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Autore: ellacowgirl in Madame_Butterfly    16/06/2011    3 recensioni
"Sasuke si voltò verso i suoi compagni, i suoi amici.. era moltissimo tempo che non pronunciava quella parola e ora più che mai gli sembrava avesse un significato importante ma soprattutto forte. Li guardò negli occhi, uno ad uno, e si rese conto che in quell’ennesima battaglia non sarebbe stato solo. Non lo sarebbe stato mai più...".
Una storia in cui i sentimenti ed i rancori ritornano come uragani a travolgere rapporti ed amicizie, dove ogni singolo personaggio apre mente e cuore al lettore, lasciando trasparire parti di se stesso che non ci si aspettava... e tutto grazie ad un apparente tranquillo picnic tra amici di vecchia data e l'arrivo irruente dell'Organizzazione Alba, con nuovi obbiettivi da raggiungere...
PS.La calma è la virtù dei forti!
PPS. questa è una fanfic-esperimento non rispecchia il mio modo di scrivere ma piuttosto un tentativo di aprirmi altre strade, ma questo non significa che non abbia un suo significato =)Per cui siate generosi con le recensioni grazie =)
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akatsuki, Temari, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Avventure!'
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Ed ecco il penultimo capitolo!!!
Eh sì, è il penultimo direi… O forse il terz’ultimo, vedrò come mi uscirà il successivo!
Anche questo è parecchio lungo, chiedo scusa per il ritardo ma è stato piuttosto impegnativo ed essendo uno degli ultimi non volevo deludervi!! =)
Fatemi sapere come mi è riuscito e se vi è piaciuto!!! ^.^

 

 
Quel gesto disperato ma essenziale determinò la distruzione della grande quercia al centro della foresta e delle cinque capsule che tenevano imprigionate le giovani ninja: non appena il kunai perforò il petto delle coraggiose ragazze, le sostanze aeriformi che si erano condensate intorno a loro ebbero una reazione esplosiva e si liberarono in pochissimi istanti: in quell’arco di tempo ogni cosa nel raggio di alcuni metri venne letteralmente distrutta da quella forza esplosiva sconosciuta, disintegrando alberi, capsule, e creando un grande solco nel terreno.
 
In pochi minuti i fulmini dirompenti cessarono di intralciare i giovani ninja mentre le tormente di vento si placarono in qualche attimo, lasciando spazio a quella tranquilla tragicità.
Hidan e Kisame si erano riparati qualche decina di metri più avanti rispetto a dove prima c’erano le capsule e osservavano quel fenomeno ad occhi spalancati, mentre i ragazzi venuti in soccorso delle kunoichi erano stati spazzati a terra da una furia devastante.
 
- No accidenti! Com’è potuto accadere?! Quelle polveri dovevano risucchiare l’anima delle kunoichi e con essa anche le loro virtù per poterci così dare l’invincibilità!! Perché c’è stata quest’esplosione dannazione?! -
 
Il membro dell’Akatsuki dai capelli argentei digrignava i denti, infastidito da quanto era accaduto, mentre i suoi occhi tentavano di vedere cosa fosse accaduto alle possessore delle Cinque Virtù tramite quella fitta nebbia di polvere che si era creata con la distruzione della quercia.
 
Accanto a lui, Kisame osservava i sei ragazzi ancora stesi a terra e doloranti, mentre cercavano di riprendere conoscenza di ciò che era accaduto, ed il suo sguardo era piuttosto rilassato, quasi come se per lui ciò che era successo fosse stato prevedibile o scontato.
 
- E’ molto semplice, Hidan. Quando una persona muore la sua anima viene dispersa nel nulla e pugnalandosi quelle sgualdrine hanno dato inizio alla loro lenta e dolorosa morte, compromettendo così il nostro piano! -
- Ma non è possibile, loro non erano ancora morte, le polveri potevano -
- No Hidan! Le polveri hanno capito che ormai non c’era nulla da fare, che non avrebbero preso quelle anime e quindi hanno reagito in questo modo.-
 
L’uomo pesce strinse i denti con una certa amarezza, mentre al suo fianco il compagno guardava con disgusto le ceneri di tutto ciò che era morto sotto il peso di quell’esplosione.
L’aria era soffocante, quell’odore da bruciato invadeva quell’area senza tregua e dava ben poche possibilità a chi vi si trovava di respirare in modo regolare, compromettendo ulteriormente la vita di coloro che avevano salvato il mondo sacrificando se stesse.
 
La polvere grigiastra che invadeva l’aria pian piano andava dissolvendosi, portata via da quel poco di vento che aveva ripreso a soffiare, mentre il sole restava ancora celato dietro i nuvoloni scuri che sembravano minacciare costantemente con un temporale imponente.
Quel che restava delle cinque capsule erano soltanto pezzi di un vetro cristallino sparsi ovunque, le radici della quercia bruciate e dissotterrate con furia aggressiva mentre i corpi delle cinque ragazze giacevano al suolo agonizzanti, ma con ancora quel briciolo di vita che continuava a lottare dentro di loro: erano gravemente ferite, oltre al sangue che usciva dal loro petto senza tregua ed il kunai a pochi centimetri da loro, colorato di un rosso macabro e drammatico.
 
I nemici fecero una smorfia di disgusto nel notare che fossero ancora vive, nonostante tutto, ma non poterono che gioire nel vedere quanto lenta e dolorosa fosse la loro morte: avevano distrutto senza ripensamenti ogni loro possibilità di diventare invincibili ed immortali, altro non potevano desiderare che la peggiore delle situazioni per quelle cinque smorfiose.
 
I loro pensieri ripugnanti vennero interrotti da alcuni singhiozzi e mugolii provenienti dalla parte opposta dello spiazzale, dove i sei ragazzi erano stati scaraventati dalla forza distruttiva dell’esplosione: non erano particolarmente feriti, ma il colpo subito li aveva storditi non poco e questo li portava ad alzarsi con estrema fatica, ancora intontiti e non ben coscienti di ciò che era accaduto.
 
Neji fu il primo a riprendersi da quella disastrosa caduta e mentre ancora si toccava la fronte con la mano constatando che fosse tutta intera, il suo sguardo cadde sulla polvere a decine di metri da lui che si diradava, lasciando spazio alla visione delle ragazze rantolanti a terra: i suoi occhi si spalancarono con uno stupore ed un dolore che mai aveva provato in vita sua, il suo cuore si strinse in una morsa talmente forte da fargli quasi perdere l’equilibrio mentre le sue labbra restavano semiaperte, ancora con il fiato mozzato e una serie di emozioni che sembravano doverlo far esplodere da un momento all’altro.
 
- Ma… Cosa… -
 
Non riusciva quasi a parlare, la sua sembrava una paralisi totale ma non appena intravide il corpo di Tenten steso a terra col petto sanguinante qualcosa in lui si mosse con una velocità impressionante e gli impose di muoversi, di reagire a ciò che stava vedendo, anche se non sapeva bene come: sembrò revitalizzarsi tutto d’un fiato e le sue gambe presero a correre ad una velocità smisurata verso le cinque ragazze, mentre dietro di lui anche gli altri si stavano lentamente riprendendo.
 
Cadde in ginocchio affianco alla ragazza dagli chignon senza un contegno, abbandonando totalmente quella severità e quel senso di onore che lo avevano sempre distinto: in quel momento ogni cosa gli sembrava superflua, ogni cosa sembrava perdere il suo senso nel vedere come l’unico fiore che avesse mai voluto cogliere stesse lentamente morendo…
 
- N-Neji… -
 
La flebile voce della kunoichi risvegliò il giovane ninja dal coma mentale in cui stava involontariamente cadendo e lo riportò alla realtà: i suoi occhi lilla si incontrarono con quelli appena socchiusi di Tenten, restando spalancati e attoniti di fronte a ciò che stava vivendo: no… No… Non può essere vero!!
Aveva digrignato i denti per la rabbia ma la mano ancora tiepida della kunoichi si posò faticosamente sulla sua, mentre sul viso della ragazza si dipingeva un piccolo sorriso: Neji non capiva cosa ci fosse da sorridere in un momento tragico come quello ma non riuscì a rimproverarla di nulla, anche se avrebbe voluto farlo con tutto il suo cuore…
 
- Tenten! Perché lo hai fatto?? Perché vuoi morire?? Tu NON PUOI andartene… Io… -
 
Ma si interruppe notando che lei continuava a fissarlo con quegli occhi dolci dal colore caldo, riscaldandogli l’anima con un dolce tepore: anche lei era triste di doverlo lasciare, ma sapere di morire per averlo salvato era la soddisfazione più grande che potesse avere.
Sapeva di avere ancora pochi minuti per stare con lui, ma tutto ciò che le venne in mente fu la cosa che fino a pochi attimi prima l’aveva sempre aiutata a reagire, dandole il coraggio di fare ciò per cui era nata.
 
- Io n-non me n-ne posso a-andare… I-Ino dice c-che non m-mi lascerai m-morire senza avermi b-baciata… -
 
Neji sgranò ulteriormente gli occhi di fronte a quell’affermazione inaspettata ma per una volta non si arrabbiò, non pensò al fatto che qualcuno si fosse accorto dell’affetto che provava verso di lei, non pensò al modo migliore per chiudere la bocca a quella pettegola di Ino…
No, in quel momento il suo unico pensiero era rendere felice, almeno per l’ultima volta, le persona che lui amava di più al mondo e per la quale avrebbe dato anche la vita, anche se in quel caso era stato esattamente il contrario.
 
Abbassò leggermente il suo viso e lo avvicinò a quello limpido della kunoichi, toccandole le labbra con le proprie e chiudendo lentamente gli occhi: quel calore che ora lo invadeva sembrava infondergli una forza incredibile, una vitalità tale da permettergli di affrontare qualunque cosa…
Si sentiva bene, era felice come lo era mai stato e per questo continuò a prolungare il bacio finché aveva aria nei polmoni: non voleva che quel momento finisse, non voleva aprire gli occhi e rendersi conto che la realtà era molto diversa da quell’istante…
 
 
Nel frattempo, anche Sasuke si era ripreso e barcollava leggermente, pur cercando di mantenersi stabile e capire cosa fosse successo: vedeva alcuni dei suoi compagni ancora svenuti, altri a metà tra il conscio e l’inconscio ma la sua mente, o meglio il suo cuore, gli suggeriva di non fermarsi a loro ma di guardare oltre, chiedersi il perché di quell’esplosione e di quella ferocia…
 
Voltò il suo sguardo nella direzione dove c’era la grande quercia non appena sentì dei passi rapidi allontanarsi da quel punto e vide il compagno col Byakugan correre veloce verso quell’ammasso di polvere che lentamente sembrava scomparire, lasciando spazio ad una delle peggiori visioni che avesse mai avuto: non perché non avesse mai visto del sangue, non perché non avesse mai provato dolore nel vedere delle persone morire… Ma perché tra quelle persone c’era colei per la quale aveva veramente lottato fino a quel momento, colei che lo aveva salvato dall’oblio dell’oscurità, colei che gli aveva dato la forza di rinascere e di essere se stesso fino a tornare a vivere, finalmente.
 
No, non poteva permettere che tutto finisse per colpa di quella banda di pazzoidi, non se lo sarebbe mai perdonato!
Aveva la gamba destra quasi completamente squarciata, probabilmente perché era stato il più vicino alle capsule durante l’esplosione, e per questo faticava a camminare ma nonostante la ferita cominciò ad avanzare verso il centro dell’esplosione passata, trascinandosi la gamba: non sarebbe stata una ferita a fermalo, avrebbe continuato a camminare anche a costo di trascinarsi con i denti.
 
Cadde sotto il peso del suo corpo ad un paio di metri dalla figura di Sakura, la quale era sdraiata a pancia in basso ma non tentava nemmeno di curarsi: era convinta che ciò che avesse appena fatto fosse stata la cosa giusta, l’unica possibile per salvare i suoi compagni e dare finalmente la possibilità a quell’Uchiha di cui era stata perdutamente innamorata di ricominciare a vivere qualcosa di vero…
 
Lo vide arrancare a terra e questo le procurò un certo dispiacere, ma non poté fare a meno di sorridere leggermente rendendosi conto che sarebbe sopravvissuto:
Mi dispiace, Sasuke… Avrei tanto voluto far parte davvero della tua vita, ma ciò che importa è che tu abbia avuto la tua possibilità, non gettarla via ti prego…
I suoi occhi di un verde limpido erano leggermente socchiusi e si incontrarono con quelli neri e freddi dell’Uchiha, il quale ansimava leggermente ma nonostante questo cercava di raggiungerla a gattoni, trascinandosi sui gomiti, mentre il suo cuore sembrava totalmente sfuggito al suo controllo.
 
- Sakura! Tu… Tu non puoi averlo fatto davvero!!! -
 
Si leggeva la rabbia nelle sue parole, ma non una rabbia colma d’odio quanto più di disperazione, di dolore: tutto ciò che sembrava aver dato un senso alla sua vita, in quel momento stava scomparendo senza che lui potesse fare nulla e questo lo angosciava, per quanto strano potesse sembrargli.
 
- S-Sasuke… io… io sono f-felice… che tu… viva. -
- Non devi dire così! Cazzo, curati!! -
 
Aveva alzato la voce, quasi gridava ma non poteva farne a meno, non riusciva più a tenere per sé tutta quella rabbia e quel dolore insieme: non poteva più rischiare di diventare una bomba atomica di sentimenti contro se stesso, anche se quello era il momento peggiore che avesse mai affrontato.
Lei gli sorrise ancora, con più dolcezza, nella speranza di tranquillizzarlo ma lui continuava ad avanzare senza arrendersi verso il suo corpo: non avrebbe avuto senso curarsi, la ferita era troppo profonda e l’esplosione le aveva causato altri danni, irreparabili con l’utilizzo del suo solo chakra.
 
- T-Ti amo… Sasuke… -
 
Il ragazzo restò paralizzato da quelle parole, da quel suono così delicato e dolce che gli aveva accarezzato il cuore con un calore indescrivibile e lo stava lentamente conducendo a fare ciò che non avrebbe mai pensato possibile per il suo animo dannato: lui era un essere spietato ed oscuro, la sua anima era stata corrosa dall’odio per molto ma nonostante questo uno spiraglio di luce era ricomparso, un angelo sembrava avergli teso la mano e lui non poté fare altro che afferrarla con decisione, per una volta.
 
Si avvicinò ulteriormente alla ragazza dai capelli rosa, ormai scompigliati e di una colorazione sul marroncino a causa della polvere, e con estrema delicatezza chiuse gli occhi e la baciò: fu un bacio casto, puro quanto ingenuo, di due anime che si incontrano dopo tante battaglie e che comprendono di non poter stare l’una senza l’altra.
Restarono vicini fino a quando gli fu possibile, come desiderassero di non dover mai più riaprire gli occhi ed affrontare il presente…
 
 
Il ragazzo con la coda d’ananas era ancora seduto per terra con la testa che sembrava girare senza dargli tregua, mentre la fitta nebbia di polvere che si era creata si era quasi completamente diradata…
Con uno sguardo attento analizzò la situazione circostante, constatando che Naruto fosse ancora svenuto mentre Sai e Gaara sembravano riprendersi con meno fatica di lui: non erano feriti ma soltanto storditi come lui e questo era un vantaggio non da poco, considerate le dimensioni di quella strana esplosione.
Ripensando a quel momento, il giovane ninja voltò immediatamente lo sguardo verso il centro dello spiazzo, dove prima c’era la grande quercia e notò immediatamente il fatto che non ci fosse: la quercia è sparita! Com’è possibile? L’esplosione deve averla distrutta… Ma se è così, allora le capsule che vi erano dentro sono…
 
I suoi occhi si sgranarono, raggiungendo un’ampiezza esagerata non appena il pensiero delle ragazze gli invase la mente, di una in particolare…
Il suo cuore sembrò accelerare i battiti mentre vedeva uno ad uno i corpi delle kunoichi agognanti a terra, lasciandogli un senso di agonia in gola da farlo impazzire all’istante: quando il suo sguardo cadde sulla figura morente dell’ambasciatrice della sabbia il suo cuore ebbe un sussulto violento, il suo animo si gelò nel giro di pochi istanti, lasciandolo totalmente pietrificato…
 
La vide che tentava di reggersi sulle braccia e questo sembrò tranquillizzarlo almeno momentaneamente ma non appena notò il rivolo di sangue che le usciva dal petto un senso terrificante di dolore e disperazione lo invase, inducendolo a correre come un pazzo verso di lei: la sua razionalità sembrava averlo abbandonato del tutto, i suoi pensieri erano insensati e confusi, la sua mente totalmente priva di logica e di buon senso… Non si era mai sentito in quel modo, abbandonato totalmente alla disperazione: la sua mente non poteva più essergli d’aiuto e per la prima volta si rese conto della potenza dei sentimenti, di quanto l’amore ed il dolore fossero separati da un filo sottilissimo che conduceva alla pazzia…
 
- Temari!! -
 
La sua voce gli uscì senza che lui gliel’avesse ordinato, come se l’istinto lo stesse guidando a quella ragazza senza che lui, ormai, potesse interferire: arrivò dinnanzi all’ambasciatrice della sabbia, la quale a stento riusciva ancora a restare cosciente ma nonostante questo non si arrendeva e continuava a tentare di alzarsi, vanamente.
Non appena udì la voce di Shikamaru si voltò verso di lui con stupore, come se non si aspettasse davvero di vederlo lì, lo sguardo allucinato e in preda al panico: lì, davanti a lei, preoccupato per lei, angosciato per lei…
 
- S-Shikamaru… tu cosa –
- Ma che cosa avete fatto?! Siete impazzite!! Io ti… -
 
Si interruppe, perché aveva capito benissimo il motivo per cui la ragazza di cui era perdutamente innamorato avesse deciso di morire: si era conficcata un kunai nel petto per salvarlo, per strapparlo ad una morte certa, sua e del mondo intero…
Ma nonostante il ragionamento filasse senza alcun intoppo, lui non riusciva a concepirlo, ad accettarlo soprattutto…
Vederla morire gli sembrava la cosa più irrazionale del mondo.
 
Lei notò il suo sguardo, la sua angoscia, la sua preoccupazione, ma proprio perché aveva scoperto di amarlo veramente non poteva permettersi di farlo soffrire ancora e, ancora peggio, non poteva permettersi di piangere davanti a lui anche se avrebbe tanto desiderato farlo…
Tentò di alzarsi nuovamente sulle braccia ma quando lui fece per aiutarla, lei gli ringhiò contro.
 
- M-me la so... cavare d-da sola… V-vattene… -
 
Non diceva quelle parole con cattiveria o con la sua solita aggressività: il suo tono era disperato, più che dispiaciuto, e si poteva leggere un grande sforzo nel trattenere le lacrime… La sua voce era tremante, così come il suo corpo morente e nel vederla soffrire in quel modo Shikamaru non riuscì più a trattenersi e lasciò che le lacrime gli gonfiassero gli occhi, rendendoli rossi e ancora più drammatici: non voleva che finisse così, non voleva che morisse: non puoi farmi questo Temari!!
 
- Mi farai impazzire anche da morta, seccatura… -
 
Aveva detto quelle parole tra le lacrime più disperate, mentre non riusciva nemmeno più a guardare in faccia l’ambasciatrice della sabbia che ancora tentava di reagire a quella morte certa.
Lei restava con il capo basso, nella vana speranza di riuscire a trattenere tutte quelle lacrime di dolore e rimpianti che per troppo tempo si era tenuta dentro: quante volte lo aveva trattato male e avrebbe voluto abbracciarlo? Quante volte aveva fatto la dura pur desiderando il suo affetto?
Sentiva le forze mancargli e si rese conto che quello era l’ultimo momento in cui avrebbe, forse, rimediato ai suoi stupidi errori d’orgoglio.
Prese con le ultime energie che le restavano la mano di Shikamaru, attirando così la sua immediata attenzione: lui scorse sul suo limpido viso il segno delle lacrime che le delineavano le gote bianche, mentre i suoi occhi color smeraldo sembravano brillare di luce propria al contatto con quella disperazione pura.
 
- A-Anche tu… crybaby… -
 
E dopo aver detto queste parole le loro labbra si incontrarono con una certa passione e lui la sorresse, tenendola tra le braccia, poiché la ragazza ormai stava cedendo al peso del suo corpo: restarono abbracciati e con le labbra unite per molto tempo, continuando a piangere di dolore e di gioia allo stesso momento mentre le lacrime delineavano i loro visi puri e vinti da un dolore sincero.
 
 
Il biondo dagli occhi cerulei si rialzò con un certo impeto, nella speranza di comprendere immediatamente cosa diavolo fosse accaduto ma ciò che vide fu soltanto un deserto di dolore e disperazione: ogni cosa in quell’ambiente sembrava improvvisamente morto, strappato alla vita e condotto all’esistenza più misera e ribelle alla luce.
 
Dai suoi occhi cominciarono a scendere delle piccole gocce azzurrine, con una delicatezza moderata e contenuta, quasi come avessero timore di mostrarsi a quello spettacolo raccapricciante.
Il ragazzo restava in piedi, immobile, lo sguardo puntato sui corpi delle cinque compagne agognanti a terra: il suo sguardo si posò immediatamente su Sakura, ma non appena vide che affianco a lei c’era Sasuke riprese lentamente a respirare…
Sì, lui avrebbe voluto essere al suo posto, avrebbe voluto salvare quella ragazza e starle vicino, ma sapere che con lei c’era Sasuke, il ragazzo di cui era tanto innamorata, lo rendevano felice almeno in parte: era al sicuro con lui e Naruto non poteva desiderare altro per la sua migliore amica, per quanto gli facesse male sapere di non valere poi molto per lei.
 
Notò altri dei suoi compagni dinnanzi alle kunoichi ma si accorse che la ragazza col Byakugan era immobile a terra, il ventre voltato verso l’alto e il petto sanguinante: i suoi occhi lilla erano chiusi, il suo respiro sembrava molto debole ed appena accennato mentre quella dolce vitalità che l’aveva sempre contraddistinta sembrava abbandonarla ogni secondo di più.
 
Naruto non riuscì a spiegarsi le emozioni che stava provando, un misto di angoscia, terrore e disperazione lo stavano letteralmente invadendo, facendo comparire sul suo viso già in lacrime un’espressione di rabbia feroce che lo indussero a precipitarsi verso Hinata con la disperazione sul viso: non sapeva perché provasse quelle emozioni, non sapeva perché alla vista di quella ragazza che fino a poco tempo prima non sembrava nemmeno sfiorargli i pensieri lui avesse avuto una tale reazione, perché una tremenda paura di perderla si stesse facendo largo nei suoi pensieri e soprattutto nel suo cuore…
 
Si gettò ai piedi della mora con una determinazione inaudita, che tuttavia non sarebbe servita a nulla e questo lo fece innervosire terribilmente, mentre altre lacrime gli solcavano il viso puro ed ingenuo.
 
- Perché…?!?! Perché tutto questo?!?!?-
 
Stava esplodendo di rabbia mentre il suo sguardo restava posato sulla dolce figura di Hinata, incosciente a terra e ormai priva di vita.
Il nervoso sembrava prendere il sopravvento sul suo animo, tanto che il chakra della Volpe a Nove code pareva prevalere su di lui in maniera abbastanza rapida e quando ormai i suoi occhi colmi di disperazione e rabbia stavano assumendo una colorazione rossastra e le pupille si assottigliavano, una delle sue lacrime cadde inavvertitamente sulla guancia rosata della giovane ninja: quel tocco, così delicato e puro, le fece riprendere conoscenza per qualche attimo, il tempo necessario per farle aprire gli occhi e permetterle di vedere il viso del ragazzo che tanto amava, almeno un’ultima volta.
 
- N-Naruto… S-sei tu… -
 
Nel vederlo le si scaldò quel che restava del suo tenero cuore ed un dolce sorriso comparve sul suo viso: lui era vivo, e questo la rendeva la persona più felice del mondo.
Nel vedere che la ragazza fosse ancora viva e avesse pronunciato il suo nome, la rabbia di Naruto si placò in pochi istanti permettendogli di prevalere sullo spirito della Volpe ed interrompere la sua trasformazione, così da poter tornare ad osservare la ragazza con l’azzurro intenso dei suoi occhi.
Continuava a piangere mentre lei non poteva che arrossire di fronte a quella reazione di lui nei suoi confronti, anche se le dispiaceva che fosse così triste: non voleva farlo soffrire, ma sapeva che non ci fosse nessun altra alternativa.
 
- S-stai… piangendo… p-per me…? -
 
Disse debolmente la ragazza mentre un forte attacco di tosse le fece uscire dalla bocca un rivolo di sangue, sporcando ulteriormente i suoi vestiti: a quella reazione Naruto restò impietrito, lo sguardo sempre più disperato e perso nel vuoto e la terribile consapevolezza di non poter fare nulla per salvarla…
 
- Non puoi… Non puoi lasciarmi, Hinata! -
 
Cadde in un sonoro pianto, senza più riuscire a controllare le mille emozioni che lo stavano invadendo: gli sembrava che perdere quella ragazza fosse la cosa peggiore che potesse capitargli, che quella kunoichi fosse entrata nel suo cuore in un modo inaspettato e imprevedibile e lo avesse invase da un amore delicato e puro.
Non sapeva se amasse realmente Hinata, non sapeva esattamente cosa fosse accaduto dentro di lui in quei pochi giorni, ma di una cosa era sicuro: avrebbe dato anche la sua vita pur di salvarla, pur di non vederla soffrire e morire…
Avrebbe fatto qualsiasi cosa, qualsiasi, pur di vederla sorridere ancora e guardarlo con quello sguardo dolce e amorevole…
 
Gli occhi della ragazza si stavano pian piano chiudendo, anch’essi contornati da una luce nuova, di speranza, di amore… Era felice come non lo era mai stata, anche se sapeva che quella fosse l’ultima occasione che avesse per vedere quel ragazzo sempre solare che adesso sembrava stesso morendo insieme a lei.
Con un gesto delicato, lui le pulì le labbra morbide dalle gocce di sangue con un dito e lentamente si avvicinò a lei: non era sicuro di quel gesto, ma la convinzione di volerle un bene dell’anima e di desiderare con tutto se stesso che quella ragazza restasse sempre accanto a lui gli imponevano di regalare a lei (e anche a se stesso) un bacio dolce e lungo, dove le loro labbra si toccavano con delicatezza e univano due anime pure ed innocenti che racchiudevano in sé l’amore più grande.
 
 
A qualche metro da loro, anche l’impassibile membro della Radice si era precipitato ai piedi della bella kunoichi dai capelli biondi e con estrema delicatezza la teneva tra le braccia, come stesse conservando il tesoro più prezioso: lui sapeva cosa significasse perdere una delle persone più importanti, era accaduto quando lo avevano costretto ad uccidere il suo migliore amico e a perderlo per sempre ed ora la scena stava per ripetersi, con la differenza che lui non fosse più il Sai di una volta: aveva imparato, sebbene con difficoltà, l’importanza dei sentimenti e la forza che l’affetto e l’amicizia sapevano conferirgli, permettendogli di superare qualsiasi avversità e continuare a lottare per ciò che LUI riteneva giusto ed importante.
 
Non sapeva come comportarsi e non gli sembrava che nessuno dei suoi libri dicesse come comportarsi mentre la persona a cui tieni di più al mondo sta per morire, ma per una volta decise veramente di mettere da parte quegli stupidi pezzi di carta e concentrarsi su cosa lui stesse provando davvero: si sentiva terribilmente triste, come se tutti i dolori possibili immaginabili lo stessero invadendo ogni istante di più, mentre osservava il viso limpido e perfetto di quella ragazza che sembrava avergli cambiato la vita in un modo molto inaspettato.
 
Lei aveva riaperto gli occhi con un certo sforzo non appena aveva sentito il tocco freddo ma delicato del ragazzo ed ora lo guardava con i suoi occhioni azzurri nei quali Sai si stava letteralmente perdendo, annullando qualsiasi tipo di precauzione per i suoi successivi comportamenti.
 
- S-Sai… -
- Non ti sforzare, altrimenti userai troppe energie e rischierai di morire. -
 
Aveva detto lui con una certa serietà, come se credesse davvero in ciò che stesse dicendo mentre dentro di sé sapeva benissimo che non fosse così: lei stava morendo, tra le sue braccia, e lui non poteva fare nulla, tutti quegli anni alla Radice non erano serviti a un benemerito cazzo, dato che non poteva salvare l’unica persona a cui, oltre al suo amico d’infanzia, voleva realmente bene…
 
Ino sorrise dolcemente, accennando quasi ad una risata nell’udire quelle parole così ingenue da parte del ragazzo e con un gesto dolce gli accarezzò il viso, sforzandosi di alzare il braccio sino a lui: quel tocco era piacevole e non se lo sarebbe perso per nulla al mondo.
 
- P-Promettimi che… a-andrai a c-comprarti… una m-maglia più… d-decente… -
 
A quella frase ironica Sai si lasciò sfuggire un accenno di sorriso, un gesto che non gli era mai capitato di fare con tanta sincerità e dolore allo stesso momento: per la prima volta in tutta la sua vita decise di abbandonarsi a ciò che sentiva, senza essere obbligato a tentare di capire o ragionare, ma ascoltando soltanto quel qualcosa che sembrava invadergli l’animo come una furia incontrollabile, senza motivo.
Una piccola e timida lacrima uscì dai suoi occhi e gli percorse la guancia, tanto da lasciarlo piuttosto interdetto a quella sua reazione spontanea ma apparentemente incomprensibile, mentre Ino allargò il suo sorriso nel notare quel gesto: finalmente anche lui aveva capito cosa fossero i sentimenti e lei era riuscita ad aprirgli il cuore a quelle emozioni così belle e sincere.
Sorrise ancora nel vedere quella grande manifestazione d’affetto che lui provava nei suoi confronti e con la mano avvicinò il viso di Sai al suo, continuando a sforzarsi di restare cosciente ancora per un po’.
 
- L-lo shopping… P-può aspettare… -
 
E così anche loro si abbandonarono ad un vero e sincero bacio e, per la prima volta, Sai provò un’emozione forte e sincera, pura quanto quell’affetto che inevitabilmente lo legava a quella bionda dallo sguardo ammagliante.
 
 
Dopo poco, la voce fredda e rabbiosa di Hidan richiamò l’attenzione dei ragazzi, mentre questo prendeva tra le mani la propria terribile arma con una certa minacciosità e il compagno affianco a lui inforcava la Samehada.
 
- Ora basta con queste smancerie!! Vi farò fuori tutti, razza di guastafeste! -
 
La sua voce era rigida ed aggressiva, ma nonostante il timore e la paura che trasmetteva i ragazzi reagirono con uno sguardo altrettanto minaccioso e determinato nei suoi confronti, restando affianco delle cinque ragazze: gli stavano togliendo le persone a cui loro teneva di più al mondo e non glielo avrebbero mai perdonato, per questo avrebbero difeso ciò che restava della loro vita con i denti e con le unghie se fosse stato necessario.
 
Davanti ai ragazzi, tra loro ed i due minacciosi nemici, si fece avanti il Kazekage: lo sguardo più determinato che mai e la rabbia che questa volta sembrava seriamente pervaderlo: non avrebbe permesso a quei due pazzoidi di fare ancora del male e coloro che gli avevano voluto bene, MAI!
Nonostante le numerose ferite che aveva riportato su tutto il corpo, la sabbia cominciò ad uscire con cautela dalla sua brocca di ceramica riposta sulla schiena mentre teneva ancora le braccia giunte sul petto, pronto a combattere.
 
Un sorriso ironico apparve sul viso di Kisame e Hidan, convinti che in quelle condizioni non avrebbe mai potuto vincere contro di loro e quindi avrebbero potuto far fuori il Kazekage della sabbia senza troppa fatica.
Anche Gaara sapeva di non avere troppe possibilità contro due dell’Akatsuki, ma questo non lo fermava assolutamente: avevano osato sfidarlo nel peggiore dei modi, riducendo sua sorella e i suoi compagni in fin di vita e questo non lo avrebbe ancora tollerato!
 
Lo scontro impari stava per avere inizio quando si sentirono dei passi avvicinarsi a quello spiazzo di bruciato e morte, provenienti dalla foresta che lo circondava: una figura si intravedeva nell’oscurità ed avanzava lenta verso di loro reggendo tra le mani probabilmente il corpo di un ormai defunto.
I rumori della violenta battaglia che si era svolta tra Pain ed il Quinto Hokage erano cessati, segno che lo scontro fosse finito e non appena quella figura che avanzava lenta verso di loro fosse uscita dal buio della foresta e si fosse mostrata, tutti i presenti avrebbero saputo chi dei due avesse vinto e, di conseguenza, chi avesse avuto ancora la possibilità di vivere.
 
La cosa certa era che il vincitore di quello scontro avrebbe determinato la sopravvivenza o meno dei suoi alleati, i quali si erano tutti voltati verso quel rumore di passi in attesa di conoscere il proprio destino.
 
Note autrice:
Ed ecco il penultimo capitolo!!!
Eh sì, è il penultimo direi… O forse il terz’ultimo, vedrò come mi uscirà il successivo!
Anche questo è parecchio lungo, chiedo scusa per il ritardo ma è stato piuttosto impegnativo ed essendo uno degli ultimi non volevo deludervi!! =)
Fatemi sapere come mi è riuscito e se vi è piaciuto!!! ^.^ 

  
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