Questa Cosa, con la c maiuscola, è stata ideata in una serata di completa follia tra gente che mi tira addosso crack pairing a caso e altra gente che mi sventola titoli geniali sotto al naso. Sto parlando precisamente di quelle due che ridono, lì *indica skype*, ovvero Scarlett e wari. ù__ù Quindi prendetevela con loro.
Kiba è
contento per Naruto e Sakura.
Questo va specificato perché,
in realtà, il fatto che sia tornato Sasuke lo lascia
abbastanza indifferente. Non ha niente di precisamente ostile contro
l'ex nukenin, a ben vedere; è un animale da compagnia lui,
ninja se necessario, scodinzola e rompe i coglioni a tutti ed è
troppo spensierato per portare rancore.
Forse un tempo ha
conosciuto Sasuke, quando erano bambini, ma la verità è
che quello vero gliel'ha spiegato Naruto. Ne ha sempre parlato con
quel sorriso amaro, a mostrare il mal di stomaco che aveva, e con
quegli occhi bassi persi in qualcosa di lontano, non tanto nel
passato quanto nella possibilità di realizzare le sue
promesse. Perché Kiba ha capito che è Sakura quella che
viveva nel passato, Naruto ha sempre sperato nel futuro.
Adesso
comunque stanno bene. Non ci sono più nemmeno quegli sguardi
cupi di chi pensa che la situazione sarà lunga, la strada
tortuosa e l'Uchiha un gran pianta grane anche da depresso. C'è
solo quieta pace, che non è nemmeno normalità perché
quella non c'è mai stata in quel team.
Lui è
contento di riflesso, gli piacciono i lieto fine e l'empatia che lo
contraddistingue gli permette di vivere serenamente anche quelle
pseudo litigate che fanno quelli lì, quello biondo che sbraita
e quello moro che lo guarda male, perché non sanno di problemi
insormontabili, quei bisticci, ma di routine. Poi c'è anche da
dire che in definitiva li frequenta ben poco per poter apprendere
appieno tutto quello che succede, ma se Naruto dorme dall'Uchiha
ormai lo sa anche Konohamaru - Konohamaru! - che non è per
stare a litigare fino a tardi.
Quando lo ha intorno, Sasuke è
un odore lieve che però rimane addosso a lungo, uno di quegli
odori che se non ti piacciono li detesti. Kiba non lo ha
particolarmente in simpatia, però il genio non è mai da
solo e quindi gli altri odori mitigano il suo. Non è neanche
fastidioso, in fin dei conti. Quello che ha un odore completamente
nuovo e strano, al punto che deve ancora capire se gli piace o meno,
è Suigetsu; perché Sasuke si è tirato dietro la
pozzanghera e la strega, che non è un libro di fantasia ma
sono appellativi usciti dalle bocche di più individui.
Ai
cani piace fare il bagno?
di
slice
“Ma
cos'hai in testa, strega?”
“Ti basti sapere che non è
acqua, pozzanghera!”
Sono rumorosi e fastidiosi come i
fuochi d'artificio, che lo inebetiscono sempre. C'è qualcosa
di ironico nel modo in cui sono stati così maldestramente
assortiti, senza contare che Sasuke sembra lì per fare
presenza, come uno di quei padroni che stanno a guardare i propri
cagnetti idrofobi, che abbaiano per ore, senza dire niente.
Kiba
sa anche che c'era un terzo elemento che però non si sa dove
sia finito. Naruto dice, scuotendo il capo, che Sasuke è molto
dispiaciuto e s'incupisce quando se ne parla, ma se anche avesse
potuto notare la differenza di incupimento del genio, Kiba non crede
che spolverare soprammobili borbottando insulti sia sintomo di
addoloramento. E neppure ora, a vederlo seduto sulla riva del fiume
che si nega a Karin con nonchalance, sembra afflittissimo,
ecco.
“Karin, levati dai piedi.”
Certo, poi è
vero anche che non sono affari suoi e diciamo che è
principalmente per questo che gli viene piuttosto facile alzare le
spalle e far finta di niente. Anzi, continuare con quello che stava
facendo.
Shikamaru ronfa ancora quando si volta a controllare.
Quindi lui entra nei cespugli, scansa pruni e bacche, e sbuca con la
testa, in simultanea con quella di Akamaru, nella radura dove dorme
il genio. Quello vero, Shikamaru!
Sorride, snudando i canini,
perfido, mentre Akamaru si lecca il naso, partecipe, e poi torna con
lo sguardo fisso sulla preda. Io
vado a ore tre, tu a ore nove, ci vediamo sul chuunin!,
si son detti.
Quindi si dividono, circondano la radura con passi
felpati e facce ebeti - anche il cane, sì - ma quando Kiba è
a ore dieci Shikamaru borbotta nel sonno. Tutti
fermi! Kiba
spalanca gli occhi e si volta a guardare la preda, Akamaru si blocca
con una zampa a metà, il chuunin si volta verso di lui e il
cane ingoia a vuoto. Dopo quest'attimo di suspence e goccioline di
sudore che rotolano giù, fortunatamente, torna la quiete e
ripartono con il piano.
Arrivati in posizione non resta che
saltare e, quando il ginocchio di Kiba entra in contatto con l'anca
di Shikamaru, le zampe di Akamaru collidono con il suo sterno.
“Che
male...” rantola il genio, “Perché, eh? Perché?
Che ho fatto di male?” piagnucola, rotolando
sul prato accanto a Kiba che ride sguaiatamente.
“Ehy! Che
vi prende?”
Akamaru abbaia, che vuol dire 'non
portarci la strega altrimenti vi sbrano',
e Kiba si ricompone, appoggiandosi sui gomiti per guardare il nuovo venuto.
“Mi distruggono
le ossa...” biascica Shikamaru che tenta di addormentarsi di
nuovo, ora bocconi.
Suigetsu sta lì in piedi, inclina la
testa di lato e sorride, mostrando la dentatura appuntita.
“È
un gioco?” chiede, avvicinandosi.
“Sì, cerchi
quello meno manesco, trovi il suo punto debole e continui a battere
su quello,” ghigna Kiba, mettendosi a sedere a gambe
incrociate, mentre Shikamaru sbuffa e il bue bianco scodinzola con la
lingua penzoloni.
Suigetsu sembra pensarci su per un momento, poi
dal nulla scoppia a ridere. Una risata forte, trascinante, strizza
gli occhi e si tiene la pancia, lasciandosi cadere seduto.
Kiba
sorride a sua volta catturato dalla sua spontaneità, dalla
freschezza e la confidenza che mostra senza remore; poi, quando
l'ospite si è calmato, chiede spiegazioni.
“Oh,
niente,” risponde quello, asciugandosi un occhio, “pensavo
a Sas'ke...” e finisce per sghignazzare di nuovo,
sbilanciandosi all'indietro per cadere scomposto sull'erba.
Non
c'è nessun motivo per fare una cosa così idiota, ma
Kiba adora le sfide, adora il lavoro di squadra, adora trovare nuovi
modi per rompere le balle, e allora si porta sopra la faccia dell'ex
nukenin, con quel ghigno ferino che manda in crisi Hinata, e...
“E
se realizzassimo le tue fantasie?”
Suigetsu spalanca gli
occhi e smette di ridere, si tira a sedere di scatto, costringendo
Kiba a ritrarsi. Poi lo guarda, soppesando le sue parole, e alla fine
sogghigna contento.
“E sarai tu a fermare la sua katana,
pasticcino?” mormora, avvicinandoglisi al viso.
Kiba si
acciglia, con quel dentino fuori che indica che è perso in
elucubrazioni particolarmente intense, ed è indeciso se
offendersi per la scarsa fiducia o per l'appellativo. Poi opta per la
terapia d'urto, anzi, per l'urto, e si scaglia addosso a Suigetsu,
riportandolo sdraiato. Arpiona la sua maglia e lo strattona.
“Io
farei meno lo spiritoso se fossi una pozzanghera nella Nazione del
Fuoco,”
Suigetsu ride per l'ennesima volta, butta la testa
indietro, strizza gli occhi e lo fa traballare sopra di sé.
Akamaru gli lecca la guancia in quel momento e Kiba si distrae il
tempo di un bacio. Non chiude neanche gli occhi, occupato a cercare
di capire come possa essere arrivato fin lì; poi, come se non
le avesse avute davanti fino a quel momento, osserva le pupille viola
dell'altro e le scopre belle, serene.
“Hai finito di fare il
buffone?” dice, quando si separano, e aggrotta la fronte perché
di solito quella frase viene rivolta a lui, “Cos'è che
avevi in mente, per l'Uchiha?” continua, senza dare peso al
borbottio di Shikamaru che gli intima di tubare altrove.
Il
bersaglio va seguito, va studiato. Suigetsu è forte di un anno
d'osservazione, perché quel nukenin così potente, più
piccolo di lui, lo ha sempre incuriosito. Conosce il suo stile di
combattimento, conosce le sue preferenze in battaglia e conosce bene
le sue debolezze. Per sopravvivenza, dice in un ghigno, quando Kiba
gli chiede informazioni sulla preda. Il punto è che non sa
niente di quel Sasuke che sta a Konoha con Naruto e Sakura, perciò
sono punto e a capo.
La parte della ricerca è quella
noiosa, Kiba lo sa bene perché si ritrova a sbuffare con la
spiga nell'orecchio e all'altro capo del filo d'erba c'è quel
ghigno appuntito. Decide perciò, in fretta e furia, di
rischiare e di andare a chiedere al diretto interessato. Cioè,
quasi.
“Beh, Sas'ke odia praticamente tutto e tutti, ma non
credo che odi voi due... non in particolare, ecco,” dice
Naruto, aggrottando la fronte, “odia di più l'acqua,
eh!” celia, divertito al pensiero.
“Ah!”
s'illumina Suigetsu, “dici che odia più bagnarsi che
parlare con noi?”
“Oh beh, odia bagnarsi, e anche se
odia parlare con la gente... voi non siete la gente, no?”
sorride il jinchuuriki, arrampicandosi sugli specchi.
“Beh
grazie Naruto, ci hai tolto un grande dubbio!” dice Kiba,
scodinzolando mentre il genin li saluta.
“Sei una serpe...”
bisbiglia Suigetsu appena il coso arancione è abbastanza
lontano.
Kiba gli molla una gomitata e poi si volta per tornare a
casa.
“Non mangi qualcosa con me?” gli urla Suigetsu
prima che sia troppo lontano.
A pensarci bene sarebbe stato meglio
dire di no, considerato l'inizio di quella strana ed improvvisata
amicizia, ma sul momento cenare con un nuovo amico non sembrava così
deleterio. Kiba si accorge dell'errore nello stesso momento in cui si
rende conto che il suo bicchierino da sakè non è mai
vuoto.
“Senti un po', mi stai facendo bere?” chiede,
buttando giù il contenuto in un sorso.
“Può
essere, e se anche fosse?”
Vero. E se anche fosse? Beh no,
non è che sia proprio così normale, lui se lo ricorda
bene che è stato baciato da un ragazzo e, anche se è
solo uno stupido Inuzuka, è sicuro di non essere d'accordo con
quella linea di condotta.
La sicurezza svanisce più o meno
un paio d'ore dopo. Quando la lingua di Suigetsu gli entra
nell'orecchio vede bianco per un momento e si volta verso di lui, per
sfuggire a quel contatto, e invece eccoti un altro bacio. Non è
mica male stare lì, dietro casa sua, con le chiavi in tasca e
l'eccitazione che sale. Però poi succede che sua sorella lo
sente ansimare e accende le luci, quindi gli tocca sgattaiolare in
camera portandosi appresso ex nukenin acquerellosi.
Il
primo tentativo fallisce per colpa di Karin.
Suigetsu non perde
occasione per calpestare quella sua vociaccia squillante con la
propria e canzonarla per la sua incoerente gelosia. Insomma, quella
prima irrita Sasuke e poi dopo lo vuole abbracciare, è chiaro
che non funzioni così e lui si sente in dovere di correggerla.
Lo fa gridando insieme a lei però, spintonandosi e colpendosi
a vicenda sono riusciti a far cadere Kiba nell'acqua al posto del
genio, infatti. Lui invece ha preso la palla al balzo per
l'improvvisa distrazione della strega e si è defilato. Kiba se
lo immagina correre via a gambe levate, per un momento, prima di far
cadere in acqua anche Suigetsu, che sta cercando di tirarlo
fuori.
“Ai cani piace fare il bagno?” sputacchia
Suigetsu cercando di stare a galla, giacché ora è
solido per permettere all'altro di strusciarcisi sopra.
“Scherzi?
Si scelgono pure compagnie umidicce, non lo sapevi?” ride Kiba,
sul suo collo.
Forse è tutta quell'acqua, forse è la
pelle nuda che sfiora quella dell'altro nell'acqua fresca o forse
sono altri sei miliardi di particolari di cui non frega un cazzo a
nessuno, fatto sta che Suigetsu bacia bene e non ha problemi di
ruoli, anche se in realtà è un anno più grande,
e allora la serata finisce lì e quando escono hanno una fame
da bue bianco; il quale non si rivolge più a Kiba per tutto il
giorno successivo.
Il
secondo tentativo non è colpa di nessuno, diciamolo. Si tratta
di istinto. Gioco forza.
Il giorno successivo è infatti un
giorno cruciale in questa fantastica maratona di cazzate, e Kiba se
ne rende conto perché questa volta il piano è quasi
riuscito.
Tutto quel tempo libero non gli fa bene e lo dice anche
Sasuke, lo borbotta, per la precisione. Per andare dall'ospedale al
parco corre come un matto, poi nel parco passeggia e poi riprende a
correre dopo, fino alla periferia dove sente di essere nel suo
territorio. Kiba lo capisce bene tutto questo territorialismo, ma di
sicuro quel passeggiare esattamente nel parco torna molto più comodo.
Lui
e Suigetsu stanno lì con il secchio d'acqua in mano e sono
pronti per schizzare l'ex nukenin quando sull'altro lato della siepe
si affacciano un codino e uno sbadiglio. Kiba si volta verso
Suigetsu.
“Che c'è?” chiede quello, che
evidentemente non ha capito come funziona il gioco.
“Mi
dispiace,” gli dice infatti Kiba prima di rovesciare l'acqua
addosso a Shikamaru.
“Ma che cazz...? Kiba! Santo me! Adesso
secondo il tuo cervello mangiato dalle pulci io posso andare dal
Rokudaime così?”
Ma non è una domanda rivolta
a lui perché il chuunin la dice tornando indietro, verso casa,
sbuffando come un geyser.
Kiba si spalma addosso a Suigetsu,
ridendo, il cui braccio si liquefa per l'urto e finiscono in terra
umidi e allegri.
Il cespuglio ride e guaisce e Sasuke ci passa
accanto con un certo sdegno, suggerendo al jinchuuriki di disboscare
quella zona al più presto, come se lui fosse il capo della
protezione civile di Konoha, tra l'altro.
Il
terzo tentativo è quello buono. Perché tre è il
numero perfetto, altrimenti non si spiega che stanno in team di tre a
fare, i ninja.
Sasuke sta bevendo la limonata che gli ha fatto
Karin e mangia pomodori ripieni che gli ha portato Sakura, con quieta
rassegnazione. Le sue sopracciglia arcuate nervosamente verso il
basso infatti son tutta colpa del coso arancione, che si agita
davanti a lui per spiegargli il motivo della visita di uno dei
consiglieri a casa sua.
“Senti teme, non puoi odiare la
parola consigliere, adesso non ci sono più i consiglieri di
prima, non fare l'ottuso...” dice il jinchuriki,
gesticolando.
Kiba spintona Suigetsu in quel momento, entrando nel
giardino sul retro, e pare che nemmeno lui sapesse che avevano già
iniziato il teatrino data l'espressione che gli rivolge.
“Non
credo che Sas'ke sarà d'accordo!” dice Suigetsu,
attirando l'attenzione del genio per un momento.
“Vedrai, lo
convincerò io,” argomenta Kiba già un pelo più
ignorato solo perché è uno stupido Inuzuka.
“E
ora ci sono nonna Tsunade che si è fatta in quattro per te e
c'è il padre di Shikamaru, te lo ricordi?” bercia Naruto
che lo vede distratto.
“Sì, idiota, ci ho parlato
anche ieri, ricordi?” risponde cortesemente il genio, prima di
tornare con gli occhi sulle spinte che si danno Kiba e
Suigetsu.
“Allora lascia che gli parli io!”
“Ma
col cazzo!”
E sono botte, graffi, morsi, cadono a terra e
rotolano e si berciano insulti coloriti.
Sasuke sbuffa.
“Perché
in fondo è solo un sopralluogo, è necessario,
capisci?”
Sbuffa forte, perché quei due cretini
stanno rovinando il suo giardino e lui ha davanti un terzo cretino
che... “Ma mi stai ascoltando?”
Poi Naruto si volta a
guardare nella sua stessa direzione, finalmente, “Cosa fanno?”
borbotta, grattandosi la testa.
“Insomma, quando sarebbe
questo sopralluogo?”
Naruto si volta nuovamente verso di
lui, ma le parole gli muoiono in gola perché abbarbicata sulla
schiena del compagno c'è Karin, che gli sussurra suadente
nell'orecchio 'che cazzo stanno facendo quei due imbecilli?', e lui
non è proprio contentissimo di tutte le libertà che si
prende Karin. Karin. Karin. Che nome di merda.
“Scusa,
stavamo parlando.”
Sasuke alza lo sguardo su di lui,
sorpreso, Karin toglie la mano da dentro il kimono del genio e alza
le spalle, ma rimane lì. Naruto sospira guardando verso
l'alto, per calmarsi, ed è in quel momento che Sasuke gli tira
la manica della felpa. Il jinchuuriki lo guarda interrogativo e fa un
passo verso di lui, poi capisce e si china perché il genio ha
piegato la testa di lato ed è chiaro quello che vuole.
Karin
rimane immobile, impassibile, impeccabile, implode probabilmente, ma
nessuno se la fila, e gli occhiali fanno da specchio così
nessuno sa che ha gli occhi fuori dalle orbite.
In quel preciso e
idilliaco istante, Suigetsu viene scagliato verso di loro e quando
avviene l'impatto si liquefa, bagnandoli dalla testa ai piedi.
Se
Kiba è un cane, Sasuke è un gatto e se c'è una
cosa che non ama particolarmente è, come diceva Naruto,
bagnarsi.
Il chidori sfrigola nell'aria e prima di poterlo
impedire Naruto vede Kiba rincorso per tutto il giardino.
“Sas'ke!
Non ucciderlo ché sei appena stato ammesso al Villaggio!”
urla, cercando di catturare la sua attenzione ed evitare di
vanificare mesi di sforzi, ma un momento dopo si rilassa, incredulo,
perché è Suigetsu, che prende un polso del compagno di
team e sorride con quel ghigno insopportabile, a salvare la
situazione.
“Lo punisco io, vuoi? Tu non hai da punire
qualcun altro?” scandisce, mellifluo.
Sasuke non è
scemo, deve solo impararle le cose e poi le vola, come dice Sai, e
infatti quelle che ha imparato adesso le riconosce ovunque, quindi
sospira, abbassando la testa.
“Fa come ti pare,”
borbotta, “ma fagli male.” dice mentre scende dal muro di
cinta.
“Ehy!” protesta Kiba, che viene atterrato oltre
il muro, “Per chi mi hai preso, acquitrinio, io mordo!”
dice, rotolando per invertire le posizioni.
“Ok,”
sorride Suigetsu piantandogli l'erezione sul sedere, “mordimi!”
e non è che proprio gliene freghi tantissimo dello scherzo
riuscito, in fondo.
Owari
Ma
cos'è? Cos'è? Non voglio più vedere questi
due!
E poi perché Suigetsu mi esce sempre zoccola? Perché,
che traumi ho avuto con lui?
I personaggi di Naruto non mi appartengono e non c'è lucro.