Anime & Manga > Mikami
Ricorda la storia  |      
Autore: Ed1505    08/02/2004    6 recensioni
Durante un combattimento, Yokoshima resta ferito nel tentativo di salvare Reiko. Spaventata dall'idea che il giovane possa rimanere ucciso, la donna decide di licenziarlo. Come reagirà Tadao? Abbandonerà il mondo degli acchiappafantasmi o prosegiurà per la strada che sempre più sente fatta per lui? Attenzione: è riferita al manga e sono presenti molti personaggi non visti nell'anime, anche se hanno parti minori.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

YOKOSHIMA SE NE VA!

 

La campanella suonò la fine delle lezioni e tutti gli studenti si prepararono per tornare a casa.

“Ciao Aiko, ci vediamo domani.”

“Ciao Yokoshima. Ciao ragazzi.”

Il fantasma osservò con un sorriso Yokoshima mentre, con assieme a Pito e Tiger, usciva da scuola. Lui le piaceva molto, ma lei era solo un fantasma e non avrebbe avuto alcun senso dichiararsi.

“Ah, è assurdo che dopo tutti questi anni passati da fantasma mi faccia coinvolgere ancora così tanto dai sentimenti!”

E tornò a riposare dentro al suo banco.

Intanto Yokoshima e gli altri due stavano camminando tranquillamente, quando vennero raggiunti da Kobato.

“Ah, Yokoshima senpai.”

“Ciao Kobato. Oh, mi sono dimenticato di dirtelo. Oggi vado direttamente all’agenzia, non posso tornare a casa con te.”

“Oh, capisco. Non importa, tanto c’è Bin con me.”

“Come mai devi andare subito? Qualche lavoro importante?”
“No, è che oggi dovrebbe arrivare Shiro. La signorina Mikami dice che da sola non riesce a gestirla, così mi ha detto di raggiungerla sub…AHIO!

Yokoshima venne interrotto da qualcuno che gli si era gettato addosso, buttandolo a terra.

“Ma che diavolo…?”
Un giovane ragazza con i capelli lunghi ed una coda che spuntava dai pantaloncini, gli stava leccando il viso.

“Shiro! Che ci fai qui?! Non dovresti essere all’agenzia?”
Mentre si rialzava a fatica, asciugandosi il viso, Yokoshima scorse Reiko dentro alla sua auto.

“Era così insistente che alla fine ho dovuto accontentarla. Voleva assolutamente venire a prenderti all’uscita da scuola. Ora occupatene tu, io sono già distrutta…”

“Maestro Yokoshima, sono così felice di vederti! Mi sei mancato tanto!!”

“Sì, lo so. Anche tu mi sei mancata, Shiro, ma ora smettila di leccarmi! Ragazzi, io vado. Ci vediamo domani.”

“Sì, ciao. Buona fortuna con il cucciolo!”

“Io non sono un cucciolo!”

“Dai, Shiro, andiamo!”

“Sì, maestro!”

Così entrambi salirono in macchina assieme a Reiko e partirono verso l’agenzia. Quando arrivarono, incrociarono Okinu che rientrava assieme alle sue amiche Yumi e Ichimonji. Riconoscendola, Shiro saltò giù dalla macchina e corse a salutarla.

“Okinu, Okinu!”

“Ciao Shiro! Sei cresciuta un bel po’, dall’ultima volta che sei stata qui.”

“Anche tu hai qualcosa di diverso. Perché non voli?”
“Sono tornata in vita. Ora sono un essere umano vero e proprio.”

“Che bello, così potrai giocare con me e il maestro Yokoshima!”

Intanto il giovane, approfittando della distrazione di Okinu e Shiro, si era avvicinato a Yumi e Ichimonji.

“Ciao, ragazze. Sono tanto felice di vedere che andate d’accordo con la nostra cara Okinu. Sapete, vorrei parlare un po’ di lei. Che ne direste di uscire con m…ARGH!!!!”

Yokoshima giaceva a terra, ricoperto di sangue.

“Idiota, quante volte ti devo ripetere di non importunare le amiche di Okinu?!?!”

E le donne se ne andarono, lasciandolo solo con Shiro che gli leccava le ferite.

“Mi…spiace…Ahi.”

Quando si fu ripreso, raggiunse le altre insieme a Shiro. Quel giorno non c’era nessun lavoro in programma, così Shiro convinse Reiko e Yokoshima a giocare a carte con lei, mentre Okinu e le sue amiche studiavano. Quando ebbero terminato la terza partita, la donna esclamò:

“Me n’ero dimenticata! Abbiamo quasi finito i talismani. Yokoshima, vai a prenderli da Yakuchindo.”

“Eh? Perché io? Non può arrangiarsi?”
“Obbedisci! Io sono stanca! E poi, così, porti Shiro a spasso.”

“Sì, maestro, andiamo!”

Shiro afferrò il braccio di Tadao e si strinse a lui. Il giovane arrossì, mentre sulla fronte dell’acchiappafantasmi si gonfiò una vena.

“Yokoshima, sei senza ritegno! Ci provi addirittura con una bambina/lupo!!”

“Ma io non ho fatto niente!”

“Maestro, cosa vuol dire provarci?”
“Ehm…Lo capirai tra qualche anno, Shiro. Dai, andiamo, prima che quell’isterica ci tiri dietro qualcosa!”

“A CHI HAI DATO DELL’ISTERICA!?!”
Yokoshima scappò, con il tacco di una scarpa piantato sulla nuca. Intanto, Reiko sbolliva la rabbia.

“Dannato maniaco! Prima o poi gliele farò pagare tutte! Anche se, a dire il vero, lo picchio già molto…Ma per uno come lui, non è mai abbastanza!”

Nel frattempo, Tadao e Shiro si stavano dirigendo da Yakuchindo. Terminati gli acquisti, Shiro cominciò ad insistere per fare un’altra passeggiata.

“Dai, Maestro! Andiamo da qualche parte insieme!”

“Uhm, forse è meglio…Altrimenti la signorina Mikami ricomincia a picchiarmi senza ragione. Solo per qualche innocua sbirciatina…”

Fecero per incamminarsi, ma improvvisamente Tadao si bloccò. Shiro si voltò a guardarlo, incuriosita.

“Maestro? Che hai?”
“Non lo so. Ho avuto l’impressione che qualcuno mi chiamasse…Non sono affatto tranquillo.”

“Io non ho sentito nulla. Andiamo?”
“Aspetta, Shiro! Io…devo tornare in ufficio! Sento che c’è qualcosa che non va. Dai, vieni!”

Yokoshima scattò e prese a correre più veloce che poteva, seguito da Shiro. Percorsero la strada fino all’agenzia in un tempo da record. Quando entrarono, Primo Fantasma Artificiale li avvertì.

“Yokoshima, state attenti! C’è un emissario della famiglia demoniaca, dentro! La signorina Mikami sta combattendo con lui!”

“Okinu e le sue amiche?”
“Se ne sono andate.”

“Meglio così. Dove si trova la signorina Mikami?”

“Nel suo ufficio.”

Yokoshima si fermò. Era combattuto tra la paura e il desiderio di salvare la signorina Mikami. Poi prese una decisione.

“Shiro. Corri alla chiesa di padre Karasu e avverti Pito. Digli di chiamare anche Emy e chiunque sia disponibile. Fai presto!”

“Agli ordini!”

Osservò Shiro che si toglieva la collana con la pietra spirituale e diventava lupo, per correre più veloce.

“Bene. Ed ora tocca a me!”

Con espressione decisa si portò vicino alla porta dell’ufficio e si apprestò ad entrare. Dopo qualche istante di immobilità, però, scoppiò a piangere e ad urlare.

“No, non voglio morire! Se aspetto gli altri ho più probabilità di riuscire!!”

In quel momento, dall’ufficio uscì un urlo.

“AHHHHH!!”
“Signorina Mikami!!”

Yokoshima si lanciò nella stanza proprio quando Reiko, a terra, stava per essere colpita dal demone. Il giovane fece uscire una monju.

“BARRIERA!!”
Il potere della pallina bloccò l’attacco, salvando entrambi.

“Tutto bene, signorina Mikami?”
La donna aprì gli occhi e si stupì molto nel vedere chi l’aveva salvata. Ormai era convinta di essere spacciata.

“Sì, sto bene…”

Poi gli sorrise e, alzandosi, afferrò il bastone spirituale.

“Bravo, Yokoshima. Ultimamente non fai che salvarmi. Mi sa che è arrivato il momento di darti l’aumento!”

“Signorina Mikami…ma allora…MI AMA!!!”
Tadao fece per saltarle addosso, ma lei lo bloccò con un pugno.

“Ti sembra il momento?!?!”
I due continuarono a combattere, nell’attesa che arrivassero i rinforzi. All’improvviso, sentendo un rumore, Reiko si distrasse, dando al demone l’occasione di attaccare. Senza pensarci, Tadao si precipitò ad aiutare la donna, spostandola giusto un istante prima che fosse investita da una lunga lancia appuntita. Immediatamente dopo irruppero della stanza gli altri acchiappafantasmi che, con l’aiuto di Reiko, sconfissero definitivamente il demone. Tutti tirarono un sospiro di sollievo e Reiko andò a ringraziarli. Ad un certo punto, Shiro esclamò:

“Ma dov’è finito il maestro Yokoshima?!”
Allora intervenne Emy.

“Tsk! Quell’idiota sarà scappato spaventato!”

“No. Era qua fino a un istante fa. Mi ha salvata un attimo prima che entraste voi.”

Tutti presero a guardarsi intorno, fino a quando Pito non lo scorse vicino alla scrivania rovesciata.

“Eccolo! Che fai lì a terra, Yokoshima? Guarda che è tutto finito, puoi alzarti…Oh!”

Avvicinandosi, il mezzo vampiro si accorse che dalla spalla del giovane usciva sangue a fiotti.

“Yokoshima! Presto, venite! E’ ferito!”
Tutti si precipitarono da lui, tranne Reiko, che era incredula. Dopo aver dato un’occhiata alla ferita, padre Karasu esclamò:

“E’ piuttosto grave. Mikami, dobbiamo portarlo subito all’ospedale. Dev’essere stato colpito dalla lancia di quell’essere!”

Reiko sembrò risvegliarsi dallo stato di trance in cui si trovava, afferrò le chiavi della macchina e disse agli altri di portare fuori il ferito. Quando fu stato caricato in auto, la donna partì a tutta velocità.

“Idiota! Si può sapere che ti è saltato in mente? Eppure sai bene che non sei in grado di difenderti!”

“Scusi tanto…se ho avuto paura di perdere un’amica…Argh!”

Reiko continuò a fissare davanti a sé. Era rossa in volto ed i suoi occhi erano pieni di lacrime. A bassa voce mormorò:

“…Stupido…”

Dopo circa due ore Tadao fu dimesso. Gli avevano curato la ferita alla spalla ed altre sul resto del corpo. Portava il braccio appeso al collo ed aveva anche una fasciatura alla testa.

“Ah, che stanchezza! Odio gli ospedali!”
Reiko non aveva più pronunciato una sola parola, dopo la discussione avuta in macchina all’andata. Tadao era un po’ preoccupato. Salirono in auto e si diressero verso l’agenzia.

“Scusi, signorina Mikami. Mi potrebbe accompagnare direttamente a casa mia? Sono piuttosto stanco.”

Per qualche istante lei non rispose. Poi, gettandogli un’occhiata, disse:

“No, non è il caso. Starai all’agenzia fino a che non sarai guarito. Hai bisogno d’aiuto, con quella ferita. E Okino sarà ben felice di occuparsi di te.”

Il volto di Tadao passò da serio ad allupato. Allungò il braccio sano e le labbra verso la donna, esclamando:

“Allora vuole accudirmi amorevolmente con le sue dolci manine!!”

Poi attese l’istante della botta. Un pugno? Uno schiaffo? Il bastone spirituale? Ma nulla arrivò. Nessun colpo. Reiko rimase impassibile, con sguardo triste.

“Per favore, Yokoshima. Lasciami stare, almeno per oggi.”

Lui la fissò, serio. Poi prese a guardare la strada, chiedendosi cosa fosse accaduto alla donna.

Per i successivi tre giorni, Tadao rimase all’agenzia, accudito da Okinu. La ragazza era davvero preoccupatissima per lui e non gli faceva mancare niente. Anche Shiro voleva essere utile, ma combinava un sacco di guai. Reiko, invece, se ne stava chiusa in camera tutto il giorno. A volte usciva, ma evitava accuratamente ogni contatto col giovane. Yokoshima, dal canto suo, si annoiava molto. Avrebbe preferito starsene nel suo appartamento, anche perché non era dell’umore giusto per stare in compagnia. Era molto preoccupato per il comportamento di Reiko. Temeva che avesse intenzione di licenziarlo, a causa della sua incapacità. Non era tanto il fatto di trovarsi senza lavoro, a spaventarlo, quanto l’idea di allontanarsi da quel mondo, da quel tipo di vita. Lì c’erano tutti i suoi amici. Un lavoro che, in fondo, lo appassionava. E c’era lei. Non voleva separarsene. Teneva molto alla sua datrice di lavoro. Ricordava che, una volta, Saijo gli aveva chiesto se fosse innamorato di lei. Lui non aveva saputo rispondere. Non ci aveva mai pensato seriamente. Semplicemente, gli piaceva. Aveva un corpo mozzafiato, e questo gli bastava. O meglio, così era stato in principio. Ma con il passare del tempo aveva scoperto altri lati della sua personalità, che lo affascinavano anche più delle sue curve. In fondo era una persona molto dolce. Ormai le voleva davvero molto bene. Per questo, in molte occasioni, l’aveva aiutata, dimenticandosi persino del pericolo. Un fifone come lui! Insomma, il fatto che Mikami fosse diventata estremamente importante per lui era certo. Ma da lì ad amarla…Non ci capiva molto.

Un giorno, il quinto dopo l’aggressione del demone, Yokoshima e Okinu erano soli in casa. Reiko era uscita, mentre Shiro era tornata al suo villaggio, seppur controvoglia. Pioveva e Tadao non ne poteva più di stare chiuso in casa. Si alzò e prese a passeggiare su e giù per la stanza. In quel momento entrò Okinu, con in mano un vassoio.

“Guarda che ho portato, Yokoshima! Due belle fette di torta! Ti va di mangiarle assieme?”
“Oh. Sì, certo. Grazie, Okinu, sei davvero gentile.”

Mentre mangiava la sua fetta, il ragazzo si accorse che Okinu continuava a fissarlo, sorridente.

“Che ti succede, Okinu?”
“Nulla. Pensavo solo che è bello essere tornata in vita. Se fossi ancora un fantasma non potrei accudirti.”

Forse furono le parole di Okinu, sempre così dolce e gentile. Forse fu l’atmosfera che si era venuta a creare. O forse fu la consapevolezza dei profondi sentimenti che l’ex fantasma provava per lui. Ma in quel momento Yokoshima pensò che era stato uno stupido a stare dietro a Mikami per tutto quel tempo, ignorando quella stupenda ragazza. Istintivamente, mentre continuava a fissarla, allungò il braccio sano ed afferrò il polso di Okinu. Lei, dopo qualche attimo di stupore, venne rapita dal suo sguardo, così penetrante e così diverso dal solito. Il giovane attirò la ragazza a sé e, chiudendo gli occhi, la baciò. Rimasero uniti per qualche istante. Quando si separarono, Yokoshima aprì gli occhi e vide che non erano soli. Appoggiata sulla porta, Reiko li fissava a bocca aperta. Sicuramente, entrando, li aveva visti baciarsi.

“Signorina Mikami, io…”

“Scusatemi. Volevo solo vedere come stavi. Non era mia intenzione interrompervi. Yokoshima, più tardi vieni nel mio ufficio. Ti devo parlare.”

E se ne andò, senza neanche guardarlo in faccia. Okinu non capiva, mentre Tadao si sentiva uno sciocco. Aveva baciato Okinu solo perché era a portata di mano. In realtà, in quel momento, lui aveva desiderato Reiko. Era un verme…Solo un verme. Chiese a Okinu di lasciarlo solo e si distese a fissare il soffitto. Dopo un po’, recò dove gli era stato ordinato. Bussò alla porta dell’ufficio ed entrò. Reiko era seduta alla scrivania. Teneva la testa bassa, senza guardarlo. Lui le si sedette di fronte ed attese.

“Yokoshima…è inutile fare tanti giri di parole. E’ meno difficile venire subito al punto. Non puoi più lavorare per me. Sei licenziato.”

Lui rimase zitto a fissarla. In fondo già sapeva che sarebbe arrivato quel momento. Lei interpretò il silenzio come un invito a proseguire.

“Ovviamente, ti darò la liquidazione che ti spetta, più un bonus per il mancato preavviso. Con ciò che ti darò dovresti riuscire a sopravvivere fino a quando non troverai un nuovo lavoro. Ed anche oltre.”

Ancora silenzio. Reiko si decise ad alzare la testa ed a guardarlo. Lui continuava a fissarla. Poi, semplicemente, disse:

“Perché?”
Reiko lo guardò sorpresa per un istante. Poi sospirò, prendendo tempo. Non era facile trovare le parole. Una battuta, un urlo, non sarebbero serviti. Il loro era un discorso serio, come non ne avevano mai fatti. Ed esigeva delle serie motivazioni.

“Ascolta. So già che non ti farà piacere saperlo. Ma vedi…dopo il tuo ‘incidente’…ho capito che non si poteva continuare così. Tu sei ancora molto giovane, ma con questo lavoro rischi la vita. E non sei nemmeno molto portato. Vedi, io…ho telefonato ai tuoi genitori.”

Reiko aveva mentito, su un punto. Non era assolutamente vero che Tadao non era portato per quel lavoro, l’aveva dimostrato in una miriade di occasioni. Tuttavia, il giovane non badò a quella menzogna. Era un’altra cosa a sconvolgerlo.

“Lei ha fatto cosa?!”
“Ho telefonato a tuo padre e a tua madre. Mi sono consultata con loro. In un certo senso, mi sento un po’ come un tutore, per te, visto che sei solo, qui in Giappone. Ad ogni modo, insieme abbiamo stabilito che la cosa migliore da fare sia farti uscire per sempre dal mondo degli acchiappafantasmi.”

Yokoshima esplose in una risata isterica, alzandosi in piedi.

“Eh eh, lei non può decidere queste cose, signorina Mikami…Lei è la mia datrice di lavoro, non ha il diritto di intromettersi nella mia vita privata! Non ne ha il diritto, capisce? Non ne ha lo stramaledettissimo diritto, merda!!!”

A questo punto anche lei si alzò in piedi, rossa in volto. Sapeva benissimo che Yokoshima aveva ragione, ma non voleva arrendersi all’evidenza.

“L’ho fatto solo per il tuo bene, Tadao, possibile che tu non lo capisca!?!”
“E NON MI TRATTI COME UN BAMBINO!!! Ora mi chiama addirittura per nome?! Come se fossi un dannato bambino idiota che non capisce un cazzo di ciò che gli viene detto!? Beh, ora le dico io una cosa, REIKO. Se lo può anche risparmiare di licenziarmi. Me ne vado io, da solo! Ma l’avverto…Io non lascerò questo mondo…questo tipo di vita…Troverò un’altra agenzia di acchiappafantasmi. Anche se lei crede che io sia un incapace, ed ha un bel coraggio a dirlo, visto quante volte le ho salvato la vita, in realtà mi piace questo lavoro e lo svolgo anche discretamente bene! Ma a quanto pare, qui, l’unica a non essersene ancora resa conto è lei! Addio, e grazie di tutto. E quella sua liquidazione del cavolo…se la tenga pure. Forse potrebbe servirle per comprarsi un cuore!”

“Aspetta, stupido! Non dire sciocchezze, non sei abbastanza forte! Se continuerai con questo lavoro morirai! Sei solo un liceale, chi ti credi di essere?!”
“No, signorina, chi si crede di essere LEI!? Parla come se fosse un’adulta che sgrida un bambino, ma deve rendersi conto che ha solo 5 anni più di me! Io la credevo mia amica, mi fidavo di lei, e invece lei mi considera solo un peso!! E pensare che io sono stato tanto stupido da innamorarmi di una donna fredda e insensibile come lei!!”
Detto questo corse fuori e se ne andò, senza voltarsi indietro una sola volta. Lei, dopo qualche istante di smarrimento, cercò di corrergli dietro, ma fu fermata dalla sua coscienza.

“No, è meglio che se ne vada. Non deve più correre pericoli per causa mia. Però…non avrei mai creduto che mi amasse. Mai e poi mai.”

Poi se ne andò in camera sua.

“Sono stata una sciocca. In fondo, ha ragione lui. Chi sono io per decidere della sua vita? Mi sono sempre atteggiata a donna adulta e vissuta, ma in realtà sono solo una ragazza di 22 anni. E, come tutte le mie coetanee, desidero vivere una vita comune, uscire con gli amici, piangere, ridere…e innamorarmi…Innamorarmi?! Di Yokoshima?! No, impossibile! Però…comunque è un mio caro amico. Non voglio che gli accada nulla. Spero solo che non corra più di questi pericoli…Ahhh…Chissà se tornerà…Lo spero.”

 

Da quel giorno, passarono dei mesi prima che Reiko potesse avere notizie di Tadao. Dopo essersi informata, aveva scoperto che aveva abbandonato la scuola e cambiato casa, senza lasciare recapiti a nessuno. Sembrava aver troncato ogni rapporto con i suoi amici acchiappafantasmi. Da un certo lato, Rieko ne era felice. Ma dall’altro, lui le mancava moltissimo. Non sapere che fine avesse fatto la preoccupava ancora di più del saperlo in pericolo.

Un giorno, tre mesi dopo la scomparsa di Yokoshima, le venne fatta un’offerta di lavoro. Trattandosi di un caso piuttosto difficile, il suo cliente aveva richiesto la collaborazione di un’altra agenzia, sempre assunta da lui.

Come al solito, Reiko e Okinu si presentarono all’appuntamento provviste di tutto il necessario. Quando il cliente introdusse il collaboratore, rimasero entrambe molto stupite.

“Yukinojo!?”

“Salve. Mi fa piacere vedervi entrambe in forma.”

“Ma guarda, e così sei tu l’altro acchiappafantasmi. Però mi pareva di aver capito che foste in due.”

“Infatti, l’altro sta per arrivare. Sarà qui a momenti, prima aveva un altro lavoro da svolgere.”

“Credevo che tu lavorassi da solo…”

“Prima era così. Non ho un carattere facile, io, quindi era difficile trovare qualcuno con cui riuscire ad andare d’accordo. Ma qualche mese fa ho trovato la persona giusta con cui mettermi in affari. E’ un socio ideale. Oh, eccolo qui.”

Il rombo di una moto annunciò l’arrivo di qualcuno. Dalla soglia entrò un uomo, intento a togliersi il casco.

“Scusa il ritardo, Yukinojo. Non credevo di impiegarci tanto, per quel lavoro.”

Poi si accorse della presenza delle altre due e, vedendo di chi si trattava, fece cadere il casco. Anche Reiko e Okinu erano a bocca aperta. L’ex fantasma scoppiò in lacrime e corse ad abbracciarlo.

“Yokoshima! Stai bene! Che gioia, rivederti!”

Il giovane fece un sorriso tirato, poi spostò l’attenzione sulla meno giovane.

“Signorina Reiko Mikami…E’ un onore poter lavorare al fianco di una grande professionista come lei…”

Yukinojo, che conosceva tutta la storia, osservava sorridendo. Gli aveva tenuta nascosta di proposito l’identità dei loro collaboratori. Altrimenti non avrebbe mai accettato di lavorare con loro. Reiko, dal canto suo, era stupefatta. Yokoshima aveva subito un gran cambiamento, in quei tre mesi. Era diventato più alto, si era tagliato i capelli e aveva preso la patente per la moto. Anche la sua espressione sembrava più matura. Mentre lo fissava, lui ricambiò lo sguardo e per qualche istante i loro occhi si fissarono gli uni negli altri. La donna arrossì violentemente, per poi riscuotersi.

“Bene, visto che ci conosciamo già non dovremo perdere tempo con le presentazioni. Direi di procedere subito con il lavoro.”

“Molto bene. Tadao, ti ho già spiegato di cosa si tratta. Sai quello che devi fare.”

“Certo. Però – aggiunse sottovoce – potevi anche dirmi di chi si trattava.”

“Se te l’avessi detto non saresti venuto. Bene. Vista la situazione, direi che è meglio dividerci. Tadao, tu e Mikami andrete al primo piano. Io e Okinu al secondo.”

Yokoshima afferrò il socio per il colletto della camicia e, con rabbia, gli sussurrò:

“Smettila con questo gioco, Yukinojo! Si tratta di lavoro, non di un picnic!”
“Idiota, prova a pensarci. Io combatto corpo a corpo, ho bisogno di qualcuno che mi aiuti dall’esterno. E Okinu è l’unica che può farlo. Anche perché le tue monju, in questo caso, non saranno troppo efficaci. Tu e Mikami, invece, avete combattuto assieme a lungo. E’ una scelta obbligata, la mia.”
Yokoshima lo lasciò andare e prese il suo zaino. Poi si avvicinò a Reiko.

“Avanti, andiamo! Prima finiamo e meglio sarà per tutti.”

“Non accetto ordini da un pivellino come te, sia chiaro!”
Il giovane si voltò verso Reiko con sguardo arrabbiato.

“Mi stia bene a sentire, ora. Si ricordi che io non sono più il suo assistente. E nemmeno un apprendista. Ho ottenuto la firma di un professionista. Ora sono un acchiappafantasmi a tutti gli effetti. Un suo pari. Non le permetterò mai più di trattarmi con quel tono di superiorità. E ora, per favore, possiamo andare?”
La donna non rispose. Era troppo stupita per farlo. Chi era il ragazzo che le stava davanti? Anzi, più che di un ragazzo si trattava di un vero e proprio uomo. In soli tre mesi aveva come annullato tutte le differenze tra loro. Cominciò a seguirlo in silenzio.

Il lavoro consisteva nell’eliminare una serie di spiriti che aveva invaso un palazzo. Si trattava di spiriti di alto livello, ed il lavoro era piuttosto duro. Quando si ritrovò davanti ad uno spirito armato di spada, Tadao, con sommo stupore di Reiko, estrasse il bastone spirituale e lo sconfisse in pochi istanti.

“Ora sai usare anche gli strumenti magici?”
“Gliel’ho già detto, Mikami. Ora sono un vero acchiappafantasmi.”

Improvvisamente, dal soffitto, spuntò uno spirito che cercò di attaccare Reiko, ma Yokoshima lo bloccò, sigillandolo in una busta. Tuttavia, nello scontro, la camicia del giovane si strappò, all’altezza della spalla. Reiko corse subito a controllare che non si fosse fatto nulla e nel verificare scorse la cicatrice della ferita di 3 mesi prima. Tadao notò che si era soffermata a fissarla.

“Per quanto si cerchi di dimenticare, i segni delle ferite rimangono. Non si può cancellare l’esistenza di una persona, se sul corpo rimangono ferite che la ricordano.”

Poi si alzò e s’incamminò.

Dopo circa un paio d’ore il lavoro era finito. I quattro erano molto stanchi e con qualche ferita leggera. Dopo aver parlato con il cliente, si apprestarono a congedarsi, ma Okinu fermò i due giovani.

“Che ne direste di venire a cena da noi, domani sera?”
I due la fissarono. Poi Tadao spostò lo sguardo su Reiko.

“Perché no? In fondo è un pezzo che non parliamo un po’. Se volete venire…io non ho nulla in contrario.”

“D’accordo, ci saremo…”
“Io no.”

Tutti si voltarono verso Yokoshima.

“Domani ho già un impegno.”
“Allora facciamo dopodomani…” – provò Okinu.

“Mi spiace, ma sono impegnato anche quella sera. E quella dopo e quella dopo ancora. Sono impegnato tutte le sere.”

Gli occhi di Okinu si riempirono di lacrime e Reiko perse la pazienza.

“Senti un po’, Yokoshima…Adesso mi hai proprio rotto! Finché fai il bastardo con me, ok. Ma si può sapere che cosa ti ha fatto Okinu?! Dopo che te ne sei andato, non ha fatto che piangere per giorni! Ed ora tu arrivi e la tratti in questo modo! Sarai anche diventato un miglior acchiappafantasmi, ma come persona sei di gran lunga peggiorato! Il Yokoshima che conoscevo non l’avrebbe mai trattata così!”

“Il Yokoshima che conosceva lei non esiste più! E’ morto 3 mesi fa, nel tentativo di salvarle la vita! E non si preoccupi troppo, perché questo Yokoshima che le dà tanto sui nervi, non lo rivedrà più! Addio!”

Si infilò il casco e montò in sella. Poi partì, lasciando i tre a guardargli le spalle. Yukinojo assunse un’espressione grave.

“Mi spiace. Forse non avrei dovuto costringerlo ad incontrarvi. Però, in questi tre mesi, l’ho visto stare malissimo. Autoconvincersi che non voleva avere più nulla a che fare con voi. Tutte le notti, nel primo periodo, urlava nel sonno il tuo nome, Mikami. Un giorno mi ha confidato che sognava sempre di non riuscire a proteggerti. Ultimamente l’avevo visto più sereno e avevo pensato che fosse il momento di chiarirvi. Ma mi sono sbagliato, evidentemente. La ferita, dentro di lui, è ancora troppo fresca. Beh, vi saluto. Ah, questo è il nostro indirizzo. Quando avrai capito cosa vuoi da lui e ti sentirai pronta, vieni a parlargli. Farai un gran favore ad entrambi. Ciao.”
E se ne andò anche lui.

Intanto Yokoshima aveva corso fino alla spiaggia, poi aveva deciso di fare una passeggiata in riva al mare. Continuava a pensare a Reiko ed a ciò che si erano detti. Era dimagrita. E aveva perso parte della vitalità che l’aveva sempre distinta. Tadao si fermò e prese a guardare il mare. Poi, dopo qualche istante, assunse un’espressione decisa, ed affermò:

“Basta. Lei non esiste più, per me. Reiko Mikami oggi è morta, per Tadao Yokoshima.”

Poi corse via, lasciando cadere qualche lacrima sulla sabbia.

 

E così passarono altri 5 mesi. Yukinojo era rimasto deluso. Era certo che prima o poi Reiko si sarebbe fatta viva. E invece non si era più vista né sentita. Tadao sembrava aver riacquistato la serenità. Usciva sempre con ragazze diverse, senza decidersi a trovarsene una fissa.

Un giorno, a casa loro, arrivò un invito per un grande evento. La Federazione Acchiappafantasmi Giapponesi organizzava un party per presentare i migliori acchiappafantasmi di tutto il mondo. Inoltre sarebbero stati scelti alcuni rappresentanti giapponesi per andare a lavorare all’estero. Yukinojo lesse l’invito e quella sera ne parlò al suo socio.

“No grazie. Se ci tieni, vacci tu.”
“Tadao, non fare il testardo. E’ un’occasione importante. Se non vieni rischi di farti una cattiva fama.”
“Ma non puoi dire che devo sbrigare un lavoro importante? O magari che sto male.”
“Senti, Tadao. Io so bene perché tu non vuoi venire. Al 99% ci sarà anche lei. E’ vero. Ma non puoi fuggire per sempre. Inoltre, pensaci un attimo. Ci saranno i migliori acchiappafantasmi di tutto il Giappone, ed alcuni del mondo intero. Finalmente siamo stati considerati alla loro stregua. E’ la nostra grande occasione per farci conoscere. Senza contare che sarà difficile incontrarla, con tutta quella gente.”

“…E’ un occasione…così importante?”
“Unica, Tadao. Non ci capiterà mai più.”

“…Uff! Ci toccherà comprare dei vestiti adatti. O, per lo meno, affittarli, no?”
Yukinojo sorrise. In quegli 8 mesi passati a vivere e lavorare insieme, lui e Tadao erano diventati ottimi amici. Ormai erano come fratelli. Il fatto era che Tadao aveva interrotto ogni rapporto con i suoi genitori ed era rimasto solo, proprio come lui. Per quel motivo i due si erano trovati subito.

“Lascia fare a me, amico.”
“E va bene.”
La sera dell’evento, i due si prepararono a partire. Entrambi indossavano uno smoking che stava loro molto bene. Salirono in macchina e dopo circa mezz’ora arrivarono alla villa dove si sarebbe tenuto il party. Mostrato il loro invito, furono fatti entrare in un’immensa sala piena di gente. Tutti i più famosi acchiappafantasmi del paese erano riuniti là e per i due era un grande onore essere considerati degni di partecipare. Yukinojo era molto teso e continuava a balbettare. Allora Yokoshima gli posò una mano sulla spalla, per tranquillizzarlo.

“Dai, calmati. Sei rigido come un blocco di cemento!”
“Ma ci pensi? Noi due assieme ai più importanti acchiappafantasmi del Giappone!”

“Ehi, ma tu non sei Yukinojo?”
I due si voltarono in direzione della voce e scorsero un giovane di bell’aspetto, dai capelli biondi.

“Ah, sei Pito! E’ molto che non ci si vede!”

“Già. Mi fa piacere vederti qui.”
Poi il mezzo vampiro si soffermò a fissare l’altro giovane. Dopo qualche istante, parve riconoscerlo.

“Ma…Ma sei Yokoshima!! Sei tu, non è vero?!”
“Sì, sono io. E così ci sei anche tu…”
“Ma voi due ora lavorate insieme, vero?”
“Sì. Sono diventato un professionista.”
“Ma tu come sapevi che io e Tadao lavoriamo insieme?”
Yokoshima ebbe un sussulto. Probabilmente glielo aveva raccontato lei.

“Me l’ha detto Okinu. Sai, usciamo insieme, ora.”
Tadao si riprese e lo fissò con gli occhi sbarrati.

“Dici sul serio?!”

“Sì. Il fatto è che lei sentiva molto la tua mancanza. Io ho cominciato a starle vicino, e così…”

“Capisco. Ne sono felice, sono certo che tu possa renderla felice. E lei si merita questo ed altro.”
“Ti ringrazio. A dire il vero, non è stato facile. Vedi, la signorina Emy non riusciva ad accettarlo…”
“Immagino…Scommetto che sei qui con Padre Karasu. Salutamelo.”
“Certo. Beh, ci vediamo dopo, casomai. Ciao.”
E così se ne andò, lasciando i due nuovamente soli. Notando che Tadao se ne stava in silenzio, Yukinojo gli chiese:

“Che ti prende? Hai paura di incontrarla, visto che abbiamo trovato Pito?”
“No. Non mi interessa. Tanto se la dovessi incontrare farei finta di niente. Pensavo solo che sono molto felice per Okinu.”

“Uhm. Dai, ora basta pensare. Siamo ad un party, cerchiamo di divertirci.”

“Giusto. Allora io vado in cerca di qualche bella fanciulla con cui ballare.”
“Non ti smentisci proprio mai, eh? A dopo.”
“Sì, a dopo.”
Così si separarono. Per le successive due ore Tadao non fece che ballare con donne sempre diverse. Così elegantemente vestito aveva ancora più successo di quanto non ne avesse normalmente. Ad un certo punto, stanco, decise di prendere una boccata d’aria e si recò sulla terrazza. Si mollò il cravattino e prese alcuni profondi respiri. Poi, appoggiandosi alla balaustra, prese a fischiettare.

“E’ una bella serata, vero?”
Yokoshima sobbalzò. Era la voce di una donna.
“Già. Una serata come questa fa passare la voglia di chiudersi in una stanza affollata…”
“E allora per quale motivo sei venuto?”
A quelle parole, il ragazzo si voltò ed il suo cuore mancò un battito. La donna era Reiko. Guardandola, rimase senza fiato. Era fasciata da un vestito verde che le lasciava scoperte le spalle e teneva i capelli presi da un fermaglio dello stesso colore del vestito. Un lieve velo di trucco le copriva il volto. Tadao deglutì a fatica. Aveva visto moltissime belle donne quella sera, ma Reiko era di gran lunga la più affascinante. Con uno sforzo immane, si impose di non pensarci e si voltò nuovamente.

“Potrei chiederle la stessa cosa. Se ricordo bene, lei ha sempre odiato questo genere di cose.”

“E’ vero, ma è un’occasione molto importante per farmi conoscere anche all’estero. Però tu non hai risposto. Che ci fai, qui?”
“La stessa cosa che fa lei. Finalmente io e Yukinojo veniamo considerati dei professionisti a tutti gli effetti. Sarebbe stato stupido sprecare un’occasione come questa.”
“Proprio perché tu hai sempre fatto cose stupide, mi aspettavo non venissi.”
Yokoshima la fissò con occhi di ghiaccio.

“Non sono qui per litigare. A dire il vero speravo di non incontrarla, in mezzo a tutta questa gente…Evidentemente sono piuttosto sfortunato. Ah, e dire che ero venuto qui fuori per stare un po’ tranquillo! E’ la mia serata no, a quanto pare.”
Detto questo fece per incamminarsi, ma Reiko lo bloccò con un’affermazione che lo fece ribollire di rabbia.

“Vedo che continui a fuggire davanti a tutto. E’ già la terza volta che scappi pur di non affrontarmi.”

Tadao si voltò a guardarla in faccia. E si innervosì ancora di più vedendo che aveva un sorrisetto di sfida dipinto sul volto.

“Io non sto fuggendo. E’ solo che trovo inutile parlare con una donna che non vede nulla al di là del suo naso.”

Il sorriso ironico scomparve dal volto di Reiko.

“Che vuoi dire?”
“Voglio dire che lei non ha mai capito nulla di me. Si è sempre ritenuta superiore, senza rendersi conto delle mie potenzialità. Né dei miei sentimenti…”
“Mi pare che, in entrambi i casi, la colpa non sia stata completamente mia, no? Quando lavoravi per me scappavi appena ti rendevi conto che il nemico era forte. Tiravi fuori le tue vere capacità solo in casi di estremo pericolo. Non potevo fare affidamento su di te.”

“Sarebbe stato sufficiente darmi un po’ di fiducia ed incoraggiarmi. Non appena questo è stato fatto, io sono diventato un bravo acchiappafantasmi.”
“Avrei rischiato troppo, facendo affidamento su un’incognita. C’erano in gioco le nostre vite. Comunque, facciamo pure finta che, per quanto riguarda le tue potenzialità, sia stata colpa mia. Ma per quanto riguarda i tuoi sentimenti, è stata solo ed esclusivamente colpa tua!!”

“Ma se io non facevo che ripeterle quali erano i miei sentimenti per lei?! Fin dall’inizio!”
“Ti sbagli di grosso! Tu mi sei sempre saltato addosso, ma è ciò che facevi con tutte le ragazze! Non ti sei mai comportato in modo diverso, con me! Ho scoperto cosa provavi veramente solo quando me l’hai detto chiaramente! E subito dopo sei fuggito, non dando più nessuna notizia di te! La responsabilità è solo tua, se fossi stato chiaro fin dall’inizio avresti scoperto che anch’io provavo qualcosa per te!! Oh…!!”
Entrambi rimasero senza parole per qualche istante. Poi Reiko, rossa come un peperone, se ne andò, dicendo:
“Ma tanto, cosa vuoi che capisco uno scemo come te! Torna a ballare con le tue amichette, e sparisci dalla mia vista! Stupido!”
Yokoshima rimase fuori a ripensare a ciò che aveva appena sentito, fino a che non fu richiamato dentro per ascoltare il discorso del presidente della federazione. Quando il lungo discorso e la presentazione dei rappresentanti stranieri furono terminati, gli ospiti poterono riprendere le danze. Mentre stava a guardare gli altri che ballavano, Tadao venne raggiunto da una persona che fece peggiorare ulteriormente il suo umore.

“Ciao, Yokoshima. Sono sorpreso di vedere anche te qui.”
“Ciao, Saijo. Come mai?”
“Beh, sapevo che eri diventato un professionista, ma credevo che a questa serata fossero stati invitati solo i migliori. Evidentemente, mi sbagliavo.”
“Vedi di sparire. Non sono dell’umore giusto per sorbirmi le tue insinuazioni.”

“Reiko mi ha raccontato che lavori in società con un altro sbarbatello come te. C’è da stupirsi che siate ancora vivi!”

“E va bene. Se non te ne vai tu, me ne vado io.”
“Ormai, l’hai persa per sempre. Non che tu abbia mai avuto concrete possibilità di farla tua…Comunque Reiko è mia, Yokoshima. Lo è sempre stato e sempre lo sarà.”

Tadao, che si stava allontanando, fece dietro front e afferrò Saijo per il colletto.

“Stammi a sentire, bastardo! Uno, non ti azzardare mai più ad offendere il mio socio! Due, Reiko non è di nessuno. Lei non è un oggetto che può appartenere a qualcuno. E’ una persona. Una donna. Libera ed indipendente. Nessuno può tarparle le ali, e tantomeno un bellimbusto come te!!”

Poi lo lasciò e, allontanandosi, si accorse che Reiko aveva assistito a tutta la scena. Fece appena in tempo ad udire il rumore del pugno che Mikami aveva tirato a Saijo, prima di sparire tra la folla. Raggiunse Yukinojo, che stava chiacchierando con qualche collega.

“Ehi, Yuki…Io vado.”
Yukinojo interruppe la conversazione e lo fermò.

“Aspetta! Perché?”
“Tanto gli eventi principali sono finiti, no? Ho bisogno di andarmene a casa a riflettere.”
“D’accordo, vengo con te.”
“No, tu resta pure, io posso arrangiarmi.”
“Ne sei sicuro?”
“Sì, prenderò un taxi. Ciao, buon proseguimento.”

“Ciao. Ehi, domani però mi dici cos’è successo!”

“Certo.”

Uscito dalla villa, Tadao si guardò un po’ intorno, poi s’incamminò. Casa sua era troppo distante per arrivarci a piedi, ma non voleva tornare subito. Aveva prima bisogno di schiarirsi le idee. Dopo circa dieci minuti di cammino, udì il suono di un clacson. Istintivamente si voltò e due fari lo abbagliarono. Non riusciva a vedere la macchina, ma udì una voce che riconobbe all’istante.

“Mi sembra un po’ lunghetta, a piedi, fino a casa tua! Sali su, ti do un passaggio.”
Dopo un istante d’indecisione, il giovane accettò, e salì in macchina, al fianco della sua ex datrice di lavoro.

Per i primi minuti, i due viaggiarono in perfetto silenzio. D’altronde, in quel momento, le parole avrebbero rischiato di farli litigare. Ad un certo punto, però, Tadao ruppe il silenzio.

“Come mai è venuta via anche lei?”
“L’hai detto anche tu. Io odio quel genere di cose. Mi ero semplicemente stufata.”
“Perché mi sta dando un passaggio? Pensavo fosse arrabbiata con me.”
“Diciamo che sono rimasta piuttosto colpita da ciò che hai detto a Saijo. Non me lo sarei mai aspettata, da te. Un tempo eri tu quello che ripeteva che ero tua.”
“Ho capito che il mio atteggiamento nei suo confronti era sbagliato. Tutto qua.”

Detto questo, tra i due ripiombò il silenzio. Dopo un po’, però, Tadao riprese a parlare.

“La verità, signorina Mikami, è che nemmeno io mi ero mai reso conto di cosa provavo realmente per lei. Credevo di comportarmi in quel modo solo perché è una bella donna. Mi comportavo nello stesso modo in cui mi comportavo con tutte le altre perché credevo che lei FOSSE come tutte le altre. Ma poi, durante quell’ultimo combattimento al suo fianco…quando mi sono ferito…ho compreso che non volevo perderla per nessuna ragione al mondo. Che era troppo importante, per me. Ho capito che io l’amavo davvero.”
“…Se è così…posso sapere perché allora hai baciato Okinu?”
“Per uno stupido istinto. In quel momento desideravo avere lei al mio fianco ed ho agito come un animale. Me ne sono sempre pentito…Anche perché so di aver fatto soffrire Okinu, in quel modo.”
“Almeno te ne sei reso conto, è già qualcosa.”

Improvvisamente, Tadao si rese conto che Reiko aveva preso la direzione sbagliata.

“Ehi, ma casa mia non è da questa parte.”
“Lo so. Stiamo andando all’agenzia.”
“All’agenzia?”
“Sì. Mi sembra che finalmente riusciamo a parlare civilmente. Non voglio sprecare quest’occasione più unica che rara. Beh, sempre che per te non sia un problema, ovviamente.”
“No, no. Va bene.”
Arrivati, scesero dalla macchina. Yokoshima guardò l’edificio e provò un po’ di nostalgia. Poi notò che tutte le luci erano spente.

“Okinu è già a dormire?”
“No, è via. E’ andata a dormire da Ichimonji.”

“Capisco. E’ bello che ora riesca a comportarsi come una ragazza normale. Ho saputo che esce con Pito.”
“Sì. Mi sono sorpresa molto anch’io. Ne sono stata felice, anche perché così ho accumulato una nuova vittoria su Emy! Eh eh…E comunque…il fatto è che Okinu, ormai, aveva capito…che tu amavi un’altra…”
“…”
Salirono e Reiko offrì da bere a Tadao. Quando entrambi si furono rilassati, ripresero a parlare.

“Ecco, Yokoshima, mi sento in dovere di dirti una cosa. Non è un caso che stasera Okinu non ci sia. Sono stata io a chiederle di andare da Ichimonji. Perché oggi volevo…invitare Saijo…”
Per il giovane fu come ricevere una mazzata sulla testa. E si rese conto di quanto ancora amasse quella donna. Anzi, in tutti quei mesi, sforzandosi di dimenticarla, non aveva fatto che accrescere il suo amore per lei.

“Ah. E così, state insieme…”
“Stavamo. Dopo ciò che ho sentito questa sera, ho capito com’è fatto veramente. E l’ho lasciato.”
Tadao non rispose. Si sentiva male, voleva scappare. Se non se ne fosse andato al più presto, le sarebbe saltato addosso. Si alzò e, un po’ traballante, raggiunse la porta.

“B- beh, ora è meglio se me ne vado. Domani devo lavorare…”
“Mi ero messa con lui per costringermi a dimenticare te!”

Yokoshima si bloccò sulla porta. Poi si voltò lentamente verso di lei. Reiko aveva chinato il capo, cosa insolita per lei, che non si faceva mettere sotto da nessuno. Tadao si accorse comunque che era rossa come un peperone.

“A- anche stasera…Mi ero accorta subito di te, nell’istante in cui sei arrivato. Ti ho osservato per tutto il tempo e ti ho visto ballare con tutte quelle donne…Questo ha provocato in me una grande rabbia. Per questo, poi, ti ho aggredito. Il fatto è che, per quanto mi sforzi, non riesco assolutamente a dimenticarti…”
Dopo qualche istante di silenzio, Tadao le si avvicinò e la costrinse a guardarlo in volto.

“Tra tutte le donne che ho visto questa sera, la più bella era indiscutibilmente lei. Me ne sono reso conto nell’istante in cui l’ho vista, su quella terrazza. Ed ho capito che, nonostante tutto, non potrò mai dimenticarmi di lei. Ci ho provato in tutti i modi per 8 mesi. Eppure, mi guardi…Sono ancora qui. Davanti a lei. Che lotto con tutte le mie forze contro il desiderio di baciarla e stringerla a me.”

Dagli occhi della donna, sgorgarono due grosse lacrime. Poi lei appoggiò il volto sulla spalla di lui e si aggrappò alla sua camicia. Allora Tadao la circondò con le braccia e la strinse più forte che poteva.

“Hai mantenuto la promessa che Takashima aveva fatto a Mephisto…Grazie!”

“Era una promessa molto importante anche per me…”
“Ti amo, Yokoshima…Ti amo!”

“Anch’io, signorina Mikami. L’amo anch’io.”
Reiko si lasciò sfuggire una risata.

“Ma dai, scemo! Ti pare il caso di continuare a darmi del lei?!”
“Beh, dopotutto, rimane sempre un’anziana signora, no?”
Un forte pugno scaraventò il giovane dall’altra parte della stanza.

“Eh eh! Forse è proprio questo che più mi è mancato di te, lo sai?”
“Basta, ho cambiato idea. Non permetterti più tali confidenze. Devi darmi del lei!”

Reiko si voltò, mettendo il broncio. Lui si alzò e l’abbracciò da dietro, sussurrandole all’orecchio:

“Ti amo da impazzire, Reiko Mikami…”
Lei sorrise e, voltandosi, gli circondò il collo con le braccia.

“Ti amo anch’io, Tadao. Sperò che questa volta non ti offenderai!”
“No. Assolutamente no.”
E si baciarono. Quando si separarono, lei gli chiese:

“Ti va di tornare a lavorare qui? Ovviamente, non più come assistente.”

“No, mi spiace. Mi trovo bene con Yuki. E poi, sarà  più divertente così, no?”
“Forse hai ragione tu. Senti…Mi sa che ho bevuto un po’ troppo per poterti accompagnare a casa…”
La fissò, arrossendo. Il tono con cui lei aveva pronunciato quella frase era volutamente provocante.

“Beh, non avrebbe senso sprecare i soldi per il taxi…E poi, ci sono così tante stanze, qui!”

“Però Okinu è terribilmente gelosa della sua camera! E le altre non sono pronte…”
Si fissarono, sorridendo. Poi Reiko afferrò la mano di lui ed insieme uscirono dalla stanza, spegnendo la luce. Prima di chiudersi alle spalle la porta della camera di Reiko, entrambi dissero:

“Buonanotte, Primo fantasma artificiale!”

Dopo pochi istanti, in tutto l’edificio echeggiò una risata.

“AH AH AH!! Messaggio ricevuto! Buonanotte a voi!”

 

FINE

  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Mikami / Vai alla pagina dell'autore: Ed1505