Prevedere
l'Imprevedibile per Proteggersi Contro Ogni Colpo
“Prendendo
coscienza del vostro Terzo Occhio, sede della visione
astrale,
schiverete
l’incertezza del vivere, ma soprattutto
imparerete
a riconoscere l’aura dell’anima gemella!”
Hermione
richiuse il libro con un moto di disappunto, e rimase a squadrarlo con bocca
arricciata e sopracciglia inarcate allo spasmo.
«
Perché ho come l’impressione che Divinazione sarà un’enorme perdita di tempo? »
esternò quel presentimento ad alta voce, facendo mugugnare Lavanda Brown nel
sonno.
«
Sei una strega che pensa per formule logiche inflessibili. Non puoi apprezzare
una materia occulta e sottile come Divinazione » intervenne Calì Patil, mentre
incantava origami di animali sparsi sul letto per il compito di
Trasfigurazione.
«
Definirla materia è impreciso, »
ribatté Hermione, cogliendo la Pluffa al volo per rincarare la dose di
scetticismo, « visto che non si basa su una dottrina certa. Non ha quasi
fondamenta, a ragion veduta. Ma se l’oggetto di questa pratica non è la teoria dell’interpretazione
del futuro, qual è lo scopo ultimo? Prevedere l’imprevedibile tramite
visioni confuse che dicono tutto e niente? »
«
Usi i paroloni di una trentenne, » si lamentò l’indiana, « e faccio fatica a
seguirti. I veggenti Babbani sono dei ciarlatani, comunque. Qui nel mondo
magico, godono di molto prestigio: loro Vedono sul serio. E poi la Divinazione
insegna anche a riconoscere le aure delle persone. E le aure non sbagliano mai.
Mia madre mi fa esercitare da ben sei anni; quando finalmente incontrerò il mio
uccisore di Draghi, lo riconoscerò senza esitazioni, mi ripete in continuazione.
Il tuo sai già come sarà fatto? »
«
Il mio uccisore di Draghi, Calì? Perché mai dovrebbe interessarmi l’assassino di
una Creatura Magica in pericolo di estinzione? »
«
Scusami, tendo a scordarmi sempre che sei nata da Babbani » l’altra si picchettò
la fronte con la bacchetta. « Come lo chiami l’uomo perfetto, l’anima gemella?
»
«
Ah, Principe Azzurro, sì » Hermione provò a concentrarsi, « non ho grandi
pretese, in realtà. Penso debba essere gentile e rispettoso coi più deboli.
»
«
Quanto sei scontata e falsa buonista! Ascolta il mio prototipo, invece: occhi
chiari, due spalle larghe quanto una Firebolt, alto almeno due palmi più di me e
un po’ bastardo. Per bastardo intendo il ragazzo ribelle, col mantello in pelle;
riesci a immaginarlo nella tua mente? Devo solo capire se lo preferisco con un
conto alla Gringott illimitato o capitano di una squadra prestigiosa di
Quidditch. »
A
occhi chiusi, Calì Patil incrociò le braccia al petto e si dondolò dolcemente,
immaginando di abbracciare un uomo così – che probabilmente non avrebbe mai
incontrato; questo però Hermione evitò di commentarlo, per non passare da solita
guastafeste.
«
Tu, per scrupolo, » riprese Calì, « osserva l’aura di tutti. Più è abbagliante,
più è il tuo Principe Blu, tienilo a
mente. » Con un grande sbadiglio,
ricadde spossata sul letto, stropicciando gli animali di
carta.
Hermione
non aggiunse altro quella sera. Sempre con malcelata diffidenza, ripose il libro
“Prevedere l'Imprevedibile per Proteggersi Contro Ogni Colpo” nel doppiofondo
del baule.
Il
suo atteggiamento paziente, che agiva da filtro in situazioni a prova di nervi,
negli anni aveva perso la resistenza necessaria. Hermione lo sapeva bene, perché
era solo mezzogiorno e aveva già ingoiato due Maledizioni senza
perdono.
«
Miseriaccia, Hermione, fammi mangiare in pace questa Cioccorana!
»
«
Sei diabetico, Ronald. Se ti senti male, giuro su Merlino che prendo Rose e me
ne vado. La pozione te la prepari da solo, hai capito? Stanotte non mi rialzo
per portarti al San Mungo. »
Ron
posò scocciato quello che rimaneva della Cioccorana – pressoché una zampa – e
pulì le mani sporche di cacao sulla tovaglia. « Sei una megera porta-sfiga.
»
«
Sì, come ti pare. Ora smetti di ingolfarti come un morto di fame, anche se è
tutta la mattina che spizzichi leccornie ipercaloriche. Le ho comprate per la festa di Rose. Ora
cosa diamo da mangiare ai nostri nipoti? »
«
Ma da quando li hai portati da tuo padre non mangiano più dolci! Tranquilla che
non ne sentiranno la mancanza. »
Hermione
sbuffò, tornando a rimestare la crema della torta, definitivamente esausta. Ron tossì forte, e lei
si girò di scatto. « Ah-ah! Ti sta bene! Strozzati. »
Lo
vide guardarla male da sopra il bicchiere. Quando Ron trangugiò tutto il Succo
di Zucca, sbatté con forza il vetro sul tavolo. Hermione portò lo sguardo sul
vetro imbrattato di impronte di cioccolato e poi ritornò a fissare suo marito
negli occhi, con aria furibonda.
«
Aidan Lynch, » esclamò tra i denti Ron, sventolando la prima pagina della
Gazzetta del Profeta, « ripeto, Aidan Lynch, Hermione! Il Cercatore capitano
della nazionale irlandese di Quidditch, che vinse il mondiale quindici anni fa
circa. »
«
Ah sì, ricordo » affermò lei ironicamente, senza
interesse.
«
C’è scritto che si sposa! Si sposa con Calì, Calì Patil! Quella Calì Patil, che
dal Ballo del Ceppo mi ha evitato in tutti i modi. »
Hermione
represse un urletto e cadde seduta sulla prima sedia vicino, tra lo sconcerto e
una tristezza inspiegabile. Con le dita si strofinò le tempie, mentre lampi di
una vecchia confidenza riaffioravano sbiaditi. Calì Patil aveva trovato il suo
Cacciatore di Draghi, alla fine. Al tempo l’aveva presa per una povera illusa,
eppure al contrario di ogni aspettativa, la sua perseveranza l’aveva
premiata.
Ron
la fissava un po’ confuso, confondendo il suo abbattimento per un malessere
improvviso: « Vedi che a forza di augurarmi ogni disgrazia, poi ti sei sentita
male tu? »
Scartò
con sorriso compiaciuto un’ennesima Cioccorana. Hermione si rifiutò di
rispondergli, guardandolo insudiciarsi di cacao le guance e parlare col
boccone pieno.
Senza
ascoltare bene quello che suo marito blaterava, provò a liberare il Terzo
Occhio. Non lo fece per sbirciare in un futuro con ogni probabilità senza Ron, morto
prematuramente di diabete – a prevedere l'imprevedibile per proteggersi contro
ogni colpo non serviva la Divinazione, dunque! –, ma per osservargli la
lucentezza dell’aura.
Ovviamente
non funzionò. Il suo Terzo Occhio si era arrugginito per il disuso o
probabilmente non l’aveva mai avuto dalla nascita, perché attorno a Ron non si
era accesa neanche la più flebile delle luci.
Sospirò
con una scrollata di spalle, mentre dietro di lei la porta di servizio si
apriva.
«
Ecco lo zio Harry! Dov’è la mia nipotina preferita che compie gli anni?
»
Hermione
si voltò a salutarlo, senza far caso alla sensazione di caldo che le si spandeva
nel petto, come granuli di polline al vento.
«
Oh, Merlino! » urlò poi, portandosi le mani agli occhi che piangevano, feriti da
un bagliore violento e improvviso. « Che è successo? Non vedo più niente, perché
non vedo più niente? Sono diventata cieca? Sono diventata cieca!
»
Un
calderone di baci bollenti a tutti gli
amanti
dell’Aurors in love
(H/Her) su EFP! XD
P.s.: Hermione, dopo i primi tre minuti di buio,
torna a vedere, tranquilli! LOL
Crack, fanon o canon? Slash, Het, Threesome? GOD SAVE THE SHIP! I ♥ Shipping è un'idea del « Collection of Starlight », said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »