Cleaner



Sebastian Michaelis afferrò un prezioso vaso cinese dal ripiano per poterlo spolverare meglio, e con la coda dell'occhio osservò il suo padrone, Ciel Phantomhive. Seduto alla scrivania dello studio, le dita intrecciate, fissava un punto lontano, fingendo di non accorgersi del suo sguardo.
Il maggiordomo mandò un lievissimo sospiro rassegnato e iniziò a dare metodici colpetti alla costosa anfora con uno spolverino, ignorando la risatina ironica del giovane conte.
Il signorino era decisamente una persona, se non bizzarra, quantomeno atipica, lontana dalle cortesie e dalle affettazioni dell'alta società.
Ma non era solo questo.
Era la sua forza sovrumana che gli permetteva di frantumare bicchieri semplicemente sfiorandoli, era la sua capacità di comparire nei luoghi più impensati in pochi secondi, era il bagliore rossastro che aveva più volte colto nei suoi occhi, a stupirlo.
Decisamente, pensò Sebastian Michaelis, riponendo il vaso con cura, gli occhi di Ciel Phantomhive puntati addosso, il conte ha aspetti poco umani.
Ma un vero maggiordomo deve essere discreto, e, soprattutto, evitare di porsi troppe domande.
«Sebastian?»
Sebastian Michaelis distese le braccia lungo i fianchi, lo spolverino ancora stretto in pugno, e si voltò verso Ciel Phantomhive.
«Desidera, signorino?»
«Nessuno ti ha mai detto che hai un profumo delizioso, per essere un semplice individuo umano?»