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Autore: ChiaraLuna21    14/06/2011    1 recensioni
Fu inondato da pensieri forti che gli fecero venire il mal di testa.
… tra quei pensieri riconobbe anche quello di Oz, più forte di tutti gli altri …

La storia è ambientata in un punto qualsiasi della seconda stagione dopo la terza puntata.
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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INIZIO

Oz guidava l’ambulanza nel traffico della città.
Toby guardava fuori dal finestrino le auto parcheggiate succedersi una all’altra.
Quella mattinata puzzava di noia per entrambi.
… non avevano ancora fiutato il pericolo …
 
Quello sembrava solo un altro giorno da incubo per tutti quegli alunni.
Nessun assente …
Nessun argomento nuovo …
Nessuna pietà per gli interrogati …
Tutto normale …
… almeno così sembrava …
 
Nessuno sapeva come era entrato …
Nessuno sapeva come era salito …
Nessuno sapeva come farlo uscire …
Perché nessuno lo aveva fermato?
In fondo era entrato in una scuola armato ed era salito fino all’ultimo piano!
Perché tutti dicevano di non averlo visto?
Quello sembrava il più grande mistero di quella giornata di paura …
 
«Pensi che ci sia qualcuno al mondo con poteri  … strani … ma diversi dai tuoi?» disse Oz nel disperato tentativo di dare un po’ di vita alla giornata.
«Cosa?»
«Beh, sì, persone che non leggono nel pensiero, ma che hanno qualche potere … anormale, ecco…»
«Non … non ci ho mai pensato …» Toby non aveva mai preso in considerazione quell’idea.
«Beh, dovresti …»
«Vettura 21? Qui centrale. La vostra presenza è richiesta all’incrocio tra la 10a e la 23a»disse la radio.
«Centrale? Qui vettura 21. Arriviamo.» fu Toby a rispondere.
«Che fortuna. Temevo di dover girare in tondo tutto il giorno!» e detto questo, Oz accelerò.
 
La zona era circondata da poliziotti e curiosi, oltre a uomini e donne preoccupati.
«Salve, agente McClusey!» salutò Toby con un sorriso, mentre si avvicinava con Oz.
«Ciao Toby!»
«Aveva un che di sospetto la chiamata dalla centrale! Qual è il problema?»
«Vedi, questo è un liceo.» disse Michelle indicando l’edificio di fronte. « Oggi si è intrufolato un uomo armato al suo interno ed è salito fino all’ultimo piano.»
«Ma come …?»
«Come ha fatto? Nessuno lo sa. Nessuno lo ha visto. Ha preso in ostaggio due classi e due professori. Siamo riusciti a far evacuare il resto dell’istituto.»
«Okay. Ha già fatto qualche richiesta?»
«No, è questo il problema! E ora intervieni tu …»
«Vuoi che trovi nel suo cervello il motivo per cui è qui?»
«Esatto, professor X.»
«Okay, lo faccio. Ma non  chiamarmi mai più così!»
Toby entrò in uno stato di trance sotto lo sguardo dell’agente e dell’amico.
In un attimo fu invaso dai pensieri di tutte le persone che si erano fermate intorno alla scuola.
Non erano tanto i curiosi a spaventarlo, quanto i genitori e tutti quelli realmente preoccupati.
I pensieri di quell’uomo erano forti, molto forti, ma lontani, e i pensieri vicini, anche se meno intensi, li “nascondevano”, per così dire.
La paura, il terrore e la disperazione gli invasero la mente, lasciando ben poco spazio al resto.
Non sopportava tutto quello. Non ci riusciva.
Sentì la testa esplodergli.
Chiuse gli occhi e urlò. Urlò forte.
«Toby!» lo chiamò Oz aiutandolo a reggersi in piedi.
Aprì gli occhi e ritornò nel mondo reale.
«Sto … sto bene …» balbettò mentre respirava forte «Non … non ho mai letto i pensieri di tanta gente spaventata insieme …» E si massaggiò la testa con una mano.
Guardò Michelle e scosse la testa. «Non … non l’ho sentito. È … e troppo lontano. Se mi potessi avvicinare, forse,…»
«Non pensarci nemmeno! Sei pur sempre un civile, e sotto la mia responsabilità, per giunta!»
«Andiamo, Michelle! Digli … digli che mandi un paramendico per controllare la salute degli ostaggi. Non potrà negartelo!»
«Toby, io potrei anche, ma sai che se entri là dentro, non è detto che ti farà uscire?»
Annuì. «Lo so!»
Michelle sospirò rassegnata. «Okay.» Poi si rivolse ad un agente «Passami il megafono.»
 
Toby stava prendendo l’occorrente per quella pseudo copertura nel retro dell’ambulanza.
Oz lo guardava in silenzio ricontrollare quel borsone prestando ben poca attenzione alle parole dell’agente McClusey filtrate dal megafono.
«Sei sicuro sia una buona idea? Infondo non sai chi sia quel tipo!»
«Non penso sia un alieno e … no, non sono pazzo.»
«Scusa, dimenticavo che tu senti tutto. Comunque potrà non essere un alieno, ma potrebbe avere cattive intenzioni!»
Toby si fermò e fissò l’amico negli occhi. «Oz, è entrato in una scuola armato e ha due classi in ostaggio: dubito possa avere intenzioni peggiori!»
«Già …» disse Oz abbassando lo sguardo e accennando ad un sorriso amaro.
«Smettila di essere preoccupato, ti prego!»
«Puoi smetterla di leggermi nel pensiero?! Mi sento … violato, ecco …»
«Ora non stavo leggendo …»
I due amici si sorrisero.
Toby si mise la borsa sulla spalla. Tese il pugno e Oz sbatté il suo contro quello del compagno.
«Torna tutto intero, okay?»
Toby sorrise e se ne andò: non c’era bisogno di un telepatico per capire che la risposta era affermativa.
 
Superò le strisce di blocco che circondavano l’edificio e iniziò a salire le scale.
«Signore, stia calmo! Sono un paramedico!» Ormai ripeteva quella cantilena a memoria, quasi istintivamente. In quelle parole aveva imparato a opprimere la paura, la tensione, l’ansia e anche la rabbia.
Quell’uomo socchiuse il cancello e iniziò a borbottare qualcosa, ma Toby non la capì. Era ormai sotto il porticato quando comprese il discorso.
«Si fermi, altrimenti sparo! Giuro che sparo!»
Si fermò e sollevò le mani in segno di resa.
«La prego! Non voglio farle del male! Mi lasci solo fare il mio lavoro!» e detto questo si avvicinò di un altro passo.
Fu allora che avvenne: premette il grilletto e sparò un colpo.
Il proiettile penetrò la spalla destra di Toby.
Il resto sembro la scena di un film, a rallenty, per giunta.
Il paramedico sentì un dolore lancinante alla spalla.
Aprì la bocca, come per urlare, ma non uscì nessun suono.
Perse l’equilibrio e cadde in ginocchio, mentre la mano sinistra correva il più veloce possibile al braccio.
Fu inondato da pensieri forti che gli fecero venire il mal di testa.
… tra quei pensieri riconobbe anche quello di Oz, più forte di tutti gli altri … 

 

   
 
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