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Autore: _Benny_    13/06/2011    1 recensioni
Riku e Xion, diversi, eppure così simili. Non sono puri, non sono eroi, e proprio per questo hanno la forza di fare quello che nessun altro riuscirebbe a fare.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Riku, Xion
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: KH 358/2 Days
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Piccolo momento di follia che mi è venuto in mente oggi. Riku e Xion sono due personaggi bellissimi. Sembrano diversi ma secondo me sono molto simili: agiscono sullo sfondo, ma quello che fanno è importantissimo. Comunque, spero che piaccia^^ Sono graditissimi i commenti, critiche comprese^^
Ah, ovviamente, i personaggi non mi appartengono, non scrivo a scopo di lucro, Riku, Xion e Kingdom Hearts appartengono alla Square Enix, buona lettura^^
 
 
 
 
Non era mai stato un tipo particolarmente aperto e comprensivo, lo sapeva bene. Non era quel genere di persona da cui si va quando si ha semplicemente voglia di essere consolati, sperando in un sorriso, una pacca sulla spalla e un “andrà tutto bene, vedrai”. No, lui non era il tipo, per quello c’era già Sora, e non aveva mai visto nessuno bravo a consolare come lo era Sora. Era una tra le tante cose che gli aveva sempre invidiato, ma che allo stesso tempo considerava una caratteristica importante, unica e fondamentale, del suo migliore amico, qualcosa che lo rendeva insostituibile.
Riku non era solito pensare cose del genere, eppure in quel momento non poté fare a meno di chiedersi come si sarebbe comportato Sora al suo posto, se si fosse trovato davanti a qualcuno di speciale e pericoloso come l’esile ragazza che teneva in braccio in quel momento, avvolta nel pesante cappotto nero che la faceva sembrare ancora più minuta.
Non avrebbe dovuto salvarla, lo sapeva, ma c’era qualcosa nel suo viso che lo aveva scosso.
Le somigliava così tanto, differiva da lei solo per il colore dei capelli: corvini, ben diversi da quelli cremisi incisi nella sua memoria. Ma quello che più di ogni altra cosa lo aveva colpito, quello che aveva fatto scattare qualcosa dentro di lui e che lo aveva spinto a salvarla erano stati gli occhi, quegli stessi occhi che in quel momento stavano cominciando lentamente ad aprirsi.
Si mosse leggermente e, quando si fu ripresa quasi del tutto, voltò la testa verso di lui e piantò il suo sguardo confuso dritto nel suo.
Blu cobalto, talmente intenso da sembrare vivo, lo stesso colore degli occhi di Sora, quel colore che aveva temuto di non vedere più e che, ancora adesso, lo tormentava. Perché di fronte a quello sguardo così sincero e spensierato si era sempre sentito inadeguato, come se fosse sotto esame. Certe volte aveva un’intensità tale che non riusciva nemmeno a fissarlo, come se lo abbagliasse. E adesso che se lo ritrovava di nuovo davanti, anche se apparteneva a qualcuno che non avrebbe nemmeno dovuto esistere, si sentiva allo stesso modo.
 
- Tu chi sei?- chiese debolmente la ragazza.
- Riku, l’amico di Sora- lapidario e conciso come sempre. Si alzò e le tese una mano che lei afferrò, tirandosi su.
Al sentire quel nome, la ragazza sobbalzò, un effetto che il nome di Sora faceva a molte persone.
- Se vieni con me da Sora potrai sistemare tutto- le aveva detto. Lei aveva abbassato la testa, combattuta.
- Non posso venire con te. I miei amici… hanno bisogno di me e io ho bisogno di loro-
Buffo, anche in questo gli somigliava. Devozione totale verso gli amici. Eppure poteva sentire che quella che aveva davanti non era una semplice marionetta, che non era solo perché era una copia imperfetta di Sora che Xion provava quei sentimenti. Li provava perché aveva un’identità propria, una coscienza e un cervello autonomi e reali. L’unica cosa che aveva e che non le apparteneva erano i ricordi, e lui avrebbe dovuto prenderli in quel preciso istante, approfittando del fatto che era ancora debole e confusa.
Ma non ci riusciva, quello sguardo azzurro continuava a tenerlo sotto esame.
Lui non era tipo da dare consigli, non lo era mai stato, ma lentamente le si avvicinò e le posò una mano sulla spalla.
- Xion, io credo che dovresti rifletterci con calma e capire chi ha veramente bisogno di te. La decisione che devi prendere non deve essere giusta solo per te, ma anche per i tuoi amici e per tutti gli altri-
Xion alzò lo sguardo, ancora un po’ confusa, eppure più fiduciosa.
- Grazie Riku…-
Non sapeva perché, ma dopo averla aiutata si era sentito più leggero: l’aver visto quegli occhi più sereni, anche solo per un attimo, gli aveva riportato alla memoria quelli di lui.
Le avrebbe dato tempo per capire, per tornare dai suoi amici, per parlargli e ridere insieme un’ultima volta. Le avrebbe dato l’occasione di battersi per loro, perché se lo meritava, glielo doveva, perché pensava che tutti a questo mondo dovrebbero avere l’occasione di combattere per difendere i propri amici. E si rese conto che lo aveva sempre saputo, fin da quel lontano giorno in cui qualcuno, che faticava a mettere a fuoco tra la foschia di ricordi della sua infanzia, gli aveva chiesto: “Per cosa la vorresti questa forza?”
E lui, guardando Sora che correva spensierato verso il pontile, aveva risposto: “Per proteggere le cose che contano, come i miei amici”
 
Non era mai stato un tipo particolarmente aperto e comprensivo, non era puro come Sora, non lo sarebbe stato mai. Per tanto tempo aveva desiderato vivere ed essere come lui, ma ora aveva capito. Se fosse stato diverso, se fosse stato più puro, non sarebbe riuscito a sopportare tutto questo, non avrebbe avuto la forza di fare quello che doveva fare. Se fosse stato come Sora, in quel momento avrebbe dovuto essere anche lui rinchiuso in una capsula a dormire, e invece era lì, con davanti ancora troppe cose da affrontare.
Guardò Xion da lontano, se Diz avesse saputo che l’aveva lasciata andare di proposito non avrebbe approvato. La sua mente di studioso non concepiva gesti così spontanei e illogici, non avrebbe capito nemmeno la decisione di Xion di non arrendersi, non ancora almeno. Ai suoi occhi lei era solo un fantoccio e avrebbe fatto meglio a consegnarsi subito, piuttosto che combattere una battaglia inutile. Lo aveva pensato anche di lui, Riku lo sapeva. Una volta gli aveva chiesto se avesse scelto la via del crepuscolo, del declino. Non aveva capito che lui aveva visto l’altra faccia della medaglia: la rinascita, la redenzione. Lui avrebbe percorso la via dell’alba e, guardando ancora Xion, capì che lo avrebbe fatto anche lei.
  
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