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Autore: Hyperviolet Pixie    03/03/2006    4 recensioni
Una piccola storiellina su San Valentino... un po' in ritardo^^''.
Il giorno di San Valentino piace solo a chi ha una persona con cui passarlo.
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Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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St Valentine Day


“Dove mi porti?” chiese una ragazza bionda bendata.

Il corridoio umido era stato decorato con putti e cuori nella vana speranza di renderlo un po’ meno cupo. Naturalmente, la ragazza, essendo bendata, non poté vedere nessuna di queste decorazioni.

Dietro di lei, un ragazzo biondo, alto, la guidava abile per i sotterranei.

“Ti ho detto che è una sorpresa, bambina”

“Non chiamarmi così, bambino” replicò lei atteggiando le labbra in un broncio infantile.

Il ragazzo si fermò di colpo e appoggiò al muro la ragazza.

“Siamo arrivati?” si informò lei.

“No, mi sono fermato perché mi è venuta voglia di baciarti.”

Il ragazzo si avvicinò al collo di lei e cominciò a dargli dei piccoli baci, morsetti da vampiro, facendole il solletico.

“Dai! Smettila! Siamo nel bel mezzo di un corridoio!”

Il ragazzo si raddrizzò e le disse: “Già, come se gli altri abbandonassero a metà la festa di San Valentino in Sala Grande … aspetta un attimo … ma come fai a sapere che siamo in un corridoio?”

“Intuito …” rispose lei “Ok, sono riuscita a dare una sbirciata da sotto la benda … ”

“Bimba curiosa …” disse lui ridendo prima di tuffarsi sulla pelle lattea della ragazza. “Andiamo” disse e la prese in braccio.

“Uhm … mi stai viziando …” gli fece notare lei.

“Sei già viziata, amore.”

“Ops, è vero! Allora, dove mi porti?”

“Non te lo dico, tanto siamo quasi arrivati.”

Dopo qualche secondo sbucarono in un corridoio laterale che dava su una porta che recava la scritta a caratteri dorati: ‘Buon San Valentino, bambina!’

Il ragazzo pose a terra la sua dama e le tolse la benda.

“Mi hai portato fino a qui solo per farmi vedere una porta e una scritta? Non che non sia bella, ma io mi …”

“Apri la porta.” le ordinò.

“Subito!” esclamò lei e senza farsi pregare la spalancò.

Una luce argentata li avvolse. Sembrava di stare in mezzo ad un turbine …

Non appena la luce si fu diradata, la ragazza poté vedere la sua sorpresa, il suo regalo di San Valentino.

La stanza aldilà della porta era finemente arredata con mobili ottocenteschi di legno scuro, le pareti bianche ospitavano degli angeli paffuti e dei cuori dorati.

Al centro della stanza, un tavolino circolare, apparecchiato per due, sembrava aspettarli.

“Hai fatto tutto tu?” gli chiese.

“Veramente l‘hanno fatto gli elfi …”.

“Zitto! Non rovinare il momento!” esclamò lei indignata.

La ragazza fece due passi all’interno della stanza. Lui le si avvicinò e da vero gentleman le scostò la sedia per farla accomodare.

“Champagne!” ordinò lui non appena si fu seduto.

Una bottiglia fece la sua magica comparsa in un cesto ricolmo di ghiaccio.

“Ah, funziona così!” Prese il menu che era appoggiato davanti a lei e gli diede una scorsa. “Antipasto di salmone!”

“Ti piace?” le chiese lui con un sorriso.

“Sì, è troppo bello per essere vero!”

“Sono contento che ti piaccia … ”

Il ragazzo con un semplice movimento gesto della bacchetta spense le luci lasciando le sole candele ad illuminare la stanza.

“Uhm, anche a costo di essere ripetitiva: è troppo bello per essere vero! Forse, tra poco mi sveglierò e capirò che questo è solo un bellissimo, fantastico, magnifico sogno.”

“Non è un sogno.”

I minuti passarono così come le portate … i due ragazzi mangiarono scambiandosi ogni tanto delle occhiate senza purtroppo mai incontrarsi. I loro cuori battevano all’ unisono.

Tum tum tum tum.

E così all’infinto, e all’infinto …

Un bicchiere di champagne. Due. Tre. Quattro. Poi perdettero il conto perché la bottiglia continuava a riempirsi da sola. E così, perso tra i fiumi dell’alcool, ma pur sempre lucido, il ragazzo estrasse una scatoletta blu da una tasca.

Si inginocchiò ai piedi della ragazza e con voce solenne disse: “Narcissa, mi vuoi sposare?”.

Aprì la scatoletta al cui interno giaceva un anello.

“Sì, Lucius.” disse lei con voce rotta dalle lacrime.



Quello fu il più bel San Valentino della mia vita. Ne ho vissuti tanti, tutti diversi, ma quello è stato il più bello.

Non vedo Lucius da agosto e oggi è il quattordici febbraio. San Valentino.

Sono da sola, seduta nell’enorme sala da pranzo di Malfoy Manor. Sto cenando.

Mi si avvicina un elfo con un mazzo enorme di rose bianche. Le mie preferite.

“Il signore mi ha incaricato di comprarle queste.”

Me le porge stando attento a non toccarmi e sparisce dopo un profondo inchino.

Le rose sono semplicemente perfette.

Prendo il bigliettino.

Ciao Narcissa,

Buon San Valentino. Ti amo.

Lucius.

Come ha fatto a farmi un regalo? Come ha fatto?

Ho capito! Avrà delegato tutto al mio elfo quando siamo andati ad Azkaban.

Ma,… sono lacrime quelle che continuano a scendermi bagnando il bigliettino? Sì, lo sono.

Lucius. Mi manchi.

La festa di San Valentino piace solo a chi ha qualcuno con cui passarla, ed io, adesso, non ho nessuno.

   
 
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