Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |       
Autore: arael93    14/06/2011    1 recensioni
Buio. Buio e freddo. Non c'è altro intorno a me. C'è la percezione della mia mente ma non del mio corpo. Non sono morta.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Buio. Buio e freddo. Non c'è altro intorno a me. C'è la percezione della mia mente ma non del mio corpo. Non sono morta. No, sento ancora le voci dei medici, in lontananza, come un brusio lontano. Stanno discutendo se l'operazione che mi hanno fatto è andata male o bene, se morirò o meno. Per ora, non me ne frega molto. Sono in pace. Sola, senza problemi, e senza dolore.

Sento la voce di mia madre, fredda e distaccata come sempre, che mormora qualche parola, e se ne va di nuovo al lavoro. La figlia, la SUA figlia, IO, è appena stata investita da un auto, è in coma, non si sa ancora se l'operazione le ha salvato qualcosa o no, e l'unica cosa di cui si preoccupa è della relazione che non ha ancora consegnato. Sarebbe interessante sapere che ha detto mio padre. Ah già, è morto. Un anno fa. Dimenticavo. In ogni caso non credo che anche a lui la cosa sarebbe interessata più che a quella donna che dovrei chiamare madre. “per fare carriera bisogna rinunciare a qualche cosa”. Sottointeso: ME. La figlia non voluta, arrivata per sbaglio. E poi i miei compagni hanno il coraggio di chiedere come mai sia cosi cinica e stronza. Vorrei vedere loro, a crescere tra due avvocati in carriera, e a sentirsi la figlia non voluta.

 

A proposito di compagni di scuola, chissà loro, se sapranno qualcosa. Quanto tempo sarà passato ormai? 18-19 ore dall'incidente? Quindi se aggiungiamo che è avvenuto finita la scuola....mmm... no non sapranno ancora nulla. Sono assente da solo un giorno. E nessuno li avrà informati. E loro di certo non si preoccuperanno di cercare la loro “ pazza, cinica, stronza, drogata e troia” compagna di classe. Devo dire che sono tutti aggettivi molto lusinghieri. E 2 su 5 sono falsi. Pazza, un po' lo sono, cinica e stronza pure. Drogata, no. Mi hanno beccata a farmi uno spinello, il primo, e da allora pure l'unico, e allora sono diventata la drogata. Troia, non sono neppure quello. Ma mi chiamano cosi, perchè il mio primo ragazzo, 3 anni fa, voleva che scopassi con lui, e io mi sono rifiutata. Solita scena madre del ragazzo ferito nell'orgoglio in mezzo al corridoio della scuola, che poi ha coronato il tutto con un bel: troia. Ed ecco spiegato il 5 aggettivo, che è falsissimo perchè ora, all'alba dei miei 18 anni sono ancora vergine e immacolata, al contrario delle mie compagne di classe, di TUTTE le mie compagne di classe, che mi chiamano troia, come se fosse un vezzeggiativo carino.

Non so perchè, ma sento un po' di casino attorno a me, voci concitate e agitate. E sento, che la mia mente si sta come...annebbiando....

 

Fantastico, un'altra operazione. Non male. Cos'è, ancora un'altra operazione e poi ne vinco una di chirurgia plastica gratis? Sarebbe carina come cosa. Però non ho capito a cosa sia servita. Ultimamente le voci si fanno più lontane, e io, del resto, non voglio sentire nulla. Non voglio sentire il vuoto attorno a me, non voglio sentire che non ci sarà nessuno a pregarmi di rimanere in vita, non voglio sentire che le uniche voci che saranno attorno a me saranno quelle frustrate dei medici che non sapranno più cosa fare per tenermi in vita. La verità? È che non ci riusciranno, perchè poi non è che io abbia cosi tanta voglia di tornarci in vita. Chissà, se se ne rendono conto, se lo percepiscono dalla freddezza del mio battito, del mio corpo. Si lamentano, uno di loro ha appena detto “sembra che non voglia lottare, e ha solo 18 anni:com'è possibile?”. L'ho sentito nitido e distinto questa volta. Si, ho solo 18 anni, e non voglio lottare. Dimmi, caro dottore, che motivo ho per voler lottare? Nessuno. No. Scusa. Non è vero. C'è Alex. Il mio migliore amico. Il ragazzo che vorrei fosse il mio ragazzo, ma che non ricambia. Che non sa che ne sono cotta persa. Credo non sappia neanche che sono qui. Lui, lo conosco da sempre. È l'esatto opposto di me. Cosi opposto che tutti a scuola si chiedono com'è possibile che lui riesca a stare in banco con me, a parlarmi, a capirmi. Già, me lo chiedo pure io come sia possibile. Lui sarebbe un buon motivo per lottare. Peccato, che sia l'unico valido. E scusatemi, se per sopportar altri chissa quanti anni di vita a me pare un po' poco. E poi lui, mi vede solo come la sorellina piccola da proteggere. E non credo che la cosa cambierà tanto presto. O mai.

 

Sono passati 2 giorni. I medici non sanno cosa pensare. Secondo loro sono stabile, e in buone condizioni. Le due operazione dovrebbero avermi salvato la colonna vertebrale, l'uso delle gambe e di tutto il resto. E quindi, dovrei risvegliarmi. Grazie tante signori. Vi sentite soddisfatti? Si? Bene. Ve lo avevo chiesto? No. Male. L'unica novità, è cheAlex ha saputo di come sono conciata. È venuto a trovarmi ieri, e anche oggi. Mi sta raccontando le solite cose di scuola, i soliti gossip dei compagni di classe. Ha evitato accuratamente di dirmi che reazione hanno avuto i miei compagni, ma tanto so qual'è stata. Cosi come so che è da quando mi hanno fatto la seconda operazione che mia madre non si vede. Altra cosa che lui tace. Ma fa lo stesso. Sento che cerca di ridere, di fare battute, cerca di sembrare allegro, mi chiede di tornare. Ma, oggi pomeriggio l'ho sentito, l'ho sentito mentre piangeva, mentre piangeva supplicandomi di svegliarmi. Dice che non ce la può fare senza di me. Oh si che puoi, tu puoi farcela Alex. Tu sei forte, allegro, simpatico. Tu hai una famiglia che ti ama, tu hai degli amici che ti adorano. Io ho solo te. Io senza te non potrei farcela, o almeno non in vita, non in questa vita. Chissa se mi senti, se senti la decisione che sto prendendo. Scusami, scusami se me ne vado via da te cosi, senza salutarti.

 

Si. Si stai sentendo la mia decisione, hai ricominciato a piangere. Mi stai prendendo la mano, mi stai supplicando di restare. Scusami davvero. Ho fatto la mia scelta, una scelta da codarda, da una che ha paura. Ma l'ho fatta. E non tornerò indietro. Scusa.

Ha smesso di piangere. È incredulo. Ha sentito la mia mano che si stringeva alla sua. E ora corre verso i medici, urlando di gioia, pensando che sia un presagio del mio ritorno.

Mi dispiace,ma era solo il mio ultimo saluto.

 

Ed era per te.

Ciao.

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: arael93