Jeans
Quando Maki scese dalla macchina e vide la mia “casetta”, fece un’espressione talmente tanto sconvolta che non resistetti all’impulso di mettermi a ridere.
-… ma
questo è un palazzo!!-
-Esagerata, guarda
che non è mica così
grande.-
-Stai scherzando
spero?! Qui potrebbe starci
almeno un reggimento!-
-… in
effetti mia madre era solita
organizzare delle feste qua …-
Nel frattempo Friedrich aveva scaricato i bagagli di Maki, e quando questa notò il lavoro dell’uomo, si voltò immediatamente e fece un inchino, guardandolo successivamente.
-D … Dank
…- (grazie)
Friedrich la guardò molto sorpreso, per poi sorriderle con aria grata.
-Bitte Miss.- (prego
signorina)
-Junge Meister!-
(padroncino)
Oh santo cielo, adesso arrivava il momento più imbarazzante.
Isolde si era affacciata alla porta principale, e senza darmi il tempo di, quanto meno, bloccarla, mi arrivò addosso e mi abbracciò con tutta la sua forza, facendo come al suo solito la sua scena lacrimosa di “dolce balia che accoglie il suo piccolo padroncino”.
Io fui così avvolto e stretto dalle grosse braccia della governante, e tentai a fatica a di calmarla, dandole dapprima delle leggere pacche sulla schiena per poi ricambiare il suo abbraccio. Ma niente, quando Isolde ci si metteva era iper affettuosa … e imbarazzante.
Appena la vecchia donna mi sciolse, infatti, sentii come una risata soffocata, e immediatamente mi voltai verso Maki: si era messa una mano davanti alla bocca e una sulla pancia, e solo Dio sa quanto stava ridendo, tentando in tutti i modi di soffocare il suo divertimento.
Io, nel frattempo, avrei voluto scavarmi una fossa e buttarmici dentro, Dio che imbarazzo, e proprio davanti a quella che mi aveva conosciuto come “l’ombroso uomo che a fatica esterna i suoi sentimenti”!
Tuttavia, vederla ridere in questo modo, se da una parte mi stava mettendo nel totale imbarazzo, dall’altro mi provocò un piacere che non mi sarei mai sognato di provare in tutta la mia vita: era strano, non era la soddisfazione, come di un buon allenamento, o di una partita riuscita. Non era neanche la felicità o la gioia, sentimenti che molto difficilmente fanno parte della mia persona.
Era qualcos’altro, e quel qualcos’altro mi provocò un sorriso mentre la donna si calmava, permettendomi così di rispondere a quell’atteggiamento con il mio solito modo di fare.
-Bene, hai finito?-
-Si … per
ora.-
Faceva pure la spiritosa la signorina!
-Junge
Master, der diese Dame ist?- (padroncino, chi
è questa signorina?)
Ah giusto, non avevo formato Isolde.
-Isolde, diese
ist Maki Akamine Hyuga, und jetzt leben hier bei uns.- (Isolde,
questa è Maki Akamine Hyuga, e da oggi vivrà qui con noi)
Non vi
dico com’era la faccia della mia governante quando seppe
della
novità, mentre Maki si presentava educatamente con il suo
tedesco … veramente
stentato.
-Freude,
ich bin Maki.- (piacere, io sono Maki)
La sua
pronuncia non era forte, e anche i suoi accenti erano un po’
sballati; tuttavia, quando porse la mano ad Isolde e le sorrise con
aria
amichevole, la mia vecchia governante non poté restare a
lungo scioccata,
allungando la mano e sorridendo con aria … forse un
po’ troppo entusiasta.
-Willkommen,
liebe.- (benvenuta cara)
E con
un cenno della mano la invitò ad entrare.
Maki
allora guardò me, ed io semplicemente le feci un cenno del
capo,
permettendole così di superarmi.
E
mentre la vedevo varcare la soglia della mia casa, sentii nuovamente
l’agitazione prudermi le mani, mentre Isolde mi si faceva
accanto.
-Ist
wirklich sehr schön,
junger Herr.- (è veramente molto carina,
padroncino)