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Autore: MartaAka97    15/06/2011    6 recensioni
-Dimitri, Attento!-urlò Whilliam. Veloce come una saetta corse verso la creatura che stava per uccidere il suo amico. Girò su se stesso e con un solo e secco colpo di spada, tagliò la testa a quell'essere. Guardò il suo Capitano, ma si accorse di una cosa: Dimitri era una bellissima ragazza dai lunghi capelli castani e limpidi occhi color del mare.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una giorno come un'altro. Niente era diverso, il solito lungo, noioso e infinito giorno. Whilliam aveva deciso di rimanere a letto ancora un po'. Non gli andava di scendere a fare colazione, soprattutto se insieme a sua madre c'era quel maniaco del Sig.Gremond. Non gli piaceva per niente: sapeva che suo padre era morto da poco eppure già faceva la corte a sua madre. Lui era uno di quegli uomini che sarebbero dovuti morire nell'ultimo attacco fatto dai pirati. Magari anzi che suo padre, sarebbe potuto morire lui. Anzi che il carpentiere sarebbe potuto morire lui. Ce n'era di gente che potrebbe essere ancora viva al posto suo. Ma purtroppo non era andata così.
Sentì aprire la sua porta così riemerse dai suoi pensieri e si limitò a fingere di dormire. Come attore era davvero bravo.
Si sentì toccare: -Whilliam, è ora di alzarsi tesoro. Dobbiamo uscire. La voce candida della madre gli fece ricordare l'ultimo volere del padre: proteggerla. Questa era stata l'ultima richiesta del suo vecchio, proteggere la madre. -Va bene. Mi vesto e scendo subito- rispose.
Dopo essersi cambiato scese in cucina. -Buongiorno Whilliam.- Sapeva di chi era quella voce odiosa, così impressa d'odio e di slealtà da far venire il vomito. -Siete ancora qui? Sareste dovuto già andarvene da un pezzo, Sig. Gremond. Non è il benvenuto in questa casa.
-Senti, ragazzino mettiamo bene in chiaro le cose: finchè andrà bene a tua madre, dovrà andare bene anche a te. Lo minacciò stringendogli le spalle. Con un movimento brusco Whilliam si liberò dalla presa e nello stesso istante entrò la madre -Oh! Sei sceso finalmente!Signor Gremond noi due dobbiamo uscire. Se vuole restare ancora un po' può farlo. Noi torneremo tra un paio d'ore.
-Vi dispiace se vengo anch'io con voi?- chiese Gremond
-Si
-No- dissero insieme Whilliam e la madre. -Whilliam! Ma che modi sono?!- gli chiese la madre.
-I "modi" che si merita questo schifoso. Mio padre è morto da neanche un mese e già lui ci prova con te! E' sempre in questa casa! Io non lo voglio qui! Lui non è niente per noi, lo vuoi capire?! Che ti è preso? Adesso ti senti libera visto che papà è morto? O magari gli facevi già le corna insieme a lui prima dell'attacco? E' per questo che tu ...!
SCIAF! Whilliam sentì solo un gran bruciore alla guancia. -Spero che le cose che hai detto,-disse la madre-In fondo al cuore non le pensi sul serio, Whilliam. Gremond sono mortificata, io..
-Lo vedi! Mi fai schifo mamma! Non t'importa che papà non ci sia più? Non t'importa di quello che penso io? No t'importa di niente?- le gridò contro Whilliam. Penelope rimase in silenzio con lo sguardo fisso negli occhi del figlio. -VA AL DIAVOLO!- strillò lui. Corse verso la porta di casa e se la chiuse dietro sbattendola. Aveva deciso che non sarebbe più tornato lì.

Si era rifugiato nel "suo posto magico" dove quasi nessuno andava mai: era un praticello appena fuori città: l'erba sapeva di fresco e aveva un colore simile allo smeraldo. Andava sempre lì quando gli succedeva qualcosa di sgradevole. Era il suo posto, il posto in cui lui si trovava a suo agio. Si sdraiò del tutto e si mise a fissare il cielo: quella grande massa blu lo copriva in tutte le direzione e se anche provava a spostare lo sguardo, quel blu non lo abbandonava mai. -Quanto vorrei che questo cielo fosse il mare... -Perchè? Il mare è qui vicino! Che bisogno c'è? Sei uno sfaticato, Whilliam!- le urlò una vocina. -Ehi, Diana! Vedi di far poco la spiritosa oggi non ne ho voglia!- le urlò di rimando lui. -Ohi, ohi? che è successo?- gli chiese lei. Diana era una ragazza dai capelli corvini e gli occhi azzurri, come quel cielo che sovrastava Whilliam. La guardò negli occhi facendola arrossire lievemente. Poi disse-Inizio ad aver paura dei tuoi occhi, sono dello stesso colore di questo cielo che mi soffoca. -Ehi, non è mica colpa mia se ho gli occhi di questo colore, non credi?- rispose lei infastidita. -Perchè te la prendi tanto? Stai pur certa che non ti toglierò il saluto solo per questo!- continuò lui. -Ah...- fece lei -Ah? Quindi avevi davvero paura di questo?!-chiese incuriosito. La ragazza lo guardò qualche secondo negli occhi e poi distolse lo sguardo arrossendo. -Scema!- finì Whilliam.
-Senti "Cocco", perchè non mi aiuti a portare quel carretto in città? Non ce la faccio da sola.. Sono stanca morta! E' da casa mia che me lo porto dietro!-fece lei, per cambiare discorso. -Ok, ok. tranquilla.
Dopo essersi messo davanti al carretto e aver afferrato i due grandi manici, iniziò a trasportarlo senza problemi verso la città da cui era appena scappato. Mentre camminava affianco alla sua amica, Whilliam si accorse di una cosa: ogni volta che si trovava nei guai, che passava un periodo difficile, o per la minima difficoltà, Diana c'era sempre. Ed era l'unica che riusciva a fargli tornare il sorriso. Dopotutto, quei suoi occhi blu cielo, non erano così spaventosi.
Arrivati alla meta, Whilliam aiutò Diana a portare tutti gli oggetti nella bottega di suo padre. Si rese conto di quanto fosse grande quel posto visto da dentro.
Finirono in fretta. Whilliam stava portando dentro l'ultimo pacchetto di zucchero che aveva in mano, quando un colpo assordante seguito da un urlo e dallo scoppio del sacchetto che aveva in mano, lo paralizzò.
La gente iniziò a scappare ad urlare e a cercare riparo nelle proprie abitazioni o quelle più vicine. Stava succedendo di nuovo. I Pirati stavano attaccando ancora.

  
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