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Autore: Trick    16/06/2011    6 recensioni
"«Sei il Prefetto di Hogwarts, Remus» le spiegò Lily con un sorriso, camminando verso di lui e stringendogli con salda gentilezza la mano. «Di nuovo».
«No, Lily» ribadì con decisione lui. «Io non posso morire».
«Lo so. Lo abbiamo creduto tutti».
"
(Remus Lupin/Lily Evans).
Un'antologia di fan fiction che copre ogni ship fanon o canon della Vecchia Generazione.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Evans, Remus Lupin
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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"Racconti di sabbia"  partecipa all'iniziativa I ♥ Shipping indetta da Collection of Starlight. Mi sono sentita abbastanza masochista da gettarmi in quest'ennesima questa nuova impresa mastodontica: un'antologia di fan fiction concentrate su tutte le ship ufficiali (canon e fanon) della Vecchia Generazione. Non so se sarò in grado, ma sento di volerci provare. Al massimo, ci rimetto le penne. :)
 QUI trovate l'elenco di tutte le ship sulle quale scriverò - possibilmente in ordine, ma dal momento che sono schifosamente disordinata, non ci giurerei.
Per chi non lo sapesse, la mitologia narra che la ninfa Eco - costretta da Era a ripetere sempre le ultime parole udite - si fosse innamorata di Narciso. Il bel giovane, tuttavia, la respinse, ed ella fuggì fra le vallate solitarie, finché di lei non rimase che la voce. Da qui, il titolo "Eco e Narciso".





Racconti di sabbia
Fan fiction perdute nel tempo

*

Eco e Narciso
Sirius Black/Dorcas Meadowes


Aveva creduto di morire così tante volte che ora non le riusciva proprio di accettare il fatto che stesse morendo realmente. Eppure, lui era lì, con la bacchetta puntata verso il suo petto, e l'unica cosa a cui lei riusciva a pensare era che la sua tomba sarebbe stata piena di narcisi.
La bocca di Lord Voldemort si storse in un sorriso soddisfatto.
«È un piacere rivederti, Dorcas Meadowes».

*

Sirius aveva la nausea al solo pensiero di attraversare la solitaria stradina che lo separava dal cimitero di Ottery St. Catchpole.
Aveva sempre detestato le funzioni religiose (in verità, aveva sempre detestato la religione in sé, perlopiù perché non era mai stato in grado di capirla) e, in particolare, detestava quelle funebri. Sosteneva di ritenerle inutili ancor più delle altre; nella morte non c'era proprio nulla che qualche bel discorso potesse migliorare ed era da idioti cercare di farlo. Non c'era possibilità di ribattere, con lui, e nessuno dell'Ordine aveva avuto la fortuna di convincerlo a presenziare al funerale di Fabian e Gideon Prewett. Nemmeno James, l'unico a cui Sirius tendesse a dar retta, di norma, aveva avuto successo.
Era arrivato pochi minuti dopo l'inizio della cerimonia, si era seduto sul bordo del marciapiede all'altro capo della strada e si era acceso una sigaretta con una lentezza quasi riguardosa, come se volesse rimarcare il fatto che sì, Sirius Black odiava i funerali, ma rispettava la morte. Aspirò la prima boccata e gettò indietro il capo, sbuffando nell'aria un leggera nuvola di fumo grigiastro. Rimase a fissarla mentre saliva verso il cielo limpido e si dissolveva nel nulla.
Non credeva in Dio ma, a volte, aveva davvero l'impressione che qualcuno si stesse prendendo gioco di tutti loro – e di lui, innanzitutto. I McKinnon non erano morti che da due settimane e loro stavano già seppellendo i Prewett; non gli era concesso nemmeno il tempo di accettarne la scomparsa e avvertire il morso straziante della loro mancanza. Restavano solo un sacco di stupidi funerali celebrati di nascosto e Sirius li odiava, perché gli facevano sempre pensare che c'erano anche un sacco di buche ancora vuote, lì attorno.
«Che diavolo stai facendo, Sirius?».
Sirius emise un leggero sbuffo e alzò vagamente le spalle.
«Qua ci fottono tutti» rispose amaramente, scuotendo la chioma corvina. «Ci stanno davvero fottendo un po' tutti».
Dorcas annuì tetramente e rivolse uno sguardo tormentato in direzione del cimitero. Dopo pochi secondi, scoppiò in una risatina priva d'allegria.
«A Fabian e Gideon sarebbe piaciuto, come elogio» spiegò.
«Già. Non erano tipi da stronzate, loro».
«Hai una sigaretta?».
Sirius si rigirò fra le dita quella che stava fumando e gliela allungò con un sorriso sghembo. La guardò fumare silenziosamente per qualche istante. Dorcas non era una di quelle donne che saltavano all'occhio per la propria bellezza. Era graziosa, magari, ma aveva un naso troppo largo e gli zigomi troppo pronunciati per poter essere considerata bella. Tuttavia, i suoi modi di fare si erano rivelati abbastanza accattivanti da ingarbugliare Sirius quel tanto che bastava a vederla più di una volta. Non era accaduto molte altre volte, dacché si ricordava. Aveva avuto un discreto numero di belle accompagnatrici, ma Sirius era certo che di nessuna di loro avrebbe serbato un ricordo nitido quanto quello di Dorcas.
Non ne era innamorato, esattamente come lei non era innamorata di lui, e non se ne sarebbe mai innamorato, esattamente come lei non si sarebbe mai innamorata di lui, e al momento nessuno dei due chiedeva altro.
«Non potresti comprartele da sola, le sigarette?» le chiese lui, tagliente.
«No. Mi piace il sapore della tua bocca».
«Lo so».
Dorcas scosse la testa come se stesse scacciando una mosca particolarmente tediosa.
«Che fai, stasera?».
«Proverò a stare vivo, suppongo. Potrei essere io, il prossimo da infossare. Tieni a mente che non mi piacciono i fiori e che gli uomini di Dio mi infastidiscono, per cortesia».
«Non fare lo stronzo con me. Non provarci nemmeno» replicò gelidamente Dorcas. «Pensi che inscenare il teatrino della tragedia conti qualcosa, in tutta questa merda?».
Sirius parve rabbuiarsi improvvisamente.
«Non farmi incazzare: sto dicendo la verità. Questa merda è una tragedia, Dorcas. Una fottuta tragedia. E no, non so se stasera sarò vivo, né se domani mi alzerò vivo, né se avrò tempo e voglia di fare sesso con te da vivo, stanotte. Sta andando tutto a puttane, quindi non farmi incazzare, oggi» ribatté tutto d'un fiato, agitando nervosamente le mani. «Fanculo, quanto odio i funerali. Sono inutili».
Dorcas continuò a fissarlo con calma, incurante del suo tono aggressivo. Si era ormai abituata a quell'aspetto convulso del suo carattere: Sirius era un ordigno costantemente in procinto di esplodere e l'unico modo per evitare che accadesse, in effetti, era ignorarlo pazientemente.
«Sono un modo per ricordare chi non c'è più» lo ammonì placida, aspirando piano una boccata di fumo.
«Sono solo un modo per perdere tempo. Credi che a Fabian e Gideon freghi qualcosa, di quello che stanno dicendo di loro?».
«No. Ma frega a me. Frega a tutti noi. E, cazzo, dovrebbe fregare pure a te».
Sirius scosse il capo, infastidito.
«Stronzate: ecco, cosa sono. Inutili stronzate. E ci toccheranno, prima o poi, ma saranno sempre le solite inutili stronzate».
Dorcas gettò a terra il mozzicone e lo schiacciò con una violenta pedata del tacco.
«Sei sempre stato così cinico?».
«Non lo so» rispose rapidamente Sirius, mentre un'ombra triste gli incupiva i begli occhi grigi. «Ci sono troppe cose che non so più».
«Sai cosa vuoi fare stasera?».
Sirius sogghignò divertito.
«Sì».

*

«Verrei al tuo funerale».
Dorcas aprì di colpo gli occhi e alzò di scatto la testa dal cuscino per guardare Sirius. Lui aveva i capelli neri scompigliati attorno al bel volto e fissava il soffitto con aria pensierosa. La luce della luna illuminava ogni tratto del suo corpo incredibile e Dorcas si ritrovò a chiedersi per la centesima volta come diavolo fosse possibile che un simile pazzo potesse essere tanto bello.
«Cosa?».
«Verrei al tuo funerale» ripeté atono Sirius. «Sul serio».
«Non so che dire» rispose Dorcas dopo qualche istante di silenzio. «Nella tua ribaltata visione del mondo, Sirius, cosa diavolo significa? È un complimento? Un avvertimento? Un'informazione di servizio?».
«Un fatto. Verrei al tuo funerale, se mai dovessi morire».
«Oh. Beh, grazie. È proprio quel genere di cose che ogni donna spera di sentirsi dire dall'uomo con cui ha appena finito di fare sesso».
«Non tutte le donne hanno la fortuna di fare sesso con Sirius Black».
«Narciso è morto di se stesso, sai?» sbottò divertita Dorcas.
«Scrivilo sulla mia tomba. “Qui giace Sirius Black, morto di se stesso”».
Dorcas ridacchiò appena.
«Lo ricorderò, razza di idiota».

*

Gli occhi di Lord Voldemort erano rossi e terrificanti, ma Dorcas non riusciva a distoglierne lo sguardo. Era terrorizzata e l'idea di morire la spaventava più di ogni altra cosa al mondo, ma proprio non era capace di non guardare. Si chiese se, un attimo prima di morire, fosse normale impazzire. Perlomeno, continuava a ripetersi senza alcun motivo, avrebbe avuto almeno un narciso sulla propria tomba e questo, stranamente, la faceva sorridere.
«Sorridi, Meadowes?» sibilò lentamente Lord Voldemort, avvicinandosi a lei con un fruscio agghiacciante del lungo mantello scuro. Il suo volto serpentino era a pochi centimetri dal viso di Dorcas e lei, di nuovo, non riusciva a distoglierne lo sguardo.
«Sto per ucciderti e tu sorridi?».

Stordita, Dorcas scosse il capo, sotto lo sguardo sconcertato di Lord Voldemort, e scoppiò in una fragorosa risata.
«Pensavo solo che mi sarebbe piaciuto partecipare al mio funerale» spiegò, mentre sentiva gli occhi bruciare per le lacrime. «Mi sarebbe piaciuto parecchio, davvero».






Crack, fanon o canon? Slash, Het, Threesome?
GOD SAVE THE SHIP!
I ♥ Shipping è un'idea del « Collection of Starlight », said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »

   
 
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