<< In Vodka Veritas >>
Luci
accecanti, drink ovunque e gente che si struscia sulla pista… Mi sento
intrappolata in un film porno di quart’ordine. Non so nemmeno perché ci sono
venuta qui, la musica che mettono nemmeno mi piace.
I
miei amici dicono che dovrei uscire più spesso, che se non stessi rinchiusa
nella mia camera ogni sera probabilmente avrei già un ragazzo... Come
sei ci fosse qualcuno che volessi a parte te.
Siamo
a meno di venti metri di distanza e nemmeno mi hai detto ciao… Sono
tre anni che seguiamo lo stesso corso di chimica e tu non hai fatto altro che
regalarmi quella tua espressione strafottente, quella
che sembrava voler gridare al mondo che sei il migliore e che nessuno di noi
comuni mortali può permettersi il lusso di rivolgerti la parola… Direi che mi
piaci ma sei troppo stronzo.
Ho
sete, ordino un Coca Malibu e raggiungo gli altri, quantomeno per non vederti
flirtare con quella finta bionda che ti sta attaccata al braccio, e nemmeno
faccio in tempo a sedermi che l’ennesima conquista di Ania la costringe ad
abbandonarci al nostro “triste” destino.
Vorrei
tanto avere il suo savoirfaire…
Chiedo
un secondo giro alla cameriera ed aspetto, sorseggiando nel mentre i drink di
Anna, Jack e Charlie davvero troppo ubriachi per accorgersi di
qualcosa.
Un
biondino si avvicina e, con mia somma sorpresa, mi chiede di
ballare.
Acconsento.
Non che abbia poi molto di meglio da fare qui.
Andiamo
in mezzo alla pista, la gente intorno a noi è appiccicaticcia per il sudore ed
alcuni ragazzi, troppo accaldati dai fiumi di alcol già bevuti, si sono
addirittura tolti la camicia.
Io
e il famigerato biondino, che dovrebbe chiamarsi Noel se il mio udito non ha
ancora deciso di mollarmi per il troppo rumore, stiamo ballando… Anche se
l’immagine che sto associando a noi due in questo momento mi ricorda un koala
aggrappato al suo albero… anche se dubito che i koala trattino così i loro
alberi.
Non
che mi dispiaccia certo, ho sempre apprezzato i ragazzi con la tartaruga e la
sua si sente anche con la camicia di mezzo, per non parlare poi dell’amichetto
dei piani bassi che sembra svegliarsi in fretta.
Le
sue mani mi scorrono lentamente sulle spalle prima di raggiungere il
fondoschiena, accarezzandomi con lentezza mentre ci scambiamo una lunga serie di
baci, casti tanto quanto il nostro modo di ballare.
Ma
prima ancora che la sua mano possa arrivare a sfiorarmi il seno mi sento
trascinata all’indietro ma Noel non replica nemmeno, anche se dalla sua faccia
si vede chiaramente che è sorpreso tanto quanto me.
Chi
diavolo è questo stronzo che mi sta trattando come un sacco di
patate?
-
Hai finito di trascinarmi? –
cerco
di liberarmi dalla stretta di questo tizio, che ancora non sono riuscita a
vedere in faccia ma una volta usciti dal locale mi ritrovo faccia proprio con
te… - Che diavolo vuoi Lucas? – stavolta, con uno strattone più deciso, riseco a
liberarmi dalla tua stretta.
-
Voglio impedirti di troieggiare. Mi sembra ovvio che questo non sia il tuo
ambiente e che non sai come reagire a certe… situazioni. –
Quando
mi parli in quel modo mi viene una tale voglia di prenderti a schiaffi che tu
neanche immagini! , - Non te lo ha chiesto nessuno… E per tua informazione so
come liberarmi dei seccatori senza bisogno che il principe azzurro si impicci
dei fatti altrui! –
I
tuoi occhi mi sfidano ogni secondo di più.
Siamo
sempre tu ed io del resto: la secchiona e il più bello della classe, due cose
immiscibili in qualunque contesto.
Ma
non sembrano bastarti le mie parole, come sempre vuoi essere tu ad avere
l’ultima parola: - Non mi sembra che tu sia un’assidua frequentatrice del
Silver. Quando un ragazzo ci entra la motivazione è abbastanza evidente ed è
esattamente quello che cercava anche il tuo amico… –
Una
risata sarcastica mi esce spontaneamente dalle labbra: - Se speravi di stupirmi
con queste parole sbagli di grosso. Non c’è bisogno di essere un genio per
capire come voleva concludere la serata Noel dunque spiegami: qual è il tuo
fottutissimo problema? -
-
Volevo solo evitarti di finire a letto con un perfetto idiota. –
-
E io dovrei crederti? Non te ne è mai fregato nulla di me, questo improvviso
spirito di cavalleria nei mie confronti da dove ti nasce? Hai perso qualche
scommessa? –
E
alzi gli occhi al cielo sbuffando: - Perché ogni volta che tento di rivolgerti
la parola mi tratti come se fossi un completo idiota? –
Stavolta
sono io quella che sbuffa: - Pronto? Tu sei un idiota, con me lo sei sempre
stato, quindi in che altro modo dovrei trattarti? –
-
Lasciamo perdere. Tornatene dai tuoi amici e lasciami in pace. – e ti allontani…
Ma non sono assolutamente intenzionata a lasciartelo
fare!
-
Per una volta che esco e mi trovo un bel ragazzo, arrivi tu e mi rovini il
gioco… Non credere di potertene andare così Lucas Cohen!
-
-
Cosa ci guadagno io? –
La
tua risposta è talmente inaspettata che per un attimo nemmeno io so che cosa
dirti… Mi stai sorridendo, credevo che dopo la mia ultima uscita mi avresti
mandato a quel paese e invece no, sembri quasi contento che te l’abbia fatta.
La
tua mente è più complicata di quanto pensassi Cohen.
-
Probabilmente nulla ma dopo che mi hai rovinato la serata mi sembra il minimo.
–
-
Ok. Ma decido io dove andiamo. -
Mi
prendi per mano e mi trascini verso il Blu Sky, ci siamo già incontrati lì una
volta e non sembri sorpreso nel vedermi salutare Selem all’ingresso che ci fa
entrare senza problemi.
Neanche
a pensarlo, nessuno lì dentro era ancora lucido e se qualcuno della scuola tra i
presenti lo fosse stato, avrebbe creduto in un abbaglio vedendomi mano nella
mano con Lucas.
Ci
siamo seduti in un privè, nascosto in un angolo della sala ed abbiamo iniziato a
bere insieme, dopo il terzo giro hai chiesto al barista l’intera bottiglia di
vodka e siamo finiti a bere a canna tutti e due.
Come
una scema poi, mi sono messa a ridere e tu, che probabilmente non sei messo
tanto meglio di me, mi hai permesso di appoggiare la testa sul suo petto: -
Direi che “Fuori come un balcone”, mi si addice perfettamente in questo momento.
-
Tu
mi guardi tranquillo, continuando a fumare la sigaretta che ho acceso io ma che
mi hai rubato tu quasi subito: - Direi che ti sta meglio il detto “bevo per
dimenticare”… Hai visto? Non è stata una serata così orribile. –
Rido
ancora, più che altro per la situazione inverosimile che stiamo vivendo, io e te
che passiamo una serata insieme senza scannarci… praticamente un evento più
unico che raro: - Sei stato bravo a recuperare. Probabilmente se non fossi
arrivato tu sarei finita a fare sesso in uno degli squallidi bagni del Silver
con Noel. Ma non mi sarei lamentata, era carino infondo… - e mi appoggio più
comodamente al suo petto.
Eravamo
così vicini che potevo sentire il suo respiro sul viso.
-
Che vuoi fare? -
Mi
avvicino a sfiorarti le labbra con le dita, - Una cosa che a mente lucida non
farò mai. – sfioro il tuo naso con il mio e con un sussurro appena udibile ti
dico che sei davvero, davvero molto bello.
Tu
ghigni e ti gira dall’altra parte facendomi perdere la presa sul suo viso, da
vero bastardo, come sempre…
Poi
il tuo tono cambia, con una velocità che quasi mi spaventa: - Domani non ti
ricorderai nulla. –
-
È proprio per questo motivo che lo sto facendo… Che dici? Faccio male? – e ti
salgo a cavallo dell’addome, passandoti le braccia dietro al collo, una cosa che
a mente lucida sono sicura di non aver mai fatto con nessuno.
Ridi:
- Dico che ormai non sei più in te da tanto tempo. -
-
Probabilmente hai ragione… Ma ora come ora non me ne frega proprio un cavolo se
il risultato è questo. - e ti bacio il mento prima di raggiungere la bocca.
Il
bacio che ci stiamo scambiando è caldo, profondo, lento… Dolce quasi. Diverso
dai baci che ero solita dare e… ricevere.
Poi
mi allontano, come scottata da un pensiero che mi balena per la mente: - Mi sono
sempre chiesta perché io e te non riusciamo ad andare d’accordo. – mi riprendo
la bottiglia di vodka e do un'altra sorsata, prima di tornare a parlare, -
Insomma tu mi piaci, non è che io non ti sopporti del tutto ma non lo so… cosa
ti ho fatto di male? Perché mi prendi sempre in giro? -
Tu
ghigni e ti allontani da me, sorridente come al solito e mi stampi l’ennesimo
bacio di questa notte sulle labbra: - Credo dovresti smettere di parlare. Hai
bevuto un po’ troppo per i tuoi standard… È ora che tu vada a nanna
secchioncella! –
Mi
metti le mani sotto al sedere prima di alzarti in piedi, tenendomi praticamente
in braccio.
-
Non voglio starti in braccio Luc! Mettimi giù! - mi aggrappo al tuo collo,
rischiando di strozzarti mentre ridi di me e della mia fase da “bimba
capricciosa”che non riesco ad evitare in questo momento - Se mi fai cadere giuro
che… - ma non finisco la frase che mi chiudi la bocca con l’ennesimo bacio al
sapore di fragola.
Quando
ti allontani, mi ritrovo a ghignare soddisfatta: - Sei autorizzato a farmi
tacere solo così! Ed ora fammi scendere, mi sento una bambina di cinque! – e mi
lasci tornare con i piedi per terra, o meglio, sulla sabbia della spiaggia che
non mi sono nemmeno accorta di aver raggiunto.
La
tua risata mi riecheggia nelle orecchie: - Te l’ho mai detto che ho un debole
per i bambini? – e torniamo a baciarci, stavolta con più enfasi di prima
rischiando quasi di crollare sulla spiaggia per colpa di un materassino finito
tra i miei piedi… Non avrei mai creduto di concludere questa serata nel modo più
piacevole che potessi immaginare.
Dopo
le “coccole” abbiamo raggiunto i miei amici al Silver e tu mi hai lasciato lì,
dicendo che ormai ero in buone mani.
Ho
mandato a quel paese Noel e i suoi piani, mi sono impossessata delle chiavi
della stanza e ho visto la maratona di NCIS strafogandomi di gelato alla menta,
felice come una pasqua.
Quando
mi sono svegliata questa mattina, avevo un gran mal di testa e se non fosse
stato per qualche foto di Anna, direi che la serata di ieri è stata un semplice
frutto della mia mente…
O
meglio, da Noel in poi non ho la minima idea di cosa sia
successo.
Peccato,
la mia memoria dice che era qualcosa di importante.
Un
altro noioso lunedì mattina è cominciato, dopo le prime due ore di letteratura e
l’enfatica spiegazione sulle ammine del Colli, posso finalmente godermi la mia
pausa sigaretta delle undici.
La
prossima ora ce l’ho con Luc… chissà se avrà concluso con quella finta bionda
che gli ho visto attaccata addosso ieri sera.
E
che avrà da fissare in quel modo… Per oggi non ci siamo ancora detti
nulla!