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Autore: Kastel    13/06/2011    1 recensioni
Quel posto era sempre più sporco, notò Clive.
Quel vecchio locale, un tempo splendido luogo di culto per chi adorava il jazz, era lasciato alla mercé della polvere e del tempo. Sembrava che fossero passati centinaia di anni da quando qualcuno si era esibito lì, quando, nella realtà, era stato chiuso solo da pochi anni.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa è... una ficcina che non so se possiamo definarla AU o meno.
Io penso sempre che Layton è ambientato nella Londra del 1920, quindi nel periodo di maggior svilluppo del jazz in Europa.
Mah, in realtà io amo il jazz a prescendire.
http://youtu.be/ZvrdlQ38zuI
Questa è la canzone che ho usato come colonna sonora e, del resto, titolo della fic.

Quel posto era sempre più sporco, notò Clive.
Quel vecchio locale, un tempo splendido luogo di culto per chi adorava il jazz, era lasciato alla mercé della polvere e del tempo. Sembrava che fossero passati centinaia di anni da quando qualcuno si era esibito lì, quando, nella realtà, era stato chiuso solo da pochi anni.
Ma se a nessuno interessa un qualcosa viene automaticamente donato al nulla.
Clive si sedette in quella che considerava la sua poltrona. Tanto, nessuno avrebbe reclamato.
Hai intenzione di farmi ascoltare qualcosa di bello oggi o no?”
Guardò un punto preciso della sala, dove un uomo mascherato si nascondeva dietro un giradischi.
Sei venuto qui per questo o per parlare?”
Clive rise a voce alta, scuotendo la testa.
Perché no? C'è tempo per tutto, del resto.”
Nel locale partirono le note di un contrabbasso, mentre una voce indefinibile (uomo o donna? Clive non lo capiva mai) seduceva il jazz con voce bassa.
Chiuse gli occhi, Clive, godendosi la musica.
E il bacio che Descole gli donò a fior di labbra.
Non ci mise molto, Clive, a ribaltare la situazione, portando il maggiore sotto di lui, sorridendo.
Bella scelta, sai? Adoro questa canzone.”
Il resto della frase la sussurrò alle labbra di Descole, prima di posarsi ancora su di lui.
Perché noi siamo troppo freddi, per poter essere rappresentati da essa.”

   
 
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