Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
Segui la storia  |       
Autore: takingyourgoodbye    14/06/2011    5 recensioni
Tradimenti, sentimenti, decisioni e rimpianti. Questa è la storia di Jay, una diciassettenne ingenua che ha quasi paura di provare nuove esperienze per colpa delle delusioni. Credo che un pò tutte le adolescenti si rispecchino nel suo carattere, perchè dietro a questo racconto si nascondono emozioni vere che cercano di emergere.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Joe Jonas, Nick Jonas
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"Vaffanculo. Che si fotta anche lei. Portati dietro i tuoi finti ‘ti amo’ e tutti quei baci che mi hanno fatto star bene. Già che ci sei portati anche quella macchina a cui tenevi più che a me, e il tuo mazzo di carte da poker, il tuo fottuto pacco di Malboro rosse e.. anche il tuo ricordo. Non è il benvenuto qui.”
Tra un ‘scusa’ e un ‘amore non è come sembra’ corsi via in lacrime. Ma per una volta avevo la consapevolezza di avergli detto addio. Cosa che si meritava da tempo.
Era la millesima volta che mi tradiva. E poi sempre con la stessa ragazza. Mi lasciava con la scusa più banale del mondo, e io che gli credevo. ‘Sei bellissima’, mi diceva mentre mi guardava con superficialità.
Non era un essere degno di amare. Non era un essere degno del mio amore. Le mie lacrime e i miei ricordi portavano il suo nome; beh, poteva portarseli con sé. Di certo a me non sarebbero serviti.
5 minuti dopo l’accaduto mezzo mondo mi aveva cercata al cellulare. 63 chiamate perse e 85 messaggi.
Per strada cominciai a strappare ogni singola foto di me e lui. Di quell’essere spregevole e incontentabile. Quell’essere che per quanto potessi odiare amavo. Joe Jonas, questo era il suo nome. Ora l’unica cosa da fare era levare via quel nome che ormai era tatuato sul mio cuore. Troppo tardi? Naaah. Per cose del genere bisognava avere le palle. E sinceramente anch’essendo una femmina credevo di averne almeno più di lui. 
Tornai a casa in lacrime, con mia madre e mio padre che litigavano come sempre. E dopo aver realizzato che quella forse sarebbe stata l'ultimo litigio, scoppiai a piangere ancora di più. Per quell'istante Joe mi era completamente scomparso dalla mente, i miei pensieri erano cambiati radicalmente.
Ci sono momenti nella vita in cui bisogna prendere delle decisioni. Quando stai per scegliere ti sembra che ciò che dirai non possa avere conseguenze, ti sembra che sia solo un mucchio di parole pronunciate in fretta: non è così. Una scelta è per sempre. Potrai pentirti o meno di averla fatta, potrà avere delle conseguenze buone o cattive che siano. Ma in fondo la nostra vita è fatta di scelte. La prima scelta che dobbiamo fare è quella di voler nascere o no, ma non siamo noi a dover decidere. Non siamo noi a scegliere di voler vivere. Sono stati i nostri genitori a scegliere di generarci, e i nostri nonni hanno scelto a loro volta di generare i nostri genitori. Molti si chiedono “E se l’avessi fatto?” Questo è il punto cruciale di ogni scelta, la paura di avere rimpianti. Ero sempre stata dell’opinione che nella vita bisogna rischiare, ma a parlare sono bravi tutti. E ora ecco che mi trovavo lì, di fronte a una scelta che avrebbe completamente scombussolato la mia vita.
Avevo di fronte mamma e papà, entrambi mi guardavano con aria curiosa. Ma nella mia testa regnava il caos più totale.
Rimanere con mamma in una cittadina sperduta del Tennessee o andare con papà verso la magnifica New York?
I miei avevano scelto di separarsi, non riuscivano più neanche a guardarsi in faccia. In diciassette anni della mia vita non li avevo mai visti discutere pacificamente, stavano sempre lì a litigare come cane e gatto. Con mio padre avevo sempre avuto un rapporto splendido, mentre con mia madre i rapporti erano cambiati dalla separazione. Lei aveva trovato un altro uomo, aveva deciso di rimpiazzare così in fretta mio padre. Il suo compagno non era male, ma l’unico uomo della mia vita sarebbe sempre stato mio padre e niente e nessuno poteva rimpiazzarlo. Mi mancava terribilmente, ero molto affezionata a lui. Ma senza mia madre mi sarebbe mancato un pezzo di vita.
Guardai nel vuoto. Tanti, troppi pensieri erano tutti aggrovigliati nella mia mente.
Okay Jay, ora sta a te. Non sei mai stata libera di decidere nella tua vita: non hai scelto tu di nascere, non hai scelto tu di imparare, né di andare a scuola. Questa è la prima vera e propria scelta da ragazza matura che devi affrontare. Devi scegliere se peggiorare la tua vita o migliorarla: sta a te.
Alzai il volto e una lacrima mi rigò il viso. Abbracciai forte mia madre.
Mi dispiace.” Dissi mentre le lacrime continuavano a calare.
Lei capì. Mi accarezzò i capelli. Si dice che c’è sempre una prima volta, beh, quella era senza dubbio la prima volta che vedevo mia madre piangere. Era sempre stata forte, speravo infatti di aver ereditato il suo carattere.
Se ritieni che sia questa la scelta migliore per te non esitare. E non preoccuparti per me, io starò bene. Ho tuo fratello qui a farmi compagnia, e poi mi verrai a trovare.
Fai sempre ciò che ritieni meglio per te.” Quelle parole non le avrei mai più dimenticate. Abbracciai papà, che mi diede un bacio sulla fronte un po’ commosso: non avrebbe mai immaginato che avessi scelto di andare con lui.
Ma andare a New York non voleva dire sono scegliere mio padre. Significava cambiare amici, cambiare abitudini, cambiare un po’ tutto della nostra vita. Ma significava soprattutto stare lontana da Joe, quel maledettissimo ragazzo che amavo almeno quanto lo odiavo.
Papà interruppe i miei pensieri consigliandomi di andare a preparare la valigia: saremmo partiti dopo tre ore.
Misi tutto in valigia, anche le cose più inutili, giusto per avere un ricordo di ciò che stavo lasciando.
Mi assicurai di aver preso tutto e mi stesi sul letto. Il tempo era passato velocemente e mancava un’ora alla partenza. Presi la valigia e decisi di andare da Rachel a salutarla, era la mia migliore amica ed era insieme a Joe la persona che mi sarebbe mancata di più. Dissi a mio padre di passare a prendermi lì a mi avviai.
Suonai al campanello, lei mi venne ad aprire la porta e mi abbracciò urlando e dicendomi che doveva raccontarmi un mucchio di cose. La mia espressione non cambiava mai: era un misto tra tristezza, nostalgia e ansia.
Rachel vide la valigia. La fissò per un attimo, come se non volesse capire quello che stava succedendo.
E.. Quella cos’è?” balbettò in attesa di scoppiare in lacrime.
Senza parlare entrai in casa sua, vidi Joe e Sophie che mi fissavano increduli. 
Ciao ragazzi.” Dissi cercando di accennare un sorriso. Joe si alzò di scatto.
Non te ne vai, vero?” Non risposi, cercando di non piangere. Mi limitai a fissarlo mordendomi il labbro, pensando a quanto era fottutamente perfetto e a quanto mi sarebbe mancato, anche se mi aveva ferita. Feci finta di non accorgermi di lui.
“Deb, dimmi che non è come penso.” Rachel mi prese per mano. Inevitabilmente cominciai a piangere.
Sono stata costretta a scegliere, rimanere qui o tornare a New York, dove ho passato tutta l'infanzia. Dovevo scegliere tra mamma e papà. Ho scelto papà. Ho scelto New York.”
“No dimmi che non è vero! Dimmi che ciò che ho sentito è stato solo un incubo.” Disse lei piangendo, e mi abbracciò forte. Le diedi un bacio sulla guancia, dicendole che non l’avrei mai dimenticata e che poteva venire a trovarmi quando voleva.
Joe si sedette a peso morto sul divano, guardando nel vuoto. Sembrava preoccupato di qualcosa. Ma sicuramente non della mia partenza. Aveva la sua amata puttana con la quale mi tradiva senza vergogna, quella fantastica ragazza con cui amava rimpiazzarmi. Non so se gli sarei mancata o meno, ma ero sicura che nessuna l'avrebbe amato mai come me. E speravo che se ne sarebbe accorto da solo, con il tempo.
Alzai lo sguardo e vidi Joe in lacrime che veniva verso di me. "Sono stato un vigliacco. Un traditore. Sono un puttaniere. Mi faccio schifo. Gioco con i sentimenti delle persone e sono in disperata ricerca di ragazze che la danno con facilità. Lo ammetto. Sono forse l'uomo con più difetti al mondo. Ma so che non riuscirò mai ad amare nessuna quanto ho amato te. Potrei girare il mondo e trovare miliardi di ragazze, ma per quanto possano essere belle e sensuali avranno tutte lo stesso difetto: non saranno te. Voglio solo che tu sappia che per quel poco che potevo ti ho amata con tutto me stesso. E che sei stata la PRIMA ragazza che ho amato in 19 anni della mia vita. So che non mi perdonerai, ma ti prego.. Ricordami." 
Sembrava sincero. Mi commossi, ma mi bloccai quando ripensai al fatto che comunque aveva tradito la mia fiducia. D'un tratto mi ricordai di tutti i bei momenti passati insieme, e lo vidi con occhi diversi. Era arrivato il momento di dire addio alla persona che amavo. "Ciao Joe." dissi, cercando di non sembrare fragile. Lui mi prese la mano e mi strinse a sé. "Non dimenticarti di me Jay." sussurrò debolmente. Pensai che non avrei mai potuto dimenticarlo, per quanto il suo ricordo poteva essere fastidioso. Abbracciai forte Rachel, mi promise che sarebbe venuta a trovarmi. Suonò il clacson della macchina di papà. Mi diressi fuori casa con le mie valigie, mentre Joe, Rachel e Sophie mi osservavano urlando "Ti vogliamo bene!"
Dopo aver messo le valigie in cofano ed essermi seduta in macchina, mio padre partì. Vidi Joe correre inseguendo la mia macchina e lo osservai incredula. "Io non ti lascerò andare Jay!" urlò lui. Cominciai a piangere a dirotto, ma non sapevo cosa stessero a significare quelle lacrime. Da una parte c'era la tristezza nel lasciare la mia migliore amica e l'uomo che amavo, ma dall'altra c'era la voglia di visitare nuovi posti, di cambiare modo di pensare, di dimenticare. La voglia di risalutare i miei amici d'infanzia, di rincontrarli e vedere quanto erano cambiati. La voglia di tornare a vivere. E tutto questo era racchiuso in due parole: New York.


Salve a tutti! :3 So che questa storia vi farà leggermente schifo, ma boh, non so nemmeno perchè l'ho scritta. avevo voglia di esternare delle emozioni e spero di averlo fatto nel modo giusto! Ho scritto tante FF, ma questa è la prima che pubblico qui per cui vi prego, non siate crudeli çwç AHAHAH vi prego di leggere e di lasciare qualche recensione, anche minuscola, per dirvi se vi piace o vi fa defecare (?), o anche per darmi qualche consiglio! Un bacio, Ana ^^


  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers / Vai alla pagina dell'autore: takingyourgoodbye