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Autore: Sparrowhawk    13/06/2011    4 recensioni
[Fliqpy/Flippy & Flacky]
E anche se avrebbe dovuto odiarlo, così come non era mai stata capace di odiare nessun altro nel corso della sua vita, Flacky proprio non riusciva a non volergli bene.
Lei sapeva chi era il vero Flippy. Sapeva che lui non era capace di fare del male ad una mosca. Sapeva che ogni volta che avevano modo di sfiorarsi, anche se per sbaglio, non erano solo le sue di guance a diventare rosse. Sapeva che le voleva talmente tanto bene da dannarsi l'anima ogni volta che succedeva qualcosa...che lui non avrebbe voluto.
Era di quella persona che si era innamorata e, perfino ora, sentiva che avrebbe potuto amare solo ed unicamente lui. Sino alla fine dei suoi giorni.
Genere: Drammatico, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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Titolo: Buon compleanno, Flippy.
Fandom: Happy Tree Friends
Personaggi: Flippy; Flacky
Rating: Arancio
Genere: Sentimentale; Fluff; Drammatico
Altro: Missing Moments; Non per stomaci delicati (ma neanche tanto)
Note: Dopo aver visto quella puntata, quella in cui appunto Flacky prepara una festa di compleanno a Flippy, non ho potuto fare a meno di uscirmene con una delle mie Fanfiction. Adoro il loro rapporto, per quanto non sia decisamente convenzionale.


Se avesse potuto, avrebbe posto una fine a ciò che stava accadendo di fronte ai suoi occhi.
Le cose che stava vedendo, per quanto vivide e reali fossero, le sembravano così dannatamente fuori posto ed orribili che quasi si aspettava di risvegliarsi da un momento all'altro, nel suo grande letto confortevole e caldo, reduce da uno degli incubi più brutti della sua vita.

Ma non sarebbe stato così. Flacky non avrebbe riaperto i suoi occhioni grandi e dolci su un nuovo mattino, rendendosi conto di quanto la sua fantasia alle volte potesse prendere strane direzioni.

Tutto quel sangue, tutta quella sofferenza, erano cose vere che lei non avrebbe ne potuto cancellare, ne dimenticare. Sopratutto dimenticare.

Boccheggiò, in cerca di aria, trascinandosi a terra con la gamba ferita e sanguinante, una scia rosso cremisi a rimanere impressa nel pavimento al suo passaggio. Attorno a lei non c'erano altro che cadaveri o, per meglio dire, ciò che rimaneva delle persone con cui aveva sempre riso e scherzato. Amici, consocenti. Avevano trovato tutti la fine in un solo, singolo giorno. Lo stesso che avrebbe dovuto essere il più gioioso di tutti gli altri.

Aveva forse sbagliato ad organizzare quella festa?

Sì, forse non avrebbe dovuto farlo. Flacky aveva sempre saputo di che cosa era capace Flippy in certi momenti. Lo sapeva ed aveva sempre cercato di farsi carico di quel problema da sola, senza tirare in ballo altre persone che non meritavano di conoscere il lato oscuro del loro comune compagno.

Però, per quella volta, aveva voluto fare un'eccezione.

Aveva pensato che fare una festa di compleanno proprio per lui non sarebbe stato poi così male. Aveva creduto che, per una volta, Fliqpy non si sarebbe fatto vedere e avrebbe permesso al suo caro, carissimo Flippy di godersi una giornata senza caos e senza dolore.

Aveva preteso troppo.

Flacky tentò di issarsi su una sedia, usando tutta la forza che aveva nelle braccia per riuscire ad alzarsi finalmente in piedi. Voleva chiamare aiuto, voleva urlare a qualcuno di fare qualcosa, di rimediare laddove lei aveva fallito miseramente. Proprio quando stava per farcela, ecco però che il suo appoggiò venne meno e, cadendo rovinosamente a terra con lei, entrambi si ritrovarono nuovamente imbrattati di sangue.

La ragazza cominciò a piangere disperata, senza più forze, le mani che si aprivano e si chiudevano convulsamente nel vuoto come a voler aggrappare qualcosa di specifico, qualcosa che forse la avrebbe aiutata.

Ciò che però quelle piccole e candide mani furono in grado di trovare non era niente di buono. Flacky si sentì sollevare di peso in un secondo, la sedia che stava sopra di lei a fare l'ennesimo tonfo contro alle piastrelle della cucina, dove era riuscita ad arrivare prima che lui la raggiungesse. Il cuore le batteva fortissimo e, mentre gli occhi dorati di Fliqpy prendevano a scrutarla con quel velato accenno di divertimento impresso nel profondo delle iridi, sentì il corpo tremare all'impazzata. La fine era dunque vicina?

Lui le sorrise, amabilmente, comportandosi quasi come se ciò che li circondava -e che era stato lui ad aver fatto- non fosse frutto di una mente malata ma semmai di un genio che aveva semplicemente dato sfogo al suo estro artistico. Le prese il volto fra le mani e, girandola con la schiena contro al suo petto robusto e muscoloso, la obbligò a guardare il suo operato.

Flacky riconobbe la testa di Nutty, poco distante da loro due, i capelli verde chiaro tutti sporchi e quell'espressione contorta di puro terrore ed annichilimento. Il suo corpo giaceva a qualche passo di distanza, separato di netto dal capo, le mani ancora stretta attorno ad un lecca lecca alla fragola. Ricordava che lui era stato uno dei primi che Fliqpy aveva colpito. La sorpresa era stata così tanta che Nutty era arrivato solo ad emettere un suono rauco prima che tutto finisse.

Dietro al divano, vicini, Flacky era sicura si trovassero i cadaveri di Giggles e Cuddles. Si stavano tenendo per mano, come sempre, i loro cuori vicini anche nella morte. Forse perfino in senso letterale del termine.

Anche Petunia ed Handy non erano molto distanti l'uno dall'altra ma, per quanto ci si stesse sforzando, la giovane non riuscì a vedere in quei corpi scomposti i suoi amici. Erano ridotti troppo male, davvero troppo. Ciò che Fliqpy era stato in grado di fare era decisamente assurdo. Se uno fosse stato un maniaco, probabilmente lo avrebbe pure ammirato.

«Ti prego...» disse, con un filo di voce, quelle calde lacrime a rigarle il volto pallido e ad annebbiarle la vista «...ti scongiuro...non voglio vedere...N-Non...»

Lui la fece ruotare ancora, volto contro volto, occhi violetti e spaventati contro occhi d'oro pieni solo di follia. Inclinò la testa da un lato, sempre ghignando, la mano che non le stava stringendo i polsi ad accarezzarle il viso.

Fliqpy non era solito parlare. Quando aveva l'opportunità di venire fuori dalla sua prigionia non aveva il tempo di mettere in fila delle parole e preferiva piuttosto spendere il suo tempo a fare ciò che gli veniva meglio, ovvero a torturare, uccidere e distruggere. Ma, questa volta, si sentiva in dovere di dire qualcosa, di aggiungere un pò di senno alle pazzie compiute sino ad allora.

Pazzie che, ora che ci pensava, avevano sempre visto come unica spettatrice quella piccola e fragile ragazzina.

«Non vuoi vedere, dici?» le domandò.

Lei annuì, piano. Pianissimo.

«E allora perché, invece di subire da sola come al solito, hai portato tutte queste pecore al macello?»

Vide l'esatto momento in cui le sue lacrime presero ad aumentare, così come notò senza difficoltà il suo sguardo perdere improvvisamente d'intensità.

Ne fu compiaciuto. Era sempre una gioia vedere i frutti del proprio operato germogliare. Alla fine, uno come lui, non si divertiva solo a squartare il prossimo. C'erano così tanti modi per ferire qualcuno.

«Mi hai fatto una gran bella festa. La migliore che io riesca a ricordare.» continuò poi, avvicinando la bocca al suo collo e baciandole avidamente la pelle poco sotto al mento «Se non fosse stato per la tua grande idea, a quest'ora mi sarei potuto svagare solo ed unicamente con te...invece ho potuto un pò variare, cosa che non capita tanto spesso di recente.»

Flacky non oppose resistenza quando lui la spinse a terra, esattamente dove stava distesa prima: era così sconvolta ed arrabbiata, così impaurita che non riusciva neanche a proferire parola fra un gemito e l'altro. Singhiozzava e basta, sentendosi in colpa ad ogni parola che usciva da quella bocca che, solo qualche ora prima, aveva baciato come se fosse stata l'ultima.

La verità era che aveva chiamato tutti quanti per un motivo. Non voleva più essere solo lei a soffrire e, se fosse stato il caso, aveva pensato che sarebbero stati capaci di fermare Flippy prima che facesse qualcosa di cattivo. Era così stanca di soffrire da sola, che era arrivata a mettere in pericolo i suoi amici per puro egoismo.

"Egoista, egoista..." si ripeté mentalmente, mentre le mani avide e frementi di Fliqpy esploravano il suo corpo senza permesso, proprio come lo stavano facendo le sue labbra.

Ogni centimetro da loro sfiorato, causava alla piccola solo più terrore e più angoscia.

Non poteva più scappare e, anche se lo avrebbe davvero voluto, non poteva neanche odiare Flippy più di quanto al momento non stesse odiando se stessa. Lo amava. Lo amava da morire, e per quanto le avesse fatto già tanto di quel male da riuscire a cancellare ogni giorno felice passato al suo fianco, Flacky non credeva che avrebbe mai smesso di dirgli ciò che sentiva.

«Perdonami Flippy.» mormorò, abbracciandolo «P-Perdomi.»

Gli occhi di Flippy tornarono per un breve lasso di tempo verdi e, abbassando lo sguardo su di lei, il giovane si morse il labbro prima di lasciare che le sue iridi tornassero di un'ambrato intenso. Lui era un soldato, viveva per combattere e per uccidere...

Però, di fronte a Flacky, anche Fliqpy si sentiva diverso.

Fu per questo che, prima di apprestarsi a compiere ciò che tanto agognava di fare, le concesse un ultimo, lungo abbraccio.

«Ti amo Flippy.»

«...anche io.» disse piano «Anche io ti...amo.»

  
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