alle spalle, ciò che scegli di essere e qualunque cosa loro dicano la tua anima è infrangibile. Durante la battaglia ci tireranno giù ma per favore, per favore usiamo questa possibilità per far cambiare le cose. E stanotte possiamo dire per davvero che insieme siamo invincibili . INSIEME SIAMO INVINCIBILI-

Mi commossi e mi gettai tra le braccia di Giulia e Martina in preda ad una crisi di pianto. Era stato bravissimo, non di certo il più intonato del mondo…ma mi aveva toccato il cuore, mi aveva rischiarata, mi aveva avvolta…era indescrivibile.
-Scusate il cambio di programma, ma devo fare una cosa e ho una paura fottuta- disse sempre in Italiano, con un tremolio di emozione nella voce –Ho ignorato per due giorni la mia ragazza e ho costretto tutti a non darle risposta alcuna. Ma era necessario farti preoccupare un po’. Per di più l’ho affidata a quattro pazzoidi psicopatici- disse sorridendo a Matt e Chris –Due di questi i presenti, perciò figuratevi. Ma anche questo era necessario. Adesso lei è qui, immagino sia un confetto visto che l’unica cosa che le ho fatto sapere era di mettersi elegante. L’ho fatto per farti arrabbiare, perché ti adoro quando tiri fuori quel carattere combattivo in grado di ribaltare un esercito. Credo che Martina, l’addetta al maltrattamento psichico, l’abbia costretta a conciarsi come alla serata degli Oscar. Spero di non vedere Marty con un occhio nero. Il punto è che non sa perché è qui, non sapeva neppure ci fosse il concerto, abbiamo fatto sparire ogni sorta di traccia, anche dalle pagine Facebook. Scusami amore, ma non dovevi sapere. Dovevo vedere lo stupore che ti si dipinge in faccia quando riesco a sorprenderti. Mi riempi il cuore, sei in grado di portare il Sole in una giornata buia, di risollevarmi quando non voglio alzarmi, di motivare i miei giorni. Giulia ti amo. Vuoi sposarmi?- chiese venendo verso il backstage e  inginocchiandosi  tirando fuori un anello dalla tasca della giacca

Uscii sul palco e andai verso di lui. Lo stadio era sparito, non esisteva più. Non esistevo nemmeno io, esisteva soltanto lui. La mia luce, la mia guida, il mio destino

Si alzò in piedi e mi mise l’anello al dito alzando un sopracciglio con aria interrogativa.
Cercai di calmarmi il più possibile –Cazzo, sì- sussurrai prendendogli la testa tra le mani e baciandolo con passione
Dalla folla partì un applauso senza fine che mi riportò alla realtà, facendomi rendere conto di essere davanti a migliaia di persone vestita da confetto
Avevo le lacrime agli occhi, era stato il gesto più romantico che avessi mai visto
Presi il microfono titubante –Era un modo per avere la certezza di ricevere un “sì” come risposta?! Quei quattro mi hanno fatto sentire una bambina idiota a cui avevano strappato il lecca lecca, sono vestita da confetto anche se, in questo contesto, potrei sembrare qualcos’altro…no, niente. Non ci riesco. Devo ammettere, sto cercando un modo per non scoppiare a piangere davanti ad uno stadio intero. È il gesto più romantico che abbia mai visto, non ci credo…adesso svengo qui ed è bella che finita- risi istericamente –Cazzo sì. Sì, lo voglio. Ti amo- dissi baciandolo
-Ti sposerei seduta stante se ci fosse un prete tra la folla e se non avessi un concerto in ballo- mi baciò il naso e si rivolse alla folla –Dai, trasgrediamo fan! Cosa volete sentire? Canta Matt, prometto che per oggi non vi rompo più i timpani!-

Dalla folla si levò un coro prima confuso, poi fin troppo chiaro –BACIO, BACIO, BACIO, BACIO! WOOOOO-
Dominic mi strinse forte e mi baciò con dolcezza, con l’adrenalina a mille –E la canzone?- chiese
Riottenne il coro precedente –Rimarrei qui in eterno a baciarla…-
-Dai propongo io, voi ditemi se va bene. Visto che sono una Muser accanita da che ho memoria e visto che questi idioti hanno deciso di non suonare più Showbiz e Origin….io propongo qualche pezzo di questi due album. Hai detto tutto- gli ricordai con sguardo malizioso
Tutto lo stadio acconsentì e cominciarono ad alzarsi grida confuse, da cui emersero due titoli –Bliss? L’avrei proposta io in mancanza d’altro! E se non fosse che sono stonata come una campana te la canterei anche, perché è da quando ti ho conosciuto che penso che ognicosa di te è come io vorrei essere, che ogni cosa di te risuona felicità, che sei così facile da amare e che non sarei più stata in grado di accontentarmi di meno- stavolta fu lui a commuoversi
Mi baciò un’altra volta –Ohhhh basta! Se no qui allago lo stadio!- si lamentò
-A dopo amore- lo baciai a stampo –Forza facciamo tremare la città!- urlai alla folla mentre cominciarono a suonare, ognuno ai propri posti

Non dissi niente a nessuno, presi posto per terra, proprio sulla linea da non oltrepassare per non essere visti dal pubblico, in brodo di giuggiole. Lo guardavo e non pensavo a niente…o forse pensavo a tutto. A come ci eravamo conosciuti, in quello stesso posto, a come per una volta la fortuna mi aveva sorriso abbagliandomi per quello che sembrava un “per sempre”, a come mi ero subito innamorata di Dominic, a come ho sempre temuto di non essere alla sua altezza. A quanto ci eravamo dati, all’amore che provavamo e avremmo provato sempre, nonostante forse avessimo corso. A lui. Anzi no. Stavolta a me e lui. 

 

   
 
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