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Autore: Eastre    13/06/2011    8 recensioni
Furono molte le guerre che intaccarono quella terra arida baciata dal sole qual è l’Impero del Sud, ma quella che oggi vado a raccontare fu forse la più grandiosa.
Una regina. Dieci soldati. Un viaggio disperato. Cinque ragazze. Una guerra. Migliaia di morti. Due amori contro natura ed un fuoco, un fuoco che ti rode l’anima.
Genere: Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO

 

Jude era bella, molto, molto bella, aveva lunghi capelli ricci e neri come la pece, gli occhi erano due carboni scuri che osservavano il regno ai suoi piedi. Il volto etereo, troppo simile a quello di un angelo dai contorni spigolosi e regolari era impossibile da dimenticare, le sue labbra rosso sangue come il vestito che portava rimanevano piegate all’insù in un sorriso poco accennato di cui non si spiegava il motivo. Se ne stava seduta sul suo trono di marmo sopra tre scalini rossi, col mento alto, le spalle dritte, come una divinità che non aspetta altro che essere adorata, una donna, una divinità, lei. Dallo sguardo impenetrabile, dal sorriso senza motivo.

Lei, seduta sul trono, con due tigri rannicchiate come teneri gattini ai suoi lati, in quell’immensa sala dal pavimento in marmo rosso retta da dieci colonne cremisi, ed ai piedi del trono c’era una piscina rettangolare, un piccolo lago dagli angoli appuntiti in cui galleggiavano silenziose ninfee candide come la neve che mai toccava quelle terre ridenti di sole. Ed intorno a quella piscina dieci anziani in tunica bianca con una fascia porpora mormoravano tra loro sussurrandosi preoccupati qualcosa nelle orecchie.

Bella come una dea, venerata come una divinità dal suo popolo, lo stesso popolo che stava morendo a poco a poco.

Non ci sarà più nessuno a venerarti mia imperatrice .

Sussurrò una voce maligna nella sua testa

Morirai come tutti gli altri, sarai bella, molto bella nella tua tomba sovrana del Sud .

L’immagine di lei, stesa sulla seta rossa cosparsa di fiori bianchi, gli occhi carbone sbarrati che niente più sarebbero riusciti a vedere, le labbra rosso sangue sbiadite, che mai più si sarebbero piegate in sorrisi senza ragione le entrò nella testa mozzandole il respiro, lei morta. Senza vita. E le divinità non muoiono.

<< no >> scosse il capo alzandosi << non finirà così >>

La tigre al suo fianco emise un ruggito d’assenso capace di far battere i cuori dei presenti più veloce, nella sala regnò il silenzio, anche i gatti che percorrevano quei pavimenti color del sangue tacquero e rimasero in allerta. Gli anziani si zittirono e posarono i loro sguardi scuri sulla donna che sovrastava la sala con la sua altezza. Lo sguardo tremante, le labbra serrate, le mani che stringavano convulsamente il vestito di seta rossa, troppo convulsamente.

Le divinità non hanno paura .

Sibilò la voce nella sua testa, fredda e strisciante come un serpente sul marmo.

<< ebbene? >> chiese riprendendo il suo naturale contegno e sedendosi sul trono, non un emozione ad intaccare il suo volto perfetto che l’età aveva negato di segnare << prego, parlate miei cari >> sorrise rassicurandoli con un regale gesto della mano

<< mia signora >> iniziò abbassando lo sguardo il capo del consiglio, si passò una mano sulla lunga barba candida con un gesto isterico e tremante

<< parla Deler, non ho tutto il tempo di questo mondo >> sospirò lei lasciandosi andare all’indietro sul trono.

L’anziano lanciò uno sguardo ai compagni, annuirono, le espressioni serie segnavano i loro volti intaccati dalle rughe, segni indelebili di un passato ormai andato.

<< imperatrice Jude >> iniziò deglutendo << l’impero dell’Est è grande e potente, con un esercito  in netta maggioranza, in più hanno l’alleanza dei barbari delle montagne, mia signora, l’unica possibilità di salvezza per il nostro popolo è la resa >>

Jude si lasciò andare ad una risata cristallina lasciando senza parole gli anziani. Il capo del consiglio provò a farla ragionare<< mia…sign…>> la tigre lo interruppe con un ruggito che fece tremare le mani del povero vecchio, lo guardò malamente come per dire “non si interrompe la mia regina”

<< tu che dici Sharah? >> sussurrò la donna accarezzando la testa del possente animale << credi che la resa >> sibilò quella parola con disprezzo guardando torva l’anziano che aveva osato nominarla << sia la nostra unica possibilità di salvezza? Non possiamo vincere questa guerra altrimenti? >>

La tigre ruggì di diniego

<< sentito miei cari? >> chiese vittoriosa la regina raddrizzandosi sul trono << non c’è niente da temere >>

<< devo dissentire regina >> disse deciso un anziano << moriremo tutti >>

Sentito mia regina? Non ci sarà più nessuno a venerarti .

<< un modo ci sarebbe >> sorrise lei << sentito? >> sussurrò alla voce strisciante nella sua testa

I tuoi modi sono stupidi mia imperatrice, che idea infantile avrai adesso ?

<< convoca i miei generali, e porta con loro i dieci e tutta la corte >> i consiglieri spalancarono gli occhi e si guardarono stupefatti.

<< mia regina, non potete andare in guerra con…>>

<< ho no Deler, chi ha parlato di andare in guerra? >> sorrise alzandosi regalmente dal trono << prepareremo un banchetto >>

  
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