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Autore: Ohra_W    13/06/2011    0 recensioni
"A volte in un momento buio si può trovare un barlume di felicità... basta solo saperla riconoscere..ed essere nel posto giusto al momento giusto!"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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“Air Berlin, Flight 8271 to Berlin, immediate boarding, gate C6”. Si avvicinava arrancando al suo gate di imbarco, trascinandosi dietro il suo bagaglio a mano come si trattasse di un carro di buoi con tutto il contadino al seguito, maledicendo quella dannata interminabile coda al bar, solo per un misero tramezzino.. schifoso, tra l’altro!
Quanti ricordi girovagando per questo aeroporto, ambienti così familiari da sentirli come “casa” molto di più di casa stessa. Sembravano passati secoli, da quei tempi in cui, più o meno spensierata, vagava per i cieli alla ricerca di qualcosa, o qualcuno, che la facesse sentire “a casa”.  Secoli in cui tutto era successo, in cui finalmente aveva attraversato il ponte ed era passata definitivamente dalla ragazza che era, allegra, stralunata, sempre con la testa tra le nuvole (in tutti i sensi!) alla donna che era diventata, con i piedi ben saldi a terra, e con tanti progetti per la sua vita che erano lontani anni luce da qualsiasi cosa avesse pensato anni prima. Progetti che erano andati in frantumi come un castello di sabbia, lasciandola sola con un vuoto da riempire, e una vita da ricostruire.
Col naso attaccato al finestrino, registrava nella sua mente uno spettacolo che aveva visto migliaia di volte prima, scorrendo una ad una le nuvole che passavano sotto di lei, cercando di immaginare una forma per ognuna di loro.. eppure quello stesso spettacolo in quel momento, dopo tutti quegli anni, le sembrò diverso da tutte le altre volte. O forse era lei a sentirsi diversa.
Aveva scelto Berlino come sua prima tappa. Perché Berlino? Non c’era un motivo preciso. Berlino rientrava in quella categoria di città che lei amava particolarmente, nonostante ci fosse stata solo un paio di volte. C’era un non so che di familiare per quelle strade, nonostante in verità le avesse percorse così poche volte e fossero completamente diverse da quelle a cui era abituata; allo stesso tempo, vi respirava un aria imperscrutabile, impenetrabile, che sapeva di storia e di mistero,  ma anche di speranza e aspettativa, forse dovuta alla presenza dei resti di quel muro che tanto aveva immaginato ripensando all’assurdità di quei tempi, ricordando quel giorno in cui, ancora bambina, guardava quelle immagini da film alla tv, dove persone di tutte le età scavalcavano frettolosamente e impavidamente quello stesso muro che di lì a poco sarebbe stato abbattuto.
L’atterraggio fu tutto fuorché “morbido”, e questo le fece temere di come potesse essere il meteo della giornata.. menomale che, come sempre, aveva con sé il suo inseparabile mini-ombrello da borsetta!!
La Unter den Linden era imponente come sempre.. con il suo vialone alberato e quei palazzoni immensi le aveva sempre dato un’impressione di maestosità che la faceva sentire come Davide davanti a Golia. Man mano che percorreva il viale ritrovava scenari che credeva dimenticati e che invece erano rimasti ben impressi nella sua mente, e quando arrivò davanti alla grandiosità del Westin Grand, riaffiorarono ricordi di tempi che sembravano lontani anni luce. Quella hall gigantesca e lo scalone regale che portava ai piani le ricordarono di quando, durante i mondiali di calcio, scese nella hall per andare a vedere la partita Italia-Usa al maxischermo della Porta di Brandeburgo, con indosso la sua magliettina della nazionale, sotto lo sguardo atterrito di tutti gli uomini d’affari e le donne ben vestite che soggiornavano nell’hotel…che ridere ripensando a quando, dopo il match, lei e le sue amiche si ritrovarono a bere birra e scherzare con i tifosi americani!
Appena entrò in camera, il lettone queen size le fece immediatamente venire voglia di farsi un pisolino, ma pensò che come primo giorno di vacanza non era esattamente questo ciò che aveva immaginato.
Perciò quel pomeriggio, dopo una lunga doccia rigenerante, decise di andare a fare una passeggiata, visto che il tempo era decisamente migliorato. Con le cuffie nelle orecchie, le mani in tasca e la sua cartella a tracolla, contenente la sua inseparabile reflex, il suo libro e un taccuino per gli appunti, si avviò.
Dopo aver preso un bel caffé, decise di fermarsi al parco Tiergarten per rilassarsi un po’ e leggere un libro. Si guardò intorno: 200 ettari di verde e tranquillità, tutto ciò che desiderava in quel momento. Si trovò un bel posticino isolato nei pressi di un laghetto in cui nuotavano placide delle piccole anatre, e si sistemò all’ombra di un albero non molto alto.
Assorta nel suo avvincente romanzo, non si rese conto che erano passate già un paio d’ore; alzò la testa soltanto quando sentì un gridolino tenero non molto distante da lei, e la scena bellissima che le si presentò davanti distolse la sua attenzione dal libro: un papà spingeva la sua piccola bambina sulla bicicletta, con lo sguardo più amorevole che si potesse desiderare di incontrare. Affondata nella nostalgia, decise che aveva letto abbastanza, e pensò di andare a mangiare qualcosa, visto che il suo stomaco iniziava a reclamare cibo.
Si alzò lentamente, e, infilando il libro nella morbida borsa a cartella che aveva comprato appositamente per questo viaggio, si diresse fiduciosa verso Potsdamer Platz. Arrivata nella piazza, si fermò a contemplarla: a guardarla bene, questa moderna esplosione di colori e architettura, nascondeva le tracce della Berlino anteguerra; la vecchia insegna della S-Bahn, vicino all’uscita della metropolitana, e le vestigia neobarocche del Grand Hotel Esplanade, rappresentavano alla perfezione la magica fusione di vecchio e nuovo che si respirava in questa città.
Dopo aver mangiato un wrap mozzarella e pomodoro e aver gustato un fantastico smoothie, si sentì decisamente meglio e fu pronta per un meraviglioso pomeriggio di shopping.
  
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