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Autore: noji    04/03/2006    6 recensioni
Misera, stolta Didone, che da tanto ingannevole amore sei stata attratta.
Mosca, imprigionata in una tela soffocante; ed il ragno malefico, quell'ingrato che tu ami, non si prende l'impegno neppure di finirti!
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questo è un piccolo brano che tratta del suicidio di Didone, in particolare della sua follia. Ho tentato di renderlo appunto delirante, specialmente alla fine. Oh, i maniaci della Kaori Yuki, noteranno un paio di riferimento a Kaine.

***

DIDONE


Misera, infelice Didone, dalla vita benigna ripudiata per un destino tanto infausto!
Tradita dall'amico e dall'amato! Che cosa mi rimane ora? Che cosa mi resta se non l'ombra di un marito che nell'Ade, tra i morti, m'attende?
Misera, misera, stolta Didone, che da tanto ingannevole amore sei stata attratta.
Mosca, imprigionata in una tela soffocante; ed il ragno malefico, quell'ingrato che tu ami, non si prende l'impegno neppure di finirti!
Cosa può rimanere di una donna se l'anima, il corpo ed il cuore li ha donati ad un uomo indegno e lontano?
Se tutte le lacrime che versa e che come lava bruciano le guance e marchiano il suo cuore, sono rivolte a lui?
Povera, infelice Didone!
Qual sorte è ancora più malaugurata che riuscire a far sorgare dall'animo degli uomini solamente pena, ormai?
Un involucro sporco dell'odio e frustrazione, dell'amore cieco ed ingenuo, me: povera mosca avvicinatasi fatalmente alla fiamma. Ma così pura, così impietosamente abbagliante che io tutt'ora, folle e pazza d'agonia, non riesco a dimenticarti, stregata dal tuo veleno!
Un uomo così buono, così buono! Me scellerata che non sapevo... che ne poteva sapere un misero insetto, che più forte è la luce, più oscura e pesante è l'ombra che ne deriva?
Perchè un'ombra adesso sono: l'ultimo rantolo del tuo respiro, il dolore che ti getti alle spalle, il desiderio ed i sentimenti che non ti servono.
…Ed un rifiuto… sono dunque io?
Sono io, dimmi, la meschina?
Chi ha cambiato le sorti delle stelle quando la luna era ancora alta nel cielo?!
Chi può muovere un cosi grande tranello, una ragnatela, a tal punto geloso della mia felicità?
Rispondimi, dannato: che cosa davvero mi può restare ora, se non questa domanda, intrappolata anche lei sulle mie frementi labbra che non saranno più ascoltate e nemmeno sfiorate?
Non dirmelo, traditore. Non parlare, quello posso ancora farlo.
Ma per dirti che nulla è più importante, nè alcuno. Nulla può ancora importarmi, perchè io non sono più.
Dopo l'amore, l'odio, la vendetta… ormai sono stanca anch'io.
Ma a differenza tua, io non posso gettar via che me stessa.
E quando accadrà dal baratro dell'Ade le mie mani insanguinate si arpioneranno a te per bagnarsi nel tuo.
Vieni mio amato: verrai certamente, questa volta.

Perchè la morte è l'unico talamo in cui ci si incontrerà ancora.

  
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