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Autore: slice    14/06/2011    3 recensioni
Non lo so. Vorrei davvero fare una presentazione decente, ma la verità è che non lo so nemmeno io cosa mi è preso.
Questa è una shot, probabilmente non sense, che tratta un crack crackoso a morte e ucciderà tutte le vostre sinapsi.
Scherzi, parliamo di scherzi. Adoro gli scherzi! I miei sarebbero più fantasiosi che dispendiosi d'energie, ma qui si parla di Kiba e come si fa a farlo stare fermo?
È giallo, è giallo, il rating! Perché dico sempre un sacco di parolacce, ecco. u__u'
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kiba Inuzuka, Suigetsu
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Questa Cosa, con la c maiuscola, è stata ideata in una serata di completa follia tra gente che mi tira addosso crack pairing a caso e altra gente che mi sventola titoli geniali sotto al naso. Sto parlando precisamente di quelle due che ridono, lì *indica skype*, ovvero Scarlett e wari. ù__ù Quindi prendetevela con loro.









Kiba è contento per Naruto e Sakura.
Questo va specificato perché, in realtà, il fatto che sia tornato Sasuke lo lascia abbastanza indifferente. Non ha niente di precisamente ostile contro l'ex nukenin, a ben vedere; è un animale da compagnia lui, ninja se necessario, scodinzola e rompe i coglioni a tutti ed è troppo spensierato per portare rancore.
Forse un tempo ha conosciuto Sasuke, quando erano bambini, ma la verità è che quello vero gliel'ha spiegato Naruto. Ne ha sempre parlato con quel sorriso amaro, a mostrare il mal di stomaco che aveva, e con quegli occhi bassi persi in qualcosa di lontano, non tanto nel passato quanto nella possibilità di realizzare le sue promesse. Perché Kiba ha capito che è Sakura quella che viveva nel passato, Naruto ha sempre sperato nel futuro.
Adesso comunque stanno bene. Non ci sono più nemmeno quegli sguardi cupi di chi pensa che la situazione sarà lunga, la strada tortuosa e l'Uchiha un gran pianta grane anche da depresso. C'è solo quieta pace, che non è nemmeno normalità perché quella non c'è mai stata in quel team.
Lui è contento di riflesso, gli piacciono i lieto fine e l'empatia che lo contraddistingue gli permette di vivere serenamente anche quelle pseudo litigate che fanno quelli lì, quello biondo che sbraita e quello moro che lo guarda male, perché non sanno di problemi insormontabili, quei bisticci, ma di routine. Poi c'è anche da dire che in definitiva li frequenta ben poco per poter apprendere appieno tutto quello che succede, ma se Naruto dorme dall'Uchiha ormai lo sa anche Konohamaru - Konohamaru! - che non è per stare a litigare fino a tardi.
Quando lo ha intorno, Sasuke è un odore lieve che però rimane addosso a lungo, uno di quegli odori che se non ti piacciono li detesti. Kiba non lo ha particolarmente in simpatia, però il genio non è mai da solo e quindi gli altri odori mitigano il suo. Non è neanche fastidioso, in fin dei conti. Quello che ha un odore completamente nuovo e strano, al punto che deve ancora capire se gli piace o meno, è Suigetsu; perché Sasuke si è tirato dietro la pozzanghera e la strega, che non è un libro di fantasia ma sono appellativi usciti dalle bocche di più individui.



Ai cani piace fare il bagno?
di slice



Ma cos'hai in testa, strega?”
“Ti basti sapere che non è acqua, pozzanghera!”
Sono rumorosi e fastidiosi come i fuochi d'artificio, che lo inebetiscono sempre. C'è qualcosa di ironico nel modo in cui sono stati così maldestramente assortiti, senza contare che Sasuke sembra lì per fare presenza, come uno di quei padroni che stanno a guardare i propri cagnetti idrofobi, che abbaiano per ore, senza dire niente.
Kiba sa anche che c'era un terzo elemento che però non si sa dove sia finito. Naruto dice, scuotendo il capo, che Sasuke è molto dispiaciuto e s'incupisce quando se ne parla, ma se anche avesse potuto notare la differenza di incupimento del genio, Kiba non crede che spolverare soprammobili borbottando insulti sia sintomo di addoloramento. E neppure ora, a vederlo seduto sulla riva del fiume che si nega a Karin con nonchalance, sembra afflittissimo, ecco.
“Karin, levati dai piedi.”
Certo, poi è vero anche che non sono affari suoi e diciamo che è principalmente per questo che gli viene piuttosto facile alzare le spalle e far finta di niente. Anzi, continuare con quello che stava facendo.
Shikamaru ronfa ancora quando si volta a controllare. Quindi lui entra nei cespugli, scansa pruni e bacche, e sbuca con la testa, in simultanea con quella di Akamaru, nella radura dove dorme il genio. Quello vero, Shikamaru!
Sorride, snudando i canini, perfido, mentre Akamaru si lecca il naso, partecipe, e poi torna con lo sguardo fisso sulla preda.
Io vado a ore tre, tu a ore nove, ci vediamo sul chuunin!, si son detti.
Quindi si dividono, circondano la radura con passi felpati e facce ebeti - anche il cane, sì - ma quando Kiba è a ore dieci Shikamaru borbotta nel sonno.
Tutti fermi! Kiba spalanca gli occhi e si volta a guardare la preda, Akamaru si blocca con una zampa a metà, il chuunin si volta verso di lui e il cane ingoia a vuoto. Dopo quest'attimo di suspence e goccioline di sudore che rotolano giù, fortunatamente, torna la quiete e ripartono con il piano.
Arrivati in posizione non resta che saltare e, quando il ginocchio di Kiba entra in contatto con l'anca di Shikamaru, le zampe di Akamaru collidono con il suo sterno.
“Che male...” rantola il genio, “Perché, eh? Perché? Che ho fatto di male?” piagnucola, rotolando sul prato accanto a Kiba che ride sguaiatamente.
“Ehy! Che vi prende?”
Akamaru abbaia, che vuol dire
'non portarci la strega altrimenti vi sbrano', e Kiba si ricompone, appoggiandosi sui gomiti per guardare il nuovo venuto.
“Mi distruggono le ossa...” biascica Shikamaru che tenta di addormentarsi di nuovo, ora bocconi.
Suigetsu sta lì in piedi, inclina la testa di lato e sorride, mostrando la dentatura appuntita.
“È un gioco?” chiede, avvicinandosi.
“Sì, cerchi quello meno manesco, trovi il suo punto debole e continui a battere su quello,” ghigna Kiba, mettendosi a sedere a gambe incrociate, mentre Shikamaru sbuffa e il bue bianco scodinzola con la lingua penzoloni.
Suigetsu sembra pensarci su per un momento, poi dal nulla scoppia a ridere. Una risata forte, trascinante, strizza gli occhi e si tiene la pancia, lasciandosi cadere seduto.
Kiba sorride a sua volta catturato dalla sua spontaneità, dalla freschezza e la confidenza che mostra senza remore; poi, quando l'ospite si è calmato, chiede spiegazioni.
“Oh, niente,” risponde quello, asciugandosi un occhio, “pensavo a Sas'ke...” e finisce per sghignazzare di nuovo, sbilanciandosi all'indietro per cadere scomposto sull'erba.
Non c'è nessun motivo per fare una cosa così idiota, ma Kiba adora le sfide, adora il lavoro di squadra, adora trovare nuovi modi per rompere le balle, e allora si porta sopra la faccia dell'ex nukenin, con quel ghigno ferino che manda in crisi Hinata, e...
“E se realizzassimo le tue fantasie?”
Suigetsu spalanca gli occhi e smette di ridere, si tira a sedere di scatto, costringendo Kiba a ritrarsi. Poi lo guarda, soppesando le sue parole, e alla fine sogghigna contento.
“E sarai tu a fermare la sua katana, pasticcino?” mormora, avvicinandoglisi al viso.
Kiba si acciglia, con quel dentino fuori che indica che è perso in elucubrazioni particolarmente intense, ed è indeciso se offendersi per la scarsa fiducia o per l'appellativo. Poi opta per la terapia d'urto, anzi, per l'urto, e si scaglia addosso a Suigetsu, riportandolo sdraiato. Arpiona la sua maglia e lo strattona.
“Io farei meno lo spiritoso se fossi una pozzanghera nella Nazione del Fuoco,”
Suigetsu ride per l'ennesima volta, butta la testa indietro, strizza gli occhi e lo fa traballare sopra di sé. Akamaru gli lecca la guancia in quel momento e Kiba si distrae il tempo di un bacio. Non chiude neanche gli occhi, occupato a cercare di capire come possa essere arrivato fin lì; poi, come se non le avesse avute davanti fino a quel momento, osserva le pupille viola dell'altro e le scopre belle, serene.
“Hai finito di fare il buffone?” dice, quando si separano, e aggrotta la fronte perché di solito quella frase viene rivolta a lui, “Cos'è che avevi in mente, per l'Uchiha?” continua, senza dare peso al borbottio di Shikamaru che gli intima di tubare altrove.

Il bersaglio va seguito, va studiato. Suigetsu è forte di un anno d'osservazione, perché quel nukenin così potente, più piccolo di lui, lo ha sempre incuriosito. Conosce il suo stile di combattimento, conosce le sue preferenze in battaglia e conosce bene le sue debolezze. Per sopravvivenza, dice in un ghigno, quando Kiba gli chiede informazioni sulla preda. Il punto è che non sa niente di quel Sasuke che sta a Konoha con Naruto e Sakura, perciò sono punto e a capo.
La parte della ricerca è quella noiosa, Kiba lo sa bene perché si ritrova a sbuffare con la spiga nell'orecchio e all'altro capo del filo d'erba c'è quel ghigno appuntito. Decide perciò, in fretta e furia, di rischiare e di andare a chiedere al diretto interessato. Cioè, quasi.
“Beh, Sas'ke odia praticamente tutto e tutti, ma non credo che odi voi due... non in particolare, ecco,” dice Naruto, aggrottando la fronte, “odia di più l'acqua, eh!” celia, divertito al pensiero.
“Ah!” s'illumina Suigetsu, “dici che odia più bagnarsi che parlare con noi?”
“Oh beh, odia bagnarsi, e anche se odia parlare con la gente... voi non siete la gente, no?” sorride il jinchuuriki, arrampicandosi sugli specchi.
“Beh grazie Naruto, ci hai tolto un grande dubbio!” dice Kiba, scodinzolando mentre il genin li saluta.
“Sei una serpe...” bisbiglia Suigetsu appena il coso arancione è abbastanza lontano.
Kiba gli molla una gomitata e poi si volta per tornare a casa.
“Non mangi qualcosa con me?” gli urla Suigetsu prima che sia troppo lontano.
A pensarci bene sarebbe stato meglio dire di no, considerato l'inizio di quella strana ed improvvisata amicizia, ma sul momento cenare con un nuovo amico non sembrava così deleterio. Kiba si accorge dell'errore nello stesso momento in cui si rende conto che il suo bicchierino da sakè non è mai vuoto.
“Senti un po', mi stai facendo bere?” chiede, buttando giù il contenuto in un sorso.
“Può essere, e se anche fosse?”
Vero. E se anche fosse? Beh no, non è che sia proprio così normale, lui se lo ricorda bene che è stato baciato da un ragazzo e, anche se è solo uno stupido Inuzuka, è sicuro di non essere d'accordo con quella linea di condotta.
La sicurezza svanisce più o meno un paio d'ore dopo. Quando la lingua di Suigetsu gli entra nell'orecchio vede bianco per un momento e si volta verso di lui, per sfuggire a quel contatto, e invece eccoti un altro bacio. Non è mica male stare lì, dietro casa sua, con le chiavi in tasca e l'eccitazione che sale. Però poi succede che sua sorella lo sente ansimare e accende le luci, quindi gli tocca sgattaiolare in camera portandosi appresso ex nukenin acquerellosi.

Il primo tentativo fallisce per colpa di Karin.
Suigetsu non perde occasione per calpestare quella sua vociaccia squillante con la propria e canzonarla per la sua incoerente gelosia. Insomma, quella prima irrita Sasuke e poi dopo lo vuole abbracciare, è chiaro che non funzioni così e lui si sente in dovere di correggerla. Lo fa gridando insieme a lei però, spintonandosi e colpendosi a vicenda sono riusciti a far cadere Kiba nell'acqua al posto del genio, infatti. Lui invece ha preso la palla al balzo per l'improvvisa distrazione della strega e si è defilato. Kiba se lo immagina correre via a gambe levate, per un momento, prima di far cadere in acqua anche Suigetsu, che sta cercando di tirarlo fuori.
“Ai cani piace fare il bagno?” sputacchia Suigetsu cercando di stare a galla, giacché ora è solido per permettere all'altro di strusciarcisi sopra.
“Scherzi? Si scelgono pure compagnie umidicce, non lo sapevi?” ride Kiba, sul suo collo.
Forse è tutta quell'acqua, forse è la pelle nuda che sfiora quella dell'altro nell'acqua fresca o forse sono altri sei miliardi di particolari di cui non frega un cazzo a nessuno, fatto sta che Suigetsu bacia bene e non ha problemi di ruoli, anche se in realtà è un anno più grande, e allora la serata finisce lì e quando escono hanno una fame da bue bianco; il quale non si rivolge più a Kiba per tutto il giorno successivo.

Il secondo tentativo non è colpa di nessuno, diciamolo. Si tratta di istinto. Gioco forza.
Il giorno successivo è infatti un giorno cruciale in questa fantastica maratona di cazzate, e Kiba se ne rende conto perché questa volta il piano è quasi riuscito.
Tutto quel tempo libero non gli fa bene e lo dice anche Sasuke, lo borbotta, per la precisione. Per andare dall'ospedale al parco corre come un matto, poi nel parco passeggia e poi riprende a correre dopo, fino alla periferia dove sente di essere nel suo territorio. Kiba lo capisce bene tutto questo territorialismo, ma di sicuro quel passeggiare esattamente nel parco torna molto più comodo.
Lui e Suigetsu stanno lì con il secchio d'acqua in mano e sono pronti per schizzare l'ex nukenin quando sull'altro lato della siepe si affacciano un codino e uno sbadiglio. Kiba si volta verso Suigetsu.
“Che c'è?” chiede quello, che evidentemente non ha capito come funziona il gioco.
“Mi dispiace,” gli dice infatti Kiba prima di rovesciare l'acqua addosso a Shikamaru.
“Ma che cazz...? Kiba! Santo me! Adesso secondo il tuo cervello mangiato dalle pulci io posso andare dal Rokudaime così?”
Ma non è una domanda rivolta a lui perché il chuunin la dice tornando indietro, verso casa, sbuffando come un geyser.
Kiba si spalma addosso a Suigetsu, ridendo, il cui braccio si liquefa per l'urto e finiscono in terra umidi e allegri.
Il cespuglio ride e guaisce e Sasuke ci passa accanto con un certo sdegno, suggerendo al jinchuuriki di disboscare quella zona al più presto, come se lui fosse il capo della protezione civile di Konoha, tra l'altro.

Il terzo tentativo è quello buono. Perché tre è il numero perfetto, altrimenti non si spiega che stanno in team di tre a fare, i ninja.
Sasuke sta bevendo la limonata che gli ha fatto Karin e mangia pomodori ripieni che gli ha portato Sakura, con quieta rassegnazione. Le sue sopracciglia arcuate nervosamente verso il basso infatti son tutta colpa del coso arancione, che si agita davanti a lui per spiegargli il motivo della visita di uno dei consiglieri a casa sua.
“Senti teme, non puoi odiare la parola consigliere, adesso non ci sono più i consiglieri di prima, non fare l'ottuso...” dice il jinchuriki, gesticolando.
Kiba spintona Suigetsu in quel momento, entrando nel giardino sul retro, e pare che nemmeno lui sapesse che avevano già iniziato il teatrino data l'espressione che gli rivolge.
“Non credo che Sas'ke sarà d'accordo!” dice Suigetsu, attirando l'attenzione del genio per un momento.
“Vedrai, lo convincerò io,” argomenta Kiba già un pelo più ignorato solo perché è uno stupido Inuzuka.
“E ora ci sono nonna Tsunade che si è fatta in quattro per te e c'è il padre di Shikamaru, te lo ricordi?” bercia Naruto che lo vede distratto.
“Sì, idiota, ci ho parlato anche ieri, ricordi?” risponde cortesemente il genio, prima di tornare con gli occhi sulle spinte che si danno Kiba e Suigetsu.
“Allora lascia che gli parli io!”
“Ma col cazzo!”
E sono botte, graffi, morsi, cadono a terra e rotolano e si berciano insulti coloriti.
Sasuke sbuffa.
“Perché in fondo è solo un sopralluogo, è necessario, capisci?”
Sbuffa forte, perché quei due cretini stanno rovinando il suo giardino e lui ha davanti un terzo cretino che... “Ma mi stai ascoltando?”
Poi Naruto si volta a guardare nella sua stessa direzione, finalmente, “Cosa fanno?” borbotta, grattandosi la testa.
“Insomma, quando sarebbe questo sopralluogo?”
Naruto si volta nuovamente verso di lui, ma le parole gli muoiono in gola perché abbarbicata sulla schiena del compagno c'è Karin, che gli sussurra suadente nell'orecchio 'che cazzo stanno facendo quei due imbecilli?', e lui non è proprio contentissimo di tutte le libertà che si prende Karin. Karin. Karin. Che nome di merda.
“Scusa, stavamo parlando.”
Sasuke alza lo sguardo su di lui, sorpreso, Karin toglie la mano da dentro il kimono del genio e alza le spalle, ma rimane lì. Naruto sospira guardando verso l'alto, per calmarsi, ed è in quel momento che Sasuke gli tira la manica della felpa. Il jinchuuriki lo guarda interrogativo e fa un passo verso di lui, poi capisce e si china perché il genio ha piegato la testa di lato ed è chiaro quello che vuole.
Karin rimane immobile, impassibile, impeccabile, implode probabilmente, ma nessuno se la fila, e gli occhiali fanno da specchio così nessuno sa che ha gli occhi fuori dalle orbite.
In quel preciso e idilliaco istante, Suigetsu viene scagliato verso di loro e quando avviene l'impatto si liquefa, bagnandoli dalla testa ai piedi.
Se Kiba è un cane, Sasuke è un gatto e se c'è una cosa che non ama particolarmente è, come diceva Naruto, bagnarsi.
Il chidori sfrigola nell'aria e prima di poterlo impedire Naruto vede Kiba rincorso per tutto il giardino.
“Sas'ke! Non ucciderlo ché sei appena stato ammesso al Villaggio!” urla, cercando di catturare la sua attenzione ed evitare di vanificare mesi di sforzi, ma un momento dopo si rilassa, incredulo, perché è Suigetsu, che prende un polso del compagno di team e sorride con quel ghigno insopportabile, a salvare la situazione.
“Lo punisco io, vuoi? Tu non hai da punire qualcun altro?” scandisce, mellifluo.
Sasuke non è scemo, deve solo impararle le cose e poi le vola, come dice Sai, e infatti quelle che ha imparato adesso le riconosce ovunque, quindi sospira, abbassando la testa.
“Fa come ti pare,” borbotta, “ma fagli male.” dice mentre scende dal muro di cinta.
“Ehy!” protesta Kiba, che viene atterrato oltre il muro, “Per chi mi hai preso, acquitrinio, io mordo!” dice, rotolando per invertire le posizioni.
“Ok,” sorride Suigetsu piantandogli l'erezione sul sedere, “mordimi!” e non è che proprio gliene freghi tantissimo dello scherzo riuscito, in fondo.






Owari









Ma cos'è? Cos'è? Non voglio più vedere questi due!
E poi perché Suigetsu mi esce sempre zoccola? Perché, che traumi ho avuto con lui?



I personaggi di Naruto non mi appartengono e non c'è lucro.



  
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